Legge di Stabilità: per il Ministro Padoan bisogna evitare il quarto anno di recessione; per il Premier Renzi la ripresa a primavera 2015
Ogni volta i soliti ritornelli che fanno sperare per il meglio e che invece restano solo proclami formali.
La Legge di Stabilità predisposta dal Governo Renzi contiene spunti positivi, ma continua a non cogliere nel segno; contiene certamente misure interessanti per le imprese (come la deduciblità dall’IRAP del costo per il lavoro dipendente, il congelamento dei contributi previdenziali per i primi tre anni dall’assunzione a tempo indeterminato, …) e per i cittadini (la stabilizzazione degli € 80 al mese per le fasce economicamente più deboli e l’aiuto di € 80,00 al mese per i nuovi nati, la proroga delle detrazioni per i lavori straordinari, …), ma saranno misure oggettivamente poco o nulla efficaci per la ripresa economica.
Il vero problema è che bisogna far tornare a circolare il danaro, liberando la gente dalla paura di spendere: solo un nuovo impulso ai consumi interni potrà indurre le imprese a produrre di più e dunque ad assumere personale; diversamente, continuerà inesorabile la strage dei fallimenti e delle cessazioni di attività con conseguente aumento degli inoccupati, dei disoccupati e della povertà. E’ talmente evidente che è impossibile non capirlo!
Ormai non esiste più alcuna operazione di tipo mobiliare che non venga bersagliata e falcidiata dal Fisco: l’Agenzia delle Entrate interviene, prima, con un accertamento di maggior valore (rispetto al prezzo indicato nell’atto) in capo a venditore e acquirente ai fini delle Imposte di Registro e Ipo-Catastali inducendoli a trovare un accordo in sede di adesione con una riduzione concordata e, poi, con l’accertamento di una corrispondente plusvalenza in capo al venditore ai fini dell’IRPEF, in ciò spalleggiata da una sconsiderata Giurisprudenza della Corte di Cassazione che fa scempio dei più elementari principi di diritto in materia tributaria pur di favorire gli Uffici finanziari.
Guai ad acquistare una autovettura nuova di medio-alta cilindrata (per carità se si tratta di un suv o simili!) perché si finisce subito nella rete del redditometro o dello spesometro cui consegue lo squallore di doversi andare a giustificare davanti a qualcuno dell’Ufficio finanziario fermamente convinto di avere a che fare con un incallito evasore e normalmente ostile ad accettare qualunque tipo di giustificazione.
Chi ha avuto la sventura di effettuare lavori straordinari sugli immobili (ristrutturazioni o riqualificazioni energetiche) usufruendo delle corrispondenti appetibili detrazioni fiscali ha sfiorato vere e proprie crisi di nervi nel dover, da un lato, fornire all’Ufficio finanziario tutto il complicato carteggio per tentare di evitare il recupero dell’agevolazione (c’è sempre un maledetto pezzo di carta che manca o che è incompleto o una firma non idonea o un dato incompleto o …) e, dall’altro, avendo autodenunciato una spesa importante attraverso la fruizione della detrazione fiscale, dovrà andare a spiegare dove ha trovato il danaro necessario, quando lo ha guadagnato, quando lo ha tassato e via discorrendo, il tutto sempre davanti a qualcuno dell’Ufficio finanziario che non ha alcun interesse ad archiviare la pratica (anzi, ha quello opposto ad accertare sempre e comunque per adempiere alla mission di incrementare le entrate erariali!).
Qualunque impresa che ha sponsorizzato enti o associazioni meritoriamente dedite alla aggregazione di tanti giovani (ragazzini, adolescenti, universitari, …) e meno giovani (circoli anziani, bocciofile, …) approfittando delle specifiche norme rassicuranti che ne consentivano la deduzione del relativo costo maledice il giorno in cui ha ceduto alla tentazione di intervenire a favore del cd. “sociale”, perché ha dovuto restituire i tributi risparmiati con tanto di interessi e pesantissime sanzioni e certamente non fornirà più il suo prezioso sostegno.
Sono solo alcuni degli esempi (se ne potrebbero proporre centinaia) che evidenziano quale sia l’attuale contesto piratesco che spaventa la gente e frena qualunque propensione alla spesa; se a questo si aggiunge lo spavento per le incertezze del futuro e la preoccupazione di non sapere come campare il giorno dopo se dovesse venire a mancare il lavoro o se sorgesse la necessità di far fronte ad una spesa straordinaria o se dovesse insorgere un problema di salute serio … ben si comprende perché è assolutamente impensabile una inversione di tendenza della grave recessione in atto con le misure previste nella Legge di Stabilità.
Altri sono i rimedi che debbono essere adottati per far ripartire l’economia: bisogna restituire agli Italiani un po’ di fiducia nel futuro e un po’ di gioia di vivere (nessuno ride più! Questo Popolo è depresso e sconsolato!); bisogna invertire questa tendenza repressiva ed ossessionante; bisogna fare in modo che i proclami della nuova Direttrice dell’Agenzia delle Entrate di voler instaurare un nuovo rapporto fra il Fisco e i Contribuenti si concretizzino in misure che limitino o comunque circoscrivano normativamente l’intrusività del Fisco e la discrezionalità troppo spesso vessatoria degli strumenti a disposizione degli Uffici finanziari (premiali per chi li usa e gravemente penalizzanti per chi li subisce); bisogna che si stabiliscano punti fermi e chiari a cui tutti possano fare riferimento senza più correre il rischio di maldestri interventi accertativi finalizzati unicamente ad arricchire le casse dello Stato.
In conclusione, bisogna che l’intero apparato normativo sia riformato spazzando via l’attuale presupposto fuorviante che gli Italiani sono un Popolo di evasori da perseguitare e reprimere, perché la stragrande maggioranza è formata sono Persone per bene, operose e rispettabili che hanno perduto la dignità di Cittadini e si trovano a sopportare ingiustamente l’onta di essere degenerati a sudditi.
II gabellieri medioevali al soldo dei signorotti più violenti arrivavano persino a confiscare le sementi per l’anno venturo compromettendo il prossimo raccolto e quindi la capacità di continuare a pagare i tributi. Insomma, un modo per creare una carestia a livello locale in assenza di guerre o di eventi climatici estremi di cui – se non ricordo male – se ne verificò solo uno poco prima dell’anno 1.000.
La follia fiscale è il risultato di una macchina pubblica troppo spendacciona, troppo inefficiente e troppo indebitata, che andrebbe riformata in modo radicale. La lotta di classe contro i ricchi evasori è solo una “patacca ideologica” per far digerire a una parte della popolazione i metodi medioevali per mantenere i privilegiati di Stato. Insomma paghiamo tasse per mantenere una macchina pubblica che produce gravi disservizi ed impedimenti e per pagare interessi sul debito accumulato in decenni di spese insulse e di assunzioni di dipendenti pubblici per motivi elettorali.
Oggi la maggior parte delle imprese non ha i soldi per proseguire la normale attività. Figuriamoci per l’innovazione che è la chiave per rimanere agganciati al mondo dei Paesi avanzati.
E’ chiaro che questo squilibrio non può reggersi ancora per molto. Purtroppo il default, che per qualche verso potrebbe sembrare meritato e salutare, finirà per sottrarre quel poco che resta delle capacità finanziarie dei privati.
“Ripresa nel 2015”, “crescita”… tutte balle spaziali, renziane ed europee. La verità è ben diversa:
http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2014/10/30/renzi-barroso-juncker-leuropa-fra-demagogia-bancarotta-e-menzogna-sulluomo/
Levarci le fette di prosciutto dagli occhi, non ci farebbe male.