16
Lug
2011

La manovra e i segnali al mercato dei titoli di Stato.

La manovra finanziaria approvata ieri dalla Camera si conquista, tra le altre, due medaglie. E’ stata, in termini di miliardi “manovrati”, la seconda manovra più consistente nella storia della repubblica; ed è stata, in assoluto, quella approvata in tempi più brevi. Il motivo di questa rapidità, come si sa, è legata alla crisi di fiducia dei mercati verso i titoli di stato italiani; fiducia precipitata tra la fine della scorsa settimana e lunedì. Da qui nasce la necessità per il governo di dare un segnale forte e immediato ai mercati, mostrando che la politica italiana è in grado di agire in tempi rapidi e di portare l’economia verso una strada più sana. Da qui nasce la prima manovra italiana approvata in pochi giorni e la scelta dell’opposizione di evitare di fare ostruzionismo. Va bene. Ma questo segnale ha funzionato? Tutta questa fretta è servita a qualcosa?

Proviamo a dare una risposta. Consideriamo un titolo del debito pubblico e vediamo come il tasso d’interesse sia cambiato nell’ultima settimana, osservando parallelamente le azioni intraprese dal governo. Sul sito della Borsa Italiana troviamo i grafici con le quotazioni; scegliamo un’emissione che scade il prossimo anno, Bot-15Mg12 A. Ho scelto un BOT per la semplicità nel calcolo del tasso d’interesse e questa emissione perché scade non troppo presto, tra quasi un anno; come si può vedere sul sito della Borsa, gli andamenti del prezzo di tutti i tipi di titoli di Stato italiani seguono comunque un andamento simile.

Un primo grafico, che mostra la quotazione nel mese scorso, ci dà un’idea della portata del crollo di lunedì. Il prezzo di questo BOT è sceso da 98,04 a 97,48; il tasso d’interesse lordo che viene percepito con questo titolo è salito quindi da 1,96% al 2,52% in un giorno solo. Ricordiamoci che se il tasso d’interesse di un titolo sale è perché il mercato ritiene che quel titolo sia diventato più rischioso, il default di chi l’ha emesso più probabile, e nessuno è più disposto ad acquistarlo a meno che il maggior rischio che affronta non venga adeguatamente remunerato.

Questi numeri, però, non rendono bene l’idea. Proviamo allora a esprimere questo aumento nel tasso d’interesse come aumento del costo del debito per l’Italia. Ipotizziamo che il tasso di interesse annuo su tutti i titoli di Stato sia cresciuto, come in questo caso, del 25% (ipotizziamo tra l’altro che il tasso d’interesse precedentemente calcolato fosse a 12 mesi, e non a circa 10 mesi come in realtà). Se nel 2011 il costo del servizio per il debito sarà pari a quello del 2010, pagheremo circa 5 punti di PIL, 75 miliardi di euro. Ebbene, con lo scivolone di lunedì, dovremmo pagare 1,25 punti di PIL in più. 18 miliardi di euro che si aggiungerebbero al già esorbitante costo del debito pubblico, e in un giorno solo.

Consideriamo ora più in dettaglio gli eventi politici dell’ultima settimana connessi alla manovra e torniamo alla domanda da cui eravamo partiti: la risposta del governo alla crisi di fiducia dei mercati è stata efficace? Qui il grafico che mostra in dettaglio il prezzo del Bot in quest’ultima settimana.

Ripercorriamo brevemente gli eventi di questa settimana che hanno portato alla manovra economica più rapida della nostra storia.

Lunedì: la borsa di Milano perde quasi il 4%. Il prezzo dei titoli dello Stato Italiano, come il Bot che abbiamo considerato, perde quota.

Martedì: accordo tra Tremonti e l’opposizione per procedere ad una manovra lampo da varare entro il venerdì successivo.

Mercoledì: si continua a scrivere il testo: la manovra cresce da 65 a 79 miliardi.

Giovedì: sì del Senato.

Venerdì: sì della Camera e firma di Napolitano.

Il segnale del governo è stato quindi efficace? E’ vero che è ancora un po’ presto per giudicare: la manovra è stata firmata soltanto venerdì sera, a borse chiuse. La prossima settimana potremo sicuramente capire meglio. Inoltre, sul prezzo dei titoli influiscono tanti fattori, non solo la manovra, che pure è stata al centro dell’attenzione questa settimana: da questo punto di vista il fatto che nel grafico precedente il prezzo del BOT non si ristabilisca a fine settimana, non sarebbe significativo.

