31
Lug
2013

Lo Stato Assoluto spegne le sigarette a scuola

La scorsa settimana è stato presentato il disegno di legge “Disposizioni in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, di riordino delle professioni sanitarie e formazione medico specialistica, di sicurezza alimentare, di benessere animale, nonché norme per corretti stili di vita”. Tra le proposte di quest’ultimo capitolo c’è il bando totale delle sigarette da qualsiasi luogo scolastico, anche all’aperto.
Ho iniziato a fumare proprio a scuola, la pausa sigaretta era la mia “ora d’aria” tra una lezione e l’altra: un’interruzione viziosamente libertaria del regime didattico desolante che era per me la scuola. Comunque per tanti studenti le sigarette hanno forse una funzione di trasgressione “frivola, superficiale, ingenua…”, ma non irresponsabile, perché sbagliare deliberatamente significa pur sempre assumersene la responsabilità. Sbagliare ha poi anche un valore epistemologico, come potrebbero obiettare insegnanti di filosofia e scienza!
La totale proibizione del fumo a scuola non sarà comunque la fine del mondo: i legislatori potranno ascriversi il merito storico di aver introdotto una più stringente normativa per la salvaguardia della salute dei nostri giovani e i giovani fumatori dovranno aspettare la campanella per andare al parchetto (sempre che non gli venga in mente di fumarsi qualcosa di più forte per recuperare le fumate perse). Non sarà insomma una penitenza troppo dura, e la eventuale legge potrà alla fine anche essere vista come una forma di esercizio di disciplina e un “pungolamento” a fumar meno.
Lo Stato Etico italiano, però, oltre ad essere immorale (non è forse la libera scelta a dare valore morale alle nostre scelte?) legifera in modo sempre più maldestro e inefficace e, ciò nonostante, continua ad aumentare le sue pretese. Prima vuole togliere le belle fanciulle dalle pubblicità, adesso le sigarette dalle scuole…
Io non fumo più, non mangio nemmeno carne, bevo ogni mattino il succo di mirtillo (ottimo antiossidante), ma non intendo certo imporre le mie scelte anche agli altri, né tanto meno desidero che la legge lo faccia al posto mio, che omologhi il resto della società al mio stile di vita. Per quale ragione invece lo Stato deve pianificare lo stile di vita degli studenti e dei professori?
Ci sono aspetti didattici della scuola che in realtà sono altresì nocivi, che danneggiano la salute anzitutto mentale degli studenti, con la diffusione della cultura unica socialista (quanto fumo!), e il bando di quella libertaria: si pensi che l’unico economista che viene insegnato nei licei è Karl Marx… tutta salute! Ad ogni modo, qui non si chiede di liberalizzare i programmi didattici (anche se sarebbe opportuno), ma quanto meno di lasciarci i nostri vizi, talvolta così liberatori!

@giacreali

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6 Responses

  1. giuseppe

    A parte il merito della questione. Ma non dovevano occuparsi solo dei guai dell’economia e della Legge Elettorale?
    Se hanno il tempo di partorire queste cavolate, allora vuol dire che ancora non hanno capito un accidenti.

  2. Marcello

    vietare di fumare davanti a dei bambini a scuola … è assolutamente saggio!
    piuttosto tardiva come norma.
    Tu sei libero di fare ciò che vuoi della tua vita, ma quando sei maggiorenne.
    Fumare davanti ad un bambino, è un esempio che quasi certamente seguirà, perché condannarlo?

  3. Ai miei tempi, cioè negli anni 60, ti facevano anche sputare il chewing-gum!
    Il fatto di dare delle regole, soprattutto in una scuola, non mi sembra una follia. Il problema è di diverso tip:
    -Dovrebbe essere la scuola a darle, e non lo stato centrale, se poi il signor Reali vuole mandare i suoi figli in una scuola dove tutti possono fare quello che vogliono si cerchi una scuola così (oggi sono la maggioranza)
    – Un conto è fare le regole, un conto è avere l’autorevolezza per proporre ai ragazzi un modo di comportarsi. Questo è il vero problema !!!

  4. Antonio

    Raramente ho letto un post così sciocco. Uso una parola non esatta, con quella esatta mi bannano. Io ho una figlia; lei ne stia lontano, non vorrei la prendesse come esempio.

  5. Giacomo Reali

    Sono d’accordo con Lei Roberto, penso (anzi come lo esigo come diritto di libertà individuale in una società che sia civile) che non debba essere il ministero di uno Stato a pianificare l’offerta formativa (programmi didattici) ed educativa (compresa l’offerta di una regolamentazione che imponga una rigorosa disciplina, compresa l’astinenza dal fumo) di tutte le scuole.
    Credo anche, però, che a degli alunni imporre delle regole per il semplice fatto che gli fa bene rispettarle senza saperne giustificare il significato può essere frustrante e controproducente.
    E’ un po’ come rispondere a un bambino: “perché no” alle sue lamentele per un divieto impostogli. Molti bambini mostrano già senso critico ed esigono risposte diverse oppure insistono chiedendo ancora “ma perché no?”
    E così se uno studente pensasse ” ma saranno fatti miei se fumo o no?” Come dargli torto? Non ha anche valore stimolare l’esercizio critico di uno studente? Io penso che il solo fatto di imparare a riconoscere cosa è “spazio privato”, di scelta individuale (ovvero ciò che una persona può fare senza violare la libertà e sicurezza altrui) e ciò che invece è pubblico, sarebbe un insegnamento che permetterebbe di formare (senza plasmare con imposizioni dirigiste) cittadini responsabili e rispettosi delle libertà individuali, quindi del prossimo in quanto persona, libera.
    Le faccio un altro esempio: quando ero al liceo ormai 5 o 6 anni fa la professoressa di matematica interruppe una lezione per verificare se e come stessimo prendendo appunti, chiamò alla cattedra tre studenti, compreso il mio nome, e decise di mettermi voto 3 sul registro per non aver preso appunti nel modo corretto: è in quel momento che sono diventato libertario, me lo ricordo bene il mio senso di ingiustizia e intolleranza per l’irrazionale aggressione e violazione di libertà a prendere gli appunti come diavolo avessi preferito, in quanto riconoscevo il mio quaderno e il mio modo di seguire la lezione come uno spazio e fatto privato! Ad ogni modo ho capito cos’è la libertà, quella individuale non quella delle astrazioni metafisiche e socialiste divulgate durante l’ora di filosofia, proprio perché me l’anno calpestata nel periodo in cui ero più “ribelle”, magari in modo talvolta ingenuo, ma non per questo così stupido da non comprendere cosa è privato e cosa ha ragione di essere considerato pubblico e quindi regolamentabile dallo Stato o da suoi funzionari come i professori. Morale: quell’insegnante mi ha trasmesso un insegnamento stupido e irrazionale anche se magari prendere appunti come avrebbe potuto consigliarmi mi sarebbe stato utile e così per il fumo, persuadere della nocività è legittimo e utile, vietarlo (come divieto statale e non come regolamentazione privata della singola scuola) a un maggiorenne viola la libera scelta di un cittadino in modo illegittimo, e ad uno studente offre un insegnamento stupido e illiberale riguardo la funzione dello Stato.

  6. ALESSIO DI MICHELE

    Si’, si’, discutete:io, intanto, sto comprando tanti call sulla porchetta: cosi’, molto presto, quando sara’ proibita come la cocaina, faro’ soldi a carrettate.

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