Le 4 ragioni del NO al laissez-faire dello Stato a Milano
E’ bene interrogarsi a fondo, sulla versione ufficiale resa dal Viminale e dal vertice della Polizia su quanto è accaduto a Milano il primo maggio. I settecento travisati che con molotov, bastoni, pietre, petardi, hanno vandalizzato, bruciato e distrutto auto e negozi, avrebbero teso un’astuta trappola alle forze dell’ordine. Che non ci sono cascate. E si sono astenute da interventi diretti per evitare le violenze per milioni di euro a privati, perché sarebbe stato molto peggio. L’inaugurazione di EXPO non meritava di essere macchiata, ha detto il capo della Polizia. E lo scrittore anti-camorra Roberto Saviano, commentando in un video, ha espresso per così dire l’interpretazione autentica della versione ufficiale resa dallo Stato: le violenze ai privati sono state un “prezzo necessario”, ha detto, ed è “un grande cambiamento” nella gestione della sicurezza pubblica, che finalmente si sia capito che questo è il modo giusto per trattare i black bloc che s’insinuano nei cortei.
Il grande cambiamento renderebbe possibile finalmente a tutti comprendere che i violenti non hanno nulla a che vedere con chi protesta contro mercato e imprese e governi. Certo i danni a privati sono stati “terribili” anche per Saviano. Che ha aggiunto che quei proprietari di negozi e auto sono “spesso innocenti”: e quello “spesso” significa inevitabilmente che, insomma, non proprio tutti meritano di essere considerati innocenti davvero. Col sottinteso che forse, se vai a vedere bene, chissà quanti di loro se negozianti pagano davvero tutte le tasse, o se hanno un Audi se non sono dei corrotti.
Con tutto il rispetto dovuto e necessario per il Viminale, il capo della Polizia e Saviano, una cosa va detta con altrettanta chiarezza. A noi non pare accettabile in nessun modo una simile concezione della legalità. Per almeno quattro ragioni: una riguarda la storia, la seconda i fatti di Milano, la terza le conseguenze, la quarta è invece culturale (e, forse, dovrebbe venire prima delle altre).
Il fattore storico ha il suo peso. Dopo la recente condanna dell’Italia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per i fatti della Diaz a Genova nel 2001, è ancor più evidente a chiunque che le forze dell’ordine italiane devono attenersi a procedure e regole d’ingaggio di manifestanti in caso di violenze rigorosamente rispettose di princìpi e limiti coerenti a un ordinamento democratico, e strettamente correlati alla proporzione della forza, e alla valutazione delle sue conseguenze su persone e cose. Detto ciò, l’alternativa ai vergognosi fatti di Genova non è limitarsi agli idranti a distanza, e per il resto stare a guardare. E’ inaccoglibile l’obiezione di chi difende l’operato delle forze dell’ordine a Milano fondata su “ma cosa volete, il bis di Genova?”. Una moderna cultura della sicurezza pretende che, di fronte al fenomeno dei black bloc, il coordinamento di polizie e intelligence tragga da ogni episodio nuove lezioni da mettere in comune, su come preventivamente identificare ed espellere i violenti, e su come fronteggiarli nelle strade. No, non si può restare a guardare.
Quanto ai fatti di Milano, la trappola tesa dai devastatori sarebbe stata di voler attirare polizia e carabinieri fuori dai presìdi fissi da garantire in centro città e all’EXPO, per forzare poi qualcuna della “aree rosse” che andavano prioritariamente preservate. E’ una tesi apparentemente logica. Ma fa acqua. Se dovesse essere presa alla lettera, significa che d’ora in poi le forze dell’ordine preservano le autorità e i palazzi del potere, e per il resto devastazioni e violenze a privati sono invece da mettere in conto. Perdonateci, ma i cittadini pagano le tasse allo Stato per altro, non per sentirsi dire e subire cose simili. Poiché EXPO dura sei mesi, non può essere questo il segnale che le autorità danno a centinaia di migliaia di milanesi, ciascuno impegnato a fare in modo che EXPO sia una straordinaria occasione economica di ripresa per l’intera Italia.
Le conseguenze sono presto dette. I black bloc italiani ed europei studiano e approfondiscono a ogni loro “impresa” le falle delle procedure delle forze di polizia. Se dopo Milano passa il messaggio che in Italia d’ora in poi gli apparati dello Stato si accontentano di tenere circoscritte in alcune aree delle città devastazioni e violenze che vengono però lasciate perpetrare, ebbene per loro è una straordinaria vittoria. E’ quello che vogliono. Non è proprio il caso che ci possano contare.