E’ però anche vero che il testo  della manovra era già conosciuto. Il contenuto, le scelte economiche del governo, si sapevano già giovedì. E quel giorno, invece, il prezzo dei titoli di stato è rimasto stabile. Venerdì è addirittura diminuito.

Quello che allora siamo in grado di dire è il seguente. Se segnale voleva essere, non è stato chiaro. E una condizione necessaria affinché un segnale venga colto è che sia chiaro. Se il segnale fosse stato chiaro, già giovedì si sarebbe osservata un’inversione di tendenza. Da questo punto di vista sarebbe stata molto meglio una manovra semplice, che con poche norme comprensibili (immaginando un caso limite: “sono abolite tutte le licenze”, come proponeva Oscar Giannino) ed efficaci vada ad incidere nettamente sull’economia del Paese, piuttosto di un testo lunghissimo che colpisce qua e là, cercando di ripartire i sacrifici sui gruppi che esercitano meno pressione politica. La seconda considerazione è che oltre al segnale poco chiaro, il contenuto della manovra non convincerà a lungo i mercati. Nessuna riduzione della spesa pubblica e aumento della pressione fiscale: c’è da aggiungere altro? Verrà ridotto il deficit in due anni, è vero, al prezzo però di soffocare ulteriormente l’attività economica. Davvero pensate che possa essere il segnale giusto per convincere i mercati di aver allontanato il rischio di default?

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39 Responses

  1. Giorgio

    I Mercati ci “scanneranno”, ma saremo già praticamente dei cadaveri.
    Quel genio di Tremonti che, per non scontentare nessuno fa i “tagli lineari”, non meriterebbe nemmeno un diploma da ragioniere.
    Forse una laurea da azzeccagarbugli !?
    Io non amo le società di rating, per il loro manifesto conflitto di interessi.
    Non amo questa Europa fatta solo di Jean-Claude Trichet (presto, Draghi, l’uomo delle ovvietà) e banche.
    Non amo quest’Italia di Politici mezze tacche, che non prendono le decisioni importanti per non scontentare nessuno (Province, ordini professionali, costi della politica ecc…).
    Come se ne esce ?
    Non saprei, ma temo che, da “padri dell’Europa” finiremo per diventare i “paria dell’Europa”.
    Quanta tristezza !

    Una battuta: ci salverà Grillo ?
    Sento che, mi sta per spuntare un mezzo sorriso alla Marcel Marceau.
    Per fortuna !

  2. Giorgio

    Grazie per l’ “egregio”, decisamente sarcastico, immagino.
    Non credo di dover dare inizio ad una discussione personale approfittando di questo spazio, ma tant’è.
    Questa volta rispondo dicendole che in fondo, le mie proposte sono intrinseche e conseguenti alle mie critiche.
    1- No tagli lineari, ma rapportati all’importanza del capitolo di spesa. Es. Sanità, Ricerca, Scuola previlegiate rispetto a Difesa, Fognature e depurazione acque, Interventi in campo sociale (assist. e benef.), Altri interventi igenico sanitari ecc…. Il taglio lineare significa, non volersi imporre con i singoli Ministri più toccati da tagli stessi.
    2- Una Europa solo dei banchieri, che presta soldi agli stati membri in difficoltà, ma chiede interessi da strozzinaggio, che impiega 2 anni (se va bene) di studi, consulenze, sperperi, per decidere se etichettare i semilavorati della carne ecc… insomma, che pensa a tutto meno che a realizzare una vera identità politica, che crea canali di dialogo preferenziali fra Germania, Francia, Inghilterra (che non ha nemmeno adottato l’Euro e utilizza ancora le once) snobbando tutti gli altri stati come cenerentole. In una parola, un’Europa fatta solo di Euro e dominata da pochi paesi eletti NON è l’Europa che avrebbero voluto i Padri fondatori, come i nostri Altiero Spinelli e Alcide De Gasperi.
    3- Nel programma elettorale del Centro Destra (di cui io sono elettore) si parlava di soppressione delle Province, ma queste sono centri di potere quindi, NON si chiudono (vedi Lega Nord, ma non solo). La sola idea di abolire gli ordini professionali ha fatto “scattare” tutti gli interessati di destra, centro e sinistra, indistintamente. Es. La Russa, avvocato. Nel programma elettorale si parlava del dimezzamento dei Parlamentari. A lei risulta che questo sia avvenuto ? Vogliamo parlare della riduzione delle tasse ? Ora, capisco che siamo nel pieno di una crisi epocale, ma ad un politico serio e preparato si richiede anche di saper affrontare crisi e difficoltà. L’ordinaria amministrazione la saprebbe gestire più o meno chiunque. Non crede ?

