L’avvelenata liberista: no al Fondo sovrano, no alle tasse
Viviamo tempi tumultuosi. Ma volte mi sembra che il sovvrapporsi degli eventi, dal 2008 a oggi, ci impedisca di tenere l’occhio fermo su alcune coordinate di fondo, del nostro Paese, della sua economia, e della condizione delle imprese e del lavoro. Mi limito a fare quattro numeri. Ma prima vado dritto al punto. Anche per questi quattro numeri, sono as-so-lu-ta-men-te contrario a due novità di giornata.
La prima è la notizia pubblicata dal Sole 24 Ore, secondo la quale al Tesoro si è determinati a realizzare un fondo sovrano tramite la Cassa Depositi e Prestiti, sul modello di analogo fondo istituito da Sarkozy, il cui fine sarebbe di investire in imrpese strategiche: una sorta di cannone armato alle frontiere, di fronte al quale ogni capitale straniero che volesse investire in Italia dovrebbe porsi il problema, per evitare grane, di andare a fare toc toc preventivamente alla porta del governo in carica. Io sono e resto contrario al fatto che la politica stili luiste di settori strategici dai quali bandire lo straniero e tanto più si riservi capitale pubblico per intervenire discrezionalmente dove vuole. La golden share nelle aziende pubbliche e le norme europee sono più che sufficienti a tutelare quel minimo di produzioni che hanno a che fare con difesa e sicurezza. L’inno allo statalismo francese serve invece solo a mascherare il nostro capitalismo asfittico e gli interessi delle banche che ne sono – tranne rarissime eccezioni – le vere padrone. Ed è per questo che i peana alle difese dell’italianità vengono proprio dai grandi giornaloni che dalle banche sono controllati, a cominciare dal Corriere della sera. Sono state le banche italiane a chiamare Edf in Edison, organizzando loro anni fa un portage filofrancese tramite Fiat anni fa, tranne ora inneggiare al niet del Tesoro, visto che in Edison la parte pubblica “locale” (la somma municipalizzata di Milano e Brescia) di A2a non ha saputo opporre nulla di altrettanto efficiente. E sono le banche italiane – una in particolare, l’azionista di Granarolo – ad aver lasciato molte impronte digitali nell’ascesa di Lactalis in Parmalat, nella speranza non troppo vana che la politica si smuovesse in nome della strategicità di un latte italico che grazie alla parcellizzazione delle microimprese di filiera ci costa industrialmente tra il 20 e il 30% in più che in Francia e Germania. In altre parole, il miliardo e mezzo di liquidità imputato a Enrico Bondi di non esser stato colpevolmente investito per la crescita dell’azienda nel mondo, dovrebbe servire invece ad accollarsi Granarolo e a risolvere i debiti che Lactalis Italia ha nei confronti di Lactalis Francia. La seconda notizia che mi ha lasciato senza parole è apprendere che il governatore Luca Zaia del Veneto, per appianare un deficit di circa 60 milioni di euro nella sanità veneta, penserebbe a un’addizionale Irpef invece che a tagli: sulla spesa sanitaria veneta di 8,4 miliardi di euro, 60 milioni rappresentano lo 0,7%. Se i campioni da 17 anni della promessa elettorale di ridurre lo Stato, tagliare la spesa publica e ridurre le tasse, pensano di onorare tali impegni con fondi sovrani pubblici e alzando le tasse, dando alla politica discrezione di entrare nelle imprese e diffidare i capitali esteri di cui abbiamo bisogno più di altri, allora la mia modesta opinione di illuso e disilluso è che ci sia qualcosa da rimettere al suo posto, con tutta la durezza e chiarezza polemica del caso. A costo di sembrare mosche bianche liberiste, fuori dai grandi giornali e dal plauso dei circoli che contano. Che cosa contano poi? I loro debiti che vogliono fare pagare a noi: pubblici e privati. E ora, i quattro numeri per rinfrescarsi la memoria.
Il primo numero riguarda l’industria italiana, la produzione industriale. Con marzo, il recupero dai minimi toccati nel marzo 2009 è salito all’11,5%, ma ricordiamoci bene che siamo ancora a un -17,2% rispetto al picco precrisi, dell’aprile 2008. Siamo ancora molto indietro, malgrado l’ottima prova dell’export manifatturiero.
Il secondo numero riguarda gli italiani, il loro Pil pro capite. I dati Eurostat ci dicono che, in termini di Pil procapite a parità di potere d’acquisto, elaborato su prezzi costanti riferiti al 2000, gli italiani nel 1995 erano a quota 20mila euro, superati solo dai tedeschi a 21.700, mentre i francesi erano a 18.800 e gli spagnoli a 15.400. Nel 2001, abbiamo quasi raggiunto la Germania a quota 22mila, ma ci ha raggiunto la Francia, che da allora ci ha scavalcato. Nel 2005 cui ha raggiunto anche la Spagna. Oggi i tedeschi stanno a quota 25mila euro, i francesi a 23.200, noi a 21.800. Dal 1996 al 2010, in soli 5 anni il Pil procapite a prezzi costanti degli italiani è cresciuto più della media franco-tedesca, e mai più dello 0,5% annuo: nel ’96, nel ’97, nel triennio 2000-2002. In tutti gli altri 10 anni, abbiamo perso ogni anno tra l’1% e il 2% rispetto alla media di crescita franco-tedesca. Nel quindicennio, la crescita complessiva del Pil procapite degli italiani è stata così del 16% inferiore a quella franco-tedesca. E’ un dato che ci dice due cose. Quanta produttività complessiva abbiamo perso, quanto reddito disponibile in meno ci sia per gli italiani rispetto ai due maggiori paesi continentali.
Il terzo numero riguarda lo Stato, la spesa pubblica. Era al 30% del Pil nel 1960, al 42% nel 1980, al 53,4% nel 1990, è scesa al 46,2% nel 2000, è risalita al 48,3% nel 2005, ed è risalita ancora al 52,4% nel 2010. In Canada sta al 45%, in Germania al 49%, in Svizzera al 37%. Abbiamo fatto meno deficit degli altri i questi ultimi tre anni di crisi, ma lo Stato da noi resta pesantissimo e mostruiosamente inefficiente. Bisogna risdurlo, non estenderlo: chi dice che è ideologia, la nostra, mente per la gola e serve interessi indifendibili, siano essi della politica arraffatrice, del sindacato che sogna 200mila precari della scuola e 500mila del pubblicom impiego assunti a tempo indeterminato per ordine di giudici del lavoro, oppure di debiti e fallimenti privati da addossare al contribuente
Il quarto numero il petrolio. Abbiamo aperto l’anno col WTI a 89 dollari e il Brent a 94, oggi siamo stabilmente da settimane a quota 106 per il primo e 116 per il secondo, con un aumento secco nell’ordine del 25%, un aumento che rischia di stabilizzarsi nel tempo per gli effetti dello tsunami in Giappone e della crisi in Nordafrica e Medioriente. Un aumento che colpirà l’Italia in maniera più pesante dei nostri concorrenti, perché siamo dipendenti per l’85% del nostro fabbisogno energetico complessivo, soprattutto da petrolio e gas.
