9
Dic
2011

L’euroscelta che obbliga allo scetticismo: miracoli in tre mesi dopo anni di vizi?

L’Unione europea distinta dall’euroarea non c’è più, dopo l’accordo della notte scorsa. Nove Paesi dell’Ue dei 10 che non aderiscono alla moneta unica hanno accolto la proposta tedesca di impegnarsi duramente insieme ai 17 dell’eurozona per far nascere insieme entro pochi mesi l’abbozzo di una vera Unione Fiscale Europea. Il Regno Unito è rimasto fuori. Non è stato l’accordo che salva l’euro una volta e per sempre. Restano delusi sia i sostenitori degli eurobond per dar corpo immediatamente a politiche comuni, sia coloro che invocavano subito una BCE pronta a monetizzare i debiti pubblici. L’accordo prevede esattamente quanto Angela Merkel aveva illustrato con chiarezza a tutti gli altri governi. La Germania non ha ceduto di un millimetro. In 10 anni di euro, troppi governi hanno approfittato dei bassi tassi garantiti dalla moneta comune per rinviare riforme incisive e necessarie, sia per mettere in equilibrio e sicurezza la finanza pubblica sia per accrescere la produttività dell’economia reale. Ora, per la Germania credibilità ed esistenza stessa dell’euro si salvaguardano solo imparando la lezione. E la lezione si impara facendo in fretta e con procedure ferree le riforme mancate da ciascuno in ambito nazionale. E’ una scelta molto rischiosa, giusta ma rischiosa. Non so quanto davvero la politica nazionale europea ne sia in grado. A me, pare di no. In quel caso l’euro salta.In ogni caso,invece, probabilmente scommettendo per l’ennesima volta che si tratti di comprare tempo con mere dichiarazioni d’intenzioni, i 26 governi aderenti all’impostazione tedesca prendono impegno a mettere in Costituzione il divieto di deficit pubblico superiore allo 0,5% di Pil, a procedure di bilancio verificate ex ante e sottoposte al controllo ex post, a sanzioni automatiche e al giudizio della Corte europea di giustizia.

Il difetto è che tali intenzioni dovranno essere tradotte in una forma giuridica cogente entro tre soli mesi, e che tale accordo o non sarà un nuovo Trattato ma in quel caso non dovrà confliggere con quello dell’Unione, e allora al regno Unito resterà aperta la possibilità di sollevare molti problemi, oltre al fatto che una mera cornice di accordi bilaterali avrà efficacia minore agli occhi dei mercati. Oppure sarà un nuovo Trattato vero e proprio, aperto però a ratifiche naziomali e referendum dall’esito assai incerto.

La posizione tedesca è stata condivisa anche sul no ad aumenti di dotazione rispetto agli attuali 500 miliardi dell’attuale Efsf, lo strumento salvabanche e salvaStati varato per la Grecia, e che non ha funzionato. Se ne riparlerà a marzo, quando si prenderanno gli ultimi accordi per sostituire all’Efsf un più solido Esm, il Meccanismo di Stabilizzazione Europea che viene anticipato a metà 2012. Sarà gestito dalla Bce, ma non potrà essere una banca. Cioè non avrà un’autonomia d’intervento propria, resterà soggetto al vincolo del consenso all’85% dei consensi dei Paesi membri invece che all’unanimità come accadeva all’Efsf.

Un accordo siffatto continuerà deliberatamente a esporre al morso di mercati e spread i Paesi a maggior debito e deficit e a bassa produttività. Solo così i governi, la politica e le opinioni pubbliche capiranno che le riforme vanno fatte in fretta, che d’ora in poi contano i fatti e non le promesse. Per gli interventi d’emergenza di ristrutturazione del debito pubblico che dovessero rendersi necessari a seguito di spread insostenibili, l’Unione Fiscale finanzierà con 200 miliardi aggiuntivi il Fondo Monetario Internazionale, che a quel punto potrà intervenire con le sue tradizionali procedure d’emergenza. Innanzitutto alla politica italiana deve essere chiaro che il rischio di intervento rapido del Fmi resta aperto innanzitutto per noi, perché il nostro spread continuerà a ballare se non procediamo spediti sul pacchetto Monti, e poi a riformare il mercato del lavoro, ad abbattere il debito con dismissioni pubbliche invece che con nuove stangate fiscali, a crescere di più con meno imposte su lavoro e imprese.

