Martin su Les Paul: non c’è chitarra senza imprenditoria
La storia è quasi sempre presentata come una successione di guerre, lotte per il potere, decisioni di uomini di Stato e pianificatori. In realtà, una parte rilevante della storia è fatta da uomini operosi e ricchi di ingegno, molti dei quali sono imprenditori che si applicano a rispondere nel miglior modo possibile alle esigenze, alle preferenze e alle attese del prossimo.
La morte di Lester William Polfuss, meglio conosciuto come Les Paul e di cui molto si è parlato nelle scorse ore, ha offerto a Emmanuel Martin l’occasione per una riflessione (Une histoire d’entrepreneurs) sul ruolo dell’ingegno e della creatività umani nella storia. A Les Paul, nato nel 1915, si deve infatti un contributo fondamentale nell’invenzione della chitarra elettrica. A partire dal 1952 il marchio americano Gibson ha così iniziato a distribuire il modello «Les Paul», senza il quale non sarebbe stato possibile avere – come rileva Martin (che oltre che economista, è pure musicista) – «Money for Nothing» dei Dire Straits, la ritmica dei Led Zeppelin, dei Guns n’ Roses o di Bob Marley, ecc. ecc.
Scrive Martin:
«Il problema è che se Les Paul non avesse avuto la fortuna di vivere in una società libera non avrebbe mai potuto sviluppare le sue invenzioni, e io stesso non avrei mai avuto il piacere di far vibrare la mia Les Paul grazie ad un amplificatore, la cui origine si deve a un altro imprenditore, stavolta inglese, Jim Marshall».
Quando si parla di economia della cultura e dello spettacolo bisognerebbe costantemente ricordare che il ruolo dell’imprenditoria e dell’inventiva umane è sempre fondamentale, anche quando non è immediatamente percepito.