4
Set
2013

L’accordo Confindustria-sindacati ovvero il “patto per la Concertazione”

pubblicato su L’Intraprendente

“Patto di Genova”, “intesa per la crescita”, “storico accordo”. Così la quasi totalità della stampa italiana ha accolto l’accordo firmato a Genova, in occasione della festa nazionale del Pd, tra la Confindustria e la Triplice sindacale Cgil, Cisl e Uil. L’Unità “Il patto tra impresa e lavoro” l’ha messo addirittura in prima pagina. Nel documento – dal titolo Una legge di stabilità per l’occupazione e la crescita – Squinzi, Angeletti, Bonanni e Camusso si schierano apertamente dalla parte di Letta («la governabilità è un valore da difendere, perché vuol dire stabilità, condizione determinante per riavviare un ciclo positivo») e attaccano la cancellazione dell’Imu che «ha sottratto risorse che sarebbero state meglio impiegate per misure più efficaci per il rilancio delle imprese e il sostegno dei lavoratori».

Sul fronte delle proposte l’accordo è un vaste programme che si articola su tre pilastri: politiche fiscali, politiche industriali ed efficienza della spesa pubblica. Sul primo fronte «occorre un sistema fiscale efficiente, semplice, trasparente non ostile all’impresa e al lavoro», va ridotto il prelievo sui redditi da lavoro, tagliata l’Irap per la componente sul lavoro, stabilizzata la detassazione per l’incremento della produttività e proseguita la lotta all’evasione per abbassare la pressione fiscale. Sul lato delle politiche industriali bisogna aumentare gli investimenti per l’innovazione, implementare interventi per la green economy e creare «un fondo per la ristrutturazione industriale con la partecipazione di Cdp» (che è il sogno più volte confessato dalla Camusso di trasformare la Cassa depositi e prestiti in una nuova Iri). Per quanto riguarda la spesa i sindacati di categoria chiedono l’abolizione delle provincie, l’accorpamento dei piccoli comuni, l’applicazione dei costi-standard e una revisione della spesa che punti all’efficienza senza seguire la logica dei tagli lineari.

Meno tasse e più investimenti, meno sprechi e più efficienza, meno spesa ma senza tagliare i servizi e interventi di Cdp per ristrutturare le aziende, il tutto attraverso la «creazione di una cabina di regia – ha dichiarato Squinzi – con tutte le forze economiche, sociali e finanziarie», che si può tranquillamente tradurre con “concertazione”. In poche parole si propone di fare tutto ciò che da anni bisognerebbe fare e che mai si è fatto, ma ancora una volta seguendo un metodo, quello dell’apertura di “tavoli” e “cabine di regia”, che non ha mai portato a nulla. La follia, diceva Albert Einstein, sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.

6 Responses

  1. gianfranco

    Indubbio che la Camusso ama l’IRI, la invenzioni di Mussolini. Evidentemente secondo la Camusso non era poi il male assoluo.

  2. Francesco_P

    @gianfranco, 4 settembre 2013,
    Condivido. Infatti la concertazione è un rito corporativo, la continuazione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni dei tempi di Mussolini. L’Italia non è cambiata. L’Italia corporativa non può salvare la nazione. Può solo far guadagnare i privilegiati in attesa che si arrivi al default. Intanto l’Italia continua a registrare una contrazione del PIL quand’anche i Paesi europei segnano qualche modesta inversione di tendenza.

  3. Mario45

    Solo chiacchiere. Tutto questo costa e nessuno di loro ha indicato dove trovate le coperture. Che spese si sfrondano ? Quanti insegnanti devono trovarsi un’altra occupazione? Quanti forestali? A quanti contributi statali rinunciano gli industriali? Poi ci si ritrova la vicepresidente Confindustria eletta presidente della fondazione Mps: solito fango viscoso e puzzolente nel quale tutto è immerso, noi compresi. Speriamo che il default arrivi in fretta.

  4. elegantissimo

    Mentre si distrae l’attenzione dalla realtà, parlando di IMU cioè di un falso problema e di soli 2 mld di euro da reperire, l’Italia reperisce soldi per 25 mld(ad oggi sono stati versati ben 62mld), da versare al MES o meglio conosciuto per fondo salvastati ad una istituzione privata controllata dalla BCE altra istituzione privata che a sua volta ubbidisce al altra istituzione privata che si chiama FMI (fondo mondiale internazioanle) che ancora a sua volta risponde ad un ente privato FED. Parlate invece di come recuperare la sovranità nazionale non di quella consortile dell’UE!

  5. Mario45

    @elegantissimo D’accordo sul recupero della sovranità nazionale, ma, poi, chi la gestirà ? I Prodi, d’Alema e Ciampi e tutti gli altri che ci hanno governato e ad essa hanno rinunciato, o quelli che attualmente ci governano ? Al solo pensiero mi viene il mal di testa.

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