6
Dic
2011

Manovra Monti: Contro l’evasione, ma a che prezzo?

In linea con una tendenza osservabile da tempo, due delle misure più popolari tra quelle presentate dal Governo nelle scorse ore sono accomunate da un’attitudine assai discutibile verso il contribuente, destinatario di una sorta di presunzione d’evasione. Non può sorprendere che in un momento come questo, caratterizzato da un’enfasi spiccata sul consolidamento dei conti pubblici, l’evasione fiscale guadagni il centro del palcoscenico. Ma a quale prezzo?

Mi riferisco, in primo luogo, al prelievo una tantum sui 180 miliardi di Euro rimpatriati tra il 2001 e il 2010 grazie alla copertura dello “scudo fiscale”: una soluzione verosimilmente incostituzionale, perché ignora – tra l’altro – l’esplicita previsione secondo cui “il rimpatrio ovvero la regolarizzazione […] non possono in ogni caso costituire elemento utilizzabile a sfavore del contribuente, in ogni sede amministrativa o giudiziaria civile, amministrativa ovvero tributaria, in via autonoma o addizionale” (d.l. 1 luglio 2009, n. 78, art. 13-bis, co. 3). A prescindere dall’esito delle inevitabili controversie legali, e dall’eventualità che la formulazione della proposta – si parla di un’imposta di bollo – le risparmi un’auspicabile censura, va evidenziata la sostanza di uno stato illusionista che non tiene fede alle proprie determinazioni.

Il secondo provvedimento a cui alludo – vi si è soffermata anche Annalisa Chirico – è la riduzione della soglia di ammissibilità dei pagamenti in contanti, ora confinati a 1000 Euro – ma con la prospettiva di ulteriori tagli in un non remoto futuro. Oltre a fare di ogni cittadino un evasore sino a prova contraria, la generalizzazione del principio della tracciabilità dei pagamenti dovrebbe crucciare chiunque abbia a cuore il tema della privacy, su cui registriamo un’attenzione intermittente.

Sbaglieremmo, evidentemente, a considerare i nostri consumi come estranei alla sfera delle relazioni più intime. La maggior parte dei nostri comportamenti socialmente rilevanti – nascosti o palesi, candidi o pruriginosi – passano per il portafogli:  un anello di fidanzamento, un cadeau per l’amante, la prima auto, le vacanze o gl’incontri con gli amici, un consulto medico, l’abbonamento allo stadio o la tessera di un partito. Ammettere lo scrutinio dei poteri pubblici nel reticolo delle nostre transazioni finanziarie quotidiane significa rinunciare alla riservatezza di ben altro che le mere iscrizioni contabili: al punto tale che, ove l’ideale fuga dal contante di cui alcuni vaneggiano giungesse a compimento, non sarebbe per una volta iperbolico ricorrere a riferimenti un po’ triti come il Grande Fratello orwelliano.

Al pari con l’amministrazione della pena, la potestà tributaria è – tra le competenze statali – quella che più direttamente incide i diritti dei cittadini. Vi è da chiedersi come sia possibile che, in un caso, con la repressione dei crimini conviva una tutto considerato soddisfacente congerie di tutele per l’individuo; e che nell’altro, al contempo, paia accettabile sacrificare alle esigenze dell’erario i più elementari principî di garantismo. Le speculazioni sulla sostenibilità delle finanze pubbliche e sull’equa ripartizione dei sacrifici che la presente congiuntura richiede sono comprensibili: non diventino, però, il grimaldello per ulteriori – e difficilmente reversibili – compromissioni della libertà e dei diritti individuali.

