Ma Klaus aveva già perso! O no?
La Repubblica Ceca era l’ultimo Paese dell’UE ad avanzare dubbi sulla ratifica del trattato di Lisbona. Come correttamente riportava anche il Sole24ore del 24 ottobre, il Presidente Ceco aveva chiesto al Consiglio dell’Unione una deroga in merito all’applicazione della carta dei diritti fondamentali dell’UE. Come scrive il Sole ci sarebbero potuti essere problemi su alcuni decreti “con i quali alla fine della seconda guerra mondiale furono espulsi (ed espropriati) 2,6 milioni di tedeschi della Cecoslovacchia”.
Questa richiesta era stata definita da Marta Dassù sulle pagine del Corriere della Sera “un ricatto”. Non tocca sicuramente a noi spiegare nuovamente quante e quali sono le avversità di Vaclav Klaus rispetto al progetto europeo. Lo ha fatto molto bene Carlo Lottieri su “Il Giornale”.
Come consuetudine per i lettori di questo blog andiamo alla “ciccia”. Era davvero un ricatto quello di Klaus?
I leader dei 27 Paesi hanno deciso pochi giorni fa di aggiungere un nuovo protocollo al Trattato di Lisbona. Secondo questo protocollo le deroghe previste dal Protocollo 30 “shall apply to the Czech Republic”. Senza entrare nei tecnicismi giuridici connessi al problema della ratifica, è opportuno sottolineare che il protocollo 30 non prevede un regime di totale “opt-out” per ciò che concerne l’applicazione della Carta UE.
E rispetto al problema sollevato da Klaus sui “Benes decree”, ovvero i decreti che hanno espropriato gli ex tedeschi residenti in Cecoslovacchia? Il nuovo protocollo garantito dai 27 a Klaus è in sostanza inutile. Come ben spiega Steve Peers in questa analisi per StateWatch: “any dispute concerning the Benes decrees is outside the temporal scope of Community law”. Essendo stati approvati prima dell’entrata in vigore della Carta i decreti non rientrano ratione temporis nell’ambito di applicazione della Carta.
Insomma Klaus ha avuto una garanzia giuridica che non serve a nulla e che risponde ad un problema non esistente. I giornaloni hanno fatto i loro titoli.
Cambiamo tutto. Ma tanto non cambiava niente.
Anche se fosse davvero inutile la vittoria, rimane una vittoria. Vale a dire che ha dimostrato (ancora una volta) che si può ricattare l’UE, e la cosa tornerà sicuramente utile, a lui o a qualcun altro, in seguito.
Non so se il nuovo protocollo può esser considerato una vittoria. Sarebbe bastata un po’ più di attenzione da parte del servizio giuridico del consiglio o da parte dei consulenti degli Stati e nessun “ricatto” sarebbe stato possibile.