La vittoria di François Fillon: ora bisogna davvero riformare la Francia!—di Nicholas Lecaussin
Ospitiamo volentieri un articolo di Nicolas Lecaussin, dell’Institut européen de recherches économiques et fiscales di Parigi. Iref (http://fr.irefeurope.org) è un think tank fondato nel 2002 da professionisti e accademici europei con lo scopo di sviluppare una ricerca indipendente in materia economica e fiscale. L’istituto è indipendente e integralmente privato.
Il nostro Istituto è indipendente e di norma non prende apertamente posizione per questo o quel candidato politico. Una simile neutralità non impedisce tuttavia di informare con regolarità i nostri lettori e tutti coloro che ci sostengono e di esprimere un’opinione sui programmi economici e fiscali che vengono proposti.
Con questo spirito, insieme ad alcune associazioni «liberali», abbiamo invitato tutti i candidati della destra e del centro per esprimere le loro idee. Monsieur Juppé, che desidera salvaguardare il modello sociale francese, non ha risposto al nostro invito. Tra coloro che lo hanno fatto, François Fillon è stato quello che ci è sembrato più coraggioso nelle sue proposte di riforma e più adatto a portarle avanti.
Parlando ad una sala strapiena al Theâtre du Gymnase, il 5 settembre scorso, il suo discorso e le risposte alle nostre domande si sono svelati senza ambiguità a favore di una società di libertà e di un’economia di mercato. Il fatto di essere paragonato a Margaret Thatcher non lo spaventa. Egli crede nella libertà individuale e economica. Favorevole alla soppressione del limite di legge all’orario di lavoro, propone una contrattazione aziendale anziché un contratto di lavoro unico, la sottoposizione dei sindacati al diritto comune e la loro responsabilità per le volte in cui tengono in blocco il paese.
Per quel che riguarda la fiscalità, Fillon propone una flat tax del 30%. Ritiene che i funzionari non devono essere dei privilegiati e che si debbano cancellare 500.000 posti!
François Fillon è a favore della libertà scolastica sia nel momento della istituzione delle scuole che nel senso della loro effettiva autonomia. Lo Stato deve invece limitarsi alle sue funzioni storiche: la difesa, la polizia e la giustizia (con una riforma della formazione dei magistrati).
Naturalmente, il suo programma non è perfetto. Anzi, crediamo che sia il caso di incoraggiare fin da ora il candidato Fillon ad andare ancora più lontano nel percorso delle riforme: liberalizzando il mercato del lavoro, proponendo una riduzione consistente delle imposte e delle spese pubbliche, attivando un programma di privatizzazioni e di apertura alla concorrenza nel settore assistenziale e per taluni servizi pubblici, avviando una reale riforma delle pensioni, permettendo lo sviluppo delle scuole private… Il lavoro che resta per convincerlo è ancora lungo, ma ci auguriamo che comprenda il messaggio dei francesi che in gran numero hanno votato per lui: bisogna riformare seriamente il paese!
Nicolas Lecaussin, 21 novembre 2016
Institut de recherches économiques et fiscales
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