La petizione dei fabbricanti di pannelli
Uno dei testi più forti della storia del liberalismo è la “Petizione dei fabbricanti di candele“, con la quale Frédéric Bastiat ridicolizza gli argomenti protezionistici attraverso l’immaginaria lamentela, appunto, dei produttori di candele contro la concorrenza sleale del sole. Se Bastiat vivesse oggi in Italia, scriverebbe la petizione dei fabbricanti di pannelli fotovoltaici.
Quando stamattina leggevo l’articolo – al solito informatissimo – di Jacopo Giliberto sull’evoluzione del decreto sulle rinnovabili, non potevo credere ai miei occhi. Ecco il passaggio incriminato:
sarà premiato, con un aumento del 10% per l’incentivo, chi installa pannelli di tecnologia italiana o europea, a dispetto dei cinesi.
E’ davvero curioso come, sotto l’etichetta di “politica ambientale”, si riesca a far passare di tutto di più. Ed è curioso che il governo abbia scelto, nel tentativo di trovare un compromesso soddisfacente, la scorciatoia del “comprarsi l’opposizione” piuttosto che la via maestra del produrre buone norme.
Per capire di cosa stiamo parlando, faccio un rapido riassunto. Nelle ultime settimane, è montata una polemica sempre più forte in merito alla generosità degli incentivi alle rinnovabili e, in particolare, al fotovoltaico. Come Ibl, abbiamo dimostrato che – pur sotto ipotesi vergognosamente conservative – gli attuali sussidi sono del tutto sproporzionati sia rispetto al costo di generazione atteso per l’elettricità solare, sia rispetto al costo di abbattimento delle emissioni di CO2. Abbiamo espresso perplessità per il modo in cui l’esecutivo si stava muovendo, in quanto ritenevamo che il danno inferto alla certezza del diritto era superiore al beneficio ovvio, evidente, e giusto che si cercava di raccogliere. Contemporaneamente, non ci nascondiamo che chi ha cercato sollievo finanziario coi rendimenti stellari del secondo conto energia ha preso un rischio che solo un cieco non avrebbe visto: non si possono pretendere rendimenti del 15 per cento senza immaginare che qualcosa potrebbe cambiare. La stessa Autorità per l’energia ha chiaramente denunciato l’insostenibilità dell’attuale regime di incentivazione.
E’ in questo contesto che è maturata la determinazione dell’esecutivo a rivedere i sussidi. A monte di tutto ciò sta la ratio dei sussidi stessi: si suppone che promuovere le rinnovabili sia necessario a ridurre le emissioni di CO2, che potrebbero contribuire al riscaldamento del pianeta. Abbiamo già spiegato perché, pur senza discutere l’obiettivo ambientale, non crediamo che questo sia lo strumento appropriato. Ma, per ora, transeat.
Quello che mi interessa è evidenziare questi due obiettivi, che stanno – teoricamente – alla base di tutte le attuali politiche: 1) abbattere le emissioni; 2) contenere il costo degli incentivi. A questi due obiettivi se ne aggiunge un terzo che io trovo razionalmente inspiegabile, ma che – per carità di patria – fingerò di accettare: 3) conseguire almeno una parte dell’abbattimento delle emissioni attraverso il solare fotovoltaico, anche se esistono altre fonti (rinnovabili e no) che possono raggiungere lo stesso risultato con un costo inferiore o con una migliore performance tecnica. Transeat anche su questo.
L’inviluppo dei tre obiettivi citati è persino banale: per ridurre le emissioni utilizzando il fotovoltaico, senza gravare eccessivamente sulle spalle dei consumatori, occorre usare – a parità di rendimento – i pannelli più economici che ci siano. Cioè quelli cinesi. Infatti, è grazie ai cinesi se i fan italiani delle rinnovabili possono rivendicare una riduzione dei costi dell’ordine del 40 per cento. (Parentesi: qualcuno mi spiega dove sbaglio, se sostengo che, a fronte di una riduzione dei costi del 40 per cento, un taglio dell’incentivo del 40 per cento dovrebbe lasciare i margini inalterati? E, se non sbaglio, qualcuno mi spiega perché i rinnovabilisti italiani si oppongono a questa prospettiva?).
