La Spagna sull’orlo del baratro
La Spagna è sull’orlo di una crisi di nervi o meglio sull’orlo di un baratro. Non sono solo i duri scontri che si sono avuti ieri 25-S davanti al Parlamento a preoccupare, ma vi sono almeno altre quattro punti critici cruciali che il paese iberico non sembra in grado di trovare una via d’uscita.
1) La Catalogna, una delle regioni più ricche del paese, ha deciso tramite il proprio presidente Artur Mas di andare alle elezioni anticipate. Il partito nazionalista catalano, il CIU, dopo aver vinto le elezioni nel novembre 2010 si è trovato di fronte alla necessità di effettuare duri tagli della spesa pubblica. Il consenso è calato velocemente, ma ancora più velocemente si è aperta l’opportunità per il partito al Governo di rivendicare la propria diversità dalla Spagna.
L’indipendenza della Catalogna non sembra più essere la volontà di una piccola parte della popolazione. Dopo la manifestazione dell’11 settembre scorso, il giorno nazionale della Catalunya chiamata Diada, quando sono scese in piazza oltre un milione di persone con il motto “Catalogna, nuovo Stato d’Europa”, tutto è successo molto velocemente. Il Parlamento Catalano rivendicava un nuovo patto fiscale con il Governo Centrale ma settimana scorsa questo piano è stato rigettato dal premier spagnolo Mariano Rajoy, perché troppo costoso per le casse sofferenti dell’amministrazione centrale.
In realtà Artur Mas era andato di fronte a Rajoy con una proposta “light” dato che chiedeva solo un miliardo e mezzo di euro in più nelle casse della Catalogna, quando il la regione ha invece un surplus fiscale di circa 15 miliardi di euro. Tuttavia il premier spagnolo non poteva fare diversamente perché le casse statali spagnole sono allo stremo. Dopo il gran rifiuto spagnolo, il presidente catalano ha annunciato che preferiva andare alle urne per attivare un processo di indipendenza della Catalogna. Un grave problema per la Spagna. Bisogna anche dire che il sentimento nazionalista catalano è stato supportato da una crisi economica forte nella regione dove i tagli alla spesa sociale sono stati molto importanti. I catalani si sono sentiti accusare dal resto della Spagna di non essere solidali, mentre altre regioni, quelle più povere annunciavano che i tagli loro non li avrebbero effettuati. Un conflitto difficile da risolvere che ha alimentato l’indipendentismo della regione di Barcellona.
E proprio da una regioni più povere della Spagna, l’Andalusia si è evidenziato un altro problema.
2) La situazione precaria dei conti delle Regioni. Il Governo di Rajoy ha aperto un fondo di salvataggio per le regioni in difficoltà e, notizie dell’ultima ora, indicano che la regione del sud della Spagna chiederà quasi 5 miliardi di euro. È l’ennesima regione che deve fare richiesta d’aiuto e il fondo ha praticamente finito i fondi dopo un mese di operatività. Il piano di rientro del deficit spagnolo, che lo scorso anno è arrivato all’8,9 per cento del PIL, prevedeva un livello di indebitamento regionale all’1,5 per cento, ma tale obiettivo sarà impossibile da rispettare.
3) Vi è un ulteriore problema, è il deficit a livello statale, ha già superato a fine agosto il massimo consentito e promesso all’Europa. L’obiettivo delle amministrazioni centrali era al 4,5 per cento, ma ad agosto il deficit era già al 4,7 per cento senza conteggiare il buco del sistema pensionistico.
La Spagna non rispetterà gli obiettivi che si era data e i problemi del settore bancario sono ancora lontani dall’essere risolto.
4) Il quarto problema riguarda proprio le casse di risparmio. Il Governo Rajoy ha richiesto 100 miliardi di euro per il settore sofferente, ma questi aiuti non saranno sicuramente sufficienti dato che si stima che gli attivi tossici nei bilanci delle banche spagnole superano ormai i 200 miliardi di euro. Una cifra colossale pari al 20 per cento del PIL che rischia di affossare definitivamente la Spagna.