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26 Responses

  1. martino

    Concordo con l’articolo. E aggiungerei: tutta questa tracciabilità serve davvero? L’ho chiesto a commento di vari articoli, ma nessuno mi risponde! Da quello che si legge sui giornali, dei 120miliardi di evasione, 40 ( o più – in qualche articolo si arriva anche a 60) sono legati alle attività criminali, 27 alle grandi società ( specialmente al transfer pricing), 25 al lavoro nero, 15 alle socieà di capitali, solo 8 agli autonomi. Da questi dati, mi verrebbe da dire che : 1) 40 miliardi sono difficilmente recuperabili, a meno di non legalizzare prostituzione, spaccio, ecc. e sicuramente non vengono toccati dalla tracciabilità; 2) i 27 legati alle grandi società sono “giochi” contabili e di importi già ampiamente sopra ogni limite di tracciabilità, quindi abbassare la soglia anche a 1€ non cambierebbe la situazione; 3) 25 sono legati al lavoro nero. Già mi verrebbe da dire che non solo i ricchi evadono, ma tante piccole evasioni fanno un bel gruzzolo. E anche qui: se un lavoratore in nero si fa pagare con banconote di piccolo taglio?
    Bisogna combattere l’evasione, non c’è dubbio, ma con altri strumenti. E forse non è poi così sbagliata l’equazione “stato invasivo= evasione”. Per cui mi verrebbe da dire che lo Stato non potrà mai recuperare tutti quei 120miliardi, un po’ perchè non legalizzabili, un po’ perchè è utopistico pensare ad un’evasione pari a zero, e un po’ perchè lo stato recupererà in proporzione a quanto si ritirerà!

  2. Piero Tiepolo

    Vorrei un giorno leggere anche un “elogio dell’evasione fiscale” pratica che ha permesso agli italiani di raggiungere quel benessere che la lotta all’evasione sta minando dalle fondamenta.
    Tanto che è facile prevedere che quando la battaglia all’evasione sarà vinta l’Italia avrà poco da invidiare alla Romania di Ceausescu.

  3. Mattia

    E’ alquanto scandaloso vessare (come del resto sta accadendo) con la tracciabilità
    senza dare la il minimo segno, da parte del governo, di poter dedurre in toto qualsiasi
    spesa inerente sia il nucleo familiare,che l’azienda.Comunque, in uno stato di diritto,
    ognuno è libero di disporre del proprio denaro come crede, senza interferenza alcuna da parte dello stato ( sempre che vi siano i presupposti come, non appartenere a organizzazioni criminali,macroevasioni, ecc.).Per concludere,visto e considerato che la
    globalizzazione ha portato riequilibri o squilibri,sia per le economie emergenti,che storiche,perchè non spediamo i nostri “fenomeni” ad attingere più now- how per il mondo?

  4. AMSICORA

    perché non impiantare direttamente nei cittadini un microchip rfid collegato all’agenzia delle entrate che registra e trasmette tutte le transazioni, eliminando il contante?
    in questo modo, in omaggio alla trasparenza, l’evasione sarebbe impedita alla radice

  5. Annibale

    Leggo l’ articolo dopo aver rimuginato i dati e le informazioni sin qui scaricatici addosso, direi quasi con premeditata sceneggiatura, dalla maggioranza dei media.
    Se ho ben capito alla fine la manovra consta di un 90 % di prelievo e di un solo 10 % di tagli. Un deja vue che non mi aspettavo da cotanto consesso di economisti.
    Ancora una volta il ceto medio è stato preso di mira col pretesto che sia evasore “a prescindere” e nulla è stato fatto nella direzione di ridurre il carico di spesa pubblica. Non si capisce nemmeno come il risultato del prelievo verrà utilizzato nella direzione di una riduzione effettiva del debito.
    Ciliegina sulla torta lo stravolgimento a posteriori del sistema pensionistico preteso da sempre da Confindustria, come se fare un dispetto ai dipendenti possa compensare i guai provocati da decenni di razzie da parte del settore pubblico a scapito di chi non sta al seguito del carrozzone politico!
    Ma quando ci sveglieremo veramente e la smetteremo di conformarci alle parole d’ ordine di questi malversatori?
    Mi rivolgo anche al nostro Giannino che, forse in fase entusiastica, non ha ancora deciso di smascherare la carognata che stanno propinandoci!

    Forza Signori, cominciamo a pensare e comunicare meno ideologicamente e con più pragmatismo. Solo questo potrà riscattarci dalla mafia politicomediatica che ci sta schiacciando.

  6. Francesco

    @martino
    Che l’evasione non si possa combattere è una favola che si racconta agli sprovveduti. Se c’è volontà politica si può combattere con misure atte a creare contrasti d’interesse (tassazione del reddito residuo), con monitoraggi patrimoniali diffusi per riscontrare la congruenza degli accumuli rispetto ad dichiarato in precedenza, con la nominatività dei titoli di credito per assoggettare allo stesso trattamento gli incrementi dei patrimoni mobiliari e con il monitoraggio dei flussi di capitali in libera uscita. Non è difficile, basta studiare i sistemi tributari dei paesi anglo-americani e della vicina Francia per averne contezza di come si possa intervenire efficacemente. Purtroppo manca la volontà politica poichè la sclesta potrebbe essere autolesionista e allora si apretta l’emergenza per giustificare l’insostituibilità dei soliti noti.

