12
Mag
2011

La commedia turistico-balneare

Purtroppo con me la sfiga ci vede sempre benissimo, dunque sono ancora una volta in clinica per risolvere un guaio, e per questo da due giorni la Versione di Oscar a Radio 24 è senza il suo abituale conduttore. I pc però funzionano, a differenza del cervello che risente un po’ di farmaci che mi stanno dando, dunque per oggi intanto la prossima rubrica exit strategy che trovate anche questa settimana su Panorama Economy, in edicola tra poche ore.

C’è un punto del decreto sviluppo emanato dal governo una settimana fa che da solo offre una buona fotografia dell’incerta exit strategy italiana: cioè insieme di ciò che in Italia ostacola una maggior crescita, di ciò che tutti sappiamo che andrebbe fatto per superare il problema, e al contempo della resistenza estesa e vischiosa a farlo, in nome di interessi particolari con tanti saluti all’interesse generale. Il quale ultimo, per un economista, è per definizione ciò che più si avvicina all’ottimo paretiano o se volete alla maggior soddisfazione possibile di condizioni insieme di margine all’offerta per qualità e prezzo alla domanda. Il punto è quello dei cosiddetti distretti turistico-balneari.

Alcune premesse. Uno: l’Europa. Quattro anni fa la direttiva Bolkenstein, che giustamente chiedeva a tutti i Paesi membri l’apertura del mercato dei servizi a regole di concorrenza, ma dovunque ha suscitato resistenze folli, in nome del fatto che ogni Paese disciplina a modo suo, celebrando l’improprio connubio tra chi è egemone in fette di mercato e governi di turno. La Bolkenstein ha chiesto che anche le concessioni del demanio marittimo si aprissero a gare pubbliche. Da noi, naturalmente, non funziona così. Due articoli del codice della navigazione affermano di fatto il principio della proroga dopo sei anni a chi ha la concessione. Dunque due errori, tempi brevi di concessione che disicentivano a investire su qualità dell’offerta, e insieme certezza sia pur non di diritto di essere concessionari a vita, cioè estrattori di una rendita col minimo sforzo, a patto di doverla di volta in volta ricontrattare col politico di turno.

Due: Tremonti. Il ministro allora, propose una cosa saggia: l’estensione della concessione fino a 90 anni, magari con una messa gara in modo da dare ai concessionari la certezza di un lungo periodo in cui ammortizzare gli investimenti necessari. Perché la verità è che il sistema italiano vigente ha spinto gli stabilimenti balneari italiani a dequalificarsi nella parcellizzazione a basso patrimonio, rispetto a ciò che offrono per esempio gli spagnoli.

Tre: la reazione dei rentiérs. Naturalmente, la cosa fu stoppata. L’intera categoria dei concessionari insorse, in nome dello stop ai rapaci interessi della finanza perché per concessioni più lunghe è ovvio che bisogna tirar fuori più soldi. E in nomedella difesa del diritto quesito, la sacra formula per cui in Italia chi ha roba pubblica in mano o promessa rifiuta all’arma bianca di metterla a gara pubblica o di ricontrattarne le condizioni, e per di più si lamenta.

Quattro: la reazione del’Europa. Bruxelles promosse procedura d’infrazione. E Tremonti capisce che per evitare la condanna bisogna inventarsene un’altra. Pensa sempre alla qualificazione dell’offerta turistica, e siccome in Europa tedeschi e francesi sono maestri a propria volta di come aggirare le norme europee, guarda allora a un modello attravrso il quale Berlino ha aggirato la Bolkenstein nel settore alberghiero e dell’offerta di servizi di trasporto e commerciali marittimi. Di qui l’idea di aggiungere alla diversa disciplina delle concessioni balneari i distretti o le reti alberghiere che insistono sul medesimo territorio, in modo che entrambi i soggetti siano spinti a fare massa critica comune per incentivi fiscali da una parte, e per rapporti con le banche tali da far ottenere loro più impieghi su base comune per gli investimenti necessari a qualificare l’offerta.