Perché allora lo spread spagnolo è a livelli elevati, sopra i 400 punti, ma è lontano dai massimi dei mesi scorsi? Indubbiamente l’azione di Mario Draghi e la “sua” Banca Centrale Europea ha dato liquidità ai mercati che si è potuta riversare sull’acquisto dei bonos spagnoli. Tuttavia, come ricordato spesso su questo blog, l’azione BCE regala tempo ai Governi, ma non li rende esenti dalle riforme strutturali che devono compiere.
La Spagna sta accumulando problemi su problemi e molto probabilmente nelle prossime settimane ritornerà nell’occhio del ciclone della sfiducia degli investitori.
1) Io mi auguro di tutto cuoce che la Catalogna possa diventare completamente indipendente… sarebbe un altra mazzata durissima al welfare-ponzi state spagnolo e avrebbe, almeno spero, implicazioni anche in Italia e, meno, nel Regno Unito (Scozia, Galles, Nord Inghilterra…praticamente tutto quello che è in mano ai laburisti!) dove alcune regioni godono da tempo immemore di enormi trasferimenti che gridano vendetta, moralmente prima ancora che economicamente!
2) Sono curioso di vedere quali saranno le condizionalità richieste alla Spagna perchè per noi saranno come minimo 2 volte più gravose dato che il nostro socialismo-reale è molto più spinto di quello spagnolo.
@Marco Tizzi (e molti altri..)
Leggendo attentamente questo articolo, dovrai convenire che:
o ne contesti i numeri ed i fatti politici ed economici riportati;
o ammetti l’esistenza di un enorme e gravissimo problema di DEBITO PUBBLICO spagnolo.
Lo stesso problema, pur con diverse sfumature, che si trova anche l’Italia.
E spero che tu prenda finalmente atto che la BCE, nonostante la netta opposizione tedesca, è GIA’ INTERVENUTA IN AIUTO di Spagna, Italia, ed altri, ed ha già dichiarato che interverrà ancora in futuro pur se a certe condizioni.
Se questo sia più un bene o più un male è poi tutto un altro discorso.
Così come si tratta di un altro discorso, e molto interessante anche…, la questione della SECESSIONE di una o più regioni dallo Stato centrale ed unitario, quando sembrano venuti meno gli ideali e gli interessi per stare ancora uniti.
…aspettando l’Italia,con quella lucina in fondo al tunnel.Peccato che,il resto della popolazione la lucina non la veda…
@nick1964
Se non riesci a capire la differenza tra deficit e debito, io non so che farci.
Se non riesci a capire la differenza tra mercato secondario e mercato primario, io non so che farci.
La Spagna ha un problema di debito pubblico se consideri le banche facenti parte dell’apparato statale, altrimenti ha “”solo”” un problema di deficit dovuto soprattutto a sussidi di disoccupazione.
L’Italia ha un problema di debito pubblico se consideri le banche facenti parte dell’apparato statale.
Perché comprare titoli di debito pubblico sul mercato secondario è un aiuto ai CREDITORI, non ai DEBITORI, è un aiuto alle BANCHE, non allo Stato.
Però se vogliamo continuamente manipolare la realtà per adattarla alle nostre teorie, non c’è problema, andate pure avanti.
Io vi dico che secondo me perdete credibilità, perché i numeri sono pubblici e per sapere i rapporti debito/PIL bastano 30 secondi su internet.
Certo, capisco che per chi per anni ha abbaiato addosso allo Stato, osannando contemporaneamente il sistema bancario, oggi è dura tornare indietro e ammettere che il problema sono entrambi e, semmai, il secondo più del primo.
O anche solo dire che in realtà sono un sistema unico.