  7. Giorgio

    Ok, accettiamo pure questa tracciabilita’….
    Ma allora datemi gli strumenti per la tracciabilita’ gratis, ovvero perche’ non posso pagare in contanti e sono obbligato a pagare bolli e altre spese per usare carta di credito e bancomat?
    Non e’ che per caso questa norma serve solo ad aumentare gli incasssi di queste piccole tasse semi- trasparenti ma che alla fine del mese si sommano in tanti soldini? Altroche’ tracciabilita’.
    Assurdo. Sarebbe come se in paese distruggesse il trasporto pubblico per far soldi con le accise sui consumi privati della benzina…..

  8. Annibale

    A Piero Tiepolo dico che sono in lavoratore dipendente e pago fino all’ ultimo cent ma lo invito a identificare la giustizia sociale con l’ uso onesto della cosa pubblica. È inutile continuare ad accettare la logica che ci impongono dall’ alto che i colpevoli siamo noi!
    Dove sono , nella manovra, i numeri che spiegano come si giungerà alla significativa riduzione del debito pubblico che è di migliaia di miliardi, con i miseri 20 miliardi dell’ ultimo prelievo???

  9. alessandro macca

    Condivisibile l’appunto sulla tracciabilità del denaro e relativa privacy violata. Aggiungo che, a mio avviso, il grosso nero proviene dalle attività svolte, ad esempio dagli artigiani (idraulici, elettricisti, giardinieri….), i quali pretendono, per le piccole riparazioni domestiche, l’immediato pagamento, generalmente nell’ordine dei 100, 200 euro; tali pagamenti continueranno ad essere non tracciabili (ergo, il mio idraulico continuerà ad utilizzare, come autocarro da lavoro, il Porsche Cayenne). Per quanto riguarda l’addizionale sui capitali scudati, non condivido l’analisi effettuata. Se di “fiducia tradita” si tratta, e conseguente non rispetto della parola data, mi preme evidenziare come già l’operazione “scudo fiscale” sia di per sè un tradimento della fiducia dei contribuenti onesti, i quali (per necessità o virtù) hanno sempre provveduto a pagare a le (altissime, anche per colpa degli easori) imposte derivanti dall’attività lavorativa. Quindi, non solo ritengo l’addizionale dell’1,5% sui capital scudati assolutamente in linea con la politica fiscale degli ultimi governi, altresì, mi auguravo una percentuale ben più alta, alla luce degli ulteriori sacrifici richiesti a coloro che le tasse le hanno sempre pagate.

  10. AMSICORA

    @Annibale

    in realtà le tasse non le paghi tu ma il tuo datore di lavoro, costretto a fare il gabelliere dello stato gratis (almeno equitalia si fa pagare…)
    dubito che, se ricevessi l’intero stipendio, poi ne daresti spontaneamente la metà allo stato…tralasciando la possibilità di fare un secondo lavoro o di affittare in nero una casa

  11. Annibale

    Si perché così darò allo Stato l’ opportunità di sperperare quell’ ulteriore denaro.
    Credete forse che se lo Stato recuperasse tutto l’ evaso le nostre tasse diminuirebbero davvero?
    Io questa speranza l’ ho persa ormai.
    Monti doveva dare segnali inconfutabili in tal senso, ha avuto il tempo per farlo ma si è fermato alle sole nuove tasse. Perché a Lui dovremmo dare tutto questo credito gratuito?

  12. Annibale

    P.S. Veramente le tasse le pago io, non il mio datore di lavoro. Se non abbiamo chiaro il ruolo di ciascuno penseremo sempre allo Stato grande mamma che allatta tutti e ci garantisce.
    Io da questo modo di pensare mi tengo alla larga

  13. AMSICORA

    @Annibale

    mi spieghi come fai a pagare le tasse, posto che sei un dipendente?
    io non ho mai visto un dipendente che paga le tasse…la prossima volta che le paghi avvisami…

