La scuola del futuro: una scuola per tutti
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Anna Monia Alfieri.
Il Covid ha squarciato il velo dei costi, la scuola statale che costa euro 8.500 alle famiglie italiane contribuenti non è ripartita per tutti gli allievi (esclusi i più poveri e i disabili); la scuola paritaria con rette tra i 4.000 euro annui e i 5.500 euro è ripartita in sicurezza.
Difatti è notizia delle ultime ore che il sistema della scuola paritaria ha retto in Regione Lombardia. Si legge infatti nel dossier dell’ufficio scolastico regionale per la Lombardia che ha fotografato la situazione nell’anno post pandemia: “Cala il numero degli studenti in città, aumentano di poco le scuole e tengono le paritarie minacciate dalla crisi economica che ha colpito numerose famiglie a seguito dello scoppio della pandemia Covid-19.” – “Difatti in Lombardia contiamo 5.480 scuole statali e 2.505 scuole paritarie. Non è andata male. Le scuole secondarie di secondo grado passano da 373 a 356 ma aumentano le paritarie dell’infanzia da 1.702 a 1.714, le primarie passano da 241 a 244 e le secondarie di primo grado da 188 a 191. Il totale delle scuole non statali cresce di un’unità a 2.505 per 10.665 classi. Diminuiscono invece gli studenti da 1.183.534 a 1.173.599.”
Siamo però tutti quanti consapevoli che una famiglia (dopo aver pagato le tasse per la statale di euro 8.500) deve poter avere i soldi per pagare la seconda volta con la retta nella scuola paritaria?
Una famiglia con due figli come è messa a Milano? Il reddito di un operaio o anche solo di un docente è di 30 mila euro annui. La moglie lavora saltuariamente come colf, quando i figli sono a scuola. L’affitto di un piccolo trilocale in periferia (due piccole camere da letto e soggiorno, dove dorme uno dei figli, con angolo cottura) è di 1.000 euro mensili (12.000 euro annui), le utenze (3.000 euro annui) e il vitto (con 20 euro al giorno e la caritas a fine mese in 4 si mangia), il dentista a turno, le scarpe e il vestiario alla caritas, 1.000 euro annui per spese scolastiche varie (libri, quaderni, materiale per l’Istituto tecnico del figlio Pietro) non sono ancora sufficienti. E’ possibile per questa famiglia porre in bilancio la scuola paritaria primaria per Emma 4.500 euro annui più la mensa, e il liceo per Pietro 5.500 euro annui?
In Italia, per una famiglia che ha due figli e un Isee pari a 30 Mila euro annui, la scuola paritaria è inavvicinabile. Ma occorrono dei distinguo cioè dipende dalla Regione in cui si vive a conferma che il sistema scolastico è regionalista oltre che classista e discriminatorio. Approfondiremo con dovizia di dati qui diamo solo un assaggio, l’appetito vien mangiando.
In Regione Lombardia, forse, sommando i 2 mila euro di Dote Scuola per famiglie con un Isee pari o inferiore a 8 mila euro, o i 1.300 euro di dote scuola con un Isee pari a 40 mila euro, e i 2 mila euro straordinari che i Vescovi hanno erogato per famiglie con un Isee pari a 25 mila euro, più i contributi di 111 euro che lo Stato destina, forse si riesce a pagare la retta per Pietro ma il docente di sostegno, dandosi il caso, assolutamente no.
E per Emma alla scuola primaria? Qui lo stato eroga contributi per 314 euro, la Regione Lombardia una dote scuola di 700 euro con un isee uguale inferiore a 8.000 e 300 euro con un isee pari a 40mila euro. E Per la differenza la famiglia di cui sopra si arrangia. Non va meglio nel resto della penisola, dove la dote Liguria è di 600 euro e in Piemonte 1.400 euro con un isee pari a 10mila euro e 950 euro con un isee di 26mila massimo per la primaria; al liceo da 2.150 con un isee di 10mila euro a 1.400 con un isee pari a 26mila euro).
Il Veneto e il Trentino a parte nel resto della Penisola la famiglia si arrangia con un aiuto dei parenti, oppure rinuncia. Evidentemente, se l’allievo non può costare meno di 5.500 euro, le scuole che chiudono sono proprio quelle delle periferie, del centro sud: i presidi di libertà insomma. SI conferma un sistema scolastico sempre più iniquo.
Evidentemente non è possibile accusare la scuola paritaria di essere ingiusta perché domanda la retta, o stupirsi se la famiglia non paga tasse (euro 8.500), retta e docente di sostegno.
Nell’arco di due anni, se con il decreto Agosto non si decide di rivedere le linee di finanziamento del sistema scolastico italiano, il futuro prossimo sarà una scuola statale sempre più fallimentare, che con 8.500 non riparte, e una scuola paritaria che – per esercitare il suo ruolo pubblico – dovrà chiedere rette non inferiori a 5.500 euro; le famiglie le sceglieranno con enormi sacrifici pur di dare una possibilità ai figli. Oppure non le sceglieranno perché non possono permettersele.
Quindi avremo il diritto all’istruzione come un lusso. Il tutto senza una ragione di diritto e di economia, ma per pura idiozia culturale.