Ecco, queste quattro cifre rappresentano da sole un quadrilatero che definirei MOLTO PREOCCUPANTE.
Chi pensa in buona fede che lo Stato sia la soluzione e non il problema, mi offra ragionamenti e non insulti, ve lo chiedo per favore.
Fossero solo queste le cifre preoccupanti, caro Oscar … E l’espansione monetaria (QE + Bce + BoJ) che gonfia il valore degli asset finanziari (soft commodities comprese …), i deficit pubblici galoppanti, i bilanci (attivo e passivo) bancari?
sono d’accordo vedo solo una soluzione tagliare e riorganizzare la spesa pubblica, diminuire le tasse sul lavoro, via le regioni a statuto speciale, ogni regione contratti con lo stato centrale le tasse da pagare, lotta a evasione e criminalita organizzata, solidarieta e condivisione programma di lungo termine, patti chiari con l’europa che deve essere sempre di piu europa dei cittadini e meno dei “politici locali”. allargare la ue fino alla russia.
Gentile Giannino,
forse scriverò qualche stronzata, ma mi saprebbe dire perchè fino a quando c’era evasione fiscale in Italia andava tutto bene, e poi dopo gli anni settanta (anni in cui entrò in vigore l’IVA che con gli obblighi imposti riesce a controllare i flussi economici) lo Stato Italiano è andato sempre piu a rotoli?
Ora, nonostante le sbandierate vittorie dell’ufficio delle entrate, i vari condoni che hanno apportato enormità di capitali all’erario ed un controllo asfissiante da parte della GdF siamo sempre piu in braghe di tela?
Io sono un circa settantenne, ma mi ricordo che negli anni sessanta/settanta l’Italia era in grande sviluppo; certamente si viveva con molto meno, e pochissimi pagavano tasse e/o imposte come ora. Forse in questo frattempo, almeno io immagino, abbiamo troppa gente da mantenere che non fà un c….
Questo è solo un mio pensiero che probabilmente verrà interpretato come populistico però….se fosse vero?
Troppo limpido e semplice per essere vero…
Troppo semplicemente matematico…
Ma la nostra e’ la terra dei classici dove ci hanno sempre raccontato che il Greco e il Latino si studiano per imparare a ragionare (e non la matematica o la chimica)
Dove per dire si o no, si usano frasi di tre righe, la terra degli avvocati dell’oratoria dell’antipragmatismo, delle logiche incomprensibili.
Questa e’ la terra dove la matematica non e’ ancora una materia tripla A.
Non so bene cosa sperare per i miei figli
Provo grandissima amarezza e tristezza per un (grande?) paese che più passa il tempo, più aumenta il suo declino! Chi ci salverà?!
X Giannino
Finalmente rivedo il vero Giannino, ottimo articolo! Come quasi sempre succede ogni volta che si tirano fuori i numeri e li si illustra le chiacchere stanno a zero… 2 domande: 1-Secondo Lei c’è qualche possibilità che l’Italia cominci a ridurre la spesa pubblica e le tasse se non viene pesantemente attaccata dai mercati? Io credo di no…. 2-Secondo Lei quando il mercato comincerà finalmente ad attaccarci (per me sarebbe un fatto positivo).
X Renato.
Posso capire la sua frustrazione però le cose sono molto più articolate di come Lei le espone. Per rispondere in modo esauriente al suo commento ci vorrebbe molto spazio..diciamo solo che senza dubbio lo stato italiano fa di tutto per crescere poco, però è normale che cresca meno di quanto cresceva allora e lo stesso vale per tutti gli altri paesi industrializzati! Il motivo è lo stesso per cui oggi la microsoft cresce poco mentre 20 anni fa cresceva a tassi enormemente superiori o lo stesso per cui la Cina tra 10 anni crescerà molto meno di oggi…
perchè non tassiamo la pubblicità ? del tutto inutile se non è informativa ,che favorisce le multinazionali quasi tutte straniere che fà lievitare i prezzi del 30%,il nostro potere d’acquisto migliorerebbe notevolmente.dovremmo chiedere ai nostri politici ,direi meglio politicanti , di presentarsi con un proggetto condiviso di sviluppo per il paese ,lasciando alla sensibilità di chi ha vinto le elezioni la sua applicazione.perchè non scendiamo in piazza per chiedere che i quesiti referedari che in passato civilmente abbiamo votato trovino applicazzione ,è ora di scendere in piazza per chiedere a gran voce ad una classe politica quasi sempre inefficente e costosa che la misura è colma. perchè non ridimensioniamo lo strapotere delle banche, (anatocismo massimo scoperto chiarezza nelle operazioni finanziarie capacità dei loro manager sul mercato della finanza,) ci sarebbe da parlare per ore dei poteri forti .che con i loro midia ci coinvolgono in stucchevoli quanto inutili battaglie etiche ..loro che di etica e di morale fanno scempio.
Tutto vero, ma è colpa principalmente degli italiani. A tagliare la spesa pubblica e toccare le rendite si perdono voti.
Caro Giannino, il problema è sempre lo stesso: la media di Trilussa.
I dati da lei citati ed effettivamente preoccupanti, se disaggregati per aree del paese ci mostrano che il treno italiano, sia pure nella crisi, si sta rompendo a metà.
Calcolarne la velocità media è una operazione tecnicamente ineccepibile ma, nella realtà, fuorviante.
Il futuro prossimo si incaricherà di fare chiarezza e a dare coraggio ai nostri analisti più lucidi. Come lei, Oscar.
Quando un popolo ridicolo elegge una classe politica ridicola, tutta lascia presumere che si avranno risultati ridicoli.
E tragici.
Ed adesso arrivano i dati preoccupanti da Dublino degli stress test.
Dott. Giannino,
ringraziandola per il bel post, le offro io qualche spunto.
Mi permetta di dirle che lei parte dall’ipotesi che le condizioni al contorno siano le stesse di 15/20 anni fa.
Non è più così (parte dei motivi sono stati ampiamenti discussi nel post precedente al suo).
Il quadro è quello di un Occidente (e, quindi, NON SOLO l’Italia) in cui è dovuto intervenire lo STATO per fare andare avanti la baracca (perchè di questo si tratta, una baracca).
Sembra quasi assurdo dirlo ma Paesi come Inghilterra, Usa hanno il sistema del credito nazionalizzato, per giunta in un mondo globale dove tutto si lega (Tremonti – o chi per lui – non piacerà ma ha perfettamente ragione quando dice che la Globalizzazione, così come è stata concepita è stata una tremenda boiata a cominciare dall’ingresso della Cina nel WTO).
In questo mondo, PARMALAT non è strategica in sè in quanto produttrice di merendine, ma lo diventa laddove i flussi finanziari non sono più controllati da un’entità italiana. Finchè qualcuno non si renderà conto che, “sic stantibus rebus”, la globalizzazione dei flussi finanziari deve essere per lo meno ridotta, è necessario porre un freno.
Mi spiego.
Al di là delle parole, se Lactalis si prende Parmalat (solo un esempio tra tanti), i flussi finanziari di Parmalat, con il sistema globalizzante in atto, dove vanno?
