20
Apr
2010

La cenere vulcanica cosparsa sul capo della Unione Europea

È forse il caso che l’Unione Europea si cosparga il capo di cenere? Questo interrogativo si sta facendo sempre piú insistente dopo che la riunione dei Ministri dei Trasporti della UE, tenutasi ieri in teleconferenza, ha deciso di riaprire parzialmente il traffico aereo europeo.

Da giovedi scorso le compagnie hanno annullato decine di migliaia di voli e le perdite economiche sono enormi. Solamente Portogallo, parte dell’Italia, Grecia e Spagna (i famosi PIGS) hanno avuto la fortuna di non dover chiudere il proprio traffico aereo.

Si calcola che ogni giorno di stop abbia provocato ai soli vettori perdite di 150 milioni di euro, mentre il giro d’affari potrebbe ridursi di quasi 500 milioni al giorno per i giganti del cielo, Lufthansa e AirFrance-KLM.

I diversi vettori, stremati da cinque giorni di stop, hanno cominciato domenica scorsa a far sentire la loro voce. L’amministratore delegato di British Airways ha compiuto uno dei famosi voli di prova nell’area interessata dalla cenere vulcanica, al fine di dimostrare la poca pericolositá della nube.

C’e`stato un eccesso di sicurezza? A questa domanda non è facile rispondere, mentre è molto piú facile notare un altro fatto.

Non è in dubbio che Eurocontrol e le diversi Enti Nazionali di controllo del volo debbano assicurare la sicurezza, ma quel che è certo è che la riunione dei Ministri UE si sia svolta con eccessivo ritardo.

Era opportuno riunirsi venerdi scorso e valutare quali misure prendere. Invece il weekend è trascorso con milioni di persone che non potevano muoversi e che erano costrette a dormire sulle brandine in aeroporto.

Chi è passato dagli scali in questi giorni puó certamente rendersi conto di quel che sia successo. Le persone ammassate su delle brandine da campo facevano apparire gli aeroporti come degli enormi rifugi di sfollati.

Si è arrivati a dei casi limiti come quello italiano e quello spagnolo. Ieri il traffico aereo è stato riaperto nel nostro paese dalle 7 del mattino, salvo che poi, in un’intervista ad una radio, il Presidente dell’Enac abbia annunciato che il traffico sarebbe stato richiuso fino ad almeno alle ore 20.

La notizia è arrivata prima alla radio (commerciale) che sul sito ENAC, su quelli degli aeroporti o alle compagnie aeree stesse (ero in contatto con una compagnia aerea che aveva in programma un volo per il Nord Italia). Questo comportamento sinceramente non aiuta i vettori, che oltre a dover riprogrammare continuamente i propri voli con notevoli difficoltá, si trovano di fronte ad un incertezza dovuta al regolatore.

In Spagna nella giornata di sabato scorso, l’AENA, societá pubblica che gestisce tutti gli scali spagnoli, dapprima ha deciso di bloccare per 12 ore il traffico aereo su 7 aeroporti in un’area di circa 1000 chilometri, per poi revocare la decisione dopo nemmeno un’ora di blocco.

La cenere del vulcano islandese che ha bloccato da giovedi i voli di quasi tutta Europa non è affatto diminuita rispetto ai giorni scorsi, ma la riunione politica ha deciso di istituire tre zone di volo: la prima, vicina al vulcano, totalmente chiusa al traffico aereo, la seconda dove sono permessi voli in determinati corridoi e la terza completamente aperta.

Una tale decisione poteva e doveva essere presa con tre giorni di anticipo.

Il ritardo della Unione Europea è colpevole e i diversi Commissari Europei, invece di promettere aiuti di Stato alle compagnie aeree (con i soldi dei contribuenti) dovrebbero prendersi la responsabilitá della inefficente gestione della crisi.

La sicurezza è essenziale in un settore come quello aereo, ma è altresì importante avere una classe dirigente in grado di gestire le emergenze, o che perlomeno, si assuma la responsabilitá dei propri errori.

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