    Altre considerazioni, le faccia pure Lei.
    Mi scuso per la fretta e l’imprecisione sintattica con la quale le ho risposto, ma mi trovo in una situazione che non mi consente di fare di meglio.
    La saluto cordialmente Sig. Gianni.

    P.S.
    Delle Società di Rating e del loro palese conflitto di interesse nello svolgimento della loro attività, può trovare documentazione assai esaustiva ovunque.

  3. @Giorgio

    Il ministro dell’economia si preoccupa del budget generale dello Stato, dei saldi, non di come modulare una manovra economica nel dettaglio. Quest’ultima è una sintesi che deve operare il presidente del Consiglio, sentiti gli altri ministri. Se non arrivano direttive precise, o non c’è accordo, l’unica alternativa sono i tagli lineari.

  4. Roberto 51

    Non mi risulta che l’opposizione abbia “approvato la legge”.
    Ha votato contro evitando di fare ostruzionismo.
    Per la precisione.

  5. Alberto

    A fine 2010, il debito pubblico era di 1843 MLD ed a maggio 2011 siamo arrivati a 1890 MLD, quindi in 5 mesi è cresciuto di 47 MLD, e quindi l’ indebitamento netto è cresciuto appunto di 47 MLD un valore pari a circa il 3% del PIL; dato che gli interessi sul debito sono stati pari a circa (75×5)/12= 32 MLD circa, ciò significa che il disavanzo tra entrate ed uscite, al netto degli interessi, in 5 mesi è stato pari a circa 15 MLD e questo nonostante il gettito fiscale sia aumentato nei primi 5 mesi dell’ anno di circa 7 MLD; ciò significa che la spesa pubblica è aumentata di circa 22 MLD, rispetto al 2010 nei primi 5 mesi dell’ anno; ma Tremonti l’ anno scorso aveva fatto una manovra di tagli lineari del 10% delle spese rimodulabili, del blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici e del recupero di 5 MLD di evasione fiscale, che doveva dare 25 MLD a regime, portando l’ indebitamento netto al 3,9% del PIL nel 2011 e già a maggio, invece, eravamo, come visto a 47/1555= 3 % del PIL; la presente manovra, nella parte riguardante il 2011, evidentemente dovrebbe riportare entro fine anno quel valore al 3,9% del PIL. Chiaramente, le cifre sono in parte stimate e probabilmente le entrate con la loro dinamica, potrebbero migliorare la situazione, però dovrebbero essere vicine al vero, quindi ciò vuol dire che rispetto alle stime di recupero della precedente manovra, c’ è stato uno sforamento sull’ anno, del 3%x12/5=7,2%-3,9%= 3,3% del PIL, pari a 3,3x[1548+15,4(+1% nel 2011)]/100=3,3×1563/100MLD=51,5MLD che è appunto quanto dovrebbe dare la presente manovra, che però non darà essendo la prima trance di soli 4 MLD per il 2011 e quindi, probabilmente, arriveremo ad un indebitamento netto a fine anno, prossimo al 7% che sarà però sicuramente superiore visto l’ aumento dell’ importo degli interessi sul debito.
    La presente manovra probabilmente non avrà quindi il risultato di azzerare l’ indebitamento nel 2014 e sarà necessaria un’ altra manovra ancora più pesante, che sarà sicuramente spostata sulle spalle di chi avrà la fortuna di governare nel 2013 e qusto anche perchè probabilmente l’ incremento del PIL resterà a valori prossimi all’ 1% annui.
    Che Dio ci aiuti .

  6. inPiazza

    dobbiamo fare opera di divulgazione. L’uomo della strada non ha capito e non ha gli strumenti per capire cosa gli sta per piovere addosso. Deve sapere che se non arriva una violenta inversione di tendenza arriveremo al punto che per forza dovranno mettergli(ci) le mani in tasca.
    Come aspettarsi qualcosa da questa classe politica becera, incapace, ladra e autoreferenziale?
    Che non riesce neanche a proporre una qualsivoglia operazione di riduzione dei propri privilegi che sarebbe si populismo ma servirebbe a far digerire ben altre norme più efficaci.
    A malincuore torno a ribadire che l’unica soluzione è ripagarli con lo stesso male che stanno diffondendo al nostro amato paese. Ne prendiamo un paio a caso (perché fare delle scelte sarebbe più difficile che sistemare i conti..) e li appendiamo in Piazza. DEVONO l’angolo.
    Impoverire 10milioni di persone del 30% vale la sofferenza di un paio di questi personaggi? Secondo me si.
    Meditate e divulgate il baratro è dietro l’angolo.

