8
Apr
2020

#iostoacasa: come la paura e la mancanza di ragione uccidono la libertà e la democrazia

La campagna del governo #iostoacasa sarà ricordata come un esempio da scuola di come in pochissimo tempo, ignoranza e paura possono cancellare il patto di mutua ragione tra cittadino e istituzioni. Di fronte alla minaccia del virus e il rischio del collasso del sistema sanitario, il governo ha proceduto, a partire dal 21 Marzo a una campagna di quarantena basata sull’hashtag #iostoacasa convincendo milioni di italiani che stare il più a lungo possibile nel chiuso delle loro abitazioni è l’unica strada possibile per fermare la avanzata del virus.

Questo è ovviamente falso. Altri hastag, molto più precisi e dettagliati, come #iostoatremetri o #iostodasolo, sarebbero stati molto più onesti e, nella misura in cui sarebbero stati più sostenibili, sarebbero stati anche molto più efficaci. Purtroppo, il governo ha invece scelto di fondare la sua campagna su un diktat approssimativo e dannoso.

È ovvio a chiunque voglia esercitare un po’ di buon senso come stare al chiuso con la famiglia non è sostenibile e richieda per lo meno l’accesso a supermercati e altri servizi essenziali. Di per sé rendendo vana la pretesa di una applicazione del diktat. Ma è altrettanto evidente che non si tratti nemmeno di una misura necessaria, perché basterebbe stare a distanza e seguire le norme previste dalla OMS (mascherine, lavaggio mani, etc).

Tuttavia, la richiesta ai cittadini di compiere un SACRIFICIO è stata ideologicamente efficace, soprattutto in un paese con le nostre radici storico-culturali. Stare a casa è diventato subito un gesto scaramantico, che si fa per motivi tra la superstizione e l’appartenenza alla comunità. Nessuno si interroga sui meccanismi di trasmissione del virus. Sono demandati agli esperti, come in passato era demandato ai preti di interpretare le sacre scritture e agli intellettuali di sinistra di fare l’analisi del momento storico. La popolazione è contenta di affidare ad altri, esperti o autorità che siano, il proprio destino contando nel principio antico che è più importante appartenere a una comunità, sia un gregge di pecore o una torma di Lemming, il proprio destino.

Ai virologi non vengono chiesti lumi circa i meccanismi di trasmissione del virus, ovvero un trasferimento di conoscenza che richiederebbe, da parte delle persone, un atteggiamento di comprensione critico-scientifica del problema, ma regole e direttive da applicare in modo fedele salvo eccezioni (“padre ho tanto peccato, mi dia l’assoluzione”).

La minaccia del virus, da problema concreto da affrontare con gli strumenti della ragione, è stata trasformata nella espressione delle colpe morali di una parte dei cittadini e ha legittimato molti altri nella presunta affermazione della propria superiorità morale. Atteggiamento paternalistico e moralistico in tutto e per tutti simile alla genuflessione superstiziosa di molte religioni. Non si salveranno dal virus i più accorti che faranno uso della propria intelligenza, ma i più giusti che sapranno sacrificarsi e, insieme agli altri giusti come lor pari (o appena meno), meritarsi un posto sull’arca galleggiante. O questo la gente crede.

Soltanto questa deriva salvifico-moralista può spiegare l’acredine e l’astio moralistico (l’onda di m…a con cui si sono affrontate le posizioni non allineate). Il dissenso è stato immediatamente associato con la indegnità morale del difensore. Chi sosteneva l’importanza dell’attività fisica è stato immediatamente deriso (la “corsetta”, “andare a spasso”) o associato a tratti moralmente inferiori (narciso, egoista, individualista, persona priva di rispetto), mentre l’abuso di carboidrati, tabacco e alcool che pure ha accompagnato la clausura domestica viene visto con indulgenza (tabacco) e generalmente con vera e propria simpatia (alcool e cibo). È ovviamente irrazionale pensare che chi corre manchi di rispetto mentre chi sforna torte e pizze sia un monaco penitente, ma è coerente con la cornice ideologica dove il virus deve essere sconfitto dal sacrificio e dalla sottomissione alla autorità e non dall’intelligenza e dalla tenacia.

Non si deve correre, andare al mare, passeggiare in montagna, non perché sia un’attività oggettivamente correlata con il virus, ma perché siamo indegni, incapaci di fiducia. Siamo cioè peccaminosi e dobbiamo mondarci dei nostri peccati, soffrendo tutti insieme. Magari spiando dalle tapparelle chi non si sottopone agli stessi riti. La giustificazione del divieto di stare all’aperti da soli è analoga a quella che viene data, in nazioni dove i costumi impongono la repressione sessuale, perché le donne si debbano coprire il corpo e il viso: perché se lo facessero tutte, i maschi essere tentati dal fare violenza. E quindi, poiché gli esseri umani sono indegni di fiducia, anche chi non ha colpa (le donne) devono vivere segregati. Non a caso, in questi paesi, casa e vestiti hanno un ruolo simile a quello della casa in questi giorni di quarantena, spazio privato sottratto al presunto pericolo esterno (che invece è solo interno).

In questa atmosfera irrazionale, resa possibile dalla tradizionale mancanza di cultura scientifica, l’applicazione del diktat diventa un articolo di credo, spesso imposto più dai fedeli (i solerti sceriffi da balconi) che dalle stesse autorità (vigili e polizia). Si chiudono parchi e aree balneari, si inviano i droni per individuare pericolosi camminatori solitari, si inviano elicotteri per stanare bagnanti e subacquei (non è una esagerazione). A nulla vale il fatto che, a detta della OMS, il virus non sopravvive all’aperto sotto l’effetto dei raggi del sole e che, anzi, basterebbe l’aria aperta per disperdere la carica virale sotto ogni soglia di pericolo. Contro ogni ragione, l’ambiente esterno è associato con la libertà di pensiero e di movimento in cui i cittadini impauriti da una propaganda martellante dei media non possono che credere. Come ha recentemente scritto Recalcati, “l’odio è non sopportare la libertà dell’altro”.

Come nel romanzo di Orwell le persone sono isolate le une dalle altre e soggette a una continua imposizione di notizie da parte di schermi installati nelle loro abitazioni. A differenza della distopia, nel nostro caso gli schermi sono pagati direttamente da noi.

Il runner solitario non mette a rischio la salute fisica dei cittadini, ma mette in discussione il valore salvifico della loro presunta moralità: “se io sto in casa a soffrire, perché non lo fa anche lui”. E così si deve stare in casa non per evitare il virus, ma per non mettere in discussione l’autorità del governo cui la società ha demandato la propria libertà. Perché il sacrificio della libertà di tutti sia efficace, deve essere condiviso – non si deve parlare in chiesa o mettere in discussione le parole del sacerdote (in questo caso l’esperto scelto dal governo), è un mancare di rispetto. Così si rivela il lato oscuro della irrazionalità: paura e ignoranza. È un meccanismo raccontato da tantissimi, da Chomsky a Benasayag, da Canetti a Foucalt, da Hobbes a Machiavelli. Non c’è bisogno di citarli.

L’ignoranza gonfia la paura che cerca nel sacrificio della libertà e nella sottomissione all’autorità una salvezza che viene applicata con la stupidità irrazionale propria della superstizione.

L’aspetto peggiore si è manifestato in tutte quelle forme di intolleranza e di miseria umana che trovano amplificazione nel razzismo da balcone. Si spiano le persone perché gli altri non sono più percepiti in quanto esseri umani, ma come un potenziale pericolo. L’applicazione rigida della legge diventa il pretesto per sfogare invidie, rivalità, complessi di inferiorità, asti campanilistici.

Felice Cimatti, in una recente intervista ha affermato “ci sono le ragioni della medicina, ma non ci sono solo le ragioni della medicina. […] Sostenere che non è tempo per discutere di filosofia e di libertà individuali, che ora è il tempo dell’emergenza, è esattamente il tipo di risposta che non promette nulla di buono.”

Quando la libertà individuale è sospettata di egoismo, quando si avvalla il principio etico-politico che la sola vera libertà è quella che esprime il bene universale (che poi non è mai universale, ma di qualche particolare che ha la forza per proporsi e, invero, imporsi, come universale), la persona è in pericolo, perché la persona è la sua libertà individuale, insindacabile, ingiudicabile, indominabile.

Certo, ogni società può proporre le sue regole di ingaggio, diciamo così, ma senza pretendere che il proprio bene (quello della società in gioco) diventi il bene universale o debba corrispondere al bene di ciascuno. La paura del virus ha spinto molti a rinunciare ai propri diritti individuali. La salvezza del corpo in cambio dell’anima – per tanti che come gli zombie di Romero (altra epidemia, altra allegoria) quell’anima non l’hanno in fondo mai avuta – è un baratto ragionevole.

Accettare il diktat dello stare a casa senza ragione non è solo un rischio sanitario (il danno che tanti avranno da questa inutile clausura domestica) ma soprattutto il fallimento del patto di ragione tra stato e cittadino. Allo stato non si chiede di spiegare le motivazioni razionali delle regole. Ai cittadini non si chiede di comportarsi responsabilmente. Ognuno viene meno ai suoi obblighi e ci si tratta con l’indulgenza tipica di persone immature. Il patto non è più basato sulla ragione e sul rispetto reciproco tra persona e istituzione, ma sull’interesse e la paura. E la superstizione ne è il naturale collante. #iostoacasa esprime il fallimento della libertà e della democrazia.

Riccardo Manzotti è professore di filosofia teoretica (Università IULM di Milano), psicologo e ingegnere. Dalla teoria che ha elaborato sulla coscienza ha tratto vari libri, tra cui il più recente The Spread Mind, tradotto ed edito in Italia da Il Saggiatore. https://www.riccardomanzotti.com/

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144 Responses

  1. alesssandro zandarin

    grande articolo, l’aspetto filosofico non è mai preso in considerazione ma è invece importantissimo, sempre.
    nella logica delle pessime conseguenze morali e filosofiche di questo #iostoacasa io collocherei anche alcune orribili caratteristiche emerse in questi giorni:
    la codardia di lasciar morire soli i malati, senza nessuna possibilità di assistenza da parte dei loro cari nelle ultime ore (e anche dopo quelle, persino i funerali sono limitati)
    la vigliaccheria di non voler far rientrare in paese i concittadini che lavorano in zone ritenute più a rischio contagio, nemmeno se sono residenti, e della quale non ci si vergogna nemmeno ed anzi viene addirittura espressa ai media
    la stupidità di fare barricate tra nazioni, tra regioni, tra città, tra paesini, addirittura tra quartieri, senza capire quanto la facilità di relazioni, spostamento e scambio influisca sul benessere morale e soprattutto materiale dell’uomo

  2. Davide

    Bellissimo.
    Dopo tantissimo tempo, finalmente un articolo che valga davvero la pena leggere.
    Mi sento solo di aggiungere una cosa: tutto ciò è frutto di decenni di lavaggio del cervello, in cui è stato inculcato proprio questo modo di (s)”ragionare”.
    A volte anche su queste pagine, purtroppo, quando si è fatta una intollerabile confusione tra libertà, ciò che comporta, ed essere sudditi di presunti “esperti”.

  3. Giovanni

    È veramente incredibile leggere un articolo del genere in questo momento.

    Un conto è spiegare ad una persona le regole per il rispetto della vita altrui, un conto é far sì che tutte le persone di un paese le rispettino.
    Veramente pensa che se le le regole fossero state quelle di stare a distanza ecc.. Avremmo fermato la pandemia? Come al solito ci sarebbero state persone che, fregandosene delle regole (ci sono tutt’ora ma grazie alla quarantena sono più facilmente individuabili) avrebbero vanificato tutto.

    Lo dimostra in maniera inequivocabile il fatto che tutti gli altri paesi, nonostante siano stati infettati dopo, siano nella nostra situazione, se non addirittura peggio.

    Certo, se avessimo avuto strutture ospedaliere più efficienti probabilmente saremmo riusciti ad arginare meglio il problema, come ad esempio hanno fatto la Germania e la Corea, ma questo dipende dalla politica che abbiamo sempre votato e sostenuto, non certo dalle modalità con cui stiamo affrontando questo problema..

    Questo che sta succedendo è un danno economico per tutti, me compreso, ma la salute viene prima di tutto, e le persone competenti in materia ci hanno spiegato che questo è il modo migliore per fermare il virus. Il governo, ovviamente, ha dato ascolto a loro, come ha sempre fatto. E normalmente lo facciamo anche noi, quando abbiamo l’influenza, quando stiamo male, quando ci dobbiamo operare, quando dobbiamo curarci per un male e anche quando, purtroppo, non abbiamo più speranze. Scegliere quando ascoltare queste persone é troppo comodo.

  4. SerGelius

    Quasi un romanzo, ma più lo mandi giù e più ti tira su…

    Il pensiero:
    Finché non diverranno coscienti della loro forza, non si ribelleranno e, finché non si ribelleranno, non diverranno coscienti della loro forza.
    (1984 – George Orwell)

  5. Aliso

    Alessandro Zandarin, sarà pure un grande articolo e Riccardo Manzotti un grande psicologo-ingegnere, ma la teoria secondo cui si sarebbe dovuto lasciare il movimento delle persone è proprio l’opposto del contenimento della pandemia e del contagio.
    Peccato che gli esperti VERI dicono tutti che il virus si espande con le persone e non vola nell’aria o si prende per puro caso.
    E’ IL CONTATTO il pericolosissimo modo in cui il virus si trasmette e con il movimento generalizzato delle persone sarebbe stata un’immane ecatombe e forse non saremmo nemmeno qui a dissertare su queste teorie pseudo-filosifiche.

