30
Giu
2009

Trasporto ferroviario, la liberalizzazione aumenta la sicurezza

L’incidente avvenuto la scorsa notte a Viareggio è una tragedia immensa. Per i familiari delle vittime, è il momento del dolore. Per noi tutti, si apre una finestra di riflessione.
Probabilmente, dalle prime notizie, sembra che il primo vagone, di produzione non italiana, si sia rotto e sia stata la causa di tutti questi morti, feriti e dispersi.
È sbagliato intentare facili processi senza sapere esattamente quali siano stati i fatti che hanno provocato così tanto dolore. E in un processo, c’è sempre comunque una difesa.
In queste prime ore è andato sul banco degli accusati la liberalizzazione del trasporto ferroviario. In Italia , una tale accusa, sembra quasi un nonsense, essendo il nostro paese poco liberalizzato in questo settore dei trasporti.

I paesi più liberalizzati, secondo l’Indice delle liberalizzazioni dell’IBL,  sono il Regno Unito e la Svezia. Tali realtà sono anche quelle che negli ultimi anni, sono risultati con il tasso di incidentalità più basso nel settore (dati Eurostat).
Sembra dunque che la liberalizzazione abbia una correlazione positiva con la sicurezza ferroviari.
In Italia, i binari sono controllati da RFI, di Ferrovie dello Stato Holding, la stessa società che controlla anche il principale operatore ferroviario, Trenitalia.
La locomotiva del convoglio deragliato a Viareggio era appunto di Trenitalia, mentre gli altri 14 vagoni erano in parte di Deutsche Bahn e in parte di una società polacca.

L’Agenzia per la sicurezza ferroviaria dovrebbe controllare se un determinato materiale rotabile possa circolare sulla rete italiana: non è necessario che tutti i treni siano di una sola compagnia, dal primo all’ultimo vagone, per garantire la sicurezza nel settore.

Anzi, proprio la concorrenza aiuta e spinge il miglioramento tecnologico, il rinnovamento delle flotte, così da rendere più efficienti e più sicure le imprese ferrovie.

Chi pensa alla concorrenza solo come riduzione dei costi, compie un grave errore. La liberalizzazione del trasporto aereo ha visto assieme crescere sicurezza e concorrenza. Certo è impossibile avere un rischio zero, ma bisogna fare tutto il possibile!
Avere più compagnie ferroviarie in concorrenza significa avere un’agenzia indipendente che controlli in maniera più imparziale possibile i convogli. Per troppi anni invece i controllori della sicurezza sono stati della stessa compagnia dominante: la sicurezza troppo spesso finiva per essere un pretesto per limitare la concorrenza.
Quanti incidenti sono accaduti nel passato recente nonostante esistesse un solo operatore?

E allora perché accusare oggi la concorrenza?

Il monopolio non è sinonimo di maggiore sicurezza. Più denari pubblici non significano necessariamente trasporti più sicuri.
Il trasporto ferroviario britannico è quello che riceve meno sussidi dallo Stato, ma è anche il più sicuro, perché le compagnie ferroviarie private in regime di concorrenza dipendono da meccanismi reputazionali: sono consapevoli che un incidente ne distruggerebbe l’immagine e quindi avrebbe grave impatto sul fatturato.

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2 Responses

  1. Scarthorse

    Però sembra di notare che si tenda generalmente a fare utili nel settore privato “liberalizzato” e quadrare i bilanci in quello pubblico tagliando tutto ciò che è costo: quantità e qualità del personale, formazione, ricerca, materiali, strutture. Questo certamente consente risultati economici immediati in cambio di un declino futuro certo.

  2. Alberto

    A me sembra l’esatto opposto, Scarthorse: in azienda si taglia quello che è inutile, si compete con altre aziende e quindi la qualità aumenta ed il prezzo è competitivo. Il contrario avviene nel settore pubblico, “infallibile” per definizione (di esempi ne abbiamo a migliaia).

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