Di fronte a queste banali considerazione qualunque cittadino che abbia a cuore la lotta al cambiamento del clima e che creda nel fotovoltaico dovrebbe esclamare: eureka! Possiamo alleggerire l’onere sul consumatore elettrico e ottenere lo stesso risultato! Bella notizia, vero? Forse sì, ma non per i produttori italiani (ed europei) di pannelli, i quali corrono ai ripari. Chiedendo e ottenendo dal governo una norma che non ha nulla, assolutamente nulla, a che vedere con l’ambiente o col clima, e molto, moltissimo, a che fare coi loro interessi commerciali: poiché i cinesi fanno pannelli più convenienti, allora l’incentivo per chi installa pannelli italiani sarà più alto.
Con grande sincerità, mi sembra un capolavoro. Almeno, smettiamola di pigliarci per il culo parlando di ambiente, e abbiamo l’onestà di riconoscere che l’intera politica dei sussidi è finalizzata a prendere a Pietro, consumatore di energia, per dare a Paolo, produttore di pannelli. Il protezionismo è la politica più antica del mondo: il lupo cambia il pelo, cioè il pretesto, ma non perde il vizio. Le pecorelle continuano invece a farsi tosare.
Ottimo articolo, complimenti.
mi sembra che i maggiori produttori di pannelli sono tedeschi.
Tralasciando considerazioni piu maligne si tratta di prendere agli italiani
per dare ai tedeschi
Caro Stagnaro, prima di prendersi per il culo a vicenda, cerco di anticiparle come andrà a finire: i pannelli costruiti in cina saranno modificati per l’1% in Italia e diventeranno italiani. Vedasi Prosciutti crudi di Parma prodotti con maiali nati e cresciuti in Ungheria o scandali vari di formaggi DOP prodotti con latte in polvere tedesco.
Ma veniamo ai punti che a me più interessano: lei sostiene le rinnovabili termiche? Quali per capirci, i termovalorizzatori? Sa che gli ultimi dieci anni di studio confermano che si tratta di elementi altamente inquinanti e mutageni per l’ambiente? Venga a fare un salto a Rubbiano (PR) per vedere gli effetti.
Lei sostiene i generatori a biomasse? Ma fra vent’anni, quando il grano argentino americano e cinese non arriverà più in Italia, noi con i campi di girasole ci mangiamo? Perché va sfatato un grosso mito: i biomax non vanno a merda, purtroppo.
Evito di pensare che lei sostenga le nucleari, i cui danni macro economici e ambientali sono assolutamente incalcolabili. Auguro al mondo che le migliaia di litri d’acqua del nocciolo radioattivo di fukushima non entrino in qualche modo nella catena alimentare.
A posteriore quindi il suo ragionamento è corretto: sbagliato speculare. Ma c’è un problema: quel di cui lei parla non esiste. Le bozze cambiano nei corridoi, e immagino lei sappia che cambiano anche dalla votazione alla stampa su gazzetta. Purtroppo l’energia non si fa sull’aria fritta. La campagna elettorale si.
i pannelli cinesi sono prodotti senza alcun criterio ambientale(i terreni intorno alle loro fabbriche sono coperti da polveri tossiche-strano ma non erano di sabbia?)quelli tedeschi sono tedeschi,del sano protezionismo- ambientalista che curi un po’ di sani fatti nostri no?
che so,un bel taglio netto agli incentivi.
Carlo, perché guardi alle rinnovabili solo con la lente ambientale, e trascuri sicurezza energetica e apertura del mercato elettrico? Sono una fonte primaria: impattano sui tre assi della energy policy (sostenibilità, sicurezza, competitività), non solo uno.
Ad aprile, dati provvisori Snam, la domanda termoelettrica di gas è down 9% y-o-y. Una buona metà viene dalla crescita di produzione eolica e solare rispetto all’anno scorso. Con Greenstream a secco, scaramucce fra Libia e Tunisia, e Miller che promette gas a 50$c/mc per fine anno, un pò di sole e vento non guastano mica… o sì…? Non stiamo parlando di zero virgola, stiamo parlando del 4% in un anno, né di un mese speciale: siamo ad aprile, nei prossimi mesi il vento scende ma il sole sale. Diversificazione delle fonti: vale qualcosa o no? La abbozziamo un’analisi costi-benefici o conta solo la A3?
