13
Lug
2009

La Consob di Cardia, la caduta dei gravi

La Consob di questi tempi sta sperimentando un ritorno al passato. Non mi riferisco a precedenti presidenze, per instaurare antipatiche graduatorie personali. È tornata nel mondo descritto dalla legge gravitazionale di Newton del 1687, per la quale l’attrazione tra corpi fisici è direttamente proporzionale alla loro massa e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. Noi tutti dal 1915 viviamo invece nel mondo della gravità modificata alla luce della relatività generale, per la quale ogni corpo con la sua massa genera campi gravitazionali che modificano le geodetiche e le curve spazio temporali. Nel primo mondo, l’interazione tra corpi si spiega con azioni a distanza. Nel nostro mondo, le azioni a distanza non esistono e non sono mai sincrone ma diacrone. Applicato alla Consob: il presidente Cardia ha ridotto la massa dell’Autorità che vigila sui mercati ma ritiene che il suo effetto gravitazionale non si sia modificato, perchè si tiene molto più vicino alla politica. Al contrario, così facendo Cardia modifica l’intero ambiente spazio-temporale di tutte le autorità indipendenti, contribuendo suo malgrado a snaturarne natura e funzione. Basti vedere il discorso pronunciato stamane, al rituale incontro annuale con il mercato finanziario a Palazzo Mezzanotte.

L’ammissione della perdita di massa avviene a pagina 25, quando Cardia ammette che l’Autorità deve fronteggiare “un consistente esodo di risorse”. Non si tratta solo di retribuzioni maggiori, offerte dal mercato. Il punto è che la Consob di oggi ha perso la lucentezza e il prestigio che in altri tempi l’hanno posta alla testa come modello di incisività ed efficacia, tra le Autorità indipendenti. Cardia ha fato la sua scelta, sul tipo di rapporto da mantenere con la politica. Si è visto recentemente, in occasione delle dimissioni consegnate dal presidente nelle mani del governo e da questo respinte, con tanto di elogio personale a Cardia per aver voluto rassegnare il mandato non essendo riuscito ad allineare i componenti del collegio alle indicazioni del Parlamento. Quest’organo ha ritenuto di accogliere all’unanimità le proteste degli editori italiani, timorosi di perdere un bel malloppo di denari se le informazioni dovute al mercato dalle quotate passassero dalla carta stampata a Internet, come indicato dalla direttiva europea in materia di trasparenza. Il governo ha condiviso e fatta propria la valutazione, con il decreto legislativo del 26 giugno scorso.  Oggi, tornando seccamente sulla vicenda, il presidente Cardia ha ripetuto che “la Consob dovrà quindi adeguare le norme regolamentari, modificando le deliberazioni assunte nell’aprile scorso”.  In quel “dovrà” cìoè tutto lo stile di Cardia. Altri presidenti avrebbero difeso il collegio, insorgendo contro l’impropria invadenza della politica. Lui si adegua. Esattamente come, nello stesso spirito, afferma che in Italia il nuovo foro in cui meglio “si valorizzano gli obiettivi complementari di stabilità e trasparenza ai quali l’ordinamento riconosce pari valore” è “il comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria”: creato dal governo e dal governo guidato.

Io sono personalmente amico di Giulio Tremonti e ne stimo determinazione ed intelligenza. Non per questo ne condivido ogni linea d’operazioni. Penso che dovere dei presidenti delle Autorità sia salvaguardarne il più possibile l’indipendenza, per confrontarsi al meglio con i governi ma su basi distinte e mai compromissorie. Se si piega il ginocchio, tutte le Autorità non servono più a nulla, tanto vale tornare al principio del controllo ministeriale e parlamentare.

Domani i giornali scriveranno che Cardia ha chiesto la soppressione di Isvap e Covip, e rivelato che la Conosb ha aperto un’indagine su cinque istituti bancari in ordine alla trasparenza che essi non garantiscono a sufficienza al cliente. C’è veramente poco di più, nel suo intervento odierno. Trovo poi del tutto singolare, dedicare un capitolo intero alla tutela degli azionisti di minoranza, quando Cardia è stato il primo a suggerire alla politica – come “contribuito personale” si disse allora, altro sfregio al collegio Consob – le recenti modifiche adottate alla disciplina dell’Opa e sulle partecipazioni rilevanti, tutte volte a rendere ancor più penetrante il controllo sulle quotate da parte dei patti di sindacato che già oggi troppo lo esercitano, nel nostro Paese.

Se cercate un circostanziato giudizio sulla barocchissima architettura di vigilanza allargata che il Consiglio europeo sta proponendo, ulteriormente estendendo e appesantendo le linee emerse dal rapporto de Larosiére, non lo troverete, nel discorso di Cardia. Le obbligazioni bancarie massicciamente piazzate in questi mesi allo sportello in percentuali che non trovano paragone in alcun altro paese Ocse, vengono sì definite illiquide e non trattate se non minimalmente sui mercati secondari, ma alla felpata descrizione del fenomeno non segue alcun tipo di giudizio, di proposta o di intervento. Bisogna regolamentare gli hedge funds, come? Niente di niente, Cardia si limita a descrivere minutamente il work in progress in corso a livello comunitario, guardandosi bene dal prender parte per qualsivoglia opzione concreta aperta.

È inevitabile: il riflesso del giudice amministrativo è di mantenere un rigoroso rispetto alla maestà del legislatore, come colui che maneggia il dettato della legge.  Ma le Autorità nella storia del nostro Paese sono servite a ben altro: tardi e male come sono nate, hanno incalzato la politica anche con severi giudizi e argomentate proposte. Torni quel tempo, speriamo. Torni, prima che sia troppo tardi.

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3 Responses

  1. Paolo B.

    Mi scusi Giannino, ma tutto questo non lede l’immagine finanziaria del nostro paese agli occhi di potenziali operatori esteri?
    E poi c’è la questione banca d’italia, caratterizzata spesso da reticenze e dall’eterno problema “controllore-controllato”
    Il vero problema è che non si può svolgere al meglio il proprio lavoro di garante e regolatore guardando costantemente alla carriera. Siamo pieni di complessi e condizionamenti, senza capire che il mercato alla fine è un sistema assolutamente lineare che ha bisogno di buon senso e lungimiranza.
    Mi sa che le tocca elaborare una proposta organica anche in materia di organi di controllo e vigilanza sui soggetti e istituzioni finanziarie!!

  2. luigi zoppoli

    Temo che la sudditanza dei responsabili delle Autorithy alla politica, nel caso specifico Cardia, abbia a che fare con i conflitti di interessi in capo al presidente del consiglio. Ed al di là dell’episodio specifico, ai fini del liberismo e della concorrenza, la situazione è deleteria in linea di principio oltre che nella realtà dei fatti.
    luigi zoppoli

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