Infine, è necessaria qualche parola sulla cultura della violenza. Nella politica del nostro paese, dagli anni ’70 ha giocato un ruolo pesante e sanguinoso. Negli ultimi anni, abbiamo di fatto circoscritto il terrorismo agli ultimi assassini di giuslavoristi riformisti caduti sotto il piombo, e naturalmente alla matrice islamica. Rifiutiamo di considerare terrorismo le nuove forme di violenza politica. Basti pensare al Tribunale del riesame di Torino che respinge la tesi della Procura, per la quale gli assalti e i sabotaggi dei No TAV ai cantieri siano terrorismo. E alla simpatia maggioritaria che va a Erri de Luca per il suo invito a sabotare, libera manifestazione di un pensiero “antagonista” che nulla ha a che vedere con gli effetti che invita a porre in essere. Siamo diventati un ben singolare ordinamento penale: ci inventiamo sempre nuove forme di concorso esterno a gravissimi delitti associativi con pene durissime, ma mandiamo in onda in tv ore di falò di negozi e auto convinti che le forze dell’ordine siano nel giusto a non intervenire.
In verità, un paese che non ha la sicurezza penale di continuare a definire terrorismo tutte le nuove forme violente volte all’intimidazione di massa, è un paese che non ha la minima certezza storica dei limiti da porre – sempre – a qualunque tipo di violenza nel dibattito e nel confronto pubblico. E’ una gravissima lacuna culturale: quel giovane che tutti avete visto in tv, esaltato per la bellezza della devastazione che poteva compiere, è il figlio di questo abisso culturale italiano.
Per tutte queste ragioni, non possiamo che augurarci che politica e forze dell’ordine correggano l’autoassoluzione compiaciuta che si sono impartiti a Milano, liquidando i fati come compiuti “da quattro figli di papà” come ha detto incredibilmente il premier. Viva i cittadini che senza proteste si sono messi alacramente a riparare a spese proprie i danni. Danni avvenuti senza che lo Stato abbia saputo e voluto impedirli. Ma di qui a dire che un buono Stato esiste per questo fine, diciamo che ce ne corre come tra il giorno e la notte.
Ottimo! Perfetto! Mi ritrovo in ogni parola e cercavo di esprimere questo concetto in questi due giorni ma non mi riusciva così bene. Aggiungerei solo un punto, che finché a gestire e sentenziare sono governaotri non eletti, il prezzo non potrà che essere sempre e comunque solo dei cittadini.
Cordiali saluti,
Antonella Simone
Egregio Giannino, Expo e’ la vetrina del nostro paese, dunque gli altri paesi Hanno visto tutto cio’ che e’ veramente l’Italia: senso civico Della popolazione, rispetto per le istituzioni, forze dell’ordine “efficienti?”, efficacia sistema giudiziario. C’e’ ancora da stupirsi?
Ciao Oscar,
impeccabile la tua lettura.
Aggiungo solo, con infinita amarezza, che questo è un ennesimo segnale di quanto poco stia a cuore ai nostri (non votati) governanti la difesa della proprietà privata … uno stato che non è in grado di difenderne l’integrità nega il suo valore di prima manifestazione della libertà di iniziativa economica.
Un saluto affettuoso e passo subito a condividere il tuo pezzo
Giusi Pesce
1. Una delle pochissime cose che lo stato deve fare è garantire la sicurezza, la tutela della proprietà privata ed una giustizia rapida ed equa! Invece vuole fare 1000 cose senza essere in grado nemmeno di fare quelle basilari!
2. Io a differenza tua caro Oscar sono per l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine! Quantomeno di proiettili di gomma dopo aver avvisato i manifestanti in modo che chi non c’entra abbia il tempo di allontanarsi e a quel punto nessuno potrà dire di essere stato colpito “per sbaglio”.
Anche perchè la violenza e la distruzione è l’unico mezzo col quale le ragioni di queste persone diventano mediaticamente viral! Senza violenza non se li sarebbe filati nessuno ergo loro avranno sempre l’incentivo a fare casino a meno di reprimerli con la forza come faceva la Thatcher nel Regno Unito!
3. Io non sopporto che non si faccia nulla con la scusa che poi qualcuno si lamenterebbe degli eccessi della polizia! E lasciamo che si lamenti! Mica possiamo cercare il consenso di questa gente! Sempre meglio qualche politically correct figlio di papà che si lamenta rispetto alla devastazione, e alle lamentele dei privati danneggiati (che stranamente invece non fanno notizia e non interessano a nessuno!). Io parlando con i miei amici e conoscenti non le dico cosa avrebbero fatto a quel manifestanti violenti…. su 100 persone ce ne saranno 2-3 che difendono questi manifestanti e non possiamo essere schiavi delle loro menate (per non dire altro) mentali.
Discorso ineccepibile, in linea di principio. Però si consideri che i fatti si sono svolti proprio nella data dell’inaugurazione di Expo: un morto nello stesso giorno sarebbe stato inaccettabile. Forse ha influito, sulla scelta delle forze dell’ordine, anche il rigetto dell’espulsione degli anarchici stranieri da parte della magistratura: decisione ancora oscura, difficilmente superabile in pochi giorni.
Pure, lo Stato italiano dovrà ripensare le scelte di questi giorni: giustificabili in un’ottica di breve periodo, non possono diventare una linea direttiva di medio e lungo periodo perché rappresenterebbero la sua abdicazione ai suoi compiti essenziali. Se il monopolio della forza lascia il campo alla tolleranza della violenza, vengono meno le ragioni stesse della rinuncia dei cittadinii all’autodifesa.