Mercato elettrico: chi è che sta mangiando il picco diurno di fabbisogno (down 4% y-o-y ad aprile)? Come mai a parità di fabbisogno orario il PUN è più basso di giorno che di sera? Come mai a marzo il prezzo dell’elettricità ha seguito l’incremento del prezzo del gas solo di notte e non di giorno? Io un imputato ce lo avrei… Si può discutere sul quantum, ma negare che sole e vento abbassino il prezzo di equilibrio in un mercato basato sul prezzo marginale di sistema è negare anni di evidenza empirica in Spagna e Germania.
Hai sacrosanta ragione sull’assurdità del premio per i moduli italiani ed europei. Ma cassare l’incentivazione delle fonti rinnovabili come “finalizzata a prendere a Pietro, consumatore di energia, per dare a Paolo, produttore di pannelli” è antistorico. Di più: Pietro paga solo una parte, e se uno glielo spiega (e non si esagera) magari lo fa anche volentieri. C’è qualcun’altro che paga il resto, e magari è giusto, oppure no.
Per valutare costi e benefici delle scelte di politica energetica ci vorrebbe, ahimé, una politica energetica… Immagino su questo siamo d’accordo.
“Parentesi: qualcuno mi spiega dove sbaglio, se sostengo che, a fronte di una riduzione dei costi del 40 per cento, un taglio dell’incentivo del 40 per cento dovrebbe lasciare i margini inalterati?”
In realtà i margini aumentano, a meno che l’incentivo non sia l’unico ricavo del fotovoltaico. Il problema penso sia legato al fatto che costa così poco perchè se ne fregano dello smaltimento del tetracloruro di silicio.
Lo sviluppo del fotovoltaico in Italia più che altrove, è legato a una politica di incentivi che definire esageratamente generosa è dire poco.
Infatti più che un business energetico è diventato un business finanziario.
Mi faccio finanziare l’impianto e dopo averlo pagato in circa 8 anni mi restano altri 12 in cui percepisco una rendita, pagata da tutti consumatori di energia elettrica, tanto più grande quanto maggiore è stato l’investimento iniziale. Una vera cuccagna.
Riguardo le ricadute sul sistema produttivo italiano poi anche qui non ci siamo. I pannelli sono quasi tutti di provenienza straniera, come ben si sa e anche le altre apparecchiature, in buona parte, non sono prodotte in Italia. Insomma anche in questo settore ci stiamo dando da fare per incrementare l’occupazione in Cina, dove ci sono fabbriche di oltre 10.000 dipendenti che producono pannelli 24 ore su 24.
Cerchiamo di stare attenti a tessere le lodi ai prodotti cinesi che costano poco, grazie a un tasso di cambio che è tenuto artificiosamente ed esageratamente basso dal governo cinese. Non è per caso questa politica una forma di protezionismo devastante per le altre economie?
la parodia dei fabbricanti di candele..ottimo!!!
sulla domanda che porgi al lettore..se riduci contemporaneamente costi e benifici marginali del 40%, il profitto rimane inalterato? l’incentivo è un beneficio marginale, perchè si guadagna sul ogni Mwh prodotto, il costo dek pannello invece è un costo fisso, che non dipende da quanto sole ci sarà in futuro..è quindi possibile che riducendo di un uguale percentuale il costo fisso e i benefici marginali il guadagno complessivo cambi.
saluti
Caro Giuseppe, hai sicuramente ragione sul punto, ma io valuto le rinnovabili dal punto di vista della politica ambientale perché è l’ambiente che “giustifica” il sussidio. Tutto il resto – dalla sicurezza energetica all’aspetto competitivo – può essere (ed è) tranquillamente lasciato al mercato, che infatti funziona piuttosto bene nel prezzare questi elementi. Peraltro, l’argomento sul ruolo pro-competitivo delle rinnovabili (in un contesto sussidiato) è slippery, perché tra priorità di dispacciamento e tariffe controllate (questo è vero soprattutto per la feed-in nel FV naturalmente) è ovvio che ci troviamo in presenza di un non-mercato, e quindi di una compressione del mercato “vero”.
Quello del fotovoltaico è un non mercato? Stagnaro, facciamo una parentesi sui termovalorizzatori che percepiscono per bruciare monnezza il 65% di contributo in più rispetto a chi produce energia con il gas (e quindi inquina meno)???
Solare ed eolico spiazzano l’offerta da fonti convenzionali (e quindi permettono di abbassare il prezzo zonale in borsa elettrica, come afferma Giuseppe Artizzu) perché hanno costi marginali di produzione (pressoché) nulli.