  6. Giuseppe

    È un articolo che sicuramente fa riflettere perché solletica sempre la voglia di essere libero che è insita in ognuno di noi, specialmente in un momento come questo. E anche ragionando con l’arte della filosofia ci permette, stavolta a noi, di ragionare su ciò che dovrebbero fare gli altri restando in una posizione favorevole cioè quella di chi giudica ciò che altri fanno senza avere riscontri sul proprio “consiglio”. E poi esiste la realtà, quella che conta di più a mio avviso. Sto scrivendo in un sito dove è obbligatorio inserire una mail ma dove si parla di libertà, nella fattispecie di esprimersi, in tutto ciò come concilia l’autore il concetto. Il blog fa parte del sistema internet che è quanto di più liberale e allo stesso tempo controllato che esista, come si concilia il concetto di democrazia conoscendo il sistema “net” e tutte le sue implicazioni. E poi il concetto di libertà a mio avviso va inserito nel concetto più ampio di distinzione tra libertà individuale e libertà in senso assoluto. Perché dire che impedire la corsetta giusto per fare un esempio è un vincolo alla nostra libertà individuale io chiedo come si concilia con la libertà assoluta che è quella più utile a mio avviso è alla quale tutti dovremmo aspirare a concorrere. Tante persone che corrono diventano un problema. Far finta di non capire che il problema deve essere analizzato sottoforma di sistema e non di singolo mi pare anacronistico. Faccio un ulteriore esempio per chiarire meglio la mia posizione. Il concetto di regola, cosa alla quale noi italiani in particolare modo siamo allergici, è alle volte, non sempre, innanzitutto democratico perché “dovrebbe” essere seguita da tutti e poi perché permette di non invadere la libertà altrui in quanto mette un paletto che tutti gli individui devono seguire. La regola dell’alt al semaforo rosso permette a chi ha il verde di andare e chi ha lo stop di fermarsi, un semplice concetto per il quale entrambi possiamo proseguire senza scontrarci. Lasciate il giallo lampeggiante al semaforo e troverete il caos. La vera democrazia o libertà per me è quella di trovarci in un sistema dove siamo pronti a fare un passo indietro sulla libertà individuale, non per garantire un terreno fertile per chi ci comanda ma per costruire un fronte comune. Nell’accezione più bella del termine comune, che prevede condivisione e facilitazione al prossimo. La libertà spesso e volentieri viene utilizzata per prevaricare i confini legittimi del vicino e risolve in modo un po’ troppo semplicistico problemi sui quali alla fine bisogna trovare, qui si nel concreto, una soluzione che vada bene per “tutti”.

  7. Grande. Sto cambiando schieramento. Dall’orgoglio di questa quarantena, mi sposto verso i dissidenti. Non i cretini che credono di essere fighi a uscire senza motivo. No. I pensatori. Quelli che si fanno domande. Perché, ormai, è evidente che stiamo subendo in silenzio situazioni di totale dittatura e annichilimento. Gestite senza alcun riguardo non fosse altro che salvare il culo a una sanità penalizzata dai tagli.

  8. Lorena

    La “transumanza” dal nord al sud dei giorni immediatamente precedenti al lockdown ha chiaramente dimostrato che l’isolamento imposto (circoscritto al momento più pericoloso dell’epidemia), al contrario del messaggio sostanziale dell’articolo, è risultato più che mai necessario dato il veloce propagarsi del virus nelle regioni meridionali nella seconda metà di marzo. Ciò significa che “il diktat” aveva un suo perché e non è stato così improvvido o irrispettoso delle inviolabili libertà altrui.
    Inoltre, in certe gravissime universali situazioni si deve, è d’obbligo agire “d’imperio” per salvaguardare il bene comune e la salute pubblica. Chi se non uno Stato -quindi il suo Parlamento, eletto dai Cittadini, ed il suo Governo- deve prendersi cura della Nazione in tutto e per tutto? Nelle ragioni d’urgenza indifferibile, quando è a repentaglio la salute, lato sensu, di una Comunità le cognizioni scientifiche devono essere materia esclusiva di esperti dell’argomento, per l’intenzione benefica sulla collettiva che ne deriva. Scienza e filosofia possono senz’altro coesistere ma un pericolo mondiale, tangibile, da` certamente la precedenza alla prima.

  9. Luca Mollica

    Da uomo di scienza, spesso interpellato su covid-19 più per cementare un pregiudizio che per conoscere, non posso che essere lieto di leggere qualcosa di finalmente non retorico.
    Grazie.

  10. Mr. B.

    Per fortuna che gente come voi sta a casa a farsi le pippe mentali, se aveste posizioni di potere saremmo tutti rovinati. Andate e vivete come volete a patto però che in caso di cure, le vostre siano a pagamento.

  11. Alessio

    Grazie. [Noto un refuso: “i maschi essere tentati dal fare violenza”, manca un “potrebbero”.] Magistrale, letto e riletto. Aggiungo che nulla conosciamo del consesso sacerdotale tecnico-scientifico le cui valutazioni sarebbero così tanto superiori a quelle dell’Oms, mentre conosciamo sindaci di paesini le cui valutazioni di clausura si credono superiori a quelle del comitato tecnico-scientifico a loro volta superiori a quelle dell’Oms; e che i dati dei quotidiani bollettini di guerra sono assolutamente decontestualizzati da riferimenti medico-demografici, statisticamente confusi senza note didascaliche che ne spieghino la raccolta e ne accompagnino la parzialità.

  12. Leo Nueve Nueve No Cap

    Bellissimo articolo!
    Chi sottostà a queste ridicole restrizioni discriminando chiunque (più razionalmente) agisce secondo libertà, ha alla base della propria mentalità una sorta di compiacimento intellettuale oltre che morale.
    A mio avviso questi che urlano dal balcone contro chi va in giro, si sentono appagati (oltre per una presunta superiorità morale) anche per una superiorità intellettuale, in quanto convinti che il loro cieco restare a casa rappresenti una più saggia e matura comprensione della situazione attuale. Grossi di questa apparente superiorità sul piano sia morale che intellettuale, ulteriormente spinta dall’approvazione dell’istituzione, sentono giusta la discriminazione.
    Dall’altro lato è ragionevole dire che, da parte dello stato, una presa di posizione eccessiva sull’argomento sia stata più sicura. Lasciare una situazione così sensibile al buon senso della gente sarebbe stato un rischio grandissimo.

  13. Vintolotteria

    Fazioso è dir poco. Che palle siete voi intellettualoidi che dovente sempre andare contro per essere originali. C’è un significato storico nel far restare a casa le persone, se non lo capite siete uguali a chi sta a casa senza dir nulla!

  14. Davide B.

    mi pare dica una marea di boiate. col punto più alto nella similitudine virologi – preti.

    Pessimo è il finale : se avessero senso i concetti a cosa servirebbe la guardia di finanza ? Le tasse le pagano tutti e nessuno deve permettersi di controllare. Altrimenti vince “..la ragione e sul rispetto reciproco tra persona e istituzione” .

    Siamo in un paese in cui abbiamo dovuto (e dovremo ancora per molto tempo) chiarire che vaccinarsi è cosa buona e giusta. Davvero possiamo pretendere che lo stato spieghi “le motivazioni razionali delle regole” ?

  15. Antonio

    Ottimo articolo. Aggiungerei che tutto questo ha spostato la responsabilità degli accadimenti tutti verso i cittadini. Coprendo così tutte le giganti responsabilità di tutto l apparato istituzionale. Giochetto ben riuscito. Purtroppo

  16. Francesco

    Temo che abbiano applicato un buonsenso a misura di “zuccone”. I pericoli sull’abituarsi ad uno stato di controllo non sono così peregrini: spero non si prendano a modello, sistemi di gestione dei Big Data come quelli di alcuni stati asiatici. Il parallelismo insistito dell’articolo sul sacrificio come dimensione magico-propiziatoria lo trovo, invece, un po’ naif; o almeno, non c’entra nulla con le religioni “abramitiche” e non capisco se l’autore descrive una percezione devozionalistica (che pure c’è) più o meno conscia o se è proprio una ricezione stereotipata che ha fatto propria, di alcuni temi religiosi.

  17. David

    Pessimo questo articolo.
    Si contraddice continuamente: suggerimenti OMS sì, quei dei virologhi No. Ma L’OMS da chi li prende i suggerimenti??? 😉
    I virologhi devono fare il loro mestiere, così come i filosofi.
    Secondo questo articolo si deve avere fiducia delle persone e dei loro comportamenti: esperimento fallito già in UK, USA e adesso pure la Svezia che aveva anche un vantaggio demografico enorme.
    Il Popolo ha forse paura e fa anche bene, ma ha senz’altro più umiltà di ha scritto questo articolo, il quale anche se munito di vari titoli, non mi pare avere nessuna competenza a riguardo e per giunta è pure male informato su molti fronti. (a proposito di ignoranza)

    Visto che il suo campo sarebbe la filosofia, una citazione la faccio volentieri Dalle mie poche e rispettose letture in quel campo:

    “”Costui crede di sapere mentre non sa; io almeno non so, ma non credo di sapere. Ed è proprio per questa piccola differenza che io sembro di essere più sapiente, perché non credo di sapere quello che non so.””

    La sua materia ci insegna che è più saggio affidarci a chi è informato e basta con questa moda di “gugolare” e “gongolare” sulla rete fino a che non si trova la risposta che ci aggrada per giustificare il proprio dissenso.
    Ogni tanto sarebbe anche utile avere l’umiltà di far parte del gregge e seguire le regole suggerite, e non imposte. I Diktat sono tutt’altra cosa. Li avreste visti se vi foste trovati in Cina.
    E quando le cose non vi tornano, forse, invece di scrivere articoli con soluzioni strampalate e tecnicamente completamente scorrette: tipo stare a 3 metri, sarebbe utile produrre delle soluzioni che siano realizzabili sia tecnicamente, che finanziariamente e aspetto dondamentale: organizzabili e controllabili.

    Una provocazione per far crollare il castello di carta: Mi piacerebbe sapere se fisicamente e gestualmente, non filoficamente, l’autore d’estate verrebbe a vivere in una qualsiasi città della pandemia, con tutta la sua famiglia e vedere se riesce a stare per tutta una stagione estiva con porte e finestre aperte, basandosi sulla “famigerata” fiducia o se preferirebbe i diktat porta blindata, allarme, vigilanza.

  18. Beatrice

    Bellissimo articolo, che purtroppo resterà in una dimensione elitaria. La politica e la filosofia hanno interrotto ogni tipo di rapporto da troppo tempo, ormai.

  19. Ho trovato una risonanza completa con idee che macino silenziosamente da giorni.
    Trovo *osceno* che si possano accompagnare i cani a fare i loro bisogni e che non si possano accompagnare i propri morti al cimitero. Evidentemente nella nostra cultura malata i morti valgono meno delle birre che posso acquistare al supermarket.
    Penso inoltre che questo passaggio storico segni un momento di “spegnimento” della Chiesa Cattolica, ormai senza voce, senza energia, troppo anziana per resistere al Covid19.
    Resta il bisogno religioso e di salvezza che assume con chiarezza altre forme come spiegato in modo preciso nel blog.

  20. Vittorio

    Una sola obiezione, semplice, forse persino banale. Se universalizassimo la scelta del runner solitario o dell’alpinista (cioè se ciò che fa uno fosse la scelta di molti) le pratiche di contenimento del virus sarebbero impossibili.
    Ah … amo giocare a rugby a 55 anni, allenarmi con ogni tempo, andare in montagna e camminare

  21. Eduardo

    Mi trovo d’accordo con l’articolo per quanto concerne l’esasperazione ideologica del #iostoacasa, ha fatto si che tante persone di dubbia moralità prima della crisi si siano rivestite di questa nuova veste morale, invertendo il senso delle cose, ma non condivido l’idea che ciò sia frutto di queste restrizioni così come son state concepite.
    #iostoatremetri, o #iostodasolo, non solo non sarebbero stati per nulla efficaci, per quanto assolutamente vaghi e impossibili da controllare, ma non avrebbe cambiato l’esito, ovvero una esasperazione ideologica del giusto e sbagliato, in quanto si sarebbe trattato comunque di un, inevitabile, stravolgimento del comune svolgersi della vita individuale.
    Non confondiamo delle necessarie misure anti contagio (che a loro modo funzionano, lentamente ma funzionano, sfido ad avere lo stesso effetto con altri tipi di provvedimenti) con quello che è un difetto dell’essere umano moderno.
    L’essere umano moderno, con l’ausilio dei social network, è in continua caccia di pretesti per evolversi moralmente, ripulire la propria coscienza dai suoi peccati additando il prossimo per gli errori commessi, è sempre stato così in un contesto sociale dove esistono leggi scritte e non scritte che sanciscono un “giusto” comportamento dell’individuo in relazione agli altri.
    Adesso che, in occasione straordinaria, la visione del buon comportamento si è ridotto a “io resto a casa quindi sono nel giusto” quale migliore occasione per l’uomo affamato di veste morale pulita per additare il trasgressore di turno?
    Questa pandemia non ha fatto altro che tirare fuori il peggio già insito nelle persone, e non parlo solo di quelli che credono nel #iostoacasa, ma anche dei complottisti più accaniti e di quelli che non credono nella scienza ufficiale, definendoli “presunti esperti”. Il vero difetto dell’essere umano è quello di essere privo di ampie visioni, verso il suo mondo che è molto più complicato di quel che crede. Additare il runner di turno, accusare il ricercatore di turno e fare elogio della propria idea senza tenere conto di quelle altrui e senza fare un vero ragionamento inclusivo, vomitare odio sul prossimo…non è una cosa nuova, è solo più esasperata, e si nota ovviamente. Questo è un vero problema da considerare.

  22. Andrea

    “a detta della OMS, il virus non sopravvive all’aperto sotto l’effetto dei raggi del sole e che, anzi, basterebbe l’aria aperta per disperdere la carica virale sotto ogni soglia di pericolo”
    Cortesemente può fornire la fonte di questa affermazione? Io finora non ho letto ciò da nessuna parte, e anche cercando non trovo questa dichiarazione.

  23. Marco

    Esattamente, è venuto meno il patto di mutua ragione tra cittadino e istituzioni; tutto questo supportato e reso possibile da ignoranza e paura.

    Questo ha minato quel poco di libertà e individualismo che l’Italia ancora poteva esprimere.

    Tutto questo mi ha definitivamente convinto a lasciare l’Italia . Non ho rammarico anche se in Italia avevo messo in piedi una piccola azienda che era sempre stata il mio sogno: la mia libertà e la mia autodeterminazione valgono di più di tutto.

    Grazie per il nell’articolo e soprattutto scritto con educazione e intelligenza

  24. Roberto

    Questo articolo ha messo in fila come non avrei saputo fare quello che penso, non proprio dal primo decreto, ma sicuramente dal suo inasprimento.
    È frustrante in quanta mancanza di ragione ci si possa imbattere anche inaspettatamente, con persone normalmente brillanti e acute che probabilmente devono alla paura (un’emozione legittima) questa resa all’ottusità legalizzata.
    Vorrei anche aggiungere che non c’è nessun lavaggio del cervello né ipotetici poteri occulti dietro questa deriva, ci siamo semplicemente noi con la nostra pochezza, noi che solo applicando le norme igieniche che suggerisce l’educazione limiteremmo enormemente la diffusione del contagio.
    Norme che purtroppo torneranno a essere ignorate quando ovviamente il decreto verrà rimosso o fortemente attenuato.

  25. filippo

    Bellissimo, scritto da dio. Aggiungo che per chi arringa il runner dal balcone non si parla neppure di “applicazione rigida della legge” dal momento che la Legge (meglio, i Dpcm), nei pressi della propria abitazione permette di correre; siamo un passo più in là.