  7. CLAUDIO DI CROCE

    Premesso che lascerei da parte il buon Dio, siamo tutti ” esperti “e quindi prontissimi a criticare – io compreso – quanto fatto dai nostri politici ( tutti , di tutti i partiti ) vorrei fare la seguente considerazione :
    Tutti sappiamo, politici compresi, che una manovra risolutiva dovrebbe essere così composta :
    riduzione del 30 % dei pubblici dipendenti che comporterebbe la chiusura di enti inutili , province per prime
    innalzamento dell’età pensionabile per tutti a 70 anni
    drastica riorganizzazione del SSN e drastico aumento dei tickets per la spesa sanitaria che è ancora più fuori controllo delle pensioni
    Aumento dei costi per accedere ai corsi universitari ; chiusura di almeno il 30% delle università con eliminazione dei corsi universitari che hanno un numero di allievi aldisotto di una certa cifra e che servono solo per lo stipendio a professori inutili.
    ritiro immediato delle costosissime e inutili missioni militari all’estero
    drastica riduzione dei costi della politica
    Tutto questo detto adesso vorrei sapere : chi è in grado di fare questo ?

  8. Alberto

    Io non so chi è in grado di farlo, io pongo semplicemente delle domande e so che se non si fanno le cose che citi ma anche tante altre e soprattutto non si mettono in chiaro rapidamente, come ho richiesto in altro post, i costi delle amministrazioni pubbliche, andremo in default sicuramente. Se questo governo, che ha già perso molto tempo non è in grado di fare quelle cose, credo sia meglio un passo indietro, concordato e pilotato quanto si vuole, ma che ci sia bisogno di altro, non ci piove; perdere altro tempo sarebbe suicida e poi ci sarebbe solo un bagno di sangue con i maggiori responsabili probabilmente appesi a testa in giù magari in qualche piazza romana.

  9. DPzn

    La mia opinione è che l’annunciata tassa sulle cartelle titoli sia stata come una bestemmia in chiesa e gli investitori si sono sentiti più tranquilli con tassi di interesse più elevati. Bisogna vedere cosa ne penseranno quando vedranno che la tassa invece di essere regressiva è diventata progressiva. Comunque si arriverà ad un punto di equilibrio. Per quanto riguarda la borsa, la crisi è iniziata quando le agenzie hanno indicato qualche banca italiana ad eccessivo rischio. Probabilmente quelle banche italiane si erano lanciata in operazioni rischiose, deragliando dagli investimenti tradizionali; infatti, se non sbaglio, c’è stata nel recente passato in una grande banca italiana una forte divergenza tra l’indirizzo più “moderno” dell’a.d. e le fondazioni che detengono il controllo della proprietà. Quindi l’avviso agli investitori delle agenzie di rating su un rischio-italia non è infondato. Ma questa è una questione al di fuori della portata di qualunque governo.

  10. Alberto

    Dimenticavo di far notare che se il debito aumenta come da me ipotizzato del 7% nel corrente anno, dopo che nel 2009 è aumentato di 97 MLD passando dal 106,30 al 116,10 e nel 2010 di 80 MLD passando dal 116 al 119% lo stock del debito arriverà a circa 1950 MLD pari al 124% del PIL, con conseguenze facilmente immaginabili sul mercato dei titoli pubblici e di conseguenza sulla tenuta della nostra economia. A questo punto sarà necessario e non più procrastinabile un travaso rapido dal privato, in cui il debito delle famiglie ancora tiene, allo stato, attraverso patrimoniali selvagge, vendita dei beni del demanio ma a prezzi stracciati ed aumento della pressione fiscale, ma senza un taglio strutturale della spesa ciò servirà a poco. Quindi mano immediatamente ai tagli strutturali, azzerando subito le provincie, accorpando i piccoli comuni, tagliando le spese della sanità attraverso i costi standard, azzerando le auto blu per decreto, tagliando per decreto ogni consulenza, mettendo in rete la spesa delle pubbliche amministrazioni etc. etc.

  11. Alberto

    Infine, come tutti sappiamo le principali società di rating ci stanno col fiato sul collo e non si fidano della presente manovra e dare un segnale vero e chiarissimo di tagli strutturali e di misure di liberalizzazione, cosa importantissima per sbloccare una crescita asfittica, potrebbe invertire la tendenza in atto sullo spread del ns. debito rispetto alla Germania e così accelerare un feed back virtuoso di rientro del debito fin da quest’ anno.