Ciò avviene indipendentemente dagli incentivi (riconosciuti sulla produzione, indipendentemente dalla vendita sul mercato o del ritiro da parte del GSE dell’energia) e dalla priorità di dispacciamento (se non ci fosse, essi offrirebbero a 0 €/MWh in virtù del sistema marginal price).
Si chiama Merit Order Effect, ed è quello che spesso permette al prezzo orario del mercato elettrico in Danimarca di essere pari a zero.
Il commento del sig Artizzu è sempre illuminante e ben informato.
Da turista della fisica mi limito ad osservare che, bruciare gasolio per produrre cibo, fermentare il cibo per produrre gas, bruciare il gas per produrre elettricità, tutto questo mi sembra un tantino folle.
D’altro canto, ricoprire ettari di campagna con pannelli cinesi, perchè il mais è pagato meno, insomma, anche qui tutto logico non mi pare.
Qualche mese fa ho assisitito ad un incontro pubblico dove alcuni dirigenti di un gruppo bancario nazionale, cercavano di convincere una platea di agricoltori scontenti dalle renditre dei cereali, a sottoscrivere mutui ventennali per parchi fotovoltaici e a biogas; e per entusiasmare i potenziali clienti, questi signori, probabilmente avvocati o dottori in legge, affermavano con candore didattico che 1mq di solare è uguale a 1 barile di petrolio.
Cari signori, Artizzu,Tosolini,Nicolai,Robusti e Stagnaro; non vi viene un pò di pelle d’oca?
Semplicemente fantastico! Bravo Carlo.
E’ davvero incredibile come un’intero apparato, si mobiliti, sbraiti e minacci, per ottenere la conservazione dei loro lauti affari, speculando su fantasiosi stereotipi come il clima, l’ambiente, la salute, e via dicendo, tanto è tutto gratis e fa effetto sui poveri illusi benefattori (coloro che infine consentono questa pacchia, pagando dalle loro tasche i lauti incentivi)!
Ieri ho assistito ad un dibattito su: Nucleare si, Nucleare no, dopo Fukushima ed il solito “ambientalista” della lobby più nota in Italia (serve che la citi?), ha parlato 25 minuti per evocare i peggiori disastri od instigare le peggiori negatività che la mente umana è ahinoi capace di formulare (anche in questo caso gratuitamente)!
Il dramma, è che questi sproloqui sono stati fatti davanti ad una platea di liceali che erano li convenuti per cercare di comprendere le ragioni (razionali) dei pro e dei contro, per potersi fare un’opinione informata.
La ciliegina finale è venuta dalla solita incredibile evocazione che, tanto, noi italiani siamo fatti così e che non riusciremo mai a fare qualcosa di utile e concreto, ecc. ecc.!
Questo era il messaggio trasmesso … ai giovani! Incredibile, vero?
Basta con questo qualunquismo e disfattismo becero che può davvero fare molto ma molto male a tutti.
La storiella dei produttori di candele è molto divertente. Il protezionismo, rilanciato da questo Governo populista (alla faccia del liberalismo!!), è sempre stato e sarà sempre un fatale errore. Mi fà piacere che si parla, si parla, di chi emette le leggi, senza mai fare il nome del Capo del Governo, novello “unto del Signore”, sceso in campo in difesa del liberismo contro lo statalismo. Mai stata applicata in Italia una politica colbertista come adesso!!
Questo sito, in difesa del liberismo e per la sua applicazione, dovrebbe essere il massimo fustigatore di questo Governo, ma, ahimè, difficile fustigare quando si scrive sul Giornale di proprietà del Capo del Governo stesso!
Sarebbe bello leggere almeno un “ci siamo sbagliati”, quando i liberisti (in buonafede) si sono allineati come una falange con quel Partito che doveva fare la rivoluzione liberale in Italia!
Quindi convengo con l’articolo riguardo al modo errato di dare incentivi, ma bisogna an che far capire “chi” dà questi sussidi.
Possiamo sperare in un ripensamento alle prossime elezioni?
Il nostro Paese non riuscirà..a sopravvivere con questo Governicchio di..Responsabili fino a fine legislatura.
Le Riforme serie e responsabili, sono già difficili con i grandi statisti (ammesso che ci possano essere) figuriamoci con una marmaglia di mercenari!!