  14. Annibale

    Stai diventando offensivo. Comunque il mio stipendio lordo è costituito da quanto percepisco meno quanto lo Stato preleva tramite il mio datore di lavoro.
    Quelli se permetti sono soldi miei, generati dal mio impegno e che se vivessi per esempio in UK dovrei versare personalmente ogni mese all’ erario.
    Perciò dico che IO pago le tasse!
    Ribadisco, se non siamo personalmente convinti di questo passaggio lo Stato non verra’ mai percepito dai dipendenti come “qualcosa” che deve fare buon uso di quei soldi!
    Sono della stessa tipologia versata dagli imprenditori e dai professionisti

  15. adriano

    Dedicata in particolare a Francesco. La prima volta che ho sentito dire che i problemi di bilancio dello stato derivavano dall’evasione fiscale era il 1966. Da allora la pressione fiscale è più che raddoppiata, ma i problemi di bilancio sono aumentati in misura più che proporzionale. Forse l’evasione fiscale è la scusa.

  16. Alessandro

    Chissà come faranno mai quegli imbecilli degli americani che, sebbene possano pagare in contante, pagano praticamente tutto con la carta di credito, anche il caffè al bar, tanto che secondo il New York Times, il numero di dollari di carta è al minimo storico, almeno sui tagli piccoli: le banconote da 5 dollari non sono mai state così poche negli ultimi trent’anni e il dipartimento del Tesoro americano ha addirittura smesso di stampare biglietti da 10 dollari. D’altronde è noto che gli USA sono uno Stato notoriamente totalitario ed orwelliano, i cui cittadini sono addirittura talmente rincretiniti ed indottrinati da scegliere liberamente il controllo e l’oppressione del regime di terrore fiscale derivante dall’uso di strumenti tracciabili, invece della splendida libertà e comodità derivante dall’uso di banconote e monete!!!
    Fonte:
    http://www.nytimes.com/2011/07/07/business/07currency.html

  17. Annibale

    Forse è perché gli americani sanno far fare dietrofront alla politica quando diventa troppo esosa?
    Non vi siete mai chiesti perché cambiano schieramento politico al governo così facilmente da secoli ormai mentre noi siamo ancora intrisi di ideologia e crediamo ancora a chi ci fa paura coi “comunisti” e i “fascisti”?
    Gli americani non sono senza problemi ma almeno fanno azioni per cambiare le cose quando serve, magari anche solo votando l’ opposto di ciò che hanno scelto la volta precedente se non ha funzionato come credevano.
    Per questo forse non temono l’ Amex al bar.

  18. Stefano

    So che il post è vecchio ma mi sono accorto che alcuni, presi dal sacro fuoco di avere ragione, usano il paragone delluso della moneta elettronica in USA per affermare che non servono imposizioni e restrizioni al contante per facilitare l’uso delle carte.
    Vero. Ma sapete perchè in italia si usano poco le carte? Chiedetelo agli esercenti che le osteggiano, che non accettano carte di credito, che aborrono l’amex, che rifiutano il bancomat sotto ai 15-20 euro.
    Vogliono contanti perchè i contanti fanno NERO mentre le carte no.

  19. ettore

    L’elogio alla evasione fiscale é venuto prima di tutto da quell’eminente poltrona del capo del governo , si il nostro ex premier che in una adunanza delle fiamme gialle ha sostenuto
    che l’evasione fiscale é giustificata …. dal suo punto di vista di imprenditore certo non da quello di uno statista. Infatti statista non lo é mai stato per il conflitto di interessi che solo un paese folle come l’Italia gli ha permesso di sfruttare per 15 anni.

  20. Massimo74

    @ettore

    Guarda che quelle cose le diceva Einaudi molti anni prima di Berlusconi (magari in modo un po più soft).La diffrenza è che Einaudi era un liberale vero,mentre Berlusconi è solo un affarista che ha usato per anni la politica come mezzo per risolvere i propri problemi personali.
    Belusconi non’è nè liberale,nè liberista,al massimo è libertino.
    Se fosse stato un pò più liberista e meno libertino nè avrebbe goduto tutto il paese.Così invece ha goduto solo lui…..

  21. Lo “Stato” inefficiente spendaccione, dissipatore di risorse, tangentaro incallito, affamato di soldi spreme i soliti noti. Chi mi dice che qualcuno, tipo criminalità organizzata, non approfitterà della disponibilità dei dati per farne oggetto di estorsione? Chi mi garantisce che qualche solerte funzionario non metta in vendita i dati sensibili?.

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