Londra ha detto no scommettendo che le regole comuni su banche e investimenti finanziari – si varerà una tassa europea sulle transazioni – sarebbero un danno intollerabile per la City, mentre attualmente malgrado l’alto deficit e debito il Regno Unito paga un premio al rischio inferiore a quello tedesco. Fossi britannico, ragionerei anch’io così. Senza nascondermi che è comunque un azzardo, perché se l’Unione Fiscale Europea dovesse invece funzionare malgrado i mille ostacoli formali e sostanziali che avrà di fronte, a quel punto a Londra starne fuori costerebbe caro.

Il fatto sostanziale è che l’accordo di ieri rifiuta che debiti pubblici nazionali possano essere salvati da una Banca Centrale che stampa moneta. Per chi la pensa come me, è un bene. Bestemmia, per chi pensa invece che alla politica spetti decidere quel che vuole, e che le banche centrali debbano stare alla cavezza. La Bce di Mario Draghi non salverà gli Stati a malpartito per colpa dei loro politici, ma farà altre due cose. Abbasserà i tassi, e farà tutto il necessario per mettere in sicurezza e salvare le banche. Ha già cominciato entrambe le cose. Le banche saranno le più esposte, nelle prossime settimane, e potrebbero occorrere misure anche eccezionali.

Ma il rischio terribile è che la rapidità e l’intensità del deterioramento dell’economia reale, con molti euromembri a crescita zero o in recessione come l’Italia, renda imperseguibile intanto politiche restrittive di finanza pubblica troppo a lungo rinviate. C’è il rischio che si ripeta l’errore compiuto nel 1931 e 1932 da Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania, che sboccò in un 1929 bis e da cui nacquero le premesse del secondo conflitto mondiale. Vedi l’articolo in proposito dell’Economist, sul numero in edicola oggi.

E’ un rischio ben chiaro, si spera, a tutti i governi europei. Washington per questo avrebbe preferito più crescita e meno ortodossia subito. Ed è la stessa cosa che continueranno a chiedere molti politici europei, indisponibili a dire la verità ai propri elettori, e convinti che eurobond e torchio monetario subito siano l’unica risposta per reggere. L’eurocompromesso di ieri ha invece un altro segno. Se l’euro reggerà, sarà solo se la politica nei fatti aprirà all’unificazioe dei mercati dei beni e dei servizi che oggi restano separati, se accetterà diminuzioni reali di sovranità nei deficit, se promuoverà produttività e crescita del valore aggiunto. Dopo e solo dopo, arriveremo a una BCE che sostiene il debito pubblico comune. Se non si seguirà questa strada l’euro salterà, o meglio resterà strumento comune solo dei Paesi disposti a fare quella scelta. E’ una scommessa molto ambiziosa. Soprattutto per Paesi in forte ritardo di crescita ed efficienza e già ipertassati, come l’Italia. Messa in questi termini, con le prove che abbiamo dato nel recnete passato, lo scetticismo mi embra più che dovuto. necessario.

 

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27 Responses

  1. Gianluca

    Caro Giannino sono un profano, ma è da mesi che scrivo in diversi blog, compreso questo, che questa è l’unica strada percorribile seria e che la Merkel sta facendo benissimo a tenere la barra dritta.

    Strada che porterebbe ad avere un Europa forte e seria, con un modello di sviluppo più sostenibile e diverso da quelli applicati fino ad ora.

    Il contrario da quanto fatto dagli USA, dalla GB che proprio perchè potevano stampare nel periodo di crisi hanno impoverito i cittadini e salvato molte banche, rinviando i problemi.

    Concordo che è una strada rischiosa, ma mette i paesi di fronte la nuda realtà, bisogna fare e non chicchierare, la credibilità si raggiunge con i numeri non con il fumo.

    La vera scommessa è creare sviluppo e crescita in un momento in cui soffrono tutti, ma l’Europa sopratutto nei apesi più importanti come il ns che soffre terribilmente questo problema, non crescendo da 10 anni, ha le potenzialità per uscirne fuori.

    Con la riforma delle pensioni qualcosa si è mosso, ora con la dismissione del patrimonio, con provvedimenti per la crescita e una giustizia che spero comincino a ristrutturare, si potrà ricominciare a ragionare.

    Gianluca

  2. kikokoko

    Gentile Dott. Giannino,
    concordo con la sua acuta analisi della situazione
    Le pongo comunque la “fatal questione”:

    molti paragonano la ns situazione con quella USA,
    e in america non si sono fatti scupolo di stampare nuove banconote

    Certo il sistema USA non ha il “baraccone” dello stato sociale da mantenere

    Quindi le domando:
    ha ragione la Germania ad affermare che lo stato sociale tipico dei paesi euriìopei non è compatibilt con la stampa selvaggia che molti chiedono?
    O ci vorrebbe un compromesso?