@LucaS
Anch’io faccio i miei migliori auguri alla Catalogna, sperando che sia l’inizio di un domino.
Ma ho il timore che saremo noi prima della Spagna a sperimentare il dolore delle “condizioni”: Rajoy resisterà, mentre Monti si renderà conto che le prossime elezioni saranno un massacro per il SUO partito, quindi lascerà come regalino per il successore un Paese commissariato.
Così che il nostro voto possa essere completamente inutile e che la mattanza dei patrimoni privati possa continuare.
Però ci sarà ancora qualcuno che penserà che la politica economica la farà il nostro governo.
Ah ah ah.
x nick1964
Lo sai si che la spagna non e in crisi per troppo debito pubblico ma per eccesso di debito privato? Lo sai quanto ammonta il debito pubblico spagnolo? Te lo dico io: nel 2007 era al 36,2% rispetto al PIL e nel 2011 è salito al 68,1%. Mi sembra molto inferiore alla “virtuosa” Germania. Informati prima di parlare.
Il problema è l’esplosione del DEBITO PRIVATO ESTERO conseguente agli squilibri della bilancia commerciale amplificatati dall’architettura dell’euro creato a beneficio dei paesi titolari di una valuta forte. L’italia in passato ha avuto un debito pubblico, rispetto al PIL, più alto di quello attuale, il fatto non è che lo stato italiano abbia speso troppo. Anzi da anni siamo in avanzo primario ma cresciamo troppo poco: non ci sara per caso una correlazione tra questi due fattori? Mi dispiace per voi che ci credete, la strada non è quella di aumentare la produttività ma quella di stimolare la domanda.
@Marco Tizzi
La differenza tra deficit e debito l’ho capita già al II anno dell’Università di Economia di Modena, dove poi mi sono laureato con 108/110 nel 1988.
La Spagna, come l’Italia e molti altri Paesi europei e non, ha un gravissimo problema SIA di deficit pubblico SIA di debito pubblico.
Acquistare titoli (non importa un tubo se sul mercato primario o secondario!) emessi dal soggetto X, con lo scopo dichiarato e logico di abbassare gli interessi che X dovrà pagare su di essi, è innanzitutto un aiuto proprio ad X !
Perchè gli permette:
1) di collocare, o “vendere”, maggiori quantità del proprio debito pubblico;
2) di farlo a tassi di interesse più bassi, quindi “pagando” meno.
Se poi questi interventi pubblici sui mercati finanziari, che tra l’altro io avverso profondamente, vanno a beneficio ANCHE di altri soggetti, tra cui le grandi banche, non cambia di una virgola il mio discorso.
Che qualunque matricola universitaria non faticherebbe a capire…
@Marco Tizzi ,
noto che è pronto a rispondere alle facezie….
@nick1964
Mi spiace che si offenda, ma la Spagna continua ad avere un debito pubblico inferiore a quello della Germania e della media UE, quindi NON ha un problema di debito pubblico.
E gli aiuti nel mercato secondario sono esclusivamente rivolti ai creditori.
Draghi lo ha spiegato un tot di volte a tutti, anche ai tedeschi. C’è anche andato di persona per spiegarglielo più accuratamente.
Forse è il caso di sostituire questo ignorantissimo capo supremo della BCE con una delle sue matricole!
@Marco Tizzi
Vedo che non ti entra proprio in testa un fatto elementare:
un debito al 70% del Pil (es.Spagna) può essere molto più grave di un debito al 100% del Pil (es.Germania).
Ed infatti lo è, e gli investitori di tutto il mondo lo sanno e si comportano di conseguenza, chiedendo tassi di interesse ben diversi.
Questo perchè non conta solamente il rapporto suddetto debito/Pil (pur essendo importantissimo), ma anche i fondamentali economici del Paese in esame.
Cioè LE CARATTERISTICHE ECONOMICHE DI UNA NAZIONE.
