La produttività dei sindacalisti pubblici è nulla. Parola di sindacalisti
Il dimezzamento dei permessi e distacchi sindacali nella pubblica amministrazione, voluto dal ministro Marianna Madia, è una buona cosa per molte ragioni. Ma soprattutto perché ha reso possibile esprimere in poche parole l’intera diagnosi del paese. Leggere per credere.
“Non ne abbiamo condiviso le motivazioni e continueremo a non condividerle – ha aggiunto Gentile [responsabile dei Settori pubblici per la Cgil nazionale] – ma siamo tenuti ad applicare la legge. E’ chiaro che e’ una misura che mette in difficolta’ perche’ c’e’ minore possibilita’ di esercitare una funzione sindacale”, però non si deve pensare che “cosi’ si riduca la capacita’ sindacale, anzi aumentera’“.
Anche la Uil critica il provvedimento. «Non c’entra nulla con la spending review», dice Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto, che spiega: «Da tale operazione non scaturirà alcun risparmio per lo Stato; anzi, il rientro dei distaccati comporterà un aumento dei costi per le casse pubbliche, perché occorrerà pagare a questi dipendenti anche il salario accessorio, i buoni pasto e la produttività».
In pratica, secondo la Cgil i sindacati hanno finora goduto di prerogative almeno doppie rispetto al necessario (infatti, possono svolgere le stesse funzioni nonostante il dimezzamento).
Secondo la Cisl, invece, i sindacalisti hanno produttività zero: infatti, nonostante la loro presenza sul posto di lavoro, le spese dello Stato per il personale aumenteranno. Implicitamente se ne deduce che il contributo degli ex distaccati alla produzione dei servizi pubblici sarà nullo, e che dunque il salario sia puro costo a fronte di nessuna prestazione. Curioso che contemporaneamente la Cisl dia per scontato che la “produttività” dovrà essere pagata.
Tutto questo è bello e istruttivo.
[HT: Marco Cantamessa]
Visto che, a parere del sindacato, la loro utilità per la pubblica amministrazione e per il sindacato medesimo è nulla allora è lecito il licenziamento?
Il fatto è che questa gente è ormai talmente assuefatta a considerare il salario come “variabile indipendente” totalmente slegata dalla produttività di un lavoratore, che nemmeno si rendono conto di quel che dicono. Bastano dichiarazioni del genere per capire che sindacalisti di tal fatta fanno più danni che altro, e che il lavoratore-tipo che pretendono di tutelare è quello del quale le aziende farebbero ben volentieri a meno.
il problema sarà quello di fare in modo che i sindacalisti rientrati non passino la giornata incollati al computer ma lavorino con efficienza ed efficacia al servizio dei cittadini
Una volta tanto mi trovo in accordo con i sindacalisti: in effetti, che contributo può dare alla produttività chi di fatto non ha mai lavorato in vita sua? Che sul posto di lavoro ci stiano o meno non cambia assolutamente nulla, ricordiamoci che stiamo parlando di sindacalisti PUBBLICI!!
Egregi, sindacati sempre meno credibili.
Speriamo che non sia il solito specchietto per le allodole.
Oramai la diffidenza è d’obbligo e giustamente fateli produrre..!
RG
Un’altra perla per il mio museo degli orrori.
Purtroppo il conto di queste sine-cura (peggio, magari questi fossero pagati non fare niente, hanno fatto e fanno pure danni) lo paga sempre chi lavora davvero.
Quando potremo finalmente vedere un 45 pianta larga impattare nel posto giusto?