    grazie saluti

  3. firmato winston diaz

    Caro Gianluca, spero di sbagliarmi, ma temo che in italia qualsiasi cosa si fara’ per tentare di inseguire la germania sulla sua strada portera’ al contrario dello sviluppo e della crescita: la politica del rigore non fara’ che rafforzare l’euro e aggiungere ulteriori elementi depressivi alla nostra economia, rendendo sempre maggiore il divario fra la nostra, e in generale quella dei paesi piu’ deboli, e la loro, aumentando la propensione alla fuga del lavoro e del capitale dal nostro paese, o verso altri lidi, o rendendosi improduttivo. Mi sbagliero’, ma mi pare che tutte le economie deboli d’europa alla lunga siano travolte, per un motivo o per l’altro, dall’ingresso nell’euro. La nostra stessa, dai patti di maastricht in poi, non ha fatto che arrancare e boccheggiare come non mai prima. Non sara’ del tutto colpa di berlusconi, anche perche’ ha governato solo in Italia.
    Del resto euro forte, normative “scandinave”, pressione fiscale vessatoria su chi paga fra le piu’ alte al mondo se non la piu’ alta, palla al piede che e’ il sud, anche senza la nostrana tendenza irreprimibile al bizantinismo, non possono che affondare definitivamente la parte produttiva del nostro paese, gia’ da prima ai vertici mondiali della tassazione e della vessazione normativa, stretta fra berlino e bisanzio. Non vedo speranza possibile se non in un incosciente e stolido ottimismo. Meglio metterci una pietra sopra. Gli uomini muoiono, l’umanita’ no: forse qualche generazione futura ritrovera’ almeno il senso, se non il gusto, della vita. Certo, prima di farci morire, ci spremeranno a morte. E la faccenda e’ gia’ iniziata da un pezzo.

  4. LucaS

    Ottimo articolo, ho solo un piccolo appunto da farle: io non lo chiamerei “rischio” di intervento del FMI, ma “opportunità”. Visto che anche Monti continua a non privatizzare e liberalizzare, ad aumentare le tasse anzichè ridurle, a non toccare davvero le spese con tagli consistenti soprattutto ai dipendenti pubblici e a concertare-relazionare con i sindacati… solo il FMI può fare quello che vogliamo noi liberali. Prima arriva e meglio è.

    PS Capisco che non è questo il momento migliore e che non ci sono i meccanismi per gestire in modo ordinato la cosa, ma io sono assolutamente contrario a salvare le banche! Secondo me, soprattutto le banche italiane che sembrano delle specie di Alitelie (tra popolari dove comandano i sindacati, fondazioni dove comandano i politici, conflitti d’interessi cronici, bilanci mezzi truccati, servizi scadenti e ultracostosi, eccesso di dipendenti e sportelli inutili, nessun finanziamento alle idee ma solo a chi ha la casa da dare in garanzia ecc…), necessiterebbero di una profonda distruzione-creativa e vera apertura alla concorrenza, ma questa purtroppo non ci sarà… e i costi in termini di efficienza saranno secondo me enormi.

  5. Mariano Iannelli

    sarebbe cos’ gentile da fornire per esteso il titolo degli articoli che ha citato ieri 8/12 sul financial times di william boyter e quello di oggi sull’economist relativo a questo presunto precedente storico!
    grazie , a presto..

  6. armando

    Forse era meglio tenerci Berlusconi e uscire pian piano dall’euro…..
    magari riuscivamo ad organizzarci per tempo.
    Quando accadrà, sarà una botta senza scampo.