Cioè la “potenza” dell’industria e del sistema economico generale, la capacità di esportare, il costo dell’energia, la capacità di crescere invece di finire in recessione, le relazioni industriali/sindacali interne, la propensione al lavoro ed ai sacrifici della popolazione, ed altri ancora.
Rispetto a tutti questi parametri ti sembra ci siano molte somiglianze fra i tedeschi e i Paesi “maiali” d’Europa?
Perche’ continuare con questa agonia finaziaria internazionale ? Se un’ azienza non puo’ andare avanti deve fallire. Lo stesso deve valere per le banche. Ci vuole una rivoluzione se no’ non cambiera’ mai nulla. Bisogna lasciare fallire le banche e ripartire dall’ ” anno zero “. Ci sara’ sicuramente uno shock iniziale che durera’ 10 o 20 anni ma poi le cose si sistemeranno secondo l’ ECONOMIA REALE non secondo questa finanza corrotta.
@nick1964
Nick, i tassi di interesse non sono liberi! Non esiste un libero mercato finanziario!!!
La Banca Centrale Svizzera ha comprato 80 miliardi di titoli di Stato francesi e tedeschi solo per fissare il cambio della propria moneta. E non poteva comprare titoli italiani perché obbligata dal proprio statuto a comprare titoli AAA. Ti sembra che tutto ciò abbia qualcosa a che fare col libero mercato?
Lo spread era a 100 punti due anni fa, ti pare che i “fondamentali” italiani fossero in qualche modo migliori di quelli di oggi?
La differenza nei tassi è SOLO una scommessa contro l’Euro. Tutto qui.
Si scommette che l’euro non reggerà e quindi si penalizzano quei paesi che avrebbero una nuova moneta più debole perché dovranno pagare i debiti con una moneta svalutata.
Non c’è nessuna presunta caratteristica economica di nessuna nazione. Non funziona così. Non è vero.
Secondo te il Belgio ha “caratteristiche economiche” migliori dell’Italia?
No, ma gli investitori scommettono che il Belgio verrà tirato dentro nel “nuovo marco”.
phastidio.net/2012/09/25/svizzera-dai-buchi-nel-formaggio-alle-bolle-sui-mercati/
X Marco Trizzi
Entro nel discorso tra te e Nick1964:
1) L’intervento della BCE sul secondario è sicuramente un aiuto ai creditori in quanto pone un limite alle perdite che possono subire sui loro titoli di debito, una put bella e buona e su questo hai ragione. Però indirettamente aiuta anche l’emittente: se faccio scendere gli interessi comprando sul secondario l’interesse che si formerà sul primario sarà molto molto vicino altrimenti ci sarebbero opportunità di arbitraggio… Insomma la BCE fa scendere il tasso a cui la Spagna rinnova il debito ma soprattutto il tasso dell’indebitamento privato che in Spagna è notevole! Con una put implicita i titoli spagnoli sono molto meno rischiosi di prima e dunque molto più appetibili per gli investitori… come fai a non vedere questo lato?
2) Che OGGI la Spagna abbia un debito/pil inferiore alla media UE è puramente un artificio contabile dal momento che tutti i paesi hanno debiti/pil molto più elevati se si considerano davvero tutti i debiti di cui lo stato risponderà in futuro.. il punto è che la Spagna ha buchi enormi nel suo sistama finanziario di cui risponderà lo stato ma soprattutto un Pil debolissimo sia quantitativamente sia qualitativamente quindi possiamo dire che ha un problema di debito anche lei, forse ancora più dell’Italia se consideriamo i buchi latenti non ancora emersi ufficialmente e l’andamento futuro del denominatore…
@LucaS
1) Vedo assolutamente che di rimbalzo si abbassano anche i tassi sul primario, Luca, ma la questione è che questa è stata venduta come monetizzazione che è un’altra roba. La monetizzazione NON influisce sui creditori se non in termini di svalutazione/inflazione, mentre questo è un aiuto DIRETTO al sistema bancario.