  12. Alberto

    Non ho la presunzione di mettere intorno ad un tavolo le compagini politiche, e credo non sarebbe giusto, chiedo soltanto un ravvedimento a tutte le componenti ed una scelta che tenga conto della drammatica situazione.@CLAUDIO DI CROCE

  13. marco m.

    sto attendendo la mezzanotte di oggi nella pratica certezza che con l’apertura dei mercati asiatici da est con le prime luci dell’alba arriverà la parola default della Spagna e dell’Italia in contemporanea. Le manovre di emergenza qui sopra indicate ci saranno imposte da Fmi e compagni .

  14. Gianluca

    @CLAUDIO DI CROCE

    Eliminerei tagli sull’istruzione, aumenterei le privatizzazioni sempre che ci sia una classe dirigente seria in grado di farle e non di far arricchire gli amici.

    Diminuzione delle tasse, tagli non lineari andando a colpire dove bisogna colpire. Eliminazone della CIG e come spiegava tempo fa il bravo Oscar aiuti e facilitazioni alle imprese che assumano coloro che dovrebbero andare in cig.

    SB ed il suo governo potevano farlo all’inizio della legislatura, non è stato fatto che vadano a casa. Attualmente solo tutti uniti possono fare finanziarie serie, purtroppo non ci sono altre soluzioni, che piaccia o no è così.

    Bisogna anche ammettere che Casini lo dice da anni.

    Gianluca

  15. dedi

    Modestamente,in sintesi, e’ chiaro che la evidente proposta ridicola di Tremonti non ha avuto presa.Il solo concetto di postadazione del lieve ripiano di un debito enorme ha comunicato a tutti che non intendevamo appunto ripianare.
    Quando vivi in un paese dove tutti i valori universali sono stravolti e ti rivolgi all’esterno e’ il minimo che ti puo’ capitare.
    Abbiamo un ministro dell’economia incompetente,un primo ministro corrotto e corruttore, dei politici terrificanti, un management scadente di nomina politica, una opposizione incollata solo alla poltrona,il piu’ alto livello di corruzione ed evasione fiscale dell’europa, una chiesa parassita,ecc
    Con tutto questo chiediamo la fiducia ai mercati???
    La soluzione c’e’ ma richiede tempo per rifondare i valori medi sia etici che economici:i lavoratori e pensionati pagheranno con il sangue ma anche gli evasori perche’ non avranno niente piu’ da evadere.
    Una cosa deve pero’ essere chiara chi ha provocato il danno dovra’ essere punito.

  16. DPzn

    @Gianluca
    Perché eliminare i tagli all’istruzione? Le faccio presente che l’orario frontale (cioè nelle classi) di un docente di scuola media superiore è attualmente di 18h settimanali. Perché non aumentare l’orario frontale ad almeno 24h? I docenti avrebbero un aumento di stipendio (per le ore oltre le 18) ragguardevole e la scuola potrebbe fare a meno di tanti precari. Invece, ho letto una settimana fa che il governo ha intenzione di assumerne a partire da settembre altri 60000 (sessantamila!) circa. Anche con tutte le precauzioni con cui occorre trattare certe notizie (i giornalisti sono pieni di fantasia), rimarrebbe sempre un bel numero. Non mi sembra il modo migliore per risolvere la disoccupazione. Questo non solo è un governo socialista, è un cattivo governo socialista. Il vero socialismo attua delle riforme di sviluppo che a sua volta migliora l’occupazione vera; per venire incontro alla povertà, si potenzia la cassa integrazione o altre forme di assistenza diretta per gli indigenti. Invece qui si inventano posti di lavoro, alla greca…

  17. CLAUDIO DI CROCE

    @Alberto

    @Gianluca

    @DPzn
    Ho dimencato di aggiungere tra le cose da fare la vendita di parte – almeno il 30% – del patrimonio immobiliare pubblico .
    La mia domanda su chi si deve fare avanti vuole solo mettere tutti noi davanti ad un quesito molto preciso. Alle prossime elezioni chi dobbiamo votare ?
    Ricordo che aumentare i costi dell’iscrizione ai corsi universitari non significa tagli all’istruzione – più che assicurata da serie , severe ed efficenti scuole medie superiori -ma far capire che l’università costa a tutti i contribuenti cifre molto importanti e che i veri interessati all’istruzione universitaria – e non al pezzo di carta -la devono pagare almeno in parte ,magari riducendo il numero dei telefonini, automobili, pc, videocamere , spese per divertimenti, vacanze e altre cose piacevoli che in pratica vengono pagate da coloro che le università non le frequentano. La crescita clientelare del numero delle università e dei corsi di laurea quasi deserti di studenti è solo servita a pagare stipendi a professori mediocri e a una massa crescente di burocrazia costosissima che non ci possiamo più permettere .
    Stendo un velo pietoso sui ” veri governi socialisti che favoriscono l’occupazione e la crescita ” basta chiedere ai popoli delle nazioni che hanno avuto la disgrazia di averli avuti per decenni. Penso che persino Napolitano che li ha esaltati per quasi quarantanni adesso non li nominerebbe più.