  7. Alberto Magnago

    Caro Giannino. Giusta l’analisi. Con uno (anzi due) piccoli problemi. Le misure adottate vanno, forse, bene per l’Euro e quindi per la Germania (che’ l’Euro è, di fatto, una moneta tedesca adottata da altri stati); la crescita, questa araba fenice, è possibile? Io credo che il mito della crescita costante sia tale, ovvero un mantra da intonare per applicare regole e opzioni che sono molto lontane dall’economia reale. In UE il mercato interno non può, semplicemente, garantire livelli di crescita adeguati a soddisfare tutte le esigenze di tutti gli stati. Gli unici che potranno farlo sono i paesi (tipo Germania, guarda caso), che dall’allargamento a 27 (28 con Croazia prossima ventura) hanno tratto reali vantaggi, allargando il proprio mercato domestico e rendendo tali new comers di fatto satelliti della Germania. Hanno creato condizioni di crescita pilotata, pagata da tutti i contribuenti UE (nota bene) che ha spiazzato l’economia di fornitura di paesi quali Italia. E quindi l’Italia ha perso quote di mercato a favore dei nuovi e non è in grado di fare export serio perchè la maggioranza delle proprie aziende sono PMI con pochissima capacità di produrre beni esportabili reali. Abbiamo sempre esportato conto lavoro, sub forniture, non prodotti da vendere. Ci sono le eccezione di alcuni settori tipo agroalimentare, moda ecc.., macchine utensili, sui quali, però, gravano dazi altissimi se cerco di venderli in paesi extra UE (vedi Brasile, USA ecc..) o altre forme di barriere all’ingresso mascherate (omologazione locale ecc.., che costano tantissimo). Pertanto vedo veramente critica la possibilità di crescita per l’Italia, con una incapacità di investire in vere riforme strutturali, tagliando costi paurosi che però sono legati al far finta di far lavorare persone (e quindi mantenere famiglie ecc..) che altrimenti non troverebbero lavoro (o non vorrebbero i lavori che ci sono e che sono presi dai cosiddetti migranti) semplicemente perchè non si sa cosa produrre. Piccolo è bello è stato un altro mito portato in palmo di mano da molti politici, in particolare della sinistra e dai suoi alleati (Prodi in primis), che andava bene per gestire le clientele locali, creare improbabili enti di aggregazione e di sviluppo, esattamente con la stessa logica dell’Italia medievale o rinascimentale (leggere Dante e Machiavelli, prego).

  8. Anche io sono un profano, ma sto cercando di documentarmi per cercare di capirne qualcosa.

    Una cosa è certa,se la Germania esce dall’euro, sono cavoli amari per tutti.

  9. adriano

    Mi dispiace ma non condivido.L’euromarco non fa per noi.Continuare nel tentativo di assimilare le metodologie tedesche ci porterà alla rovina.L’adozione della moneta strana ha unito realtà incompatibili .Le intenzioni erano buone ma le aspettative di uniformare al modello Germania culture che sono diverse è velleitario.Gli sforzi relativi non avranno esito e ci troveremo a doverne uscire in condizioni piu’ disperate.Se ci fosse volontà politica vera sarebbe diverso.A Giannino non piace chi stampa ma non vedo come sia gestibile un debito sovrano espresso in una moneta di cui non si ha la sovranità.Alle soluzioni semplici si sostitiusciono elaborate alchimie che non funzionano.Cameron ha ragione a rifiutare limitazioni di sovranità.Noi lo saremmo un pò meno perchè siamo deboli ed in cerca affannosa di soluzioni ma la rinuncia all’indipendenza potrebbe essere tollerata solo da una BCE che garantisca il nostro debito.Questo vorrebbe dire concordia di obiettivi al di là del particolare.Così invece crediamo che un surrogato possa servirci mentre servirà solo a chi è piu’ forte per imporre le proprie convenienze.

  10. marco

    tutto quello che non abbiamo visto sino ad oggi, lo vedremo nei prossimi tre mesi !!
    Posso solo sperare che gli scienziati di Monti non pensino soltanto a correre dietro alla Germania; corsa che andava fatta invece per tempo dal governo di Berlusconi e Tremonti, evitando di portare l’Italia alla scadenza di 350 miliardi di euro di titoli di stato, per poi dimostrarci l’alto senso di responsabilità nel rassegnare le dimissioni (dovute soltanto all’impennata inarrestabile degli spread).
    Al di là di tutte le riforme che andavano fatte, che andrebbero fatte e che non vedremo nei prossimi tre mesi, l’unica possibilità per l’Italia è quella di annunciare ai mercati entro la fine dell’anno la vendita di asset pubblici per almeno 500 miliardi di euro nel 2012. Forse siamo ancora in tempo!

  11. giancarlo

    nessuno può dire con certezza se sia meglio stare dentro oppure fuori. La Danimarca è fuori eppure non può dirsi in crisi più di noi o della spagna o addirittura della francia. del resto altri paesi tentano l’ingresso ben conoscendo la propria situazione come attuali paesi out. anche io dubito per quanto ci riguarda. dubito perchè è stato perso almeno un decennio (se non 20 anni) per fare riforme che il ns paese doveva assimilare con meccanismi di compensazione che richiedono tempo per poter essere applicati. si immagini l’articolo 18. è giusto dare maggiore flessibilità e lo dico da lavoratore dipendente (!). però non possiamo semplicemente flessibilizzare senza veri sistemi di ammortizzazione che non siano dei costosissimi ed inutili parcheggi, come la CIG. pertanto PRIMA della flessibilità si DEVE avere un sistema di tutele funzionante, cosa che non si inventa in 3 mesi. poi c’è la liberalizzazione servizi, professioni, mercati, fra cui anche le teleconmunicazioni (telefono internet TV, ma vi immaginate cosa significa farlo davvero in italia??!!!).
    per cui sapete cosa rischia di succederci se queste misure di modernizzazione non passeranno? rischiamo di mantenere crescita bassa, se non negativa per anni ed anni. E dunque significherà spremere i soliti tartassati con sempre nuove manovre lacrime e sangue, che alla fine impoveriranno prima la classe media e poi la medio alta. Con nuovi cali di PIL conseguenti. e poi nuove manovre di rientro. poi quando finalmente ridurremo la spesa e venderemo i gioielli, saremo sufficientemente poveri per non poter partecipare alle aste. e la germania (nonchè i ricchi del mondo) si mangeranno i ns averi, non diversamente dal Pireo o dal Partenone. spero di sbagliarmi

