Manifesto per Milano, chi conta non ha firmato
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Mario Unnia
Il coraggio e l’orgoglio, questo il motto del Manifesto per Milano, pubblicato a doppia pagina sul Corriere della Sera di giovedì 15 maggio. C’è un ‘decalogo’ di buoni propositi, con titoli tipo ‘Ritrovare l’anima’, oppure ‘Guardare oltre’, e ancora ‘La paura da vincere’, e in più cinque ‘progetti’: naturalmente solidarietà, naturalmente ambiente, naturalmente salvare Milano, naturalmente cultura del fare, naturalmente Expo. Come si vede, fotocopie di fotocopie. Ma la sorpresa viene dall’elenco dei firmatari detti ‘protagonisti’, che si sono accodati ai tre estensori del Manifesto. Ci si trova di tutto e il contrario di tutto, destra sinistra e centro, in maggioranza gente di teatro, di stampa, di accademia, di scienza, di mondo. E a pag. 18, in bella mostra, il sindaco Moratti e il cardinale Tettamanzi, mallevadori, par di capire, dell’intero progetto. Insomma, vengono in mente il vescovo e il podestà, i due unici poteri delle città medioevali. Stando alle firme, i poteri che contano sono restati fuori.
Chi e’ l’autore dell’articolo?
Dave, mea culpa, l’articolo è dell’ottimo Mario Unnia. Per una mia distrazione non avevo inserito la riga con il nome dell’autore, con il quale ovviamente mi scuso