24
Feb
2014

Le aberrazioni di un sistema tributario e della sua giustizia – di Antonio De Rinaldis

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Antonio De Rinaldis.

Nel 1985 alcune persone vendettero degli appezzamenti di terra. Nel 1987 l’Ufficio del Registro rettificò il valore percepito e dichiarato nell’atto di vendita. Naturalmente i venditori fecero ricorso all’allora Commissione Tributaria di I° grado che dette loro ragione in toto.

L’ufficio del registro impugnò la sentenza di I° grado e la Commissione Tributaria di II° grado rettificò la decisione dei primi giudici in favore dell’Ufficio.

Nel 1991 i venditori impugnarono la decisione dei giudici di appello presso la Commissione Tributaria Centrale. Nel 1993 visto che non veniva fissata l’udienza di discussione presentarono istanza di trattazione della controversia. Solo pochi giorni fa – a distanza di oltre 23 anni – la Commissione Tributaria Centrale ha fissato l’udienza per il prossimo 15 aprile 2014.

Sennonché nel frattempo tutti gli attori come i difensori sono deceduti! In taluni casi senza l’apertura di una successione visto che si trattava di persone fisiche residenti all’estero senza beni in Italia.

Ora un paese che si definisce civile può fare giustizia con circa trent’anni di ritardo?

Per quale motivo un investitore estero dovrebbe investire in un’attività economica in Italia se lo Stato ci mette trent’anni per decidere una causa?

Ed ancora è possibile che i giudici tributari siano pagati da una delle parti in causa?

Il nuovo governo si deve si occupare di lavoro, di economia e di PIL che non cresce ma anche e soprattutto di eliminare queste aberrazioni di un sistema tributario senza capo e senza coda. E i fatti di questi giorni stanno lì a ricordarcelo.

Ci sarà un giudice a Berlino?

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3 Responses

  1. Mike_M

    “Per quale motivo un investitore estero dovrebbe investire in un’attività economica in Italia se lo Stato ci mette trent’anni per decidere una causa?”. Appunto. Lo sa bene e non ci investe.

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