  12. PIERO

    c’e’ una sola strada aperta, visto che gli inflessibili tedeschi ,non accetteranno
    mai di pagare qualcosa in piu’ per bizanzio , l’ uncia strada aperta , anche se sembra
    razzista, ma non lo e’ ,e’ solo sopravvivenza e’ la separazione del NORD .
    Purtroppo la casta incancrenita non ci da altre alternative, mi spiace per la gente
    operosa del Sud, ma fin quando non si scrolleranno di dosso i parassiti, non potranno
    vivere con pari dignita’ nell loro territorio, che ha enormi potenzialita’, @firmato winston diaz

  13. filo

    Analisi giusta come al solito, ma non mi convince il fatto di andare dietro la Germania, noi il loro passo non lo reggiamo, la nostra crescità sarà zero il prossimo anno e quelli a venire, qualsiasi riforma si voglia o si possa fare darà i suoi frutti, se li darà, fra 3-4-5 anni, nel frattempo noi correremo sempre dietro ad un pareggio di bilancio che meno cresceremo e più si allontanerà, e giù nuove tasse e conseguente compressione della crescita. Il torchio monetrio è pericoloso è vero, ma se guardiamo agli USA, Giappone o GB, nonostante le loro situazioni siano di molto peggiori alle nostre, risultano inattaccabili, l’euro invece è debole proprio perchè alla fine i paesi vengono lasciati soli a dibattersi coi loro problemi, inefficienze errori sprechi etc. E’ vero, la germania ha i conti a posto, è un paese virtuoso e dobbiamo prendere esempio da loro, ma nel frattempo dobbiamo vivere anche noi e non lo dico per coprire le nostre responsabilità ma è che a furia di infatuarci di andare dietro ai tedeschi facciamo la fine della rana che si gonfia per sembrare più grande. Va benissimo il rigore di bilancio ma la manovra che hanno fatto è solo aumento di tasse, a quando un sensibile taglio delle spese? A quando un serio piano di dismissione dei beni dello stato? Gli accordi di Bruxelles vanno pure nella direzione giusta, ma ci vorrà del tempo prima che si possano sentirne gli effetti, a me sembra che qui da noi di tempo ne sia rimasto ben poco; non cerdo che in queste condizioni si possa affrontare il 2012 con le centinaia di miliardi di debito in scadenza, bisogna fare qualcosa di importante e bisogna farlo subito.

  14. claudio baldini

    @armando

    per favore, non scherziamo.
    possibile che nessuno capisca che Berlusconi sta ridendo da matti perché sapeva che l’Italia degli inebetiti (ovvero l’italia che lo ha votato) non poteva apprezzare una persona seria come monti e che si sarebbe ipocritamente rivoltata.
    Silvio sa anche benissimo che Giannino ha ragione e che praticamente non c’è speranza.
    quindi meglio non essere al governo quando l’inevitabile accadrà.
    se poi c’è uno “sacrificabile” che non lo può ricattare meglio

  15. armando

    claudio baldini :
    @armando
    per favore, non scherziamo.
    possibile che nessuno capisca che Berlusconi sta ridendo da matti perché sapeva che l’Italia degli inebetiti (ovvero l’italia che lo ha votato) non poteva apprezzare una persona seria come monti e che si sarebbe ipocritamente rivoltata.
    Silvio sa anche benissimo che Giannino ha ragione e che praticamente non c’è speranza.
    quindi meglio non essere al governo quando l’inevitabile accadrà.
    se poi c’è uno “sacrificabile” che non lo può ricattare meglio