  26. Barbara Fazio

    Buongiorno. Il fatto di saper mettere due parole dietro l’altro non rende uno scritto valido. Conta il contenuto. Questo suo scrivere raccontando di esseri umani celebro- lesi e “asfaltati” dalle forze del male, mi fa capire che in parte ha ragione , che ci sono persone che ragionano poco spinti dal voler sempre dare le colpe a fantomatici complotti orditi per chissà quale scopo finale, di cui Lei probabilmente ne fa parte. Mi fa capire e confermare che basta essere “contro”, che alcuni vengono additati a “filosofo”. E che veramente siamo alla frutta. Se fossimo al mondo 100 persone, di cui 20 abitanti in Italia, potrei dirle che uscire poteva essere possibile, e la spiegazione da parte di scienziati sul come il virus si diffonde sarebbe stato sufficiente, anche nel caso che la comprensione fosse di soli 10 abitanti, anche nel caso che tra questi 20 ci fosse chi “crede” al tentativo di interessi dei poteri forti o di chi “ è come una semplice influenza “. Purtroppo siamo molti di più, con vari livelli di cultura, ognuno con diverse opinioni, fobie, ragioni, torti. Il continuo assillo di messaggi “io resto a casa” è proprio per questo motivo. In fondo il motivo che stesso lei rimarca in questo suo scritto.
    La mia domanda empirica è: perché non esce di casa?

  27. Massimo L. Salis

    Questo articolo genera, a mio avviso, una grande confusione. Soprattutto nelle lettrici e nei lettori meno attenti.

    Con la piu banale delle tecniche di comunicazione, subito dopo l’apertura l’autore afferma “Questo è ovviamente falso”. Ma falso per chi?

    L’accesso ai supermercati non è mai stato negato. Anzi, è sempre stato dichiarato che le merci non sarebbero mai mancate e che i supermercati sarebbero rimasti aperti. Unica accortezza quella di tenere le distanze di sicurezza tra i clienti, misura valida anche per l’autore dell’articolo.

    Valida ma non sufficiente proprio per quanto sostenuto dalla comunità scientifica che invece consiglia di stare a casa.

    È su consiglio di quest’ultima che il Governo ha disposto la quarantena.

    Il consiglio degli scienziati.

    Scienziati che l’autore mette al pari dei preti in un paragone che proprio non sta in piedi.

    La disposizione di evitare le uscite anche in solitaria, che in ogni caso non azzerano il pericolo di contagio, deriva anche falla necessità di limitare gli incidenti di altra natura che potrebbero impegnare risorse sanitarie che, nella fase attuale devono essere tenute il piu possibile libere.

    Non si capisce come l’autore, citando l’OMS, possa affermare che “Il virus non sopravvive all’aperto sotto l’effetto dei raggi del sole e che, anzi, basterebbe l’aria aperta per disperdere la carica virale sotto ogni soglia di pericolo” giacché, al momento, non esistono evidenza di questo tipo ma solo supposizioni.

    Quindi, al momento, stare a casa non è altro che il metodo migliore per rallentare la diffusione del virus e poter riprendere la vita normale. Speranza totalmente inesistente negli scritti di Orwell e abilmente citati dall’autore di questo articolo.

  28. Gabriella Pastorino

    Aggiungerei un’ultima nota sconfortante: l’eterna triste diatriba nord- sud rinvigorita a ruoli scambiati, con fan club a sostegno dell’uno o dell’altro virologo, con il ribaltamento di ruoli consolidati. Per la prima volta – a mia memoria- il sud non lamenta ingiustizie e prevaricazioni, ma orgogliosamente, puntigliosamente annota vittorie(?), gustandone l’ebbrezza. Con il sottofondo di Uniti, insieme vinceremo, si è allargata una vecchia crepa.

  29. Angela

    Articolo perfetto, fa piacere vedere ancora esseri umani pensanti. Grazie di cuore all’autore.

  30. Sandrina

    E’ in effetti il rischio che si corre se questo “rimanere in casa” dovesse prolungarsi, ma non vedo altre soluzioni dato che non esiste nessun vaccino, una quarantena, il nome lo indica bene, è fatta di 40 giorni. Durante la peste esistevano i lazzaretti che servivano a isolare le persone che venivano dall’esterno (ma era un mondo non globalizzato). Affidarsi al buon senso della gente per far rispettare il distanziamento sociale? Utopia! Si rischierebbe di andare verso un suicidio collettivo come nella serie televisiva profetica degli anni 70 i Sopravissuti alla quale ho pensato immediatamnte la prima volta che ho sentito parlare di questo virus. Dovremo iniziare a preouccparci per la nostra democraiza al di là dei 40 giorni, percio’ il pragmatismo e il buon senso, per il momento, devono prevalere sulle seghe mentali.

  31. Enrique Sanz Prati

    Grazie, questo articolo rappresenta una primavera del pensiero, un respiro d’aria e sole in quest’inverno della ragione.

  32. marco lukos

    Condivido in toto.
    Nessuno che spieghi cosa sia effettivamente un virus, la sua differenza dai batteri, le loro diverse resistenze. Solo paura, timore, come un moderno Medioevo.
    Adesso l’ultima “frontiera” sarà il controllo digitale con app,per sapere cosa il cittadino fa durante la sua esistenza. Cose già viste in film e serie tv distopiche,che purtroppo stanno diventando realtà.

  33. Tamara

    Articolo interessante, niente di eccezionale, però. Mi sembrano riflessioni abbastanza banali scritte con un po’ di pretenziosità… d’altra parte l’autore si definisce psicologo anche se dal suo curriculum vitae non risulta né la laurea in psicologia né, ovviamente, l’abilitazione alla professione, il che potrebbe costituire anche un reato.

  34. Giovanni

    Neanche di fronte alle bare trasportate dai furgoni dell’esercito, neanche di fronte all’incremento spaventoso del tasso di mortalità registrato in molte province lombarde, neache di fronte al massacro che stanno subendo in prima linea i nostri medici e infermieri, riuscite abbandonare l’ideologia.
    Davvero complimenti.
    Ma ovviamete negli USA, dove non c’è il nostro retroterra culturale, sta avvenendo qualcosa di molto diverso da qui, certo come no.
    E’ semplicemente incredibile credere che ci sia una deriva autoritaria quando le istituzioni stanno cercando semplicemente di salvare essere umani.
    Per la prima volta nella storia dell’umanità siamo nella condizione di evitare che una pandemia dissemini milioni e milioni di morti.
    Comunque tutto il suo discorso caro professore si fonda sulla premessa che il iorestoacasa non sarebbe in realtà “l’unica strada possibile per fermare la avanzata del virus”.
    Questa sua premessa è completamente destituita di fondamento, in Italia tanto quanto in UK (stay home), USA, Francia ecc.
    Per FERMARE l’avanzata del virus è sicuramente l’unica strada.
    Avanti l’antiscienza

  35. Roberto

    Mi assumo la responsabilità di quello che dico, mi assumo la responsabilità di quello che faccio, rispetto le regole imposte dalla nazione nella quale vivo, consapevolmente e al di là di ogni tipo di giudizio, che siano giuste o sbagliate, che io mi senta offeso, ne prendo coscienza, che io mi senta privato di qualsiasi cosa, ne prendo coscienza, che io sia arrabbiato con gli altri e/o con me stesso, ne prendo coscienza, perché? Perché questa esperienza l’ho creata io, con il mio arrivo su questo pianeta, essendomi dimenticato che oltre a un corpo ho anche un’anima ed è l’unica cosa che ho il dovere di liberare. Detto ciò quale miglior occasione per stare con se stessi e lavorare di più a un vero risveglio? Anche se ritengo a parer personale che Covid-19 sia un fake mondiale lo ringrazio per l’opportunità. Ringrazio anche l’autore dell’articolo perché porta buone riflessioni per progredire nel cammino. Ho letto anche i commenti, ringrazio tutti perché sento in ognuno il potenziale per spiccare un volo. Il volo verso la libertà interiore, verso la liberazione da una prigione, si è liberi solo dopo aver provato la sensazione di essere in prigione! Grazie

  36. Pierpaolo

    Non so se tutto il personale sanitario che lavora da giorni incessantemente è d’accordo con questo discorso DEMOCRATICO. Se lei, e chi la pensa come lei, è così sicuro di riuscire a mantenere la distanza di sicurezza senza infettarsi può anche decidere di rinunciare al diritto di essere curato qualora venisse infettato dal covid. #iorestoacasa.

  37. Marco Molteni

    Punto di vista che non condivido. Le ragioni della proibizione delle corse, delle passeggiate all’aperto o dei giri in bici non risiedono tutte nel solo pericolo di contaminazione (e basterebbe per questo l’esempio dell’ultimo we di impianti aperti) ma , e soprattutto nell’esigenza , venutasi a manifestare verso metà marzo, di non intasare potenzialmente il ps con ulteriori problematiche inevitabilmente collegate all’attività fisica (distorsioni, slogature…).
    Il concetto a cui si rifà la norma non è l’invidia ma la Responsabilità condivisa.
    Ciao

  38. Roberto

    Analisi che non avrei saputo fare ma che esprime il mio continuo pensare rimuginare e voglia di capire. Interessanti anche alcuni commenti (anche quelli negativi ) che confermano l’articolo.
    Grazie

  39. Federico

    Al runner viene chiesto di non uscire anche per limitare gli accessi al pronto soccorso. Il runner solitario non contagia nessuno, è vero, ma se riporta una storta alla caviglia o se accusa un arresto cardiaco deve essere medicato al pronto soccorso. E i medici ora non hanno tempo per qualcuno che proprio non poteva rinunciare al jogging. Possiamo ferirci o stare male anche in casa, ovviamente, ma di certo meno usciamo, meno rischiamo di intasare un sistema sanitario già intasato. Aggiungo questo: ogni runner crede di essere solitario, ma quando si trovano per puro caso in cento all’interno di un parco non sono più così solitari. Poi magari incontrano qualche amico: due chiacchiere non le vuoi scambiare? Io sono il primo a credere che i governi ci nascondano qualcosa, anche in questo caso: ma il “non uscire di casa” è un concetto molto pratico e concreto.

  40. Leo

    Grazie di questo tuo approfondimento, stavo iniziando a pensare di essere l’unico visionario a pensare quello che tu hai sapientemente saputo esporre.

  41. Ringrazio l`autore e chi ha messo on-line l`articolo, e che lo fa circolare.

    Abbiamo piu` che mai bisogno di voci fuori dal coro ora.

    Condivido in pieno il messaggio di fondo esplici in ogni passaggio:

    Gli Italiani (ma non solo) hanno completamente delegato ai media e al governo l`autorita` di stabilire cosa sia per loro giusto e cosa non lo sia.

    La deriva dell`ignoranza continua a dilagare, ma non grazie a persone come lei.

    Grazie ancora

  42. Leo

    Bell’articolo, ci sono spunti molto interessanti! Intanto la questione del “bene universale” e il fatto che “la sola vera libertà è quella che esprime il bene universale”. Non solo si presuppone che un bene universale esista ma si assume anche che ci sia qualcuno – il governo in questo caso – che sia in grado di comprenderlo e interpretarlo. E per di più, in grado di interpretarlo non perché competente o perché abbia accesso a dati dettagliati – anzi, si fa di tutto pur di evitare di raccoglierli, i dati dettagliati – ma più per una sorta di intuizione, quasi divina – cfr “Ho visto persone girare con troppa serenità, questo non va per niente bene”. E ovviamente l’intuizione divina mal si sposa con spiegazioni razionali e risposte alle domande di giornalisti non allineati. L’unico modo per imporre i propri diktat permettendosi di non dare spiegazioni razionali è avere un esercito di fedeli che fanno dei diktat il proprio credo.

    Io credo invece che IL bene universale non esiste, il mondo è complesso e chi ha la responsabilità di prendere decisioni che riguardano la vita di tutti ha il dovere di prenderle dopo aver raccolto il maggior numero di informazioni possibile, ha il dovere di spiegarmi quali sono le possibili scelte da fare, ha il dovere di spiegarmi perché fa certe scelte piuttosto che altre.

    L’altro punto, che è ovviamente legato, è questa sorta di disprezzo per la libertà individuale, che immagino sia dovuto al fatto che presuppone consapevolezza e ti costringe a prendere decisioni ed esserne responsabile, invece che delegare al capopopolo. Di conseguenza, si gode di più nel limitare la libertà altrui piuttosto che godere della propria.

    Che poi il disprezzo della libertà individuale e la credenza religiosa che esista un bene universale – che infatti va bene se si parla di religione, non di democrazia – sono il terreno fertile su cui hanno attecchito i vari assolutismi.
    E la democrazia non è solo quella cosa per cui entri nella cabina elettorale, metti una x ed esci.

  43. Fulvio

    Come sempre la filosofia è materia dei perdenti e nulla apporta, mille pippe mentali su dittature e abolizioni, articolo che fa abbastanza ridere nel suo infantile ripetersi e allungarsi (la metodologia “maestra ho fatto quattro colonne di foglio protocollo, sono stato bravo?”).
    Governo, scienziati ecc… hanno spiegato (forse solo uno dentro una caverna da mesi non ha letto tali spiegazioni) che per proteggere se stessi e gli altri è meglio attuare certi comportamenti. Purtroppo non tutti ci arrivano e quindi bisogna essere un po’ più duri.
    Però bisogna ribellarsi a ogni costo, essere controcorrente! E allora vi manderei ai tempi della peste.
    E PORCA VACCA BASTA CITARE ORWELL.

  44. Valter Villa

    Ottime e condivisibili riflessioni fatte da una mente pensante. Parafrasando Spinoza, vorrei esortare a non vietare, non obbedire, ma capire.

  45. Valter Villa

    Ottime e condivisibili riflessioni fatte da una mente pensante. Parafrasando Spinoza, vorrei esortare a non vietare, non obbedire, ma capire.

  46. Davide

    Lieto di vedere tanti commenti, segno che in tanti *finalmente* si stanno svegliando, e si stanno rendendo conto di quanto osceno sia ciò che sta accadendo.
    I pochi commenti negativi non fanno che confermare quanto viene detto, dicendo banalità superficiali.
    Caro IBL, è ora di alzare la voce e mettere dei *paletti* allo stupro ingiustificato della libertà che stanno facendo, e programmare sin d’ora la *disubbidienza* qualora provino ad andare oltre.
    E’ tempo di risfoderare qualche solita citazione:
    “Those who would give up essential Liberty, to purchase a little temporary Safety, deserve neither Liberty nor Safety.”
    “Il prezzo della libertà è un’eterna vigilanza.”
    “Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione.”
    “I governi diventano liberali solo quando vi sono costretti dai cittadini.”
    “La scomparsa del senso critico costituisce una seria minaccia per la preservazione della nostra società. Rende facile ai ciarlatani imbrogliare la gente.”
    “Non appena la libertà economica che l’economia di mercato concede ai suoi membri è rimossa, tutte le libertà politiche e le carte dei diritti diventano inganno.”