Sulla carta, con una proprietà italiana, c’è più garanzia che vengano reinvestiti nella “filiera” Parmalat o nel sistema Italia piuttosto che, per esempio, finanziare una rete di vendita di latticini in Kazakhistan o supportare il credito verso altri asset in casa della multinazionale (casomai per fare favori al Governo di origine…).
Chi lavora nelle multinazionali lo sa, nonostante la teoria che viene venduta.
In questa corsa sfrenata verso l’ottimizzazione dei sistemi, si arriva al principio della “mungitura” dell’asset: mungo finchè posso Parmalat per altri interessi transnazionali a più alta marginalità.
Ma la realtà ottimale è solo marginalità ottimale?
Poi però succede che alla fin fine gli interessi nazionali rimangono anche se sei in regime globalizzante. Per esempio perchè le sorgenti energetiche vanno tutelate, perchè alle porte di casa hai una guerra etc. etc.
E chi li difenderà questi interessi? la Lactalis? (la Storia insegna che le aziende sono le prime ad andarsene in caso di diffocoltà).
Già l’ho scritto altre volte, la causa prima del pagamento delle tasse non è l’ottenimento del servizio ma la sicurezza intesa in senso più ampio. Uno Stato si sfalda quando i cittadini sanno che questo non li difende più, nè nella tutela del posto di lavoro del “sistema di vita” nè negli attacchi portati da forze esterne (rimando anche agli studi più recenti sulla caduta dell’Impero Romano).
Io sarei anche d’accordo con lei ma in un quadro in cui un francese o un inglese sia disposto a difendere me e il mio sistema di vita qualora ne abbia bisogno (e viceversa, ovviamente).
Ma non è così.
E se il sistema capitalistico italiano è alla frutta, è naturale che intervenga lo Stato ESATTAMENTE come hanno fatto in Inghilterra, negli USA etc. etc.
Perchè io come ITALIA dovrei fare la liberista quando gli altri non lo sono stati?
Si facciano fallire JpMorgan, Barclays e Areva e poi ne riparliamo….
Spero di averle dato qualche spunto.
Saluti.
sinbad
Caro Dott. Giannino,
la ringrazio anch’io dell’articolo, ma non posso fare a meno di condividere in toto le osservazioni di Sinbad, con una aggiunta che va nella direzione (spero) anche da Lei auspicata: gli Stati non si aboliscono, ma si riformano.
Il degrado a cui siamo arrivati in Italia quanto ad efficenza ed efficacia della P. Amministrazione e delle politiche che la indirizzano, non è decisamente più sostenibile.
I mercati finanziari, che si muovono per steeps progressivi, non lo hanno assolutamente dimenticato: noi siamo un boccone troppo grosso per essere attaccato tutto insieme. Quando, continuando su questa china, i dati macro renderanno evidente a tutti che la situazione è definitivamente compromessa perché non si sono fermati, ma anzi si sono aggravti gli squilibri della Bilancia commerciale, il bassissimo trend di crescita del PIL, l’aumento continuo, inesorabile del rapporto Debito/Pil, quando quel momento arriverà, allora l’attacco sarà immediato e, purtroppo, funzionerà perché non sarà portato solo dai Fondi e dai “cosiddetti speculatori” (alla Tremonti), ma anche da milioni di risparmiatori che cercheranno di vendere i loro titoli di stato senza, aimè, riuscirci se non accettando pesanti perdite.
Quanto è vicino quel momento (per provare a rispondere a LucaS)? Dipende dalla Spagna: prima verrà attaccata e prima arriveranno a noi.
Credo che un pò di tempo, pochi mesi, ancora ci sia concesso.
Il punto è come utilizzarlo: aspettare il giorno del giudizio o provare a “invertire la china”? C’è, ovviamente una sola risposta.
Occorre ri-fondare il nostro Stato (non so se in una prospettiva Europea, ma certamente non queste regole dell’area Euro che tutto sono fuorché efficaci per gestire un territorio così disomogeneo con un’unica moneta), occorre farlo a fondo, ma fin da subito introducendo e approvando un programma sempile, basato su alcune idee che Lei porta avanti (snellezza dell PA, responsabilità dirette sull’equilibrio finanziario, più agenzie e meno aziende pubbliche in moti settori “non vitali”, ecc.), ma anche forte di principi che garantiscono, a regime, un Welfare giusto, coerente con un grado di civiltà e di dignità umana da XXI secolo. Uno Stato quindi che non rinuncia alla sua funzione di Regolatore dei Mercati, di Redistributore del Reddito per far scomparire la parola Povertà dalla vita dei cittadini che ne fanno parte.
Chi può fare una cosa simile, ammesso che sia la strada giusta?
Chi non ha paura di perdere voti e posti, ma anzi ha tutto l’interesse a snellire la Politica.
Caro Oscar, numeri giustissimi.
Numeri che mostrano senza pietà come negli anni ’90, il decennio del centrosinistra (Amato, Ciampi, Dini, Prodi, D’Alema e poi ancora Amato, con il piccolo intermezzo Berlusconiano), la spesa pubblica fosse scesa per la prima e unica volta della storia Italiana, ed il Pil pro capite avesse raggiunto nel 2001, a fine corsa del centrosinistra, il suo picco migliore.
Poi dieci anni di destra, di Berlusconi-Bossi, con un piccolo intermezzo Prodi. La spesa sale dal 46% al 52%, il Pil pro capite perde colpi anno dopo anno.
Caro Oscar, ormai l’hai capito anche tu, l’hanno capito tutti. Questi sono solo campioni di promesse e servi del denaro (proprio).
La serietà e la consapevolezza del governo, la guida dell’economia per il bene pubblico e non del singolo, il liberismo, nei suoi aspetti utili al bene collettivo, stanno e sono sempre stati, a sinistra.
Lucidissima e ottima analisi di Oscar Giannino a cui mi permetto di aggiungere che in Italia il vero settore strategico in cui investire questi soldi sono le medie e, in qualche caso, le piccole imprese innovative e quelle del Made in Italy che cercano di ripensare ai propri modelli di business per essere sempre più competitive sui mercati internazionali.
l italia produceva beni di consumo e industriali medio-bassi mentre la germania a puntato sui medio alti
un euro sopravalutato ha tagliato dal mercato la maggior parte dei nostri prodotti
da 2000 le nostre maggiori industrie,auto elettrodomestici siderurgia
abbigliamento sono scomparse, mentre le multinazionali al momento
di rinnovare gli impianti chiudono e se ne vanno
La politica ha superato ogni limite di decenza, ma è alla politica che spetta di modificare le regole del quadro economico, Come aspettarsi da questa politica interventi congrui quando dell’inefficienza del sistema essa si nutre? Penso che tutti siano intimamente convinti che l’economia si sana col taglio delle spese e degli sprechi e con investimenti nello sviluppo e nella ricerca, ma come salvare le clientele? Condovido che lo Stato interventista non può essere la soluzione e chiedo allo Stato il coraggio di rifondarsi, tornando alla funzione che gli compete di porre i paletti entro cui i singoli attori della società siano liberi nella loro iniziativa ed intraprendenza.
Salve Oscar,
sai cosa mi fa ridere della prima faccenda che hai descritto? Che lo si chiami Fondo Sovrano. I Fondi Sovrani degli altri paesi sono tali perché alimentati da un afflusso di capitali conseguente per lo più dalla loro capacità di export, insomma sono capitalizzazioni di accumuli di riserve derivanti da surplus della bilancia dei pagamenti (vedi arabi esportatori di petrolio, norvegia idem, cina superesportatore mondiale…).
Ora, a me risulterebbe che la Germania se non è l’unico paese europeo che può replicare questa fattispecie, poco ci manca. Quindi, ma cosa parlano in Italia di un Fondo Sovrano? ma chiamatelo con il loro nome: IRI2!!!! Chiamarlo Fondo Sovrano è roba da Orwell!!!!!
Caro Oscar,
condivido il suo ragionamento nella parte numerica, non lo condivido molto nella parte di analisi. Le basi per l’esplosione della spesa statale le pone, a mio avviso, proprio il concetto di liberalismo che Lei propugna e che viene volgarmente interpretato come un “incrementa il tuo profitto più che puoi”.
Con l’attuale governo si è affermato un modello che funziona proprio come un’impresa: creare valore, ovvero guadagno, per gli azionisti e il management (i politici e i finanziatori, non gli elettori che sono equiparati ai clienti). Il CEO di questa impresa vende consenso facendoselo pagare in voti e quindi in tasse: si tratta semplicemente di individuare il livello di tasse che si può applicare senza perdere il consenso. Lei sa benissimo che la potenza del marketing è spaventosa, l’impresa-governo la sta usando per mantenere consenso senza intaccare, anzi incrementando, il guadagno.
E’ facile immaginare l’ufficio marketing del governo-impresa che sta valutando come far passare l’incremento di tasse per la sanità del Veneto, ci sono tantissime opzioni, con i mezzi di comunicazione a disposizione non ci vuole neppure fantasia: aumentare la paura della criminalità o dell’immigrazione, dare la colpa al sindacato e alla sinistra che difende i “privilegi” dei lavoratori, dare la colpa ai Francesi che ci vogliono comprare tutte le cliniche private, dare la colpa ai Napoletani che vogliono i soldi per le spazzature, dare la colpa all’Europa che impone nuovi regolamenti, dare la colpa a tutti tranne a chi da sempre governa la regione e da quasi un decennio il paese; come vede manca solo l’imbarazzo della scelta.
Sui numeri ho poi notato che, se non sbaglio, il minimo della spesa è stato nel 2000 (Governi D’Alema/Amato, 46,2) per risalire decisamente in seguito (48,3 nel 2005, 52,4 nel 2010, nel pieno del decennio Berlusconiano). Non è che quelli del 2000 erano un po’ più bravi? Forse un po’ di ideologia diversa dal puro liberismo mal applicato, anzi applicato fin troppo bene,in realtà funziona meglio quando si deve governare un paese.
Irreprensibili, come sempre, la chiarezza di idee e la capacità di sintesi del Dott. Giannino. I quattro punti illustrati inquadrano perfettamente, a mio giudizio, la situazione italiana. Vorrei aggiungere, per cercare di tradurre in azione il risultato degli attenti esami, una osservazione: i primi due punti (Industria e PIL) dipendono, in gran parte, dai secondi (Stato e Petrolio). Con una variante per quanto riguarda la possibilità e i tempi di intervento. Nessuno si illude, specie dopo gli incidenti giapponesi, di introdurre in Italia il nucleare in tempi brevi: continueremo a comprare elettricità da chi, dopo una verifica della sicurezza delle proprie centrali atomiche, continuerà a produrne e continueremo a comprare petrolio a qualsiasi prezzo: da questo punto di vista nessun miglioramento rispetto ai fattori che hanno pesato – e dobbiamo ringraziarne verdi, rossi e rosati – e pesano sullo sviluppo di Industria e PIL.
Per quanto riguarda il peso dello Stato, invece, si potrebbe fare qualcosa. In alcuni miei interventi precedenti, che non riepilogo per non abusare della pazienza altrui ma che possono essere reperiti sotto il nome Giuseppe Gilardoni o sotto lo pseudonimo “Lo Scimmione”, avevo espresso il parere che lo Stato debba fare una energica cura dimagrante, con la soppressione degli enti inutili – e spesso dannosi – e degli sprechi in genere; avevo invitato a segnalare gli enti – Consigli di circoscrizione, Province, Regioni (?), Consorzi per il prosciugamento di terreni ormai siccitosi, ecc….. – in modo da sottoporne l’elenco al Governo. Le parole con cui il Dott. Giannino conclude il suo articolo – ………quadrilatero MOLTO PREOCCUPANTE – mi inducono a qualche speranza: se nell’incertezza si può tergiversare, la gravità della situazione dovrebbe spingere a comportamenti adeguati. Se il Primo Ministro ha conservato un po’ delle capacità che gli hanno assicurato in passato il successo come imprenditore (con gli attacchi a cui è sottoposto avrebbe il diritto di essere groggy) non può non rendersi conto che verrà spedito a casa alla fine del mandato e scomparirà definitivamente dal mondo della politica. Perso per perso, perchè non attuare il programma di snellimento dello Stato in base al quale era stato eletto? Non dovrebbe essergli difficile – capacità di grande persuasore a parte – rendere partecipi i membri della sua maggioranza di un ragionamento tanto ovvio.
@Roberto 51
Ma che c’entra il liberalismo con quello di cui lei sta parlando? Mi citi un autore liberale che ritiene che sia liberalismo aumentare la spesa e concedere privilegi alle grandi aziende. Me ne citi uno. Non si scomodi a cercare, però: non ne troverà neanche uno, perché non esistono. Prima di usare una parola, occorre chiedersi cosa significa.
Giannino nei tuoi numeri non parli del nero, dell’economia sommersa,
e di quella semi-sommersa. un 30% del PIL che fa girare l’Italia e fa pagare più tasse a chi le paga !!
e questo spiega i SUV che si moltiplicano, BMW che aumenta le vendite, e lo sfoggio di vera opulenza di certe fasce sociali che ancora oggi in piena crisi, per noi Italiani, vivono accrescendo il loro tenore di vita.
Poi Giannino parliamoci chiaro, tu continui a sostenere questo governo, ma mai e dico mai è esistito un governo MENO LIBERISTA del governo Berlusconi. Siamo governati da un MONOPOLISTA e ce lo ricordano tutti i giorni i dati di Publitalia. Ascolti in picchiata da anni e continua crescita del fatturato e della share di mercato (sic!).
Quindi inizia a dire che con i tuoi compagni di merende non si va da nessuna parte.
Bersani con le sue buffe lenzuolate a fatto qualcosa:
– l’apertura delle parafarmacie ha creato concorrenza e creato una guerra di sconti sui farmaci da banco
– ha eliminato il balzello sulle ricariche telefoniche
– ha permesso la portabilità dei mutui
– ha dato fastidio a quell’altro oligopolio delle assicurazioni
quindi abbassa la bandiera dell’ideologia e cerca di parlare di fatti e non pugnette destrorse ok.-
Lo Stato è la soluzione, l’unica per molti aspetti del vivere comune e ritorniamo ai concetti base:
– energia
– acqua
– sanità
– trasporti base e per aree disagiate
– sistema postale di base e per aree disagiate
– istruzione a tutti i livelli
Sono gli ambiti in cui lo Stato è essenziale e dove il privato ovunque nel medio periodi si dimostra o inefficiente o pericoloso per la salute.
Forse è inutile fornire degli esempi.
Ma vogliamo parlare della sicurezza delle centrali nucleari gestite da privati, della sicurezza delle ferrovie inglesi privatizzate, di Parigi e Berlino che ritornano all’acqua pubblica dopo averla privatizzata, delle multinazionali dei servizi di consegna che non consegnano la Posta nelle aree disagiate se non a prezzi esorbitanti e… ultimo caso di NON FUNZIONAMENTO del mercato.
I traghetti per la Sardegna.
Da quest’anno con l’uscita di scena di Tirrenia le tariffe si sono impennate anche del 300% anche per i residenti…
Giannino fattene una ragione lo STATO è UTILE. Certo va fatto funzionare bene.
per #23
Ovvio che lo Stato è utile!!!! Chi lo mette in dubbio!!! Giannino non ha detto questo!!! Lo Stato deve intervenire solo dove ci sono dei fallimenti del mercato (come ci insegna la teoria economica). Invece oggi assistiamo ad una “destra tremontiana” dirigista e protezionista che vuole lo Stato onnipresente. Vuole che la Cassa depositi e prestiti acquisti quote delle imprese strategiche, vuole chiudersi ai “cinesi” responsabili, secondo il nostro geniale ministro dell’economia, della stagnazione italiana degli ultimi 10 anni. Meno Stato sai cosa significa? Ti faccio degli esempi: privatizzare le poste italiane, le ferrovie e i servizi pubblici locali; aumentare la concorrenza in questi settori per far ridurre i prezzi e far risparmiare reddito agli italiani. Lo Stato non si deve occupare dell’italianità delle imprese, come nel caso Alitalia ieri e Parmalat oggi! Vi ricordo che negli USA non ci sono compagnie di bandiera e i prezzi dei voli sono i più bassi del mondo! Così come la Volvo non è più svedese e gli investimenti in ricerca non sono affatti diminuiti (così come l’occupazione). Abbiamo come Italia lo stesso livello, in percentuale del PIL, della Svezia ma non abbiamo i benefici che ci sono in quel paese. Dunque si tratta di spesa improduttiva, inefficiente che serve per pagare gli stipendi di persone inutili e in sovrannumero negli enti pubblici (che portano voti!!). Dobbiamo ridurre quest’enorme spesa pubblica improduttiva per ridurre le tasse ai cittadini (per aumentare il loro reddito disponibile) e alle imprese efficienti che generano prodotti innovativi (e dunque occupazione) e che non ne possono più di uno Stato inefficiente che con le loro tasse non costruisce autostrade, ponti, ecc. ma paga stipendi “clientelari” a dipendenti pubblici in sovrannumero. Vogliamo parlare delle università? E dello spreco delle risorse pubbliche? Ti sembra giusto buttare al mare fior fiori di soldi per pagare ricercatori e professori mediocri? Ti sembra giusto che tutti i professori ricevano, con minime differenze, lo stesso stipendio? Non ti sembra giusto risparmiare espellendo professori inutili e incompenti (assunti grazie all’appoggio politico) e parametrare più del 50% dello stipendio di un docente sulla base della quantità e qualità della ricerca?Dunque risparmi e meritocrazia. Purtroppo oggi la nostra destra è ultrastatalista, e il mio rammarico è che la classe giornalistica italiana non abbia attaccato le “teorie” tremontiane sin dall’inizio. Tutti con riverenza a tessere le lodi del nuovo Adam Smith autore di due libri “La paura e la speranza” e “Rischi fatali” pieni zeppi di errori logici e fattuali (purtroppo il nostro ministro è un tributarista che non ha mai studiato veramente la teoria economica!!!). Con questa destra e con una sinistra, oggi, nelle mani di Vendola, la vedo NERA!!!!
@marco
Quello che hai appena descritto una rappresentazione dello Stato Minimo ( che per me è anche troppo essendo un Nozickiano convinto). Il problema è che questo trattore (stato italiano) che spacciamo per lamborgini non funziona perchè enorme,ladro e privo di decenza. Io sono per un sistema sanitario e dell’ istruzione di stampo anglosassone/americano, ma per esserci ( soprattutto quest’ultimo) bisogna che il mercato del lavoro funzioni, cosa che non fa da un bel po di tempo ( lo si vede anche dai tassi di crescita vergognosi che se rapportati a quelli degli altri paesi rispetto all’andamento negli scorsi 20 anni, fanno ridere).
Se non si può avere il modello nord-europeo statale perchè inefficiente, vuol dire che la risposta per la penisola italica è MENO stato e non la pallida imitazione degli ottimi ed efficienti servizi nord-europei che non riusciamo nemmeno a scimmiottare.
Per quanto riguarda le centrali nucleari io sono a sfavore ma non per le tue motivazioni, semplicemente perchè se nel 2010 pardon, 2011 non si è riusciti a finire una AUTOSTRADA ( Salerno-RC) con quale fiducia posso mettere in mano a questo stato una centrale nucleare??
dai…
Caro Giannino,
io non so più che dirle. Condivido il tutto, condivido quasi sempre quello che dice. Sono esausto però. Esco da un’esperienza politica in cui cercavo di fornire il mio apporto in tal senso. Non le racconto cosa é venuto fuori! Sto pensando a come si possano attuare certe idee attraverso la partecipazione politica, ma sarà l’inesperienza, sarà altro non so come altrimenti muovermi. Accetto ogni suggerimento.
Dr Giannino, quanto scrive nella prima parte dell’articolo è completamente condivisibile.
Detto questo e assumendo il punto irrinunciabile cosa fare con gli amici europei, sopratutto francesi, che mi sembra applichino metodi al nostro governo liberalstatalista?
errata corrige
Dr Giannino, quanto scrive nella prima parte dell’articolo è completamente condivisibile.
Detto questo e assumendo il punto irrinunciabile Le chiedo: cosa fare con gli amici europei, sopratutto francesi, che mi sembra applichino i metodi cari al nostro governo liberalstatalista?
Malinconia.Da cumuli di pensione.E cosi’ i nostri eroi,mentre ricoprono “l’alto incarico” pensando “al bene supremo”,provvedono a stipare il loro sacco.A che servono le analisi.L’unica scelta è la durata dell’agonia.Non ci sono piu’ traguardi.Scomparsi.
@Pietro Monsurrò
Nel mio commento più che riferirmi alle diverse dottrine che fanno più o meno capo al liberalismo mi riferivo alla volgarizzazione e semplificazione che se ne fa quando l’utile economico diventa l’unico valore da perseguire.
Grazie per l’attenzione.
La citazione, da parte di “Marco”, dei meriti di Bersani – nella palude di sprechi, impicci e distorsioni provocati dalla sinistra statalista – mi fa pensare a Mussolini che riuscì a far arrivare in orario i treni e diede vita alla Previdenza Sociale. Concordo con Alessandro Terracina che un conto è parlare di abolizione dello Stato e un altro conto aspirare alla sua riduzione al minimo indispensabile.
Continuo a pensare che dovremmo predisporre un elenco di enti inutili e di sprechi da evitare e cercare di far comprendere a questa maggioranza che solo attraverso la riduzione della spesa pubblica ha qualche possibilità di salvarsi (e salvare tutti noi); anche in caso di caduta, o di mancato rinnovo del mandato, conserverebbe una sua credibilità e avrebbe possibilità di risorgere: in caso contrario scomparirebbe dalla scena politica.
Noto – en passant, per allentare la tensione e badando a non divagare dall’argomento principale – che negli ultimi tempi una importante privatizzazione è stata attuata: quella della Giustizia. Mi diceva una conoscente avvocato che, da qualche tempo, non vede contratto, anche di piccola importanza, che non riporti la clausola di ricorso all’arbitrato in caso di controversie: con arbitro scelto di comune accordo fra i legali delle parti o, in difetto, indicato dal Presidente della Camera di Commercio. E’ il solo modo – mi diceva – che hanno i contraenti per sperare di dirimere le loro questioni in tempi relativamente brevi e con la certezza di affidare la decisione ad un arbitro che si prenda il disturbo di leggere le carte e giudichi al massimo della propria equanimità e competenza professionale, spinto dall’interesse ad essere ritenuto valido dai colleghi avvocati e prescelto per altre simili incombenze.
Mi sembra che in questo Paese tanto il settore statale che quello privato facciano a gara a sfornare il peggio con una guerra non dichiarata, ma in atto, contro la qualità, la competenza, la correttezza, la creatività, l’ingegno, l’impegno e l’efficienza.
In ogni caso qualsiasi eventuale “riforma” tanto in senso liberista che statalista cadrebbe nel vuoto in quanto dovrebbe essere attuata dalle numerosissime sacche di parassitismo sfruttatore sia private che pubbliche che campano alla stragrande con l’attuale sistema. E non sto parlando solo di politici, che conteranno ma sono pochi, ma di tanti innumerevoli comunissimi cittadini imboscati e mantenuti ovunque.
Mitico Giannino,
come insegna Kenneth Minogue (riprendendo Hayek) l’idealismo politico – cioè il nostro modello sociale – ci rende meno liberi, perchè spende enormi quantità di denaro pubblico perseguendo l’illusione di dover cambiare la società per renderla più egualitaria e più “giusta”: in realtà genera esattamente l’effetto contrario.
L’amara verità è che “la democrazia è il modo civile di impossessarsi dei soldi altrui” per farci i comodi della politica…
ineccepibile. purtroppo.
COME PERDERE I VOTI DEI LIBERI PROFESSIONISTI
(con tutta la mia simpatia a Giannino)
Sembra che i nostri politici vogliano fare di tutto per perdere le prossime elezioni. Non bastava l’autogol del nucleare, che nessuno vuole. Non bastava la chiusura dell’accesso al lavoro per i tanti docenti precari. Non bastava la fiacca politica di respingimento dei Tunisini, con cedimenti a ricatti e taglieggiamenti (tanto paghiamo noi…). Non bastava nemmeno una riforma della giustizia che non interessa a nessuno, e quel processo breve salvadelinquenti che si presenta come il contrario di cio’ che vuole il popolo.
I nostri politici vanno anche a rompere le uova proprio al loro migliore ettorato, i ceti produttivi, a quei tantissimi liberi professionisti che LIBERI vogliono continuare a essere.
La rivolta generalizzata degli avvocati, dei praticanti avvocati e degli studenti di giurisprudenza contro la medioevale e assurda riforma forense ammazzavvocati di Alfano e del CNF, la riforma pro casta, pro baroni, dimostra che il suicidio elettorale sembra essere lo sport preferito dei nostri politici, e che forse e’ il caso di SOSTITUIRLI con altri che portino avanti la nostra volonta’ e non i loro interessi e quelli delle lobby baronali.
OBBLIGHI DIVIETI TASSE CONTRIBUTI E… FORMAZIONE!
RIFORMISMO CONTRO IL POPOLO
Oggi il termine “riformare” è divenuto sinonimo di “depredare”, ovvero imporre al popolo nuovi obblighi, divieti, tasse, contributi, pagamenti: si cambia in peggio per meglio asservire il popolo.
Alcuni tipici strumenti di questo riformismo antipopolare sono:
– gli obblighi di assicurazione: servono a impoverire il popolo e ad arricchire le grandi multinazionali assicurative;
– gli obblighi di formazione, sia prima che dopo l’accesso all’attività lavorativa: servono a foraggiare i parassitari enti, istituti, associazioni ecc., sia pubblici che privati, che esercitano una pseudo attività di formazione, e nello stesso tempo servono anche ad abituare gli obbligati a obbedire;
– le illiberali barriere e i numeri chiusi per l’accesso sia all’istruzione che ad arti, professioni e mestieri, ivi compresi i vari esami di stato: servono a riservare le attività piu’ comode e lucrative solo alle famiglie padrone o ai loro lacchè piu’ fidati;
– le soffocanti e inattuabili normative in tema di lavoro, di infortuni, di standard qualitativi di macchinari, edifici, impianti, ivi compresi gli obblighi di revisioni e collaudi periodici: servono a impoverire il contenuto del diritto di prorpietà privata e a strangolare l’iniziativa e l’attività economica di chi si pone in concorrenza con le imprese delle famiglie padrone;
– i soffocanti obblighi e controlli fiscali, ivi compreso l’obbligo di aprire quei conti correnti dedicati che vanno ad arricchire le grandi banche…
Come disse Berlusconi: “SE TU NON TI OCCUPI DI POLITICA, LA POLITICA SI OCCUPERA’ DI TE”.
credo che ben capite COME…
era ovvio che l’obbligo di formazione continua era il primo passo:
serviva a saggiare le nostre divisioni, la nostra disorganizzazione, il nostro ottuso individualismo, la poca comunicazione tra noi,
serviva ad abituarci ad obbedire, come tanti cagnolini, come tanti scolaretti.
ora passano al sodo, vogliono DEPREDARCI ED ASSERVIRCI.
ADERITE
http://www.facebook.com/home.php?sk=group_209275772416827
http://www.facebook.com/topic.php?topic=15261&uid=40009317333
La riforma Alfano contro l’avvocatura, contro gli studi medio piccoli, contro i giovani avvocati, contro i praticanti e gli studenti di giurisprudenza, NON DEVE PASSARE!
Facciamo si’ che l’obbligo di formazione continua si trasformi in un boomerang contro chi ce l’ha imposto.
Approfittiamo degli incontri per la formazione permanente , incontri COATTI, AI QUALI CI OBBLIGANO contro la nostra volonta’, per trasformarli in assemblee democratiche CONTRO CHI CI VUOLE DEPREDARE E ASSERVIRE, e contro qualsiasi organo di vertice CHE NON CI RAPPRESENTA E TRADISCE IL NOSTRO MANDATO e la nostra volonta’.
STA A NOI SAPERCI ORGANIZZARE, ESSERE CAPACI DI FARCI SENTIRE.
Non vogliamo vivere percorrendo dei binari che altri hanno preparato per noi e contro di noi: vogliamo essere padroni della nostra vita, del nostro lavoro, del nostro guadagno, delle tradizioni proprie delle nostre famiglie, del NOSTRO MODO DI PENSARE, DI CONCEPIRE LA SOCIETA’ E LA VITA.
Contro questo stato, contro le famiglie padrone di questo stato.
Filippo Matteucci
COSA PREVEDE LA RIFORMA CONTRO GLI AVVOCATI
– l’ impossibilità all’abilitazione per chi non passa i test d’ingresso e chi non possa frequentare le scuole solo forensi a pagamento e per non meno di 250 ore annue – art . 41 e art 42 Riforma (Ai fini dell’iscrizione nel registro dei praticanti è necessario il superamento di un test di ingresso, da svolgersi periodicamente con modalità informatiche presso la sede dei Consigli degli Ordini Distrettuali” e “Il tirocinio, oltre che nella pratica svolta presso uno studio professionale, consiste altresì nella frequenza obbligatoria e con profitto, per un periodo non inferiore a ventiquattro mesi di corsi di formazione a contenuto professionalizzante tenuti esclusivamente da ordini e associazioni forensi” e “c) la durata minima dei corsi di formazione, prevedendo un carico didattico non inferiore a duecentocinquanta ore per l’intero biennio; d) le modalità e le condizioni per la frequenza dei corsi di formazione da parte del praticante avvocato nonché quelle per le verifiche intermedie e finale del profitto, che dovranno essere affidate ad una commissione composta da avvocati, magistrati e docenti universitari, in modo da garantire omogeneità di giudizio su tutto il territorio nazionale)” .
Ad oggi non esiste alcuna barriera per concludere proficuamente la pratica forense essendo solo necessario frequentare uno studio professionale ( senza spese o esami di sorta)
– esami previa preselezione e solo con codici NON commentati Art. 44 (Disposizioni generali) “1. L’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato può essere sostenuto soltanto dal praticante avvocato che abbia effettuato il tirocinio professionale, che non abbia compiuto cinquanta anni alla data di scadenza del termine previsto per la presentazione della domanda di partecipazione e che abbia superato la prova di preselezione informatica di cui all’articolo 45…” e art 46 . “La prova scritta si svolge col solo ausilio dei testi di legge senza commenti e citazioni giurisprudenziali”
Ad oggi non esiste alcuna barriera per arrivare all’esame professionale ed è possibile utilizzare in sede di esami gli indispensabili codici commentati con le sentenze giurisprudenziali
– cancellazione di fatto del patrocinio legale “autonomo” (si potrà solamente sostituire il titolare di studio nelle sua cause) (art 41 Riforma) (“Nel periodo di svolgimento del tirocinio il praticante avvocato, decorso un anno dall’iscrizione nel registro dei praticanti, può esercitare attività professionale solo in sostituzione dell’avvocato presso il quale svolge la pratica e comunque sotto il controllo e la responsabilità dello stesso, in ambito civile di fronte al Tribunale e ai giudici di pace, e in ambito penale, nei procedimenti che in base alle norme vigenti anteriormente alla legge 16 luglio 1997, n. 254 rientravano nella competenza del Pretore”
Ad oggi dopo un anno è possibile avere il patrocinio legale che dà la possibilità di guadagnare autonomamente con cause proprie per ben sei anni in attesa di superare l’esame professionale
– obbligo di presentare agli orali ordinamento e deontologia forensi e le materie più difficili (oggi solo facoltative) come diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile, diritto processuale penale più due altre materie facoltative (art 46 Riforma “…….. in una prova orale in forma di discussione con la commissione esaminatrice, durante la quale il candidato dovrà illustrare la prova scritta, e dimostrare la conoscenza delle seguenti materie: ordinamento e deontologia forensi, diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile, diritto processuale penale; oltre ad altre due materie, scelte preventivamente dal candidato, tra le seguenti: diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto comunitario ed internazionale privato, diritto tributario”)
Ad oggi è possibile presentare solo materie molto semplici come diritto internazionale privato, diritto comunitario etc
– non si potrà sostenere l’esame dopo più di 3 bocciature (Art 43 Riforma) (“Il Consiglio dell’ordine presso il quale è compiuto il biennio di tirocinio rilascia il relativo certificato che consente di partecipare alla prova di preselezione informatica per l’ammissione all’esame di Stato per le tre sessioni immediatamente successive, salvo il diritto di ripetere il biennio di tirocinio al fine del conseguimento di un nuovo certificato di compiuta pratica”)
Ad oggi non esiste alcun limite
– non potrà sostenere l’esame chi ha 50 anni
Ad oggi non esiste alcun limite
Per quelle poche centinaia di fortunatissimi nuovi avvocati l’anno in tutta Italia (ad oggi la percentuale di promossi all’esame forense è già la più bassa tra tutte le “libere” professioni con appena il 35% degli idonei ogni anno) sarà anche previsto che:
-VERRÀ CANCELLATO (CON UNA NORMA EVIDENTEMENTE INCOSTITUZIONALE) DALL’ALBO DEGLI AVVOCATI CHI NON RAGGIUNGERA’ UN LIMITE MINIMO DI REDDITO PROFESSIONALE DECISO DAGLI ORDINI E/O CHI NON VERRA’ DAGLI ORDINI RITENUTO ESERCITANTE LA PROFESSIONE IN MODO CONTINUATIVO (Art 19 riforma).
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Riportiamo anche lo scritto dell’UGAI e ringraziamo.
UNIONE GIOVANI AVVOCATI ITALIANI
AVVOCATI CONTRO LA RIFORMA “ALFANO-CNF”
NO ALL’IMMEDIATA CANCELLAZIONE DALL’ALBO DEGLI AVVOCATI PER REDDITO PROFESSIONALE SOTTO IL MINIMO (Art 19)
NO ALL’ ABOLIZIONE DELL’ABILITAZIONE AUTOMATICA PER LA CASSAZIONE A DANNO DEI GIOVANI AVVOCATI (Art 20)
NO AI CONTROLLI “FISCALI” SUGLI AVVOCATI DA PARTE DEGLI ORDINI D’INTESA CON GLI UFFICI FINANZIARI (Art 19)
NO AI PRATICANTI SOLO “PART TIME” NEGLI STUDI LEGALI DURANTE IL TIROCINIO A CAUSA DELLE SCUOLE POST- LAUREA A PAGAMENTO (ART. 42)
NO ALL’AVVOCATURA POSSIBILE “OSTAGGIO” DELLE COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE CIVILE E DELLE AZIONI DI RISARCIMENTO DEI CLIENTI (Art.11)
NO AD ESAMI E SPESE COATTIVE PER AVERE LE SPECIALIZZAZIONI (Art. 8)
NO ALLA FORMAZIONE COATTIVA “A SPESE” DEGLI AVVOCATI (A
@FILIPPO MATTEUCCI
mancherebbe soltanto:
NO ALL’ORDINE DEGLI AVVOCATI
per avere un senso tutto quanto; gli ordini professionali vanno aboliti, questo è quanto ( da quello dei giornalisti a quello dei commercialisti). Nella fattispecie degli avvocati ragionando in termini di domanda ed offerta…tra qualche anno ci troveremo invasi da avvocati.. e dubito fortemente che questi possano “tirare a campare” , qualora l’offerta superasse la domanda ( salvo iniziare a farsi causa tra di loro).
Dov’è la concorrenza quando i prezzi sono esogeni( quindi dati) e non contrattati sul mercato?
Di certo io sono prevenuto verso i vari “azzeccagarbugli” che invadono la piazza…ma credo che siate sinceramente TROPPI.
equitalia deruba con metodi da terrorismo tributario,continua a pignorare case,auto e conti correnti non degli evasori ma di gente disperata che si rivolge alle banche e agli usurai.molti di noi hanno visto gente per bene perdere tutto e ridotta a mangiare alla caritas.e loro ,i politici mantengono le loro laute prebende,avete visto tutti i giornali dei giorni scorsi…prodi prende la bellezza di 3 pensioni al mese,idem scalfaro e cossutta e tanti altri, tutti appartenenti alla casta politica e non solo,manager che vanno in pensione con milioni di euro e altri,cittadini sudditi che non arrivano a fine mese.questi qui non hanno nemmeno piu’ vergogna,non hanno dignita,loro non pagano mai,non fanno file a EQUITALIA -GERIT DOVE INVECE TROVIAMO SOLO GENTE DISPERATA CHE IN QUESTO MOMENTO DI CRISI SI INDEBITA ,RATEIZZA…RATEIZZA RATEIZZA ED E’ COME SE GLI FACESSERO UN FAVORE…QUESTI VOGLIONO L’ANIMA E MOLTI MUOIONO DI CREPACUORE E DI BILE,NON DORMONO PIU’ LA NOTTE.PER QUELLO CHE FATE ..SIGNORI POLITICI NON DOVETE PIU’ PRESENTARVI PERCHE’ NON PRENDERETE VOTI MA SPUTI DA TUTTI COLORO CHE AVETE ROVINATO, I VERI EVASORI SIETE VOI CHE ACCUSATE E CHE AVETE FATTO RIENTRARE IN ITALIA EVASORI TOTALI MA QUELLI VERI CHE HANNO EVASO MIGLIAIA DI MILIARDI.VERGOGNATEVI LADRI SCHIFOSI E RAPINATORI.
sono totalmente in accordo con te’ !!!
QUESTI SIGNORI SI ATTEGGIANO A NOBILI INTOCCABILI CHE SE NE FREGANO DEI DIRITTI DEI LORO SUDDITI , NON HANNO NESSUN RITEGNO E NON RISPETTANO LE STESSE LEGGE CHE FANNO .
QUESTA E’ GENTAGLIA CHE VA’ ELIMINATA NELLO STESSO MODO IN CUI VENGONO ELIMINATI I DITTATORI IN NORDAFRICA DAI LORO ” SUDDITI ” .
ITALIANI SVEGLIATEVI NON E’ DETTO CHE DOBBIAMO SOPPORTARLI PER TUTTA LA VITA !!!!!!!!
RISPONDETEMI SE AVETE ANCORA LE ” PALLE ” .
ma , scusa che senso ha che lo stato produca delle merendine o della pasta , o delle navi
o dei motori o delle auto o ci traghetti verso le isole o ci faccia viaggiare sui binari , gestica i musei , le spiagge i boschi .
sono tutte cose che un privato farebbe molto meglio ed in modo piu’ efficiente .
sono d’accordo con te’ che i servizi ( luce , acqua , gas , scuola , sanita’ ) debbano essere
gestiti dallo stato , perche’ purtroppo questo e’ un paese malato di tangenti e quindi tutte
queste attivita’ che sono un monopolio naturale finirebbero per costarci un patrimonio come in effetti sta’ accadendo .
ma sono anche dell’opinione che lo stato debba contribuire per un massimo del 30% della spesa del nostro paese e non per oltre il 50% , in quanto lo stato non e’ in grado di allocare in modo efficiente ma anzi drena risorse a sfavore di chi saprebbe farle fruttare di piu’.
quindi cao Marco togliti il solito paraochhi e comincia a vedere e capire come funzionano veramente le cose .
Il tuo caro Bersani ha fatto solo liberalizzazioni di facciata e non ha minimamente intaccato le varie corporazioni che sguazzano nel nostro paese tra cui c’e’ il sinadato causa principale di tutti i mali dell’italia .
le decisioni non vanno concertate perche’ il risultato sara’ sempre un compromesso tra vari interessi e quindi non produrrano risultati per nessuno e s iriveleranno per quello che sono ovvero ” non decisioni ” .
Caro Marco hai stancato con le tue idee fuori dal tempo nonche’ dalla RAGIONE .
Ti do’ un consiglio fai un corso di economia e prendi la partita IVA , per poter parlare di certe cose BISOGNA AVERLE PROVATE DI PERSONA e non per sentito dire .
Ti prego facci questo piacere , con gente come te’ l’ITALIA non cambiera’ mai e noi diventeremo sempre piu’ sudditi e schiavi .
Non e’ con Bersani o D’alema o Letta o Franceschini etc. che si cambia L’ITALIA , questa e’ gente senza idee ed anagraficamente vecchia .
oscar, una cosa piccola piccola ma significativa su cui spero vorrai soffermarti. Vivo in Brianza e lavoro a Milano. causa lavori sulla SS336 (valassina) si impiegano nell’ora di punta circa 90 minuti per fare 15 km. Ho deciso allora di usare il treno, in ritardo, sporco ma ecologico e poi… si poteva ottenere le detrazioni dell’abbonamento. Lo sai che queste detrazioni sono state rimosse dal 730 2011? Perchè ??? perchè ogni qual volta si fa un passo nella direzione giusta poi se ne fanno 2 in treno ?
Lunedì riprendo la macchina
A presto
Gcarlo
oscar, una cosa piccola piccola ma significativa su cui spero vorrai soffermarti. Vivo in Brianza e lavoro a Milano. causa lavori sulla SS336 (valassina) si impiegano nell’ora di punta circa 90 minuti per fare 15 km. Ho deciso allora di usare il treno, in ritardo, sporco ma ecologico e poi… si poteva ottenere le detrazioni dell’abbonamento. Lo sai che queste detrazioni sono state rimosse dal 730 2011? Perchè ??? perchè ogni qual volta si fa un passo nella direzione giusta poi se ne fanno 2 indietro ?
Lunedì riprendo la macchina
A presto
Gcarlo
ascolto volentieri la trasmissione “9 in punto ”
ho bisogno di sentire veri ragionamenti , opinioni serie e idee chiare più dell’ aria che respiro.Non credo di poter sopportare oltre le parole animalesche ,i falsi ragionamenti ,le bestiali domande, le offensive affermazioni di tutti i politici ( e tutti non è un errore di generalizzazione )
Non ne posso più , sento la mia anima e la mia mente soffrire in modo incredibile
Non è possibile che la nostra bella Italia sia trattata in modo assolutamente foriero di pessime cose..e noi Italiani essere trattati come se possedessimo solo corpi vuoti.
Vorrei che persone che hanno un cervello funzionante e collegato al cuore ,potessero essere ascoltate e potessero esprimere le loro idee e soluzioni per uscire da questo tunnel. grazie giannino