    Non stò scherzando.
    quello che accadrà fra un pò di tempo, sarà un crollo violento dalle conseguenze non valutabili.
    Quello che stà facendo il governo Monti è solo un tirare avanti sui risparmi degli italiani (medi).
    Non ci sarà nessuna possibilità di ristrutturare le spese (inutili) dello stato perchè la politica glielo impedirà.
    E come Giannino sà bene, nonostante elucubri ragionamenti scientifici sull’economia (purtroppo per me, quando parla non ci capisco nulla), senza attaccare violentemente le malespese dello stato ( che non sono le pensioni che verranno, ma quelle in essere, più i vari stipendi milionari elargiti a man bassa) non ci sarà via di uscita.
    Se Monti lo avesse fatto prima della manovra, sarebbe stato difficile sia per i politici che per le lobbies, evitare drastiche riduzioni. Ora, a manovra votata, il governo Monti può anche cadere…. per alcuni anni si può tirare avanti.
    Il problema non è mai stato Berlusconi, o almeno non solo.
    Il problema grande è una classe politica che pensa esclusivamente ai propri interessi (dx-sx-centro) ed una classe giornalistica ed editoriale che ha preferito partecipare anzichè controllare.
    Il popolo, non è migliore: ma alpopolo si chiede di abbassare la testa e di produrre per tenere efficente uno stato.
    D’altra parte anche Giannino sa che il sistema pensionistico italiano è migliore in italia che nel resto d’europa……basta guardare il tenore di alcune pensioni .
    Credo che dovrebbe convenire anche lui che si sono presi i soldi dove ci sono e dove sono facili da depreda…. SCUSATE prendere.

  16. ponzi madoff

    armando :

    claudio baldini :@armandoper favore, non scherziamo.possibile che nessuno capisca che Berlusconi sta ridendo da matti perché sapeva che l’Italia degli inebetiti (ovvero l’italia che lo ha votato) non poteva apprezzare una persona seria come monti e che si sarebbe ipocritamente rivoltata.Silvio sa anche benissimo che Giannino ha ragione e che praticamente non c’è speranza.quindi meglio non essere al governo quando l’inevitabile accadrà.se poi c’è uno “sacrificabile” che non lo può ricattare meglio

    Non stò scherzando.quello che accadrà fra un pò di tempo, sarà un crollo violento dalle conseguenze non valutabili.Quello che stà facendo il governo Monti è solo un tirare avanti sui risparmi degli italiani (medi).Non ci sarà nessuna possibilità di ristrutturare le spese (inutili) dello stato perchè la politica glielo impedirà.E come Giannino sà bene, nonostante elucubri ragionamenti scientifici sull’economia (purtroppo per me, quando parla non ci capisco nulla), senza attaccare violentemente le malespese dello stato ( che non sono le pensioni che verranno, ma quelle in essere, più i vari stipendi milionari elargiti a man bassa) non ci sarà via di uscita.Se Monti lo avesse fatto prima della manovra, sarebbe stato difficile sia per i politici che per le lobbies, evitare drastiche riduzioni. Ora, a manovra votata, il governo Monti può anche cadere…. per alcuni anni si può tirare avanti.Il problema non è mai stato Berlusconi, o almeno non solo.Il problema grande è una classe politica che pensa esclusivamente ai propri interessi (dx-sx-centro) ed una classe giornalistica ed editoriale che ha preferito partecipare anzichè controllare.Il popolo, non è migliore: ma alpopolo si chiede di abbassare la testa e di produrre per tenere efficente uno stato.D’altra parte anche Giannino sa che il sistema pensionistico italiano è migliore in italia che nel resto d’europa……basta guardare il tenore di alcune pensioni .Credo che dovrebbe convenire anche lui che si sono presi i soldi dove ci sono e dove sono facili da depreda…. SCUSATE prendere.

    tu dai per scontato che la manovra funzioni…se cala l’economia i soldi racimolati dalle manovre saranno persi col mancato gettito provocato dalla recessione…

  17. Davide

    Egregio dott. Giannino,
    concordo pienamente con Lei che la BCE non debba inseguire il modello FED per correre in soccorso agli Stati utilizzando politiche di quantitative easing.
    Un giorno ragioneremo infatti anche sul debito e sugli sbilanci prodotti dai Paesi anglosassoni e capiremo che risolvere il debito con altro debito ci porrà inevitabilmente di fronte alla questione di chi, un giorno, sarà in ultima istanza il garante di questo enorme debito utile a garantire la continuazione del loro modello consumistico.
    Restiamo quindi europei e cerchiamo di estendere, con le correzioni necessarie paese per paese, il modello del capitalismo renano, basato sull’economia sociale di mercato. Forse a tutti noi servirebbe un po’ dell’etica calvinista e luterana che ha generato questo modello basato sulla condivisione degli obiettivi tra i diversi attori economici. Ma la crisi incombente ci impone di provare e rischiare a farci tutti consapevoli che non possono esistere più assurde contrapposizioni tra imprese e lavoratori e tra pubblico e privato. Dipende ormai tutto da noi e chissà ?…forse tutto il male non viene per nuocere.