Poi, ripeto, stiamo parlando del nulla perché la mia tesi è che il sistema bancario e lo stato siano un tuttuno ormai indistinguibile, quindi l’acquisto di titoli, come ogni intervento della banca centrale, non è nient’altro che un sistema per far sì che continui lo schema-Ponzi. E Draghi lo dice chiaramente, non è che questa cosa sia fatta in sordina e di nascosto.
Mi piace? NO.
Ma è il sistema che va cambiato, non è che il problema si risolve se la BCE non interviene sul debito pubblico, mentre invece resta tutto uguale sul debito privato, con i tassi fissi e i cambi fissi!
E anche restando in questo sistema, tutta questa crisi ci costerà lo 0,6% di interessi in più e il 3% di recessione, il problema sono gli interessi o la recessione?
Che significa: il problema è il debito o il PIL?
Ovvio che sia il PIL. E l’abbiamo ammazzato per cercare di diminuire il debito. Geniali, no?
Ha ragione Grillo: lo Stato si è comportato come la mafia quando chiede il pizzo, ma la mafia è molto più intelligente, perché sa benissimo che se ammazza il debitore i soldi non li vede più.
2) “il punto è che la Spagna ha buchi enormi nel suo sistama finanziario di cui risponderà lo stato” QUESTO è il problema!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Nel 2008 abbiamo deciso che il sistema finanziario non può fallire.
E abbiamo fatto una stronzata.
Ma il problema è il sistema e NON il debito pubblico che è invece una conseguenza di un sistema marcio, scaduto, fallace, assurdo che ha un solo scopo ultimo finale: il dominio TOTALE di questi sistemi Stato-Finanza sui popoli.
Se non ci accorgiamo di questo passaggio il problema non lo risolveremo mai, perché continueremo a ragionare sugli effetti invece che sulle cause.
Spero, dopo la Catalogna, ci sia il Veneto a rendersi indipendente. La belle epoque delle cicale sta finendo, per fortuna.
X Marco
Ok adesso ci capiamo bene. Comunque il fatto che, come dici giustamente, “si sia deciso che il sistema finanziario non può fallire” è proprio perchè “è tutt’uno con lo stato”: nessuno dei 2 può esistere senza l’altro. Tutto crollerà quando verrà finalmente meno la fiducia della gente nella moneta fiat ossia quando oltre a nuovi e sempre più grandi buchi che compariranno nel sistema finanziario (è scontato che sarà cosi data la sempre maggiore finanziarizzazione e necessità di fare trading per guadagnare visto che finanziando l’economia reale ci si perde…) inizierà a scoppiare il welfare-ponzi state e il vero detonatore potrebbero essere le pensioni… Solo allora cadrà finalmente questo sistema marcio e potremo costruirne da zero uno sano!
Quello che più stupisce e’ che a turno tutti si inc..zano, i catalani vogliono secedere, i greci fanno casino, i portoghesi fanno crollare il gettito fiscale…. Qui da noi invece, tutto va ben, madama la marquisa, nessuno reagisce neanche se gli fottono la figlia. I ns. politici sono pronti a cedere sovranità a chiunque permetta la monetizzazione del debito, tanto sanno, o pensano non senza ragione, che la triade che verra’ si servirà ancora di loro, e dei burocrati, dei magistrati, dei vertici delle F.A. …… Per la gestione spicciola di quel che rimarrà del paese. La marmellata in cui affondare le mani non sarà più cosi abbondante, ma sarà ancora marmellata. Che schifo. Sem propi un popul de ciula.
@Mario45
Oh, Mario, te ghe prioprio rasun!
Io ho sempre una microscopica speranza che ci si stia caricando a molla per esplodere, ma mi sa invece che siamo proprio “il paese dove si verificano sempre le cause e mai gli effetti” (Calvino)