Gianni Barbacetto, ospite di Lilli Gruber a “Otto e Mezzo” il 1° maggio sosteneva convintamente la stessa posizione di Saviano. Penso che nel circuito Fattoquotidiano-Micromega-Antagonismo-Mortealliberismoselvaggio siano in parecchi a pensarla in questo modo.
Caro Oscar, non nego che le sue argomentazioni abbiano fondamento, però la inviterei a parlare con qualcuno del mestiere per farsi spiegare che cosa significhi da un punto di vista tecnico l’ordine pubblico. Io ho fatto il celerino e nonostante ricordi con nostalgia certe “battaglie” con i leoncavallini non posso che stare con chi loda la gestione degli scontri da parte delle FFOO. Forse si poteva fare di più e meglio, ma in ordine pubblico la prioritá su tutto è circoscrivere le aree di scontro ed evitare danni alle persone.
Sicuramente dovrebbero essere riviste le modalitá di autorizzazione delle manifestazioni, ovvero agire sulla prevenzione ma una piazza in subbuglio non è il posto dove fare arresti o ingaggiare impegantivi inseguimenti.
Caro Giannino,
Mi sembra di rivivere un “post elezioni”: hanno vinto tutti, con in testa l’imbelle ministro dell’interno.
Ho due domande: a) perché non è stata vietata la manifestazione dal prefetto? Si sapeva benissimo come sarebbe finita! b) domanda più complessa: assistiamo tutti giorni ad attacchi alla magistratura. Al di là di un certo giudizio soggettivo, immagino che un magistrato debba attenersi alle leggi. Perché i giornali non approfondiscono una volta per tutte quali sono i criteri per i quali i giudici prendono decisioni che per il semplice cittadino spesso risultano incomprensibili? Vedi, ad esempio, il fatto di aver rilasciato una blese che era palesemente coinvolto. Saluti.
Le colpe sono di tutti: dei black bloc nemmeno vale la pena di parlare, ma qualche appunto agli altri attori sì. Leviamoci di torno l’ argomento “danni ai privati”: questi alacri nanetti vilmente vessati da uno Stato proteiforme, hanno scarso “senso della realtà”: è vero non dovrebbero scassarmi il negozio/dare fuoco alla vetrina, MA CIO’ AVVIENE, QUINDI ? Se all’ italiano medio proponi la copertura assicurativa “danni vandalici e socio politici”, egli ti ride in faccia; a Roma girava “Nerone” che incendiava le auto ed ad un mio collega capitò di sentirsi dire “No, che sei matto ? € 48 premio finito per i vandalici non te li do, sono troppi”: il signore in questione non voleva assicurare il suo PORSCHE CAYENNE per € 48/semestre: certo, tanto con soli € 7,99/mese te lo ricompri, vero ? Finché si aspetterà dallo Stato papino anche che ci rimbocchi le coperte, non andremo avanti.
Secondo: molti alacri nanetti sono impastati di prevenzione anti-polizia e di buonismo melenso: “finita in tragedia la rapina perché è morto il rapinatore a mano armata, e solo lui” é stato un titolo classico dei giornali, e tutt’ ora ha dei ritorni.
Terzo: le forze di polizia sono o sembrano meno equilibrate di quanto dica Giannino: telefonate a Cucchi, Sandri ed Aldrovandi, per chiederglielo, ma insistete, perché sono duri d’ orecchio e sentono poco il telefono. Si voleva evitare Genova: quale Genova ? Quella in cui un camioncino di carabinieri rimane isolato e col muso contro il muro, quella in cui da quel camioncino si uccide per legittimissima difesa, quella in cui i black bloc agiscono indisturbati, quella in cui sorge la Diaz ? Quale ? La seconda la accetto come tragica necessità, le altre mi fanno ribrezzo. O forse si preferisce lo stadio in cui, PRESENTI IL CAPO DEL GOVERNO ED IL PRESIDENTE DEL SENATO, si parlamenta con Genny ‘a carogna, invece di dirgli qualcosa tipo “Ciccio bello, o giochiamo col pallone o con la tua testa, facci sapere” ? O forse si preferisce il cadavere di Cassarà da cui in sede autoptica vengono estratti 300 colpi e la polizia subisce ? Già perché il paese che ha avuto un capo della polizia ad € 600.000/annui alla fine trasmette questa impressione: forte coi deboli e debole coi forti, dove forti addirittura diventano 4 cretini provenienti da Amsterdam pieni di birra. E, soprattutto, la sua polizia dà l’ impressione che un qualunque camorrista di media tacca queste forze dell’ ordine se le mangi a colazione, senza nemmeno dover prendere un po’ di bicarbonato: un mezzo livello, un tenente, perché Messina Denaro ci si diverte pure. Oh, é solo un’ impressione, eh ?! Però, con un’ impressione di questo tipo gli stranieri, forse, ci penseranno una volta di più ad investire qui: esattamente svuotiamo così lo scopo da fiera della salsiccia che si ripropone l’ Expo.