  18. Rodolfo

    Caro Giannino, come osservato molto bene dagli americani l’Europa basa la sua economia sull’industria mentre gli USA e la GB la forza economica si basa molto di piu’ sul settore finanziario.Per l’Eurozona e’ necessario avere un’inflazione molto bassa altrimenti se l’inflazione e’ troppo alta i prodotti non sono piu’ concorrenziali, cio’ vale anche per altre economie come la Svizzera,la Svezia o il Giappone che sono tutte e tre
    fuori dall’euro.Sempre queste ultime 3 economie hanno sempre avuto un tasso di inflazione molto basso e nel caso del Giappone si e’ in deflazione.Diversamente negli USA e GB dove la forza dell’economia e negli asset finanziari (immobili e azioni) l’inflazione e’ molto positiva in periodi di crisi, questo e’ anche il motivo per cui, come evidenziato da molti studi, la variazione del tasso di interesse ha ripercussioni maggiori negli USA o in GB che nell’eurozona o in altri paesi a forte tradizione industriale.Dunque ogni misura di stimolo deve essere calibrata in relazione alla struttura di un paese.In Italia dunque e’ meglio avere un inflazione piu’ bassa dato che ci basiamo sull’industria.
    Diastinti saluti

  19. Io sono stanco, forse lo siamo tutti; doniamoci, per un momento, un sorriso (amaro) guardando la foto della famiglia media italiana dopo la manovra “Salva Italia”,
    ultimo post del sito: “Se Gesu’ fosse Tremonti …” ancora attuale togliendo il Tre.
    (www.segesufossetremonti.blogspot.com).
    Poi riprendiamo la nostra analisi e la nostra lotta:
    forse qualche spunto di meditazione ed azione puo’ essere trovato nei seguenti post del sito sopra citato:
    “Un grande abbraccio per l’Italia”
    “Ecco apparire i tecno-eurocrati”
    “Globalizzazione: eravamo pronti ? No.”

  20. MarcodaOsimo

    Gent.mo dott. Giannino,
    premesso che concordo con lei su tutta la linea, mi domando però una cosa, a questo punto a noi comuni cittadini che scelte resta da fare?
    Il voto nel corso degli anni è stato inutile, perchè anche chi prometteva certe rivoluzioni liberali non le ha fatte, anzi ha aggravato il dato del Debito pubblico.
    Quindi o chi può se ne va in un altro paese come fanno molti, oppure bisogna che coloro dotati di buona volontà e capacita, si impegnino per cambiare le cose.

    Lei Giannino che intende fare espatria o combatte?

    Cordiali saluti.
    Marco

  21. erasmo67

    Italiani tra i più longevi in Europa
    Tuttavia, anche se l’aspettativa di vita avanza, restano ancora molte le limitazioni nelle attività quotidiane man mano che gli italiani invecchiano. Con una forte differenza tra i generi: nel 2007, sebbene le donne abbiano una vita media di 5,5 anni più elevata degli uomini (84,2 anni rispetto ai 78,7), hanno in media 6,4 anni in più da vivere con disabilità (22,3 anni rispetto ai 15,9). Gli uomini italiani si caratterizzano nel quadro europeo per avere un’elevata longevità (terzi solo dopo gli islandesi e gli svedesi), ma un valore inferiore rispetto a quello medio europeo nella percentuale degli anni vissuti liberi da disabilità (79,6%). Nelle donne, invece, la speranza di vita libera da disabilità è di 61,9 anni, mentre quella Ue-27 è di 62,3 anni.

    Dov’è lo stronzo che sostiene che si può lavorare fino a 70 anni? Qualcuno la ha visto da queste parti?

  22. Paolo

    Quello che ha detto stasera a ballaró sui taxi è disgustoso. Del resto sappiamo da tempo chi sono i poteri che la foraggiano e ai quali deve prestare servigi. Non è certo un Montanelli!!!! Rappresenta quello che vogliono diventi l’Italia da golpe attuale: Repubblica Popolare di Confindustria. Tutto in mano loro e gli altri sudditi obbediente. Se lo scordi e ricordi di farlo presente a Sora Emma e sor Luca. Ora capiamo le recenti contestazioni subite da lei all’università. I giornalisti sono pochi, sono rimasti i guornalai che scrivono e commentano quello che gli dicono di dire. Scegliere dove collocarsi è difficile quando bisogna tenere la schiena bella dritta (frase del mai dimenticato Indro). Continui così, noi la leggeremo sempre più attentamente ansiosi di incintrarla presto per un sereno dibattito