  18. Gianluca

    @DPzn

    Non giudico l’attuale riforma e non entro nei particolari, che tra l’altro conosco superficialmente. Sono certo come dice lei che si possono ottimizzare le spese ed in caso il surplus che serva per migliorare il settore.

    Il cambio di cultura, il cambio di marcia, dovranno venire principalmente dall’istruzione e dalla ricerca e sviluppo. E’ chiaro che la scuola così come è impostata dal dopoguerra ad oggi è ridicola, dalle scuole secondarie in su bisognerebbe far collaborare scuole ed aziende portando gli studenti ad uscire pronti per essere immessi nel mercato del lavoro, senza inutili praticantati che spesso sono solo sfruttamenti consentiti.

    Scuola che così impostata, oggi questo sistema è l’eccezione, domani dovrebbe essere la norma, eliminerebbe tutti gli ordini professionali assolutamente scandalosi. Spero di essermi spiegato in modo chiaro.

    Gianluca

  19. inPiazza

    devono soffrire.
    Qualcuno deve pagare ma subito prima che il conto diventi troppo grosso.
    Lo so che sembra banale populismo forcaiolo ma pensateci bene: chi di questi loschi figuri farebbe una qualsivoglia riforma estranea ai propri interessi?
    Dobbiamo aspettare di essere dichiarati cadaveri come la Grecia per fare qualcosa di veramente efficace?
    No. Possiamo uscirne prima. DEVONO SOFFRIRE. Soffrire come esempio per chiunque pensi ora ed in futuro di abusare dello stato per i propri interessi.
    Qualcuno di loro deve iniziare a pagare il conto che questi bastardi hanno accumulato.
    Farne soffrire un paio per educarli tutti.
    La vita di un paio di questi miserabili vale il drammatico impoverimento di una nazione? Secondo me no.

  20. dedi

    @inPiazza
    parole sacrosante senza il minimo dubbio: un esempio? dalema a lavorare 8 ore al giorno come pendolare a 1200 euro mese,scajola al catasto come fattorino, brunetta ad oliare le macchinette orarie,la prestigiacomo come netturbino……….

  21. walter

    tagli ai pensionati futuri (forse)ci stanno togliendo i nostri soldi che ci spettano dopo 40 anni di duro lavoro.
    non solo non ti pagano la pensione per un’anno e rotti, ma lavorando in quell’anno in più i nostri contributi vanno nel calderone inps senza aumentare in percentuale la pensione. altro che mani nelle tasche, calcolate 13 mensilità di pensione non pagata contributi versati, ma se ne parla molto poco. la lega ruba alla sua base. perchè di furto si tratta, ma se penso che all’estero sono convinti che da noi è giusto così… il guaio è generalizzare e avere fama di essere ladri e permissivi.

  22. Alberto

    Stavo pensando da tempo a qualche cosa di assolutamente enorme, attraverso ogni contatto, divulgando i nostri conti sul debito pubblico e sugli effettivi costi della politica, bisogna organizzare a Roma una manifestazione di migliaia di persone, spontanea, senza bandiere, con all’ ordine del giorno il mottoPULIZIA, RIGORE, LEGALITA’, LIBERALIZZAZIONI, si potrebbe fare il terzo sabato di settembre p.v. Se non facciamo qual’ cosa del genere oggi, non potremo più farlo per la salvezza del Paese.

  23. @dedi
    Non voglio difendere nessun partito, ma la “Classe dirigente” che ci ha mandati a ramengo non è solo la classe politica!!
    Anzi, i politici sono gli unici che sono costretti a giocarsi la faccia e, quando c’era il voto di preferenza o se ci fosse l’uniniminale secco a turno unico, a chiedere un giudizio ai loro elettori.
    In Italia c’è molto di peggio di d’alema, brunetta e colleghi!!!

  24. Alberto

    I mercati non si sono fidati, come un po’ tutti pensavamo! I numeri sono di pietra, oggi, e sono purtroppo non si possono nascondere.

  25. dedi

    @Roberto
    sono d’accordo al peggio non c’e’ mai fine ma le colpe della politica sono prioritarie a mio avviso.
    Vediamo un solo esempio macro che vale per tutti: l’industria automobilistica.
    In Francia lo stato e’ entrato in Renaul e Pegeut che ora sgranano profitti,in Italia non si e’ mosso e la Fiat e’ a Chicago.Senza discutere mercato libero versus statalizzazioni in questo caso il risultato e’ quello che conta.I politici hanno permesso la creazione di un oligopolio ( anzi monopolio) dell’importante informazione televisiva.I politici volevano l’atomo.I politici hanno impedito la formazione di una grande azienda agroalimentare.Senza andare nel dettaglio.
    Se uno e’ costretto a corrompere un politico per poter essere nominato in una istituzione o azienda e’ chiaro che non sara’ per definizione il miglior manager possibile senza una selezione di merito.
    Guardi i nostri politici sono incompetenti nella migliore delle ipotesi, i manager bravi sono nelle multinazionali dove il merito conta.Sulla ricerca Le faccio una sfida: sa chi e’ Castelli-Sforza e dove e’ da moltissimi anni e perche’.Lo scopra!
    con simpatia
    dedi

  26. Alberto

    La domanda è indubbiamente quella fondamentale e non eludibile; proprio per questo dobbiamo arrivare a risponderle quando un nuovo modo di fare politica sarà definito; andare ad elezioni con questa politica, questa legge elettorale e questa struttura dello stato e della spesa pubblica, significa non avere chance. Per arrivare a queste novità, dovremo fare molto dal basso, perchè dall’ alto non ci provano nemmeno; dobbiamo avere l’ intelligenza e la forza di farlo.@CLAUDIO DI CROCE

  27. Andrea

    Non mi meraviglio che gli investitori stranieri vendano le loro quote italiane… Non è speculazione, come ci raccontano, ma oculatezza nella gestione del proprio denaro.

  28. Alberto

    Ecco una notizia che secondo me merita di essere accolta con favore. Quindi tanto ricevo e tanto pubblico.

    La proposta di abrogare per via referendaria l’attuale legge elettorale è finalmente una realtà!
    Lunedì scorso in Cassazione, unitamente a costituzionalisti e personalità di varia estrazione politica, ho sottoscritto e depositato due quesiti che propongono l’abrogazione, totale o parziale, della legge Calderoli (il c.d. “porcellum”), con l’obiettivo di fare rivivere la precedente legge elettorale (IL c.d. “mattarellum”), sempre per usare l’icastica terminologia di Giovanni Sartori; i quesiti sono stati pubblicati sulla G. U. martedì scorso (cfr. allegati comunicati).

    L’iniziativa referendaria è sostenuta da una parte significativa del Partito Democratico, e, ufficialmente, da IdV, da SEL e dal PLI, mentre è attesa nei prossimi giorni una decisione ufficiale del PD.

    La tesi che mira a tale risultato è stata variamente sostenuta ma anche contrastata in dottrina, e su di essa dovrà ovviamente pronunziarsi nel gennaio del prossimo anno la Corte Costituzionale, dopo che saranno state raccolte le 500.000 firme necessarie a sostegno della richiesta referendaria.

    Allo scopo di dimostrare la praticabilità giuridica del percorso referendario in questa delicata materia, ho già diffuso un mio scritto, elaborato sin dallo scorso anno e pubblicato a puntate nel mese di giugno sul web magazine Rivoluzione Liberale (http://www.rivoluzione-liberale.it/), e poi, in versione aggiornata, sul Forum dei Quaderni Costituzionali (la più prestigiosa rivista in materia), dove potrà essere letto cliccando sul seguente link:

    http://www.forumcostituzionale.it/site/images/stories/pdf/documenti_forum/paper/0280_palumbo.pdf

    Il compito a cui il Comitato Promotore dovrà dedicarsi nelle prossime settimane sarà per l’appunto quello di raccogliere le 500.000 firme necessarie, che dovranno essere depositate in Cassazione entro il 30 settembre p.v.; impresa questa tutt’altro che semplice, che va compiuta in un tempo brevissimo, addirittura inferiore a quello di tre mesi normalmente assegnato a tal fine, e per di più anche nell’indifferenza dei “media”, che, dopo un iniziale attenzione (cfr. allegati articoli su Corsera e Repubblica del 12 luglio), sembrano avere dimenticato l’argomento; la mobilitazione per promuovere la raccolta delle firme dovrà quindi essere tanto maggiore quanto più distratte appaiono la stampa e le televisioni.

    Nei prossimi giorni saranno disponibili i moduli per la raccolta delle firme, che dovranno essere presentati a cura dei promotori alle Segreterie Comunali o alle Cancellerie degli uffici giudiziari, dove verranno datati, vidimati e restituiti ai presentatori entro due giorni; seguirà l’iter della raccolta delle firme (cfr. allegato memorandum).

    Prego chiunque sia interessato a contribuire all’iniziativa di volere cortesemente rispondere a questa mail segnalando la città nella quale ritiene di potere operare, ovvero di volere cortesemente manifestare la medesima disponibilità collegandosi con le apposite pagine web che verranno via via aperte dal Comitato Promotore e/o dai partiti e/o movimenti che aderiranno all’iniziativa, ed in particolare collegandosi con la pagina di FB già aperta dal PLI, che potrà essere agevolmente raggiunta cliccando sul seguente link:

    https://www.facebook.com/event.php?eid=210099239036218

    Nell’inerzia dell’attuale Parlamento — che, anche in ragione del meccanismo di nomina che l’ha originato, non è sin qui riuscito a sanare il “vulnus” che l’attuale legge elettorale ha inflitto alla rappresentatività del sistema democratico italiano — toccherà ancora una volta direttamente ai cittadini di supplire alle sue omissioni ed ai suoi errori, ricomponendo il legame tra elettori ed istituto parlamentare ed abbattendo al minimo possibile le scelte assolutamente discrezionali e spesso incomprensibili operate dai vertici dei partiti in occasione delle elezioni politiche del 2006 e del 2008.

    Si tratta di un compito difficile, da svolgere oltretutto in un periodo che viene normalmente dedicato al riposo e/o allo svago; ma ne vale la pena!

    Cordialmente.

    Enzo Palumbo, presidente del Consiglio Nazionale del PLI

  29. teto65

    Ora dobbiamo essere sinceri, si devono fare 3 piccole cosette, eliminare tutti gli enti territoriali, o salvandone il 5%, e usando la mannaia su organi costituzionali( camera e senato) 120 deputati sono sufficienti ad ognuna.
    In aggiunta una eliminazione lineare delle consulenze esterne della pubblica amministrazione.
    Gli italiani sono per un Italia antistatalista, libertaria e liberale.

  30. Alberto

    Questi due mi hanno rubato l’ idea:

    Il governo, la maggioranza e la stessa opposizione sono certi di essere nel giusto e che quanto prima metteranno mano sul serio ai costi della politica? Mettano da subito tutti i costi in piazza, su Internet. Tutto pubblico: stipendi, prebende, assunzioni, distribuzione delle cariche, consulenze, curriculum dei prescelti, voli blu, passeggeri a bordo, tutto. Barack Obama, pochi giorni fa, ha rivelato che i suoi più stretti collaboratori alla Casa Bianca prendono al massimo 172.200 dollari lordi: 118.500 euro. Cioè 15 mila in meno di quanto poteva guadagnare quattro anni fa un barbiere del Senato. Hanno o non hanno diritto, anche i cittadini italiani, a essere informati?

  31. in piazza

    Fumo negli occhi puro e semplice fumo negli occhi.
    Qualcuno ha forse finalmente intuito che il malcontento generale potrebbe sfociare in qualcosa di pericoloso e stanno provando a correre ai ripari.
    Troppo tardi.
    Ribadisco per la terza volta che devono soffrire. Qualcuno deve pagare a caro prezzo.
    E’ inutile che ci spremiamo le meningi per cercare soluzioni economiche. Ce ne sono numerose, di diverso impatto e attuazione ma se ne sono guardati bene dal metterle in pratica.
    E’ finita. Con l’ennesimo schiaffone che i mercati ci hanno dato oggi deve iniziare la rivolta.
    Se ne devono andare. Con i lividi. Devono chiedere scusa. Devono vergognarsi di uscire di casa.
    Sono stanco. E’ finita l’era del dialogo, della fiducia, delle proposte. Hanno avuto anni per mettere una toppa alla nostra economia in cenci. Non l’hanno fatto. Peggio per loro. Pagheranno. Come vogliono far pagare noi per la loro incapacità.
    Ripeto è inutile scervellarsi su quale proposta portare avanti. Province, tagli di stipendi, privilegi, riduzione del calderone statale, ecc ecc. Chiunque in questo blog ha ha almeno un idea decente su come migliorare le cose.
    Basta. Non serve a nulla.
    E’ ora di riprenderci il nostro paese. Io lo rivoglio. Sano e senza parassiti.
    Devono andarsene.
    DEVONO SOFFRIRE.
    La vita di un paio di questi miserabili vale il drammatico impoverimento di una nazione? Secondo me no.

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