25
Ago
2009
Ma il problema è culturale o antropologico?
Lo ammetto. Stamattina leggendo l’editoriale di Antonio Polito ho sorriso. Per carità, non per mancanza di rispetto, ma per mera empatia. Mi sembrava Vasco in Rewind, (Polito reloaded 2006), o forse, in realtà, Polito reloaded 1998 aveva già intuito tutto. La la la la fammi vedere!!
C’è solo un problemuccio: la sinistra, e quella italiana in particolare, è quella robaccia flautolente lì. Lo è sempre stata e sempre lo sarà. E anche quando, una volta all’anno e sottovoce, fa un’autocritica puntuale come quella di Polito, non può fare a meno di cadere poi in un antiberlusconismo che, essendo di natura semplicemente antropologica, ha semplicemente rotto le palle alla maggior parte degli italiani.
E dico questo mica perchè questo governo mi piaccia particolarmente, tutt’altro. Dirò di più: piacerà sicuramente agli statalisti di destra e di sinistra (che in Italia sono la stragrande maggioranza, che diventa assoluta frai politicanti).
E infatti, a sinistra la critica non è politica: l’unica differenza è che loro avrebbero già alzato le tasse, mentre questi si limitano, si fa per dire, a non abbassarle. La critica è la solita, stupida storiella pseudomoralistica, fatta poi da un partito che, viste le ultime indagini sulle varie amministrazioni locali che a esso fanno riferimento, assomiglia più a una cosca mafiosa che ad altro.
Onde per cui, siamo messi malissimo. E da quella parte predicante e bigotta di sicuro non verrà mai niente di buono.