  23. Rodolfo

    Egr Dr Giannino, che ne pensa della tassa sulle attiivtà finanziarie detenute all estero , perche se detengo legalmente ( infatti parliamo solo dei legali perche chi ha i conti in nero all estero ovviamente sfugge…e si continua a dire no al trattato con la svizzera…) un conto corrente in franchi svizzeri o un conto in sterline all estero ovviamente (, perche personalmente credo che l euro con molta probabilità salta, ) regolarmente dichiarato nel quadro RW ed i cui interessi regolarmente tassati due volte grazie alla rottura dei trattati contro la doppia imposizione per far rientrare gli scudati, devo pagare l uno per mille di patrimoniale a differenza di altro cittadino che ha il conto in Italia , i primi 3 articoli dell Costituzione stanno li come un vessillo dell antica Roma tanto per dire ce abbiamo una Magna Carta anche noi ma come al solito non serve. Se c’è la patrimoniale è su tutti i conti non solo per quelli detenuti all estero . Ripeto il commerciante che passa COMO col bagagliaio pieno di contanti come al solito continua a farla franca , io onesto cittadino invece devo pagare perche la demagogia vuole che si sia alzato il vessillo “abbiamo tassato i ricchi ” non credo che si possa sostenere l agire demagogico di questo governo , quanto sono i conti all estero regolari il gettito ? E a questo si aggiunga la presa in giro sulle berche ammazzando la nautica i porti e l economia collegata , le auto con tanti cavalli amazzando il settore dell usato perche il margine unitario di un veicolo “cavallato ” è alto aiutando il mix di un altra economia … insomma si prende il medio che magari ha uan piccola sommetta ma ovviamente chi possiede enormi ricchezze non lo si tocca perche il PdL tiene la PISTOLA alla tempia al GOVERNO MONTI e quindi niente trattato con la svizzera , mentre la Germania lo ha fatto il trattato ecco una delle altre ragioni per le quali credo che la strada del rigore non ci salvera e non slavera l euro perche questa nazione è la nazione dei furbi e per salvagurdare quel 10 percento della popolazione che detiene oltre meta della richezza , alla quale io vengo immolato simbolicamente e demagogicamente ma sulla mia pelle con due soldi in piu che cerco di proteggere e sui quali ho pagato sino all ultima tassa , ci portera al default , l unica consolazione che almeno sui meie rispsarmi il defautl non mi tocchera e che quindi auspico che salti quanto prim ail sistema dell euro.

  24. giancarlo

    rodolfo
    se arriverà il default italico, non si salverà l’euro.
    ma non si salverà nemmeno il franco svizzero-
    verrà giù il mondo occidentale e pagherà anche la cina-

    per salvarsi il gruzzolo però potrebbe imbarcarlo sulla prossima navetta atlantis, oppure sulle nuove sonde per marte!
    scherzavo

  25. Rodolfo

    @giancarlo
    Mi spiego meglio , salta l Euro non ho detto che l italia va in default e pio l euro , chiarito cio , su quale base il CHF , moneta rifugio di sempre come l oro , dovrebbe finire nel tritacarne? e la Cina per quale motivo , forse non ti è chiaro cosa succede quando si va in default es vedi la Russia , quindi cerchiamo di motivare posso sbagliarmi ma sicuramente non parlo a spot elettorali o luoghi comuni e comunque non è chiara la tua risposta al quesito principale che è quello di discriminare conti correnti legali tra quelli detenuti a livello nazionale e quelli fuori la patrimoniale o la si pasga tutti o nessuno , e se non si andrà in default sicuramente l imposta gliela impugno con eccezione di costituzionalità ..e intanto l accordo con la svizzera che farebbe pagare tasse aio conti ILLEGALMENTE DETENUTI non si fa sia dal PD che dal PdL, quindi Giancarlo non capisco l.e tue osservazioni ..

  26. carlo

    negli anni 40/50/60 era un metodo mafioso utilizzato per uccidere i cd. “traditori”…veniva fatta passare una corda intorno al collo a mo di cappio, dopodichè la corda girava intorno alle mani legate dietro la schiena e scendava fino ai piedi piegati all’indietro…la schiena della persona quindi si curvava e veniva stretto il nodo…il soggetto veniva lasciato in terra e ad ogni piccolo movimento, la corda si stringeva intorno al collo…fino a provocarne la rottura della giugolare!
    questa è la definizione di incaprettamento. Credo che la manovra dei mitici Professori sia similare: aumentano le tasse e non agiscono sul versante della spesa pubblica (vedi sanità ecc) e conservano i vincoli delle varie caste, non solo politiche.
    Ho suggerito a mia figlia, che ha già lavorato fuori del nostro amato paese, di andare via. Qui non c’è speranza!
    Cari saluti e auguri
    carlo

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