  47. Daniele

    Basterebbe fare un giro nei reparti di terapia intensiva tra pazienti intubati, isolati dalle proprie famiglie, per capire che il tenersi a debita distanza dagli altri non basta. Se dopo vari tentennamenti il mondo ci sta copiando una ragione ci de e essere. A Whuan hanno sconfitto il virus blindando nelle case gli abitanti con pene severissime ai trasgressori. Da noi c’è troppa gente in giro. <non vorrei che si approfittasse di questa totalmente inaspettata situazione per farne una lotta politica. Ascoltiamo gli scienziati, gli un ici che possono avere voce in capitolo.

  48. Erlangb

    Secondo me è un grande articolo. Non ho messo in discussione l’azione della quarantena perché, ad oggi, la massa è ingestibile. Ma per gli altri che hanno commentato giustificando “la massa” invito a pensare che solo perché le masse non si comporterebbero bene questo non significa che quello che è scritto qua sopra non sia valido. L’individuo va educato e responsabilizzato. La verità probabilmente è sta nel mezzo: ok la chiusura di tutto, ma una corsa? Vogliamo parlare dell’odio di chi insulta le persone che stanno correndo o, come è successo a Roma, hanno tirato sassi e quanto altro? Si parla di famglie, di VIP #iorestoacasa, ma ci ha pensato qualcuno alla solitudine? Alle persone fragili, a chi sta solo in 40mq? Alle famiglie con 5 persone in 60mq che andranno incontro alla violenza? Ma ci ha pensato qualcuno alle conseguenze? Ecco questo articolo, se letto con occhio critico, seppur possa suscitare fastidio ti invita a pensare diversamente, a vedere un’altro punto di vista. Un punto di vista collettivo, giusto, di comunità, di responsabilizzazione e di democrazia.

  49. Davide

    Caro Fulvio, proprio no: non smetteremo di citare Orwell, se leggendo i suoi romanzi sembra sempre più di leggere delle profezie, che si stanno puntualmente realizzando.

  50. Guido

    la riga finale che uno dei lettori ha lasciato prima della firma, “Avanti l’antiscienza”, è la migliore conferma che si potesse avere di quanto scritto dall’autore dell’articolo.

  51. Ezio

    Ho letto il l’articolo del prof. Ci sono concetti che, in linea teorica, condivido e altri che mi sembrano un po’ troppo guidati da un’interpretazione ideologica. L’ignoranza è evidente che
    rappresenti terra feconda alla sottomisione ideologica, religiosa o politica. Siamo ignoranti e lo è anche il mondo scientifico nei confronti di questo particolare virus. La stessa OMS non mi è sembrata così decisa nel dare indicazioni e nel classificare il grado di gravità dell’epidemia. In relazione all’uso delle mascherine, in una nota recente, ha ribadito che non ci sono evidenze scientifiche che spingono all’uso delle mascherine in maniera diffusa in tutta la popolazione, anzi, questo potrebbe generare un falso senso di sicurezza. Si conferisce, invece, importanza significativa all’igiene delle mani e restano fondamentali i DPI per gli operatori del settore
    sanitario così come di tutte quelle attività che implicano il contatto necessario con il pubblico.
    Voglio dire che anche gli organi deputati a redarre linee guida, a volte, non hanno la chiarezza e la conoscenza necessarie.

    Non si hanno dati epidemiologici certi in merito agli andamenti del contagio e alla loro predicibilità e, in questo scenario, l’obbligo di restare a casa è stato emanato proprio per determinare una riduzione della libertà, che molti hanno definito piccolo sacrificio, proprio per
    una questione di “numeri”, di riduzione statistica delle propbabilità di contagio. Non abbiamo vaccini, nabbaimo farmaci parzialmente efficaci, non abbiamo una sanità adeguata a questo impatto devastante di migliaia di casi critici concentrati in pochi giorni. Il mezzo è grossolano e
    approssimativo, come lo definisce Manzotti, e concordo con lui in merito a tale attribuzione, ma siamo sicuri che se fossero state declinate delle regole meno drastiche facendo solo rispettare i
    metri di separazione e lasciando la libertà di movimento a tutte le categorie le cose sarebbero andate meglio? O, forse, i morti sarebbero stati 10, 100 volte maggiori? Sarebbe questo il prezzo
    giusto da pagare per combattere la lotta al “grande fratello”? il sacrificio, quello vero, per difendere la libertà? Quale libertà? Quella della passeggiata, della corsa, della vacanza, della spesa in compagnia?

    Le riflessioni filosofiche sono molto interessanti e, personalmente, mi ci perdo spesso, ma ci troviamo di fronte a una realtà in cui le azioni, per quanto imprecise, devono dare un esito il più efficace possibile nel salvare la vita alle persone, tutti compresi.

    Il tono dell’articolo mi sembra improntato su una, neanche toppo celata, lotta al moralismo di coloro che definiscono assassini o delinquenti chi non rispetta rigidamente le regole. Certo, moralismo di bassa lega che nasce dall’ignoranza, dalla frustrazione. La stessa, a mio parere, di chi si è irritato perché si è visto negata la libertà dell’uscita extra o della corsa e che rischia di rispondere con lo stesso verbo. Si dice che sono vietate le uscite all’aria aperta, le corse, attività
    riconosciute come salutari, mentre ottengono un’approvazione etica il cibo, l’alcool e il tabacco.
    Anche in questo caso, per me, il pensiero è un poco distorto.Vivere all’aria aperta e fare attività fisica è salutare, sì, ma in questo momento è fattore di rischio strettamente legato al contagio da coronavirus. Ingozzarsi, bere alcool e fumare ( paretesi: i tabaccai sono aperti perché rappresentano un’entrata statale relativa ai monopoli e ai vaolri bollati. Su questa scelta etica ci sarebbe da discutere, ma si andrebbe fuori tema.) sono comportamenti antitetici con la salute e le linee guida dell’OMS, ma non mietono morte nell’arco di un tramonto. Uccidono forse molte più persone, ma lo fanno in un modo “controllabile”. Ecco, sta succedendo questo: non abbiamo il controllo.

    Credo che il momento di emergenza che stiamo vivendo richieda molta più pragmaticità che teorizzazione filosofica. Tornando al titolo, non penso che prima del coronavirus ci fossero maggiore libertà e maggiore democrazia. Credo che ci illudevamo di averle.

  52. GRAZIELLA

    Complimenti,
    ho letto questo articolo e ho finalmente trovato qualcuno che condivide e sente le mie stesse sensazioni di sgomento, di incredibile solitudine.
    Sì, perchè il bombardamento mediatico è stato e continua ad essere devastante …e non solo per gli innumerevoli richiami all’ordine, richiami all’essere cittadini coscienziosi, e direi io, timorati di Dio, ma anche per le pubblicità trasformate TUTTE in retoriche dello stare a casa, state a casa, quanto è belleo stare a casa. Ce n’è una, di queste pubblicità, che cita il termine CASA, CASE, CASARI, CASEARIO non si sa quante volte, fateci CASO.
    Ed è proprio ora, più che mai, che questo bombardamento mediatico che alterna decreti, pubblicità progresso, pubblicità stucchevoli, conferenze stampa, scienziatoni che parlano e si contraddicono, ha trovato il suo habitat più favorevole, perchè con le TV accese a tutte le ore riesce ad entrare in modo pervasivo nelle vene di tutti!
    E’ tutto così vomitevolmente retorico, edulcorato, tutto privo di quelle basi scientifiche, come dice l’ottimo articolo, che invece dovrebbero costituire la luce, la barra da tenere dritta in questa situazione.
    Mi sento una suddita, ma qui ho trovato conforto

  53. Gerardo Pittato

    Qui si filosofeggia, nessun contatto con la realtà. In un paese che al 50% non usa le.strisce pedonali, che salta la fila ecc bisognerebbe lasciare alla popolazione la facoltà di tenere la distanza.
    Mah…

  54. Andrea

    In effetti sul piano filosofico non fa una piega .. poi come spesso succede dobbiamo trascendere , o meglio sprofondare sul piano terreno e scoprire attraverso una corretta informazione , che mi sembra venga invocata in più punti , che il virus si mantiene bene in forma fino a diversi giorni a seconda delle superfici sulle quali si deposita e che quindi evitare di entrare in contatto il più possibile con l’ambiente dove si muovono anche altri soggetti è probabilmente l’unica alternativa al “metodo Boris “.

    Mi pare inoltre che una cosa sia il modificare o mettere in discussione il proprio pensiero / punto di vista su argomentazioni della sfera filosofica .. altro è convertire il binomio “narcisismo-ignoranza” con quello di “paura-ignoranza”.
    L’esaltazione dell’ “IO ideale” che esaudisce ogni propria illusoria necessità rendendola primaria su qualsiasi aspetto dell’altro da sé … non lo definirei proprio un equiparato dell’assioma PAURA=CONTROLLO .

  55. Francesco

    Giusto si giusto no, probabilmente chi ha scritto questo articolo, non si trovava a Milano Centrale, lo stesso giorno in cui il governo ha fatto le prime restrizioni, treni affollati, gente accalcata….. Filosofi pure, con la prossima emergenza magari lasci il numero che la interpelliamo.

  56. Giulio

    ” La paura per imporsi; la speranza per legittimarsi ” .
    Su questo terreno di assenso acritico ci sono anche le battute ai genitori pro-passeggiata con i figli : ” prima della quarantena i loro figli stavano sempre davanti ai cellulari. Adesso vogliono passeggiare, tutti?!? ” . Le tentazioni del demonio-virus : ” e se tuo figlio toccasse il pulsante dell’ascensore? ” , ed i peccati volontari : ” certo, perché vogliono dirmi che non andranno a giocare ed abbracciare i loro amichetti ?! ” .
    E c’è stato anche un comico, con una discreta visibilità a livello nazionale , che ha messo la stessa etichetta sia su alcuni ladri che nelle scorse settimane hanno rubato negli ospedali che su coloro che escono di casa ( così, generalizzano ). Ah, l’etichetta è ” assassini”.

  57. Lisa

    Ho letto l’articolo e tutte le repliche. Interessante l’articolo, più ancora tutto l’insieme. Ognuno è portatore di verità… Nessuno che abbia dubbi? Nessuno che si faccia domande e non sia certo delle risposte che trova? Io di domande me ne faccio in continuazione.. ascolto i bollettini dei dati e mi chiedo che senso abbiano, che non sono mai contestualizzati… Mi chiedo che ci fa la gente in auto da sola con la mascherina addosso… Mi chiedo perché invece di continuare a tenerci tutti agli arresti domiciliari non si pensi a proteggere i soggetti deboli? Vedo scene senza alcun senso… E mi chiedo se siamo veramente così stupidi… Tutti… Io compresa che non mi capacito di questa situazione. Mi chiedo anche cosa sia davvero la libertà.. mi accorgo ora che non ero libera neppure prima di tutto questo… Forse lo diventerò un po’ di più quando smonteranno le tende di questo circo. Dipenderà forse da quanto riuscirò a capire ora, a elaborare, evolvere. Esco tutte le sere faccio circa 5 km intorno a casa.. se incrocio qualcuno tengo le distanze. Lo facevo anche prima e folle di gente non le ho mai incontrate.. anzi mi chiedevo che facessero tutti .. immagino lo stesso che fanno ora. .. e le domande aumentano.

  58. Giulio

    Articolo a dir poco imbarazzante. Soprattutto se si tene conto del fatto che è stato concepito dalla mente di un professore di una università sita in una delle regioni più colpite dalla pandemia.
    È vero, abbiamo (temporaneamente) rinunciato alla nostra libertà personale (per una giusta causa), ma non perderemo mai la libertà di spacciarci per tuttuologi e dispensatori di mere e misere castronerie.

  59. Giacomo Gagli

    Complimenti, una vera analisi di dove siamo immersi. Un bel messaggio. Stesso mio pensiero. Ho condiviso il post e mi hanno dato riscontro in pochissime persone (2 su 450 possibili) perché purtropo per avere un opinione personale occorre utilizzare il proprio cervello. Ma anche perché la frase ad effetto #iorestoacasa eleva benissimo qualsiasi figura egoica del nostro essere e lascia indisturbata la coscienza ormai sopraffatta dall’esteriorità del vivere di oggi.

    Grazie

  60. Elio

    Finalmente un pensiero concretamente fuori dal coro belante. E coloro che dissentono, in modi diversi, sono proprio come le pecorelle che, di fronte al cancello dell’ovile aperto, restano dentro anziché fuggire, preferendo la certezza del mattatoio all’insostenibile peso della libertà.
    Articolo magistrale

  61. Mr george

    Condivido e apprezzo il punto di vista filosofico e intellettuale. “Lo sbaglio che fanno tutti è ritenere le persone meno stupide di quanto non siano…” E le nostre istituzioni fanno così… Queste considerazioni purtroppo le capisce una nicchia, il resto capisce bastone, carota e hashtag# e andrà tutto bene # e hashtag#

  62. Dott. Fly Nomore (non sono un medico)

    Articolo fantastico poco da dire.
    Onestamente i commenti sono ancora meglio é li che si vede quanto dilaga l’ignoranza… Commenti come “strage di medici e infermieri” …
    Medici ad oggi 11.04.2020 ore 05:00
    109
    Infermieri ad oggi 11.04.2020 ore 05:00
    28
    Vorrei sottolineare che il numero di medici include TUTTI i medici deceduti quindi anche i ginecologi, gli ortopedici, i professori, i pensionati e chi manco faceva il medico da trent’anni !!!
    Lo dichiara Filippo Anelli presidente della federazione non Paperino!
    Consideriamo anche l’età media oltre i 60 anni e delle eccellenze, non pochissime, con anni di nascita 1930, 1932, 1933, ecc.
    Aggiungerei che molte delle morti NON sono per il covid-19 !
    La notizia corretta andrebbe scritta in questa maniera :
    Morto il dott. Pinco Pallo per “infarto” oppure “cancro” ecc., aveva contratto anche il covid-19 !
    Mi fermo qua perche partendo da questa base posso scrivere un libro non un articolo.
    Eppure basta cosi poco… leggere e confrontare le statistiche gia aprirebbe la mente, basterebbe quello! Siti come Organizzazione Mondiale della Sanità, Istituito Superiore della Sanità, ISTAT !!!
    Ma no, meglio seguire Barbara D’Urso quella si che é informazione!
    E soprattutto evitiamo il pericoloso:
    “Allarme! Pensiero indipendente!”
    cit. Simpson

  63. Nicola

    La penso esattamente come lei.
    Un eccesso di cautela, determinato rispetto alla scienza disponibile, è di fatto un’inopportuna limitazione delle libertà personali. Mettere in cervello in quarantena non porta vantaggi a nessuno.

    Unico appunto: l’oms non consiglia l’uso di mascherine fuori da certe situazioni.

  64. Roberta

    Buongiorno, condivido pienamente questo articolo. Ma, guadandomi intorno, non vedo molta intelligenza e responsabilità Se avessero semplicemente diffuso e raccomandato le norme di igiene e distanziamento sociale, saremmo morti come mosche…..solo con la repressione si governano popoli immaturi. Con grande rammarico di una misera minoranza che le regole le avrebbe rispettate.

  65. Credo sia un detto cinese il famoso “Quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito”.
    Questo è un interessante articolo sul condizionamento sociale a fronte di un’emergenza, non uno dei milioni di consigli scientifici sui meccanismi virali.
    Ho letto molti articoli sul clima che favorirebbe il virus, che è il freddo secco – secondo pura correlazione tra meteo e casi registrati. L’analisi biochimica e fisica potrà dire altro, ma certamente i luoghi chiusi e affollati sono pericolosi per la trasmissione diretta e anche mediata (l’aerosol, magari diffuso da un condizionatore in un supermercato).
    L’autore intendeva dire che l’aria aperta (quindi il sole, ma anche il vento) ha un notorio effetto sanificatore generale (anche sui milioni di altri patogeni con cui da sempre conviviamo). Quindi limitarne l’uso *in assoluto* è una scelta controproducente, una delle tante errate, una esagerazione del divieto di assembramento.
    C’è una considerazione giuridica, etica, antropologica importante.
    Ha lo Stato il diritto/dovere di vietare i comportamenti dannosi – si chiede Manzotti – magari nemmeno giustificandoli ?
    Perché allora non vieta o limita il fumo, causa principale degli oltre 200.000 decessi italiani per tumore (600 al giorno) ?
    Per non parlare del gioco d’azzardo, o degli incidenti stradali (pochi i decessi, circa 3000 all’anno, ma molti i feriti, oltre 600 al giorno). Nei vari casi citati, c’è un pericolo per l’incolumità propria, ma anche per quella degli altri.
    Nessuno nega la necessità di agire con grandi cautele. Ma si nota l’approccio diverso delle varie culture europee, e mondiali. Le filosofie orientali mettono il bene della comunità avanti a quello individuale (ma chi decide quale sia questo bene ?). Quelle occidentali e liberali, con venature diverse aborrono il controllo del singolo, si affidano alla coscienza individuale.
    Noi italiani, per ragioni storiche che sappiamo, siamo sospettosi di tutto e spesso falsi moralizzatori, incapaci di occuparci della trave nel nostro occhio. Sono preoccupanti le reazioni ai controlli di polizia che la cronaca ci regala, ma anche gli abusi di questi controlli, e le reazioni di chi li giustifica, o peggio si augura violenze contro i trasgressori.
    Invece non sospettiamo per nulla di questa ondata di pessimo giornalismo ed uso strumentale dei media, ad esempio con conferenze stampa su numeri sparati senza contestualizzazione né analisi. Ho letto bei titoloni che annunciano il fallimento di nazioni come Gran Bretagna, Svezia , e anche Germania, dove le misure sono state prese in modo più consono – anche a fronte di organizzazioni sanitarie e sociali ben più robuste.
    Nell’era ipercomunicativa, dovremmo trovare il modo di difenderci da questi titoloni (falsi nei numeri, errati nei toni) cui magari qualcuno crede.
    Ha ragione Manzotti : paura e ignoranza, e loro derive (la macro e micro litigiosità, ad esempio) , sono assai più pericolose dell’attuale virus.

  66. Gian

    Articolo da incorniciare, soprattutto di questi tempi! Non ho altro da dire, volevo solo esprimere la mia solidarietà per cercare di seppellire i commenti di beghini e beghine droni del pensiero allineato… che poi…. sono pronto a scommettere che la gran parte non sia andata più in là del titolo, massimo un paio di paragrafi. Come sempre.

  67. marco clementi

    Un articolo pieno di riferimenti dotti interessantissimi, ma senza due cose: una prospettiva sanitaria (che alternativa allo stare a casa per fermare la pandemia) e una prospettiva politica (si potrebbe governare lo stare a casa e la critica andrebbe esercitata verso la mancanza di ciò). Poi certo se si vedesse pure quello che uno scrive nella replica mentre scrive sarebbe meglio. Comunque, non è ricevibile chi ci dice che siamo tutti dei gonzi perché ci siamo fatti rinchiudere in casa. Se contestualizziamo ci accorgiamo che hanno provato altrove a lasciare alla responsabilità personale la possibilità di fermare l’epidemia, ma si sono dovuti ricredere, con pochissime eccezioni che non siamo in grado di imitare per il ritardo tecnologico della nostra società. Mi rendo conto benissimo che stare a casa significa rinunciare ai diritti di cittadinanza, ma non vedo un altro modo per salvare la vita dei miei concittadini più deboli dopo i disastri compiuti dalla classe dirigente, specialmente lombarda. Stando a casa riparo ai loro errori, per quello che posso. Sì, il razzismo da balcone, certo ne sono oggetto anche io quando mi faccio il giro del palazzo, ma è residuale. Abbiamo bisogno di una proposta concreta su come uscire da questa emergenza, bella, chiara, semplice, e la riceviamo interamente. Ci sono, ma serve organizzazione, e non l’abbiamo, serve coraggio, e non ne vedo. Allora non ho alternative se non stare a casa ben distanziato, socialmente e accademicamente.

  68. Lucia

    Grazie per questo articolo.
    Ormai #iostoacasa è diventato un grido di guerra e il nemico da battere non è più il vrus, ma chiunque osi mettere in discussione questo dogma.
    Nemico è il runner, nemico è il semplice cittadino che vorrebbe fare una passeggiata da solo in un parco, o il libero pensatore che fa delle critiche, non importa se sono ben motivate. Anzi più sono ben motivate e più danno fastidio e suscitano aggressività e cattiveria. Una critica possibile per esempio è che a starsene tappati in casa vengono carenze di vitamina D e la carenza di vitamina D secondo l’OMS è proprio un fattore di rischio per il covid. Ma guai a dirlo: si viene attaccati. Un’altra critica: in Giappone , SudCorea, Svizzera, Olanda, Svezia e persino Germania i cittadini sono liberi di uscire quando vogliono e andare dove vogliono senza alcuna autocertificazione (a patto di non formare gruppi) e nessuno, nessuno di questi paesi ha più morti dell’Italia, anzi! Ma anche questo è pericoloso da dire. Io che abito in uno di questi paesi mi sono addirittura sentita rispondere: “Mi auguro francamente ch ci sia un’ecatombe anche da voi e non solo da voi”. A questo punto siamo arrivati: si augura il male a chi è più libero, si odia chi è più libero.
    Si odia chiunque anziché aderire acriticamente a un dogma e formare un gruppo compatto si permette di pensare liberamente.
    La razionalità soccombe e prevale l’istinto tribale. O stai a casa o non fai parte della tribù e allora sei nemico, automaticamente, anche se non fai male a nessuno. Che tristezza infinita!
    Sono solo contenta che nel paese in cui vivo adesso non c’è questo clima. Possiamo uscire all’aperto liberamente senza essere colpevolizzati da nessuno. La pandemia c’è anche qui, ma non è così terribile come in Spagna e Italia.

  69. Nicoletta

    Concordo in pieno.Ci hanno convinto che dovevamo restare a casa per salvare il Paese, quando in realtà stiamo penosamente cercando di mettere una toppa gigantesca sulla crisi del welfare (e sullo sfacelo della sanità dopo i tagli fatti negli anni). Subiamo questa enorme imposizione perchè, si sa, in Italia manca il senso della legalità, siamo il Paese con il record di evasione fiscale…per ottenere la lontananza tra le persone, che appunto sarebbe più che sufficiente, devono obbligarci agli arresti domiciliari puntando sul nostro tradizionale senso di colpa religioso- superstizioso che ci caratterizza da secoli…ci piace fare il sacrificio che sarà ricompensato dopo…

  70. Edoardo

    In queste ore arrivano notizie di file di auto che da roma vanno verso il mare o che da milano tentano di uscire dalla città oltre ai dati del contagio che non diminuiscono … davvero si pensa che con un popolo come quello italiano sarebbe stata efficace un’altra stare a casa ? Ho molti ma molti dubbi … in un paese dove l’evasione fiscale e quindi il non rispetto delle regole è il maggiore prodotto ad origine controllata .. più che lo stare a casa sarebbe stato necessario mettere tutti in galera .. è doloroso dirlo ma quello che sta avvenendo in queste ore lo conferma

  71. Johnny

    Leggendo, la sensazione è che lei scelga la strada meno battuta per partito preso. Mentre scivo queste righe ho la finestra aperta e un’ambulanza si sta allontanando a sirena spiegata, ancora oggi.
    Non siamo in grado, all’altezza se preferisce, di rispettare prescizioni relativamente rigide e precise, come può pensare che un regime più elastico, che si appelli al buon senso e al senso civico – che da sempre, ventiquattro ore al giorno, trecentosessantacinque giorni all’anno non siamo in grado di assecondare e onorare -, possa essere più efficace? Nelle alte valli bergamasche, ma in generale nelle zone di villeggiatura, zone di seconde case per intenderci, si stanno riversando in modo indecorosamente clandestino tantissime persone, le stesse nelle quali lei ripone grande fiducia immagino.
    Un governo, non importa da quale parte schierato, ha il dovere di misurare i provvedimenti in relazione ai comportamenti meno virtuosi, non certo dando per acquisiti quelli più encomiabili.
    Mi rallegro della sicurezza che ostenta nella sua astratta disamina. Astratta e bendata, più quel che vorrebbe che quel che è.
    Lei cita Orwell, ma la sua lettura è altrettanto distopica. Anzi, se possiamo affermare che in qualche modo il Grande Fratello si sia in parte materializzato, francamente dubito si possa dire altrettanto delle sue aspettative. E comunque, non lo dimentichi, Orwell costruiva un romanzo, sia pure fondato su timori e prefigurazioni concrete, lei imbastisce un articolo senza tenere in alcun conto timori e drammatiche figurazioni in tempo reale.
    Mi fermo, nel timore di eguagliare la sua insopportabile prolissità.
    Cordialmente

  72. Tiger

    Leggendo varie risposte mi rendo conto che le idee non sono ancora per niente chiare a nessuno…forse il messaggio principale in cui dovrebbero preccuparsi tutti, compreso anche chi per ora non ha grossi problemi…sono le parole di Conte in un suo comizio…” prendiamo atto che non sarà più come prima…” personalmente queste parole mi fanno star più in pensiero del virus stesso e di tutto quello che si dice pro e contro…se non togliamo la testa dalla sabbia,la parte che resterà esposta,sarà la parte dove ci faran male e parecchio…probabilmente a qualcuno piace anche…povera la mia Italia…

  73. Paolo Battaglia La Terra Borgese

    “L’applicazione rigida della legge diventa il pretesto per sfogare invidie, rivalità, complessi di inferiorità, asti campanilistici.”.
    Quasi la totalità dei commenti è senza volto, senza il coraggio delle proprie parole. E le missive anonime non dovrebbero essere abilitate alla lettura e soprattutto mai devono potere costituire elementi di valutazione in un ragionamento di opportunità e scelta. Tra i tanti contrari al Professore un commento riassume gli altri: quello del semaforo, molto condivisibile! tuttavia le strade – e il mondo – sono pieni di semafori inutili, ora per incompetenza, ora per menefreghismo, ora addirittura perché doveva comprarsi un semaforo da quella ditta appaltatrice. A tutti, TUTTI, il professor Riccardo Manzotti, da bravo filo-sofo, con sereno distacco, ha già risposto preventivamente con quanto qui, in questo post è virgolettato, e che suggerisce una ulteriore precisa semantica: divide et impera.
    Paolo Battaglia La Terra Borgese

  74. Paolo Battaglia La Terra Borgese

    Per quanto concerne la sagra degli aspetti sanitari: in alcuni Paesi determinati ingredienti nei cibi sono proibiti e in altri Paesi no; in alcuni Paesi un determinato valore di un esame di sangue costituisce allarme o addirittura malattia, in altri Paesi no. E siccome non bisogna mai privarsi del beneficio del dubbio a benefizio della propria libertà: tali differenze farebbero pensare ad Esperti di regime? L’intelligenza senza la libertà è impotente.
    Paolo Battaglia La Terra Borgese

  75. Grazie!
    Questo articolo esprime quello che pensò da qualche settimana.
    Ma io non sarei mai stato in grado di scriverlo così!
    Complimenti

  76. Marco

    Gentile Professore,
    ho letto con attenzione il suo scritto. Nell’incipit del suo articolo si sostiene che l’obbligo di restare a casa “cancella il patto di mutua ragione tra cittadino e istituzioni” e che è ovviamente falso ritenere che il lockdown sia “l’unica strada possibile”. Nel contempo Lei esprime il suo favore per altri hastag” quali #iostoatremetri e #iostodasolo, a suo dire “più onesti” e “molto più efficaci”, anche se Lei stesso aggiunge “nella misura in cui sarebbero stati sostenibili”. Sul fatto che tali soluzioni alternative siano sostenibili o meno Lei non si esprime oltre, e qui mi consenta un primo appunto: o una soluzione è sostenibile oppure non è sostenibile e quindi non è una soluzione, e sarebbe stato interessante conoscere la sua opinione in merito.
    Personalmente ritengo che se vivessimo tutti in una bella valle montana, lontani da quella che, forse impropriamente, chiamiamo civiltà, e comunque ad un paio di chilometri dal primo altro essere umano, potremmo anche uniformarci ai due hashtag da Lei suggeriti. Non so se questa sia la sua situazione, ma certamente Le sarà capitato di girare per città e cittadine per comprendere quanto, a prescindere da qualsiasi altra considerazione, sia difficile “stareatremetri” e “staredasolo”.
    La libertà individuale è sacrosanta siamo d’accordo ma il problema si pone, almeno ai tempi del virus, quando mille persone ognuna delle quali dotata della sua propria libertà personale si trovano nello stesso momento nello stesso luogo. Non le saranno sfuggite le scene che abbiamo visto prima del lockdown, con frotte di persone che, incuranti dell’avvertimento che era opportuno mantenere le distanze, si aggiravano per i corsi delle città, su campi da sci e spiagge. E questo succedeva anche nei parchi, con i runner impossibilitati a “stareatremetri” e “staredasoli” o proprio incuranti dei rischi di un potenziale contagio (o, se asintomatici, di contagiare gli altri).
    E dunque si sta a casa, ma non, come da Lei scritto per scaramanzia, per superstizione o appartenenza alla comunità o ancora per ignoranza o stupidità irrazionale. Personalmente e in maniera consapevole #Iostoacasa, per ridurre il rischio di essere infettato dal virus e, rientrato a casa, di contagiare poi mia moglie. Tuttavia, come da Lei giustamente osservato si esce per accedere “ai supermercati e altri servizi essenziali”. Vero. Però consideri quel che mi è appena capitato. Dal mio balcone ho appena gettato uno sguardo alla strada (abito in una città…). Ho visto una persona che portava a spasso il cane e due persone che presumibilmente tornavano dal supermercato. Nei supermercati ci si mette in fila e poi si entra uno o due alla volta. Ne concludo che, paradossalmente, il lockdown ha dunque reso sostenibili gli #hashtag da Lei suggeriti, per l’appunto #iostoatremetri e #iostodasolo.
    Il Suo articolo è ricco di spunti interessanti e merita alcuni ulteriori commenti. Ad un certo punto Lei definisce la “minaccia del virus” come un “problema concreto da affrontare con gli strumenti della ragione”. Affermazione astrattamente condivisibile ma nella pratica resta la domanda: a Suo parere quali sono gli strumenti della ragione alternativi al lockdown, se assumiamo che #iostoatremetri e #iostodasolo non sono di per sé soli sostenibili?
    La libertà individuale verso la libertà che esprime il bene universale. Il lockdown certamente comprime le libertà individuali ma credo che in una società democratica la libertà individuale del singolo sia limitata, e al tempo stesso protetta, dalle libertà individuali degli altri che ben possono avere aspirazioni difformi, nonché dalle leggi, che altrimenti l’aspirazione sarebbe ad una teorica società anarchica guidata solo dalla libertà individuale e dall’etica dei singoli. Nella pratica, almeno ad oggi, le leggi e l’etica individuale non bastano e infatti abbiamo, ahimè, polizia e carabinieri proprio per far rispettare le leggi ed assicurare che la libertà del singolo non confligga o comunque limiti le libertà altrui quali tutelate dall’ordinamento giuridico. Non condivido quindi la Sua affermazione finale secondo cui “#iorestoacasa esprime il fallimento della libertà e della democrazia”.
    Certamente condivido invece due affermazioni che leggo nel suo articolo: in primo luogo la condanna delle forme di intolleranza dei razzisti da balcone (in realtà la gran massa degli intolleranti è fatta da quanti già da prima del virus davano la colpa di tutto agli altri, specie sui social, gli odiatori, di professione o per temperamento).
    Condivido anche l’affermazione di Felice Cimatti da Lei riportata secondo cui “Sostenere che non è tempo per discutere di filosofia e di libertà individuali, che ora è il tempo dell’emergenza, è esattamente il tipo di risposta che non promette nulla di buono.”. Aggiungo che in conseguenza del lockdown probabilmente abbiamo invece più tempo per discuterne (e questa, se me lo consente, è una involontaria conseguenza di #iorestoacasa).
    Una notazione (l’ultima…). Nei giorni scorsi ho letto sui social diversi interventi di professionisti della Privacy che temevano il lockdown, e più in generale le misure adottate o che potrebbero venir adottate in relazione al coronavirus) in quanto potrebbero recare un vulnus al diritto della Privacy. Comprendo la preoccupazione ma non vedo molte alternative. Aggiungo, absit iniuria verbis, che se non stiamo attenti, corriamo il rischio, più o meno inconsciamente, di privilegiare la nostra personale esperienza professionale (che spesso è anche una passione) che non una complessiva valutazione della situazione e dell’obiettivo principale a cui dobbiamo tendere, che io ritengo essere la diminuzione dei contagi, dei ricoveri e auspicabilmente dei decessi.

  77. Fabrizio

    Concetti di fondo condivisibili, ma da migliorare alcuni punti. Rimarcherei il pressappochismo e l’imprecisione delle norme, soprattutto in Italia: super-restrittive sulla carta, ma imprecise e fatte per essere applicate discrezionalmente, se non a casaccio, nella pratica: esattamente nella tradizione della più radicata cutura autoritaria italiana, quella del Vaticano. Fra i molti e palesi danni collaterali del diktat “state a casa”, c’è il pauroso aumento dellee disuguaglianze sociali, per esempio fra chi ha una bella casa e chi vive in luoghi sovraffollati e poco sani. Le file al supermercato (perfettamente consentite) sono molto più pericolose che le passeggiate da soli. Non si capisce che rischi crei viaggiare in macchina da soli. La distanza minima di 1 mt invece è palesemente insufficiente (nella maggior parte dei paesi si applica 1,80; come si era detto anche da noi, all’inizio). E’ un virus che si propaga attraverso gli assembramenti e i contagi al chiuso; i dati sono eloquenti. Ma è un virus utilissimo a chi vuole conservere un potere, attraverso la paura; che induce alla (sicura) rinuncia alla libertà in cambio di una (molto ipotetica) salvezza della vita.

  78. Valeria

    Tutto giusto tranne il fatto che l’OMS consiglierebbe l’uso delle mascherine. Solo a personale sanitario, persone malate e loro assistenti.

  79. Davide

    Caro Domenico, per sua sfortuna Boris Johnson è stato dimesso.
    Pensa lo stesso anche di Bertolaso, o della moglie di Justin Trudeau, tanto per sapere?

  80. Roberto Mamone

    Paura e ignoranza sono una conseguenza dell’altra, da tempo strumenti del potere su cui gente come noi riflette e contro le quali si impegna (tu per primo): il filosofo è caduto dal pero che se ne accorge solo ora? Forse un hashtag in cui fosse stato allegato un trattato di epidemiologia (si può fare, basta un Qr code) sarebbe stato meglio, ma nell’emergenza devi dare indicazioni facili da seguire, se si conoscono le responsabilità di chi dirige. Che altri hashtag sarebbero stati molto più efficaci è solo un’ipotesi, non una sicurezza come la presenta l’autore.
    Dunque: il governo (di cui possiamo riconoscere errori e limiti, ma del quale non vorremmo avere le responsabilità) sarebbe cattivo per antonomasia ed emette diktat. Insieme a lui sarebbero cattivi gli esperti che – senza capire nulla di politica – vogliono comandare. Intendiamoci, non disconosco tutte le loro contraddizioni, visto che nemmeno dopo la recente SARS la comunità internazionale si è messa d’accordo su come contare morti e contagiati, provocando una confusione letale tra la popolazione, nei media e nella politica.
    Però: c’è un sacco di gente in giro, non abbiamo la legge marziale, ma si tenta di ridurre gli spostamenti e i contatti per un bene supremo e altrettanto garantito costituzionalmente come la salute della collettività. Anche un costituzionalista come Azzariti ha detto che è possibile farlo, basta che sia una norma temporanea e infatti così è, mentre l’Ungheria ha deciso diversamente e noi abbiamo denunciato il colpo di stato di Orban. Cosa c’è di insostenibile nello stare chiuso con la famiglia? In realtà il filosofo non capisce un cazzo di biologia e citando le direttive dell’OMS pensa di poter parlare di cose che nessuno conosce: sappiamo molto poco del virus altrimenti avremmo già trovato il vaccino, lo spillover è troppo recente e quindi il virus instabile, reagisce diversamente in contesti e popolazioni diverse e la sua modalità di contagio è dubbia e questo per fermarsi agli aspetti medici. Lo stesso Burgio condanna i titoli troppo allarmistici ma non esclude in assoluto il pericolo di contagio in campo aperto, dice solo che è improbabile al 90%. Gli assembramenti legati ad una partita dell’Atalanta sembrano essere stati una delle maggiori cause di contagio a livello europeo e non è difficile immaginare zone all’aperto in cui c’è poca circolazione d’aria, tipo un vicolo di Napoli, e un assembramento tra ragazzini che “come fai ad impedirgli di giocare”, però poi diventano vettori…
    Si parla di responsabilizzazione e secondo me l’invito è stato proprio questo e gli italiani in stragrande maggioranza hanno reagito bene, ma non tutti l’hanno osservato e poi vaglielo a dire alle vittime o a chi si vedrà prolungare la quarantena per colpa di pochi che riattizzano il fuoco…Ricordo le scuse di chi viene multato: chi resiste per ragioni economiche (e sarebbero i più giustificati se non fosse che molti non sono propriamente alla fame), chi lo fa perché non ha fiducia nel governo, chi perché deve andare a fare asparagi poi cade nel burrone e si frattura una gamba, chi perché deve scopare nel parco o gira un porno all’aperto, chi “tanto sono giovane e indistruttibile”, chi perché “voglio essere libero anche di buttarmi sotto un treno” , chi “tanto è tutto un complotto”, e potrei continuare. Del resto un giornalista svedese giustificava le scelte controcorrente del suo paese dicendo che per cultura si affidano al loro alto senso di responsabilità. Infatti ora, visto il propagarsi dell’epidemia, stanno tornando indietro sulle loro decisioni… In realtà i numeri dei decessi non sono sopportabili dalle popolazioni in primis per motivi psicologici se non sentono che qualcuno fa qualcosa. Una volta si offrivano sacrifici umani per placare gli dei, oggi ci si chiede di non uscire per 1-2 mesi se non per ragioni serie, ma se vuoi farti una passeggiata vicino casa da solo o ginnastica puoi farla, mi sembra che il sacrificio sia più che sopportabile. Altra cosa sono ovviamente le condizioni di chi vive in situazioni estreme.
    Eppure cerco sempre di tenere aperta la mente e un articolo di Burgio mi convince quando dice che: <>. Ecco, questa può anche trasformarsi in strategia politica una volta che ci si è assicurati che il SSN sia capace di reggere ritorni di fiamma, ma rimane il fatto che nel periodo di immunizzazione si diventa vettori intermedi. A quel punto bisognerebbe concentrarsi sulla protezione delle fasce più esposte e sull’isolamento di quelle più fragili in strutture sicure, ma anche quest’ultima ipotesi pare che sia una bestemmia e una misura protettiva viene condannata come misura dittatoriale e spietata.

    Tornando all’articolo, al paragrafo in cui parla di SACRIFICIO e scopre l’acqua calda: gli italiani sono un popolo che ama farsi guidare dall’uomo forte di turno. A parte che Conte nonostante gli errori di comunicazione non ha chiesto i pieni poteri, come pensa che funzioni la democrazia?
    Sicuramente c’è chi sclera o vive in condizioni e convivenze difficili, ma per la maggior parte la rete sociale e affettiva può essere anche molto viva, la solidarietà (lo stringersi a coorte su cui si ironizza facilmente) aumenta perché siamo un popolo egoista ma anche generoso, e alcune condizioni di sfruttamento non saranno più possibili perché il re ormai è nudo per tutti.
    Inoltre quella dei lemmings è una vecchia bufala, ma io non pretendo che ne sia a conoscenza un filosofo…

    Ho trovato in rete tanti video e messaggi molto semplici: su come ci si lava le mani, si indossa la mascherina, sul perché è importante la distanza, su come il virus si aggancia al grasso e come agiscono il sapone l’alcool o il cloro sul legame o sulla struttura esterna del virus ecc.; inoltre spesso ho ulteriormente semplificato e rilanciato il messaggio e molti mi hanno ringraziato. Possibile che Manzotti non abbia cercato in rete queste informazioni?
    Non è necessario far comprendere cosa sia e come funzioni l’RNA, ciò rimarrà per i più un mistero della fede e lo è ridiventato anche per me a distanza di tanti anni dalla laurea…I virologi non devono e non possono semplificare sempre tutto – questo compito è affidato ai comunicatori – ma loro hanno l’autorevolezza per esaminare i dati, altrimenti ognuno li interpreta come vuole e si genera il caos.

    Le soluzioni per combattere l’isolamento, la scarsità di presidi sanitari, quelle per affrontare le regole della quarantena, le strategie di approvvigionamento, sono tutte modalità proattive, intelligenti e creative, e alla gente non frega nulla di essere superiore moralmente, vuole solo sopravvivere e sa che i comportamenti scorretti si pagano in vite umane: mia madre non mi fa entrare in casa nemmeno a distanza. Con questo non nego che ci siano stati episodi di intolleranza, ma percentualmente minimi rispetto a quelli che vanno in giro a fotografarsi mentre leccano gli scaffali del supermercato. E quindi il filosofo si chiede perché l’ondata di merda si abbatte su chi dice che dovremmo ritornare a uscire liberamente? 19000 morti già superati sono una risposta o sono superstizione? Il filosofo scrive “presunto pericolo esterno (che invece è solo interno)”: può essere credibile?

    Non c’è derisione per chi sostiene l’importanza dell’attività fisica ma per chi prima non usciva a fare due passi manco se l’ammazzavi o per il padre di Zerocalcare che va al supermercato perché gli è finito il succo d’acero. Nessuno ci vieta di uscire per fare due passi o correre per far footing e ginnastica. La salute, anche quella mentale si mantiene così e il governo ne è consapevole, ma quando all’inizio si poteva andare nei parchi in molti non stavano a distanza: potevamo attendere la crescita del mitico senso di responsabilità con 1000 morti al giorno fuori dalla nostra porta? E davvero si pensa che queste misure siano l’anticamera di una dittatura? E per una volta che siamo orgogliosi di essere italiani per come abbiamo reagito con senso di responsabilità nella tragedia, perché negarlo?

    E Manzotti finisce sottolineando nuovamente che lo stare a casa senza ragione è un diktat, dimenticando le lodi al modello Italia (sempre con tutti i limiti dello stesso, ma chi l’avrebbe mai detto a Conte?) fatte dall’OMS e da altri Paesi, spesso politicamente molto distanti. Evidentemente le decine di migliaia di vite salvate non sono una ragione che giustifichi la temporanea privazione di alcune libertà, eppure ci sono proiezioni e grafici che illustrano bene quale sarebbe stato l’andamento epidemico in assenza di queste misure o con misure più blande. Si sente superiore, lui sì, ai pecoroni che decidono di seguire le regole, ai virologi, al personale sanitario che si infetta e muore, sente di poter stabilire l’entità del pericolo, sente di essere immune, di sapere come si fa a non infettarsi (io ho studiato un po’ d’igiene e ne faccio 100 di errori ogni volta che esco)…

    E comunque lo Stato italiano ha più che spiegato le ragioni e ha chiesto comportamenti responsabili, solo in assenza di questi è intervenuto con sanzioni perché la salute pubblica è un diritto costituzionale per tutti, non solo per i ricchi ed i giovani (che poi anche questo assunto si è rivelato profondamente errato).

    Il filosofo è anarchico, ma primum vivere deinde philosophari, checchè ne
    dica Felice Cimatti che in questo momento, insieme a lui, è meno utile non solo di un Burioni qualsiasi ma anche dell’ultimo inserviente che sta lavorando nei centri Covid.

  81. Roberto Mamone

    Nel mio commento è saltato un pezzo tra parentesi riferito ad un’intervista fatta a Burgio ed è il seguente:
    “se anche il virus può essere nell’aria lo è in quantità minima, per cui è quasi meglio incontrarlo: non possiamo farne a meno, se vogliamo prima o poi immunizzarci. Importante è non incontrarlo in quantità pericolosa”.

  82. Una lunga e colta supercazzola intrisa di illustri citazioni che mostrano i “muscoli”” di chi scrive! Ma poi nasce il sospetto che cotanta cultura è svenduta a chi in questo momento vuole assoldare mezzi di comunicazione, politici, intellettuali e persino scienziati x minimizzare il rischio di sterminio di gran parte della razza umana x salvare il capitale! Ancora una volta il denaro vince sull’uomo (che l’ha creato). Si salveranno i ricchi, che potranno contare sulla propria torre d’Avorio ed i giovani , che saranno asserviti, quale nuova linfa, x i loro interessi!… Dicono che il virus è democratico! Ma così non è! I ricchi e la classe dirigente può contare su un più lussuoso e sicuro isolamento! E nel caso ci fosse la necessità di cura? Beh farebbe come johnson in Inghilterra o zingaretti in Italia! Non sono certo rimasti a casa loro!… Aspettando il 118 o mettendosi a turno x il tampone! Hanno immediatamente avuto cure ed assistenza h 24! Gli italiani comuni invece sono stati carne da macello! Il transito ospedaliero breve e fugace! X passare direttamente alla bara!… E mentre ancora continuiamo a contare i morti a centinaia, già i poteri forti, stufi di vedere bloccata la crescita delle loro sostanze, iniziano ad asservire menti eccelse e illustri uomini dell’informazione, della politica e della scienza per cominciare a ridicolizzare gli strumenti di distanziamento sociale utili (come già dimostrato nei luoghi in cui sperimentato)a ridurre i contagi ed i morti! È penoso leggere cotanta cultura così biecamente asservita al potere! Alla prossima puntata aspettiamo anche l’asservimento dell ‘ ISS ai poteri forti che segnerà la fine di gran parte della popolazione in trincea x i grandi interessi capitalistici ed esposta al virus! Chi detiene in atto il capitale avrà successivamente il solo onere di sostituire la forza lavoro con la nuova linfa giovane che nel frattempo si sarà salvata dalla dal virus! Insomma una colta ed elaborata sviolinata a chi sta preparando, peggio di Hitler, una selezione della razza umana, stavolta basata sul censo e sulla posizione sociale utile al suo gioco!

  83. Vincenzo

    Ma che vergogna di articolo.
    Un inganno dalla prima all’ultima riga.
    Sembra di sentire un Boris Johnson molto più delirante.

  84. Marco

    Devo dire che non vedo l’ora di vedere le persone a tre metri di distanza nelle metro di milano o sugli autobus romani nell’ora di punta , nelle fabbriche , nei magazzini delle aziende , sulle spiaggie ,nelle discoteche e in migliaia di altri posti dove è oggettivamente impossibile mantenere persino il metro in taluni casi , che il virus non sopravviva all’aria aperta poi non so davvero dove l’abbia letto , non sopravvive a lungo , ma non è che se starnutisco appena esce muore è, e se un essere umano parlando e respirando sputacchia entro il metro di distanza, un “runner” come lo chiama lei che vale per chiunque pratichi attività sportiva o semplicemente si faccia una nuotata al mare respirando affannato lascia un scia di svariati metri , ora mettere in discussione la “galera” a cui siamo sottoposti un certo senso cel’ha e si potrebbe anche discuterne , ma farlo con questi presupposti rende il tutto assai ridicolo

  85. Domenico

    Argomentazioni lineari e inattaccabili, ma non ho colto una proposta pratica.
    Di fronte ai, forse semplicistici, decreti del governo, noi siamo a un bivio: accettare o trasgredire.
    Se la strada giusta è trasgredire, allora faranno un monumento in piazza a tutti i partigiani che hanno preso le multe, altrimenti lo faranno a chi ha perso la vita. In ogni caso farò il possibile perché il mio nome non ci sia.

  86. Rosetta vostabile

    Un’analisi interessante che condivido .Io vorrei continuare ad affrontate il virus e a difendermi da quanto gira intorno ad esso ,ora e anche dopo, con intelligenza e non certo con sottomissione ad un potere che spesso e’ interessato o a sua volta assoggettato alle regole del gioco .Ad es.mi riferisco ai vaccini obbligatori che dalla LOrenzin in poi obbligano i governi ad onorare l’impegno……conosciamo bene il gioco

  87. Silvia

    Credo che a oltre 40 giorni dall’inizio di quest’esperienza allucinante, le preoccupazioni per il virus vadano di pari passo con quelle per la vita a metà che stiamo vivendo e per quello che ci aspetta nel prossimo futuro. Quest’articolo è stato scritto con il coraggio di andare controcorrente e di anticipare preoccupazioni che, se non oggi tra poche settimane, apparterranno a tutti. Io le ho avuto fin dall’inizio e non per una mancanza di rispetto verso chi è ammalato, chi è a rischio, medici e infermieri. La vita ha tanti aspetti, la libertà non conta meno della salute ed è fondamentale continuare a ragionare con la propria testa, anche se in questo momento non si può agire e bisogna “obbedire”, Davvero qualcuno pensa che tra tre settimane, un mese, tre mesi il virus sarà magicamente scomparso? Non sarà così. E allora, attendendo il vaccino, rinunciamo a tutto il resto, moriamo prima del tempo fermando tutto a tempo indeterminato? Premesso che non saremo noi a decidere, almeno facciamo sentire la nostra voce, esercitiamo il nostro senso critico. Non beviamoci tutto, dl momento che anche chi ci dovrebbe tutelare ha commesso tanti errori. Grazie veramente per quest’articolo, la penso allo stesso modo.

  88. maria

    Grazie, le dico solo grazie, queste sono le condivisioni, le comunicazioni alle quali anelo, la visione diversa per confrontare con le mie sensazioni e pensieri. Ha dato voce e parole anche a quello che la mia mente ancora non aveva elaborato. Grazie.

  89. Nicola

    Francamente l’articolo è una divertente supercaxxola condita di belle proposizioni ad effetto: la scienza non si discute, i cittadini non devono conoscere i principi della trasmissione virale e dell’immunologia per “obbedire” alle regole, ma umilmente ascoltare chi studia da decenni questi fenomeni. Vale per tutte le scienze: io non contesto il numero di campate di un ponte, ma accetto che un ingegnere ne abbia calcolato la necessità. La libertà non è anarchia, la democrazia non è individualismo, siamo in un contenitore dove ci siamo dati delle regole, se non lo sopportiamo possiamo sempre scegliere il famoso cocuzzolo dove far riposare i nostri pensieri. E poi decine di rozze imprecisioni specifiche, dalla metereologia curatrice (caro Professore, lei conosce la differenza tra trasmissione droplets ed airborne? È sicuro di aver compreso bene i meccanismi di contagio e di sopravvivenza/replicazione del virus? No, perché visto che noi medici ancora non lo siamo, magari ci illumina) alla similitudine sacerdote/medico, alla contrapposizione pretestuosa cibo-alcool-tabacco vs sport all’aria aperta, francamente populista, che sa di anatema postato dalla fioraia su Facebook, come se non si potesse fare scelte salutiste anche dentro casa. È un esercizio di stile del pensiero sterile e pericoloso, che legittima l’individualismo e la deriva autocratica dei singoli. Ribellarsi alle regole imposte in questa situazione è un atto di violenza non contro le istituzioni, ma contro chi ci sta accanto. Io non vedo limitazioni alla mia libertà o al diritto democratico, di contro vedo una pericolosa deriva anarchica ed individualista, di chi deve essere “contro” per scelta, a volte supportata dall’eleganza del pensiero, come in questo caso, più spesso nutrita dall’ignoranza che, non solo non genera la paura da Lei paventata, ma autorizza uno scemo a sentirsi scientificamente paritario di uno studioso. Penso al cretino “persona umana sottoposta al diritto internazionale e diplomatico” che percula i carabinieri mentre se ne va a fare una passeggiata: ecco, dovremo affrontare sempre più idioti del genere, di questo passo.

  90. Bruno Amadio

    Penso che tu esprima i dubbi di molti italiani. Analisi chiara, ben articolata e intelligente. La tua tesi è avallata da un fatto incontestabile. L’informazione di stato, stampa e televisioni, sono assenti di voci veramente critiche. Ormai asservite ad una propaganda clericale ossessiva, che ha annientato la laicità dello stato. E la discussione democratica.

  91. Simone

    Il ragionamento e’ interessante, ma a fare questi paragoni con penitenza & peccati rischi di fare come quei personaggi di moda fino a qualche tempo fa, che in ogni cosa ci mettevano di mezzo Freud, dicevano milioni di cazzate e alla fine non si ricordavano nemmeno cosa avevano detto (ma tanto il discorso tornava sempre, magicamente, chissa’ perche’). Qui invece c ‘e’ poco da scherzare, le leggi non le devi fare per i responsabili ma per i deficienti, anche se poi purtroppo vanno applicate anche ai primi. Gia’ cosi’ com’e’ il decreto ha maglie abbastanza larghe da permettere ai nostri valorosi concittadini di eccellere nell’ italico gioco di trovare l’inganno alla legge appena fatta; e infatti e’ pieno di gente dappertutto. E’ vero che la matematica ci stava sulle balle alle medie, ma la differenza fra andamento lineare ed esponenziale dovrebbe essere chiaro a tutti. E qui e’ di questo che stiamo parlando, purtroppo. Patto sociale, responsabilita’ civile…si, ok. Ma prima riportiamo R con 0 a 1, vai.

  92. Maurizio Caracciolo

    Queste sono le mie riflessioni per confutare l’articolo scritto da questo professore di teoretica, sociologia, ingegneria ecc.ecc.

    1) l’enunciato di un teorema si fonda su ipotesi e tesi (cioè le condizioni su cui si basa il ragionamento sono assunte come vere). L’ipotesi parte da un assunto sbagliato: questo Nobel di sociologia sostiene che le disposizioni attuate dal governo sono state adottate per fermare l’avanzata del virus. E’ falso, perchè tali restrizioni sono state introdotte al solo scopo di contenere e ridurre la diffusione del virus.
    2) Perchè giudicare negativamente decisioni prese da un organismo politico? Io personalmente preferisco essere prigioniero per un po’ di tempo e poi vivo, che essere libero e poi morto.
    3) Trovare un rimedio scientifico per debellare una pestilenza che mina la salute delle persone con un trattato di sociologia o filosofia politica è come voler curare un malato oncologico con i fiori di bach, cioè non solo inefficace ma moralmente sbagliato (quindi chi è superstizioso?) – Mandiamo i malati affetti dal virus a casa dei sociologi e vediamo se guariscono!?!
    4) Il sacrificio e la sottomissione alle autorità non vuol dire la rinuncia all’intelligenza e alla ricerca scientifica, anzi vuol dire delegare tali propositi a persone la cui competenza è comprovata e non inquinata da interessi soggettivi.
    5) Thomas Hobbes non sosteneva che lo Stato esaltava la dittatura e la teocrazia, il Leviatano di T. Hobbes (a cui gran parte dell’articolo si ispira!) rappresenta la genesi dello Stato moderno, dove ogni cittadino rinuncia a parte della propria libertà personale (in favore dello stato) per evitare il caos e l’anarchia, demandandone appunto alcuni aspetti che saranno controllati e posti in essere da organi superiori (nella moderna democrazia rappresentati da Magistratura-Governo-Parlamento).

    In conclusione, la conseguenza di queste restrizioni sono, evidentemente, la diminuzione di una libertà personale, ma tale conseguenza non è dovuta ad uno Stato assolutista dove il monarca decideva da solo per l’intera comunità, bensì sono il frutto di una scarsa cultura generale, dove l’incoscienza e l’ignoranza di pochi (o tanti?!?) ha pregiudicato la libertà di tutti.

  93. Alessandro Mallardo

    Se lei fosse il mio professore farei di tutto per allontanarmi dai suoi “insegnamenti”. Con affetto. Io non mi sono mai sentito così libero come in questo momento catartico. Faccia catarsi anche lei. Un bel respiro, un po’ di distacco da se stesso, e vedrà che andrà tutto bene. Lei ha una visione piccola piccola, direi piccina, di quanto sta succedendo. Una visione ristretta su se stesso. Il suo pensiero è anche alquanto “tossico” direi.

  94. Marco

    #ioStoConNicola
    Volevo rispondere, ma il dr. Nicola ha già detto tutto.
    Prof. Manzotti, la prego, continui pure a riflettere, ma resti a casa.

  95. Luciano

    Perfettamente d’accordo, le ferite che ha prodotto questa decretazione d’urgenza nel silenzio complice e colposo dei più tanti, nel sottofondo di urla ancora più terribili di troppi, lasceranno danni enormi ad una società civile che non è mai stata sostanzialmente democratica priva com’è dei suoi anticorpi naturali delle democrazie che sono gli intelletti individualistici.

  96. Daniele

    Una sfilza di falsità. Scritte bene, ma completamente assurde e soprattutto non vere. Psicologo e ingegnere? Tanto studio per ottenere questi risultati?

  97. Davide

    L’ultimo intervento di Nicola, tra gli altri, ci mostra dove sia gran parte del problema della nostra (in tutto il mondo avanzato) società odierna: il totalitarismo scientista. Da cui Popper ci aveva avvertito; proprio lui, ovviamente, che di “scienza” aveva capito qualcosa, a differenza dei ciarlatani che infestano le tv di regime.
    La “pretesa di sapere” (cit., vediamo se qualcuno capisce di chi) tutto, quando la conoscenza in realtà è drammaticamente minore.
    Difatti proprio gli “scienziati”, come rimarca oggi Bechis sul Tempo, ci stanno capendo pochissimo e stanno dando indicazioni di una banalità sconcertante.
    Intanto leggete Ioannidis ed Horton: metà della affermazioni “scientifiche” pubblicate sono FALSE. Soprattutto in campo medico.
    Sarebbe questa la “certezza” verso cui dobbiamo diventare tutti sudditi, con i suoi sacerdoti ad avere potere assoluto sulle persone?
    Questa è in realtà ignoranza, radicata nel profondo di una visione del metodo scientifico sbagliata, gravemente ignorante, appunto, in primis da un punto di vista statistico e metodologico.
    Sveglia ragazzi, perchè quanto sta accadendo è “enorme”, e le cause sono gravi e profonde.
    E’ una forma mentis incredibilmente totalitaria e violenta quella che vede la libertà come “una pericolosa deriva anarchica”.
    La realtà è l’esatto contrario, caro Nicola: lei ragiona come Stalin.
    E le conseguenze sono, e saranno, le stesse, se questo modo di pensare sarà tollerato nel mondo libero.

  98. Egregio Professore,
    Lei ha probabilmente ragione e sottolinea questioni importanti,che vengono incredibilmente troppo
    spesso taciute.Credo che bisognerà urgentemente avviare un dibattito pubblico,che cerchi di chiarire alcuni presupposti importanti,relativamente ai quali ,per ora,ci sono più domande che risposte.Soltanto a titolo di esempio,credo andrebbe accertato se è vero ,come appare probabile,che i contagiati dall’epidemia in corso sono molti di più di quelli accertati,qual è l’effettiva letalità del virus,da quando ha iniziato a diffondersi in Italia e se,quindi,i provvedimenti assunti sono stati effettivamente utili,cos’è successo in Lombardia (10.000 decessi dichiarati sui 100.000 al mondo) e se le scelte di ospedalizzazione sono state corrette,ecc..
    Non credo che si possa a lungo sorvolare su tali questioni, semplicemente dicendo che i tecnici sanno quello che fanno ed ignorando ed isolando le voci del dissenso,provenienti anche da ambienti medici,di fronte al pauroso danno economico provocato(e l’economia ,con buona pace dei salutisti di vecchio e nuovo conio ,è soprattutto benessere e,quindi,salute) ed alla grave e prolungata limitazione di libertà fondamentali.Confronto necessario,quindi,non risposte pregiudiziali,di nessun tipo.
    Colpiscono,però,anche in questa sede,le repliche livorose di alcuni,che sembrano combattere,anzi probabilmente combattono una guerra di religione.Purtroppo pochi recepiscono cosa significhi davvero la libertà,in un humus culturale che è,più o meno consapevolmente, intriso dall’etica finalistica hegeliana…..l’uomo realizzato nel contesto sociale e nello Stato e,appunto,socialmente orientato,concetto sviluppato da tutte le dittature del ventesimo secolo.Del resto,in ogni socialismo,di destra come di sinistra,c’è sempre stata l’idea di una necessaria revisione “sanitaria”del genere umano,che va corretto e curato,in modo da eliminare l’individualismo borghese e creare l’ingranaggio perfetto,che marci felicemente nel riforgiato esercito del popolo o della nazione,rieducando i recuperabili,eliminando gli irriducibili,
    Come rileva Isahia Berlin,correggendo anche la pur fondamentale visione kantiana,la vera libertà ha invece una definizione negativa,tracciando i confini dello spazio individuale, dove nessuno,ente o altro individuo,può e deve entrare.In un paese intriso di tradizioni fascista e postfascista,comunista e postcomunista,cattolica e postcattolica (con tutto il dovuto rispetto per le essenziali differenze,specie di tale ultimo solco culturale ) questo non è purtroppo facile da capire.
    Speriamo in tempi migliori,ma prepariamoci al peggio.
    Cordiali saluti.
    Giovanni,13 aprile 2020

  99. Gianni

    Il caro Manzotti parte dal presupposto che i cittadini italiani siano tutti coscienziosi e ligi e seguirebbero consigli e regole… niente di più sbagliato, l’italiano medio è portato a seguire i dictat dell’uomo forte… vedi Salvini Meloni e il defunto Duce… Lasciare ai singoli la livertà di usare il buon senso e propriamente il senso civico si sarebbe tramutato in completo caos… Vedi ieri cos’è successo al GRA di Roma… L’accostare poi la situazione attuale alle imposizioni (?) della chiesa è del tutto fuorviante e gratuito… In più trova il modo di bacchettare i soliti intellettuali dell’invisa sinistra… Per dar manforte al suo ragionamento pseudo democratico cita pensatori e filosofi che in quanto defunti non possono dissociarsi dalle sue elucubrazioni… Per non parlare poi del fatto che ognuno di noi potrebbe discutere sulle evidenze scientifiche… anche chi non ne ha gli strumenti? Tanto per citarne uno un prof. di filosofia teoretica ch’è pure ingegnere e infatti ragiona da ingegnere con spruzzate di filosofia varia? Sarà ma piuttosto dei “so tuttoio” che cercano di infinocchiare le menti meno avvertite con circonvoluzioni pseudo socio filosofiche, molto più saggio dar retta ai maggiori esperti mondiali di virologia, e seguirne i consigli. È molto semplice, senza scomodare Chomsky, Canetti e compagnia bella che poco o nulla ci azzeccano (addirittura il solito Machiavelli buono per tutte le stagioni!) per dar più peso ad una sparata pseudo libertaria che puzza di anarcodestrorsa

  100. Enrico

    “basterebbe stare a distanza e seguire le norme previste dalla OMS (mascherine, lavaggio mani, etc)” Basta questa affermazione per giudicare l’essenza di questa dissertazione. Chi ha inizialmente praticato questa condotta è dovuto tornare mestamente sui propri passi ( UK, USA,Svezia etc) con la coda tra le gambe. Affermare che”a detta della OMS, il virus non sopravvive all’aperto sotto l’effetto dei raggi del sole e che, anzi, basterebbe l’aria aperta per disperdere la carica virale sotto ogni soglia di pericolo”non è solo una informazione sbagliata, ma è una fake news a tutti gli effetti che rischia, se presa sul serio, di mettere a rischio la vita delle persone. Farneticazioni degne dei no vax di cui speravamo di esserci liberati.

  101. agata robles

    dobbiamo rivolgerci alla comunità scientifica per capirne di più. giusto. quella che ti dice tutto e il contrario di tutto a seconda dell’interprete del momento.

  102. Questo articolo mi ha tolto le parole di bocca o meglio, ha riassunto con una forma limpida e perfetta, ciò che si agitava nel mio cervello, ormai confuso e poco uso a creare delle sintesi di tanti eventi, ordinanze, paure opere e omissioni, ragioni e sragioni… davvero complimenti! grazie

  103. Le riflessioni mi sembrano opinabili. La quarantena è una misura da osservare, non perché sia sufficiente, ma perché necessaria: non vanno confusi i due concetti e quello corretto è il secondo. Che sia meno sostenibile rispetto a altre ipotetiche soluzioni è vero, ma queste sono fin in partenza inidonee a raggiungere un obiettivo minimo e, d’altra parte, provocherebbero disordine o diseguaglianze.
    Sul sacrificio e la scaramanzia, le considerazioni che leggo sono pienamente complementari a alcuni articoli d’importanti costituzionalisti, i quali – però – in questo momento pratico dimenticano gran parte dei loro studi e insegnamenti astratti e mostrano tutte le pecche del loro formalismo. Fortunatamente, in questa sede non vengono riprese queste opinioni.
    Dunque, Manzotti rinvera una scaramanzia da parte di chi osserva le misure di contenimento del contagio adottate; crede che quello dei cittadini sia «un gesto scaramantico, che si fa per motivi tra la superstizione e l’appartenenza alla comunità». Tra l’altro: cosa c’è di più fondamentale che – proprio – l’«appartenenza alla comunità»? Noi uomini non siamo individui/monadi, ma persone in carne e ossa, inseriti in più e trasversali contesti sociali, dove svolgiamo la nostra esperienza. E cosa c’è di male nel consultarsi presso gli esperti prima d’adottare certi provvedimenti?
    Da questo punto di vista, a differenza di chi ha scritto, è in concreto bene che le autorità amministrative (governo e regioni) dispongano misure e conseguenti regole da osservare in modo fedele (direi io: cristianamente devoto). È proprio in questo modo che la pandemia viene affrontata attraverso la ragione e la scienza.
    Nessun paternalismo. Mentre per chi non osserva quanto è raccomandato, anche dietro sanzioni amministrative, la responsabilità non è “morale”, ma concreta, tangibile nei confronti delle più formazioni sociali, prima tra tutte la propria famiglia, i malati e gli anziani, che rischia di mettere in pericolo.
    L’autore dell’articolo vuole rivalorizzare la corsetta: purtroppo, non vale in questi giorni. Rinomati poltroni, in numero altissimo, stanno soltanto strumentalizzando le corsette, svilendo proprio «l’importanza dell’attività fisica»: sono loro a comportare questo svilimento, non chi li rimprovera. Altro discorso è chi, stando in casa e rispettando tutte le misure, prepara le torte e si vanta di ciò sui social. Il punto è che, così come viene a una data persona l’idea d’uscire per una passeggiata, una corsa, la stessa illuminazione viene a altre persone: è in questo modo che si creano gli aggregati di persone, che sono – invece – assolutamente da evitare, per poter sperare di raggiungere almeno il risultato minimo.
    Poco c’è da commentare quando l’autore riporta alcune pronunce dell’OMS: proprio l’OMS sta raccomandando in giro d’imitare il “modello Italia”. Assolutamente improprio, inoltre, il parallelo con Orwell: qui siamo tutti liberi di sostenere ciò che vogliamo, contribuendo al dibattito e alla stessa scelta delle misure; nessun lavaggio di cervello o torture (altra cosa sarà l’eventuale app di tracciamento delle persone, quella sì molto pericolosa).
    Quanto allo spionaggio dal balcone, al «razzismo da balcone»: prima stiamo tutti a casa, prima si può capire la situazione e di conseguenza come affrontare la crisi, prima si può uscire di casa e può cessare il lockdown. È in questo senso che io, addirittura, apprezzo i cittadini che si fanno portavoce della “legalità”, invitandosi reciprocamente a osservare le prescrizioni, per il bene di tutti.
    D’altra parte, qui non si sta parlando di mera medicina, di ricerche astratte, ma della tutela in concreto della salute e della vita di migliaia, milioni e miliardi di persone. Le esigenze delle persone vanno non sospese, bensì contemperate: esattamente ciò che si sta facendo in questi tempi, almeno in Italia.
    Nessuna sottomissione del cittadino all’autorità, come si sostiene nell’articolo. L’oggetto delle misure spesso è stato richiesto proprio “dal basso”, dagli stessi cittadini; altre volte suggerito dai tecnici; di certo, mai piovuto dall’iperuranio del potere.

  104. Marco

    Tra l’altro mi piacerebbe esponesse questa sua opinione , a chi per giorni ha infilato cadavere in sacchi dell’immondizia , a chi ha staccato piangendo un 80enne da un respiratore per attaccare qualcuno che aveva più probabilità di sopravvivere , a chi si è infettato in corsia e ha trasmesso il virus alla figlia e al marito asmatico che è finito intubato , e le assicuro non sono supercazzole ne passaparola ma testimonianze di prima mano , per quale arcano motivo queste persone dovrebbero correre il rischio di ripetere esperienze come queste, distruttive sia livello fisico ma infinitamente più distruttive a livello psicologico , per cosa ? Per far contento lei, le sue astratte teorie sulla distanza dei 3 metri e la sua smania di invidualismo che peraltro non sara mai un concetto esprimibile in democrazia ?

  105. Zuara Mistrorigo

    Gentile Professore, trovo molto semplicistiche e dannose le sue riflessioni. Le indicazioni proposte dall’oms non possono risultare efficaci, non lo sono state con operatori sanitari che ne avevano molte di più, figuriamoci con cittadini che si mettono la mascherina sul mento quando sono al supermercato! Inoltre, il virus non si conosce totalmente e dire che quelle misure bastano a tutelare i cittadini è dannoso.La decisione della quarantena è la decisione migliore, l unica sensata per la tutela della salute di tutti! Anche se a lei il discorso “emergenza” appare esagerato bisogna ricordarsi che in situazioni di emergenza le proprie libertà individuali possono essere limitate per la tutela della sicurezza e salute di TUTTI. Certo, stare in casa per molto tempo può creare qualche disagio (stiamo parlando di 1/2 mesi)no di anni, ma ricordo che un emergenza non e una situazione di divertimento, se fossimo in guerra neppure la spesa si potrebbe fare, dunque credo sia giunto il momento.di finirla con “la corsa non fa male a nessuno” ecc. L essere umano cresce anche attraverso esperienze che richiedono capacità di resilienza, e in questo momento le persone devono mettere in risalto queste loro capacità e non continuare a lamentarsi di questo e di quello. Ci vuole responsabilità anche nei confronti delle altre persone, se lasciamo ai cittadini la scelta di comportamenti di distanza sociale e di igiene siamo messi bene! Gli ospedali non giocano a fare “le terapie intensive piene” dunque cerchiamo di collaborare con responsabilità senza aggrapparci ad inutili riflessioni. In questo momento chi ha un famigliare malato non può essere assistito da un proprio caro…e mi pare una scelta saggia! Nessuno di noi conosce se è portatore di tale virus, mettere a rischio ancora di piu la salute di un malato e di chi lo cura è da folli. Il concetto.din”restare a casa” è proprio quello di limitare i danni alle singole persone e di tutta la comunità. In questo momento(di emergenza) conta solo questo.

  106. Francesco Angelone

    Io mi trovo in disaccordo. Abbiamo dimostrato ampiamente che non ci meritiamo né libertà né democrazia.
    E chi pensa il contrario non vive nel mondo

  107. Michele

    Dovrebbero leggerlo a reti unificate almeno 3 volte al giorno per svegliare le coscienze dei lobotomizzati ignoranti!!!

  108. Luigi

    E’ arrivato l’altro genio con la soluzione in tasca. Se ha le conoscenze per uscire da questa situazione salvando capre e cavoli, se ha la chiave per non far ammalare le persone riducendo i contagi, se è portatore di un progetto che non mandi in recessione l’intero globo, se può salvare anche una sola vita con la sua sapienza sulla gestione delle emergenze sanitarie “epocali”, la prego, non esiti a darcene notizia.
    Altrimenti è la solita fuffa trita, ritrita ed impastata già resa nota al mondo da altri suo pari pensatori.
    A risentirci.

  109. angela

    No,Recalcati no però.
    l’ennesimo che gioca a fare Dio con le frasi dei baci Perugina.
    Non prendetelo come esempio,se non della tipologia degli intellettuali fasulli,prestati alle autorità.

  110. Mario Arcangioli

    Ok, signor Manzotti l’analisi va bene, ma a cosa serve se non viene proposta al singolo cittadino una soluzione sul come comportarsi DIVERSAMENTE da ciò che viene imposto? Chi scrive fa la pentola, ma guarda caso… dimentica sempre il coperchio! Vuol dire ergersi a protagonisti intelligenti x soddisfare il proprio ego! Essendo, pare, psicologo dovresti capirlo questo discorso..

  111. pietro

    Articolo da tuttologo che fa leva sul concetto di libertà tanto caro all’italiano medio: IO PUO’.Riflessioni inutili

  112. Cristian

    L’ hastag che viene citato nell’ articolo è sbagliato non è #iostoacasa ma #iorestoacasa. Quando si è così puntuali nell’ eviscerare un argomento non si può prescindere da un analisi corretta del principio che si va a criticare. Come diceva Nanni Moretti, le parole sono importanti. Il fatto di criticare un #iostoacasa rispetto ad un #iorestoacasa ha sicuramente blandito il tono dell’ articolo visto che esiste una maggiore coercitività nel verbo “resto”. Caro professore avrebbe dovuto essere ancora più caustico per disinