L’accordo Confindustria-sindacati ovvero il “patto per la Concertazione”
pubblicato su L’Intraprendente
“Patto di Genova”, “intesa per la crescita”, “storico accordo”. Così la quasi totalità della stampa italiana ha accolto l’accordo firmato a Genova, in occasione della festa nazionale del Pd, tra la Confindustria e la Triplice sindacale Cgil, Cisl e Uil. L’Unità “Il patto tra impresa e lavoro” l’ha messo addirittura in prima pagina. Nel documento – dal titolo Una legge di stabilità per l’occupazione e la crescita – Squinzi, Angeletti, Bonanni e Camusso si schierano apertamente dalla parte di Letta («la governabilità è un valore da difendere, perché vuol dire stabilità, condizione determinante per riavviare un ciclo positivo») e attaccano la cancellazione dell’Imu che «ha sottratto risorse che sarebbero state meglio impiegate per misure più efficaci per il rilancio delle imprese e il sostegno dei lavoratori».
Sul fronte delle proposte l’accordo è un vaste programme che si articola su tre pilastri: politiche fiscali, politiche industriali ed efficienza della spesa pubblica. Sul primo fronte «occorre un sistema fiscale efficiente, semplice, trasparente non ostile all’impresa e al lavoro», va ridotto il prelievo sui redditi da lavoro, tagliata l’Irap per la componente sul lavoro, stabilizzata la detassazione per l’incremento della produttività e proseguita la lotta all’evasione per abbassare la pressione fiscale. Sul lato delle politiche industriali bisogna aumentare gli investimenti per l’innovazione, implementare interventi per la green economy e creare «un fondo per la ristrutturazione industriale con la partecipazione di Cdp» (che è il sogno più volte confessato dalla Camusso di trasformare la Cassa depositi e prestiti in una nuova Iri). Per quanto riguarda la spesa i sindacati di categoria chiedono l’abolizione delle provincie, l’accorpamento dei piccoli comuni, l’applicazione dei costi-standard e una revisione della spesa che punti all’efficienza senza seguire la logica dei tagli lineari.
Meno tasse e più investimenti, meno sprechi e più efficienza, meno spesa ma senza tagliare i servizi e interventi di Cdp per ristrutturare le aziende, il tutto attraverso la «creazione di una cabina di regia – ha dichiarato Squinzi – con tutte le forze economiche, sociali e finanziarie», che si può tranquillamente tradurre con “concertazione”. In poche parole si propone di fare tutto ciò che da anni bisognerebbe fare e che mai si è fatto, ma ancora una volta seguendo un metodo, quello dell’apertura di “tavoli” e “cabine di regia”, che non ha mai portato a nulla. La follia, diceva Albert Einstein, sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.
Indubbio che la Camusso ama l’IRI, la invenzioni di Mussolini. Evidentemente secondo la Camusso non era poi il male assoluo.
@gianfranco, 4 settembre 2013,
Condivido. Infatti la concertazione è un rito corporativo, la continuazione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni dei tempi di Mussolini. L’Italia non è cambiata. L’Italia corporativa non può salvare la nazione. Può solo far guadagnare i privilegiati in attesa che si arrivi al default. Intanto l’Italia continua a registrare una contrazione del PIL quand’anche i Paesi europei segnano qualche modesta inversione di tendenza.
Solo chiacchiere. Tutto questo costa e nessuno di loro ha indicato dove trovate le coperture. Che spese si sfrondano ? Quanti insegnanti devono trovarsi un’altra occupazione? Quanti forestali? A quanti contributi statali rinunciano gli industriali? Poi ci si ritrova la vicepresidente Confindustria eletta presidente della fondazione Mps: solito fango viscoso e puzzolente nel quale tutto è immerso, noi compresi. Speriamo che il default arrivi in fretta.
concordo pienamente con mario45.. solo chiacchiere…
Mentre si distrae l’attenzione dalla realtà, parlando di IMU cioè di un falso problema e di soli 2 mld di euro da reperire, l’Italia reperisce soldi per 25 mld(ad oggi sono stati versati ben 62mld), da versare al MES o meglio conosciuto per fondo salvastati ad una istituzione privata controllata dalla BCE altra istituzione privata che a sua volta ubbidisce al altra istituzione privata che si chiama FMI (fondo mondiale internazioanle) che ancora a sua volta risponde ad un ente privato FED. Parlate invece di come recuperare la sovranità nazionale non di quella consortile dell’UE!
@elegantissimo D’accordo sul recupero della sovranità nazionale, ma, poi, chi la gestirà ? I Prodi, d’Alema e Ciampi e tutti gli altri che ci hanno governato e ad essa hanno rinunciato, o quelli che attualmente ci governano ? Al solo pensiero mi viene il mal di testa.