Conclusione. L’idea ha un suo perché, anche se non è detto l’Europa ce la passi. Ma il ridicolo è che ancora un volta ambientalisti e – incredibile a dirsi – anche associazioni dei consumatori fanno subito lega con sindacati dei concessionari attuali, pronti a dire che la spiaggia del rentiér attuale non si tocca, anche perché costa meno al cliente di quella che investirà di più.

Ecco l’ottima istantanea della trappola italiana che si ripropone su ogni diverso fattore della bassa crescita. Dopo decenni, sappiamo in realtà perfettamente ciò che andrebbe fatto. Ma il punto è superare le resistenze tenaci di chi difende le nicchie e le rendite che insistono su un mercato inefficiente e su regole pubbliche compiacenti. Le regole pubbliche sono compiacenti perché lo Stato è inefficiente, è ovvio che ti lascio la spiaggia a vita quanto ho il complesso di colpa di chiederti un mucchio alto così di tasse. L’inefficienza pubblica genera a sua volta connivenza tra politica e rendita, e quest’ultima finisce difesa pure dai consumatori in nome del fatto che praticherà prezzi più bassi, dando l’illusione del pranzo gratis. Ma alla fine il microfrazionamento alberghiero e balneare offre servizi peggiori, e non lamentiamoci se i turisti europei preferiscono andare altrove, mica sono scemi. Mentre noi dovremo anche pagare gli incentivi a chi investe meno per tenersi la concessione, visto che perde clienti oggi in nome dei diritti patrimoniali dei propri familiari domani.

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44 Responses

  1. Caro Oscar, innanzitutto auguri di pronta guarigione, ci manchi al mattino… Io sono un piccolo albergatore di montagna (34 camere) ma credo fermamente nel fare sistema. In questi anni ho provato a rendere Frabosa Soprana (cn) una specie di villaggio turistico dove fosse possibile consorziare l’offerta per i turisti in modo da vendere pacchetti all inclusive sia in inverno che in estate. Mi sono dovuto arrendere.. invidie, personalismi, visioni diverse, rendono impossibile una collaborazione effettiva tra gli operatori e questo a danno di tutto il territorio. Spesso gli stessi enti locali lavorano per dividere e per dividersi tra loro… in italia è impossibile procedere ad un serio momento di privatizzazioni, qui vige il detto: tu investi ed io guadagno… Ogni tentativo (dalla Legge Galli per le acque, ai distretti commerciali, a quelli turistico balneari) è destinato a fallire per via della difesa corporativa dei diritti acquisiti… Se non ci sarà qualcuno disposto ad azzerare i privilegi di tutti per poi ridistribuire i diritti in modo equo, non ne verremo mai fuori. Guarisci presto… ti aspettiamo

  2. Pietro Francesco

    Anche stavolta ha ragione su tutta la linea, caro Oscar. Tuttavia, mi permetto di fare una integrazione a quanto da lei detto circa il turismo. Se l’Italia sfruttasse a pieno le sue potenzialità sarebbe senza dubbio il primo paese turistico del mondo (era così negli anni 70, ora siamo il 5^ se non sbaglio) e la percentuale di pil prodotta dal turismo sarebbe magari del 20-30% e non il misero 10 % attuale. La capacità di attrarre turisti però, non dipende solo dalla qualità degli stabilimenti balneari, ma da tutto il “contesto”. Mi spiego: se ci sono magnifiche spiagge incontaminate ma l’unico mezzo per accedervi è una strada provinciale malridotta, è difficile che i turisti stranieri vi arrivino, preferendo magari spiagge altrettanto belle e pulite ma servite da una autostrada (pensate al successo turistico della costa adriatica servita infatti dall’autostrada e alla scarsità di turisti stranieri in posti altrettanto belli come Lazio meridionale e calabria ma serviti da strade statali/provinciali piene di buche e di immondizia). Il discorso del contesto quindi è per il turismo ancora più importante che la qualità delle singole strutture ricettive.

  3. Simone

    si rimetta presto!
    intanto aumentiamo l’affitto (ridicolo) delle concessioni in essere, poi si vede!

  4. Davvero sinceri auguri di pronta guarigione Giannino. Poi una preghiera: non potrebbe scrivere un po’ più semplicemente? Grazie

  5. @Pietro Francesco
    Più che le autostrade, oggi contano gli aeroporti.
    Io vivo in Germania ed a Giugno vado in vacanza a Marsala, perché lì vicino c’è l’aeroporto di Trapani servito da Ryanair con un volo diretto non lontato da dove vivo.
    Ecco così Marsala quest’anno si beccherà circa un migliaio di Euro che spenderò tra albergo, noleggio auto e ristoranti. Senza quell’aeroporto e quel pratico volo a buon prezzo quei mille Euro non sarebbero mai arrivati

  6. Giovanni Bravin

    Ben detto sig. Giannino, ma finora la Michela Brambilla, Ministro del Turismo, non ha rilasciato dichiarazioni in proposito agli stabilimenti turistici. Forse rispondono a qualche altro dicastero in esclusiva, ma non al turismo, che in Italia vale molto poco. Solo in periodo elettorale, qualche politico, usa il “Turismo” per la propria campagna.
    “… Ma alla fine il microfrazionamento alberghiero e balneare offre servizi peggiori,….”
    Grande verità: le compagnie alberghiere internazionali non vogliono investire in grandi alberghi in Italia, e se proprio vogliono aprire un coimplesso alberghiero, lo fanno tramite la formula del franchising, lasciando all’imprenditore di turno tutti i rischi di impresa!

  7. Buona guarigione Dott. Giannino. Ovviamente non saranno i farmaci a fermarti, grazie per l’impegno che dedichi a noi lettori. Sono pocco esperta nel mercato di turismo e la sua linea mi sembra perfetta, ma aggiungo anche che in Italia non è facile ottenere ok delle parti, infatti la proposta di ministro Tremonti non ha avuto un buon fine. Perchè cè pocha voglia di migliorare? O meglio, perchè le simpatie politiche non si mettono di parte quando in mezzo cè il benessere efficiente per un settore economico?

  8. Mirco Spotti

    Prima di tutto sig. Giannino Le faccio migliori auguri di pronta guarigione. Non mi intendo molto di questa materia e quindi non ho il quadro generale, però, so che l’Italia ha uno sviluppo costiero importante e di ogni tipo e varietà. Solo questo dovrebbe fare accendere qualche lampadina in testa. Se diamo retta a certa gente L’italia sarebbe ancora a livello post-bellico con tutto da fare ma non si farebbe niente perchè tutto deve rimanre come è. Meno male che nel passato, qualche millennio e qualche secolo fa, alcune persone lungimiranti hanno speso e ci hanno lasciato qualcosa grazie al quale ancora oggi molti ne beneficiano. Anche quelli che sono contro! Noblesse oblige.

  9. carlo grezio

    Tanti auguri Giannino,

    Venendo alle spiagge, saremo liberali….ma non fessi.
    Concessioni di 90 anni ? ma scherziamo e la libera competizione di mercato dove va a finire ? Se poi sommiamo i 90 anni con il livello ridicolo delle licenze siamo alla costituzione di una piccola casta di microrentiers…altro che liberismo.
    Eppure non sarebbe difficile 6 + 6 per le concessioni (poi concorso senza prelazioni) e 10% del fatturato come canoni…così vediamo se si nasconde davvero un imprenditore tra le dune…

  10. Andrea Chiari

    E’ giusto allungare il periodo di concessione per favorire gli investimenti
    ma 90 anni è una evidente esagerazione: si crea un monopolio e una rendita.
    Sarei dell’idea di non fare una gara sul prezzo al rialzo (va a finire che
    gli stabilimenti di Rimini li comprano cinesi o camorristi) ma fissare un
    prezzo equo, anche abbastanza sostenuto, e stabilire dei punteggi di
    graduatoria che magari diano qualche possibilità in più a chi già ha fatto
    quel mestiere o comunque ha dei progetti di miglioramento e investimento.
    Quanto possa essere corretta una gara così, senza pressioni, non so,
    onestamente. Nella amministrazione pubblica dove lavoro sarei abbastanza
    tranquillo, ma io non lavoro a Vibo Valentia.
    Riguardo al tartassamento fiscale, ricordo a Giannino che la media delle
    dichiarazioni dei redditi dei gestori degli stabilimenti era intorno (se
    ricordo bene) ai 15.000 euro lordi all’anno. Roba da portare al mare qualche
    indumento usato da regalare a imprenditori così indigenti.
    A latere, ricordiamoci che le spiagge restano demaniali e il loro utilizzo
    libero: bisogna garantire l’accesso a monte dove le ville private hanno
    eretto cancellate e recinzioni e, sulla battigia, lasciare spazio a chi
    vuole godere il sole e il mare senza comprare servizi.
    Riguardo a Trapani e Ryan Air bisognerebbe chiedere a Trapani quanto ha pagato (con soldi pubblici) il collegamento. Quella compagnia fa così: vende viaggiatori. Bisogna vedere se vale la pena.
    Auguri per la degenza.

  11. Isabella

    Per prima cosa le faccio tanti cari auguri per la sua salute. Ci manca al mattino su Radio24.
    A proposito del decreto Tremonti vorrei, se possibile, un chiarimento: che cosa significa “concessione per 90 anni”? Il periodo mi sembrerebbe comunque un po’ lungo per ammortizzare impianti sulle spiagge che non dovrebbero essere troppo invasivi e cementificati. Inoltre mi chiedo come verrebbero fissati i prezzi delle concessioni? Ogni quanto tempo il canone sarebbe rinnovato? E’ scritto nel decreto? Mi aiuti a capire, grazie.

  12. Vittorio Nappi

    Carissimo Giannino (in primis in bocca al lupo), per una volta sono solo in parte da’accordo con lei. Ritengo sia necessario un compromesso, che consenta anche al piccolo imprenditore di avere spazio in questo settore. Intendo dire che concessioni molto lunghe, con investimenti importanti potrebbero determinare pochi players e costi elevati per la clientela che, dunque, gioco forza per i meno abbienti, rischierebbero la calca nel “metro quadro” sporco e mal tenuto lasciato libero (per legge). Concessioni di 35-50 anni, invece, con standard minimi qualitativi ben indicati nelle gare di assegnazione, potrebbero consentire anche a cooperative, giovani e imprenditore con un accesso al credito non “disinvolto” di avviare una interessante attività imprenditoriale

  13. Giuseppe

    Caro Oscar, auguri di buona guarigione.
    Quanto all’argomento in questione mi sento di dire che nessun investimento sulla “qualità dell’offerta di servizi” può giustificare una concessione lunga 90 anni. Lo sarebbe il caso di un eventuale diritto di superficie, ma quest’ultimo presupporrebbe la costruzione e l’avviamento di strutture fisse catalogabili tra i fabbricati (che mal si addicono alle spiagge demaniali per il negativo effetto che avrebbero sull’ambiente).
    Pertanto la mia personalissima soluzione sarebbe: concessione ventennale (una generazione basta!) e rimborso da parte del subentrante delle migliorie apportate alla concessione.

  14. roberto savastano

    Carissimo Oscar, i miei migliori auguri di ristabilirsi in tempi rapidissimi.
    Fotografia lucidissima, ha riassunto alcuni dei motivi per cui da anni le mie vacanze le passo all’estero. In Austria appena posso, siccome la mia dolce metà ama il mare andiamo anche in Francia. E nei fine settimana vado a sciare in Engadina. O pago meno e ho comunque infrastrutture e servizi decisamente migliori o, a parità di prezzo, non c’è paragone nella qualità di what I get for the same money.

  15. Pierluigi

    Buonasera Oscar ,
    Innanzitutto le auguro una pronta guarigione, quando posso la seguo in radio oltre che leggere i suoi articoli. Ha la rara capacita’, di sintetizzare con i suoi interventi , sicurezza, chiarezza e semplicità (condita da approfondimenti che necessariamente tecnici non allontanano mai i non addetti) mi scusi per la premessa fuori tema, ma oggi la mancanza di queste qualità nella maggior parte dei personaggi ad “alta visibilità ” rende contorto o troppo blend il mondo dei media . Comunque relativamente a quanto afferma, ritengo che il turismo in genere sia un prodotto e, come tale deve sottostare alle regole del mercato e quindi necessariamente accompagnato da un buon marketing ( strategico ed operativo) . Orbene in Italia esiste una grande confusione su queste regole. Mi riferisco alla mancanza di politiche ( indirizzo univoco) , vision ( dove può andare un turismo nato per opportunità e non accompagnato da interventi di medio lungo ) valorizzazione del territorio e destagionalizzazione. Sono un dirigente bancario, quindi non addetto al settore , calabrese ma, vivo nel Salento . Quest’ultima una zona di assoluta bellezza , non utilizzata ancora al meglio dal punto di vista turistico. A mio avviso nonostante la notevole visibilità degli ultimi anni, non sta riuscendo a colpire un target definito. E’ vero che in tutte le zone ad attrazione turistica ci sono differenziazioni causate da fattori diversi ( livello strutture ricettive, costi, raggiungibilita’ , etc,,), ma se non si orienta la tipologia dell’utente tipo ritengo che le bellezze naturali e quindi il potenziale possa essere, turisticamente parlando fagocitato dalla mancanza di un target definito. Altro esempio, una penisola come quella salentina fatica e non poco ad aumentare i posti barca ( burocrazia, verdi, fondi). Non dico che bisogna arrivare ai livelli della Florida , ma penso che il più miope dei governanti e/o amministratori non ci metta molto a capire che volano rappresenta il turismo da diporto. Ancor di più se pensiamonil posizionamento geografico. Per non parlare poi della mancata destagionalizzazione o della mancanza del turismo congressuale ( ovviamente da spingere visto il disagio geografico). Sono mille gli esempi che si possono fare e penso a ciò con rabbia, perché in Italia ancora pensiamo alla politica del non fare. Nell’attuale contesto economico ed immaginando quanto ci attende, promettere benessere o più occupati, costruire cattedrali nel deserto non ha più senso (veramente non lo ha mai avuto) . Abbiamo risorse ( in tutto il sud) naturali e non che trasformate in prodotto e progetto sarebbero un booster incredibile per il pil del mezzogiorno. Allora, la prego , quando le sara’ possibile lanci delle provocazioni in tal senso . E cioè fare business a km zero. Valorizzare le risorse , coordinarle e venderle. Il tutto se fatto bene vale molto ma molto di più di qualsiasi incentivo, manovra, o programma elettorale. La ringrazio per l’attenzione e mi scusi per la confusa lungaggine.

  16. Cristiano

    Tanti auguri di buona guarigione Giannino!
    La commedia turistico-balneare come al solito viene risolta all’italiana: prolungamento fino a 90 anni senza se e senza ma con tanti ringraziamenti per i politici che voteranno questo decreto.
    I “regali” come questo che mirano ai voti, considerando che in Italia tra referendum, politiche, elezioni locali etc.. si è tutti gli anni in campagna elettorale, ne vediamo tanti (da iscrivere in questa categoria anche lo stop all’abbattimento delle ville abusive!!).
    Tornando alla questione del diritto di superficie sulle spiagge, sono d’accordo anche io che sarebbe necessaria una seria politica di liberalizzazione e consentire investimenti congrui con la necessità di rimettere in carreggiata il turismo italiano ma la durata di 90 anni mi sembra troppo ampia.
    Secondo me una durata di 25-30 anni sarebbe sufficiente per poter consentire un buon investimento senza stravolgere le nostre spiagge con ulteriori colate di cemento.
    Una legislazione accorta deve consentire di effettuare investimenti di un certo livello senza “regalare” il patrimonio pubblico per quasi un secolo (rimane inteso che i canoni di concessione debbano essere adeguati alle location e non devono essere simbolici visto il pesante debito pubblico che abbiamo).
    Senza una buona ripartenza negli investimenti turistico-culturali di persone come il Sig. Savastano che “votano” le mete turistiche, scegliendole sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, saranno sempre più considerando il fatto che Ryanair non solo collega l’Europa all’Italia ma anche il contrario.
    Se l’Italia non si sveglia non solo i turisti stranieri eviteranno di venire nel Bel Paese ma anche i suoi abitanti alla fine sceglieranno sempre più di “riposarsi” all’estero!
    Saluti.

  17. Anselmo

    Cerca di star bene, Oscar, al meglio: mi picerebbe (ri)vederti a Cremona in autunno, lucido e trascinante come sempre.

  18. Marco Giorgio

    Oscar, intanto la leggo ma aspetto di ascoltarla in radio prestissimo, la sua critica è efficace e l’interpretazione degli eventi puntuale. Forza! Ancora il suo impegno e la sua intelligenza per una magiore co(no)scienza .

  19. Marco Marchionni

    Caro Oscar torna presto! La mattina è vuota adesso.
    Per il resto 90 anni mi sembrano un po’ tantini. 35 mi sembrerebbero più che sufficienti perchè, più o meno, è un po’ più della durata di un mutuo casa.

  20. graziano

    Gent.le Sig.Giannino,quello che dice è molto interessante.Non ho altro da dire se non auguri di pronta guarigione.Torni presto alla sua normale attività,perchè i suoi scritti,e il suo programma su Radio24,ci mancano nel grigiore e conformismo del giornalismo di oggi.

  21. Filippo La Greca

    Forza Oscar: torna presto a farci incazzare la mattina 🙂

    nel merito: ma davvero pensiamo che 90 anni siano un periodo congruo?

    che ci faranno mai sti imprenditori sul terreno demaniale? le twin towers?

  22. Stainer

    Giannino, questo blog è diventato una testimonianza della nostra stima nei suoi confronti, per cui anche se non ho possibilità di commentare sull’argomento (verso il quale nutro da tempo molta diffidenza – infatti ricordo che nel precedente governo Berlusconi si era parlato di “economia creativa” per un provvedimento molto simile), la voglio salutare e augurarmi di rivederla presto in forma.

  23. mauro garcia

    Caro Oscar , la ascolto ogni mattina tutte le volte che posso. Le auguro di rimettersi presto.
    Con profonda ammirazione.
    Mauro Garcia

  24. Ugo Pellegri

    Dott Giannino mi associo a quanti mi hanno preceduto per farle i miei più caldi auguri di una veloce guarigione.

  25. Maurizio

    Caro Oscar, un affettuoso augurio dalla mia famiglia. Maurizio, Veronica e Lorenzo (di anni due, ma che ti ascolta tutte le mattine…)

  26. Alberto Pietri

    Tanti sinceri auguri di pronta guarigione Dott. Giannino spero di risentirla al più presto a nove in punto con un’altra magnifica puntata come quella dedicata a Roberto Cacciapaglia.

  27. Maurizio

    Carissimo, Radio 24 e noi fedelissimi ci sentiamo siamo orfani
    della consueta lucidità e lungimiranza nelle osservazioni;
    un auspicio di pronto ritorno

  28. Alberto Marongiu

    Caro Oscar, i miei più sinceri auguri di pronta guarigione!
    Con profonda stima e ammirazione.
    Alberto Marongiu

  29. Mike1964

    Caro Oscar, la seguo sempre con molto interesse su Radio24, anche se non sempre condivido fino in fondo quel che dice.

    Non avendola sentita da un paio di giorni ho deciso di fare un piccola ricerca in rete; mi spiace che non stia molto bene in salute, e le auguro una pronta e definitiva guarigione.

    Spero di risentirla presto (anche – e soprattutto – nel senso che spero lei stia bene, e quindi possa anche tornare al lavoro).

    Saluti 🙂

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