L’intervento del FMI aiuta l’Italia, ma non risolve i problemi europei
Perchè l’Italia non dovrebbe accettare l’eventuale aiuto del Fondo Monetario Internazionale per 400-600 miliardi di euro, come anticipato oggi da “La Stampa”? Più di tre settimane fa, il direttore Oscar Giannino su queste colonne annunciava “arriva pure il FMI, il Governo non lo sa”.
Si parlava in quel caso del monitoraggio da parte dell’Istituzione creata a Bretton Woods, mentre oggi si parla ormai di un intervento diretto con denaro sonante.
Tali finanziamenti sarebbero estremamente importanti per il Governo Monti che attualmente riesce a trovare crediti dal mercato a dei tassi intorno al 7 per cento, sia per i buoni a due anni, che per quelli a dieci anni. Come si è piú volte ripetuto, si è ormai invertita la curva dei rendimenti dei tassi, con dei tassi a due anni addirittura superiori a quelli a dieci anni.
Si parla di tassi d’interesse da parte del Fondo Monetario intorno al 4-5 per cento, vale a dire almeno due punti percentuali dei tassi pagati ora dal nostro Paese.
Tenendo conto che entro la fine del 2012 sono in scadenza circa 400 miliardi di euro di buoni del Tesoro Italiano, il risparmio potrebbe essere molto importante.
Una stima molto semplice: se i tassi d’interesse del mercato non dovessero scendere dai livelli attuali, l’intervento del FMI porterebbe ad un risparmio di spesa per interessi di circa 8 miliardi di euro. La durata media del debito è di poco piú di sette anni e dunque l’intervento del FMI porterebbe ad un risparmio complessivo di quasi 60 miliardi di euro di interessi.
L’intervento del Fondo Monetario Italiano potrebbe essere dunque un sospiro di sollievo per le casse pubbliche italiane ormai esauste.
Certo l’immagine dell’Italia, nel caso di un eventuale salvataggio, ne verrebbe compromessa, ma ormai non è più tempo di pensare all’immagine, dato che si è sull’orlo del fallimento di tutto il sistema Euro.
L’Italia in cambio del prestito dovrebbe fare delle riforme molto dure, ma in definitiva queste riforme sono quelle che la stessa Banca Centrale Europea ci aveva chiesto nella ormai famosa lettera di agosto al Governo Berlusconi.
Mettere dei vincoli esterni alla manovra potrebbe aiutare il Governo Monti a prendere delle decisioni impopolari, come quella riguardo la diminuzione dei salari pubblici. Una manovra impopolare che tuttavia è stata fatta da un Governo di sinistra in Spagna (Zapatero).
L’intervento del FMI potrebbe tuttavia non essere abbastanza, non tanto per quanto riguarda il caso specifico italiano, ma inteso per l’intera zona Euro. La crisi del debito sovrano è ormai estesa alla Spagna e si sta estendendo rapidamente verso Belgio e Francia.
Non basta più il solo salvataggio di un singolo Stato, come è stato dimostrato anche dai precedenti interventi nei confronti della Grecia.
La sfiducia è totale nei confronti dell’Euro e dell’Unione Europea. I leader sono considerati incapaci dai mercati; ogni volta che si riunivano per “non prendere decisioni” le Borse cadevano e gli spread dei PIIGS nei confronti dei bund tedeschi aumentavano.
Una riforma dell’Unione Europea è necessaria, così come una maggiore coordinazione delle politiche economiche.
L’intervento del FMI può dunque aiutare l’Italia in termini di spesa per interessi da pagare in meno, ma non risolverá certo i problemi enormi dell’Unione Europea.
La modifica dei trattati per consentire l’intromissione di Berlino nella politica di bilancio degli altri Stati richiede troppo tempo e troppe discussioni, la strada più veloce è quella di affondarli per poi offrire loro un finto salvagente targato Fondo monetario internazionale. I tedeschi potrebbero consentire alla Bce di fornire liquidità illimitata al Fondo che a sua volta la presterebbe ai singoli stati con condizioni capestro.
Una volta accettata la linea di credito del Fmi per l’Italia si chiuderebbe la via di accesso al mercato, perché tutti i prestiti effettuati dal fondo sono ‘senior’ cioè hanno il diritto ad essere pagati prima di ogni altra obbligazione dello Stato debitore. Con questa condizione chi comprerebbe più un Btp?
Il fondo costringerebbe l’Italia a privatizzare tutte le aziende e le infrastrutture pubbliche oltre che a varare a misure fiscali draconiane che deprimerebbero il paese per i prossimi dieci anni. Ma anche questo non servirebbe a tirarci fuori dai guai. Gli interventi del Fmi hanno avuto successo solo quando sono stati accompagnati da massicce svalutazioni della moneta del Paese in crisi, non si è mai verificato nella storia il salvataggio di un Paese a cambio fisso.
In mancanza delle decisioni politiche necessarie la svalutazione rappresenterà la sola via di fuga.
Sono d’accordo e voglio aggiungere, partendo da un refuso contenuto nel suo articolo, che affiancare un eventuale intervento del FMI, che per altro sembra smentito, con un intervento, e vengo al refuso, del “Fondo Monetario Italiano” inteso come l’acquisto da parte degli italiani dei Titoli di Stato, come proposto da Giuliano Melani, ma, dico io, acquistare le nuove future emissioni direttamente dall’emittente primo senza costi aggiunti ed al TASSO DEL 2% ANNUO, non sarebbe un bel aiuto all’Italia ed una dimostrazione di fiducia nel Paese, cioe’ in noi stessi.
Cosa ne pensa e ne pensate, frequentatori di questo blog, di quanto sopra e di quanto piu’ diffusamente esprimo nel post “UN GRANDE ABBRACCIO PER L’ITALIA”
(intervento all’incontro del 28 Novembre u.s. all’Unipol Arena di Bologna organizzato da Giuliano Melani) reperibile in internet digitando “Se Gesu’ fosse Tremonti…”, (valido ancora oggi, basta togliere il Tre) ?
Mi sembra che ci sarebbe un problema nel farsi dare un prestito dal FMI, e non parlo della perdita di sovranità -ché con il debito e la scarsa crescita che ci ritroviamo l’abbiamo perduta da un pezzo!-, ma del fatto che il prestito del FMI -se non sbaglio- è senior rispetto agli altri crediti. Chi altri presterebbe denaro all’Italia dopo l’intervento del FMI (con la certezza di essere rimborsati dopo l’FMI nel caso -non remoto- di problemi)?