L’alta velocità della spesa ferroviaria
Il presidente della Repubblica Napolitano ha inaugurato ieri i 19 chilometri che completano la linea ferroviaria ad alta velocità tra Roma e Napoli. Come abbiamo potuto leggere sul Messaggero:
«Un viaggio in anteprima – spiega Ferrovie – per inaugurare il nuovo tratto di linea tra Gricignano e Napoli che da domenica 13 dicembre ridurrà di altri 11 minuti il tempo di percorrenza tra Roma e Napoli anticipando così il traguardo conclusivo del sistema Alta velocità – alta capacità Torino-Salerno che dal 13 dicembre sarà aperto interamente al pubblico con treni a 300 chilometri orari».
Il tratto ad alta velocità «di penetrazione urbana nel nodo di Napoli», percorso per la prima volta oggi e commercialmente operativo dal prossimo 13 dicembre, «permetterà – ha spiegato Ferrovie – di spostarsi dal Colosseo al Vesuvio in un’ora e dieci minuti, su binari dedicati, consentendo così di utilizzare le attuali linee per il trasporto metropolitano e regionale con benefici in termini di puntualità e regolarità del servizio».
Il viaggio, sottolinea l’azienda, «celebra un successo interamente italiano. Infrastrutture, tecnologie di terra e di bordo, treni e know-how, tutto è rigorosamente made in Italy».
Anche i costi sono rigorosamente “made in Italy”: le tratte ferroviarie ad alta velocità sinora realizzate in Italia sono infatti costate al chilometro più del triplo di quelle francesi e quasi il quadruplo di quelle spagnole. Il record è (sinora) rappresentato dalla linea Torino-Milano: pur non essendo le due città separate da alcun rilievo alpino né appenninico il costo al km è stato pari a oltre 5 volte quello medio francese e a 6 volte quello medio spagnolo. Il contribuente italiano, compiaciuto per questo record tipicamente tricolore, invia ai decisori pubblici che si sono succeduti nei 17 anni trascorsi dall’avvio del progetto TAV i suoi sentiti ringraziamenti.
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Queste cifre sono deflazionate ? Mi spiego meglio e ovviamente correggetemi se sbaglio: la Francia ha costruito l’alta velocità in epoche diverse già negli anni ’80 con un costo delle materie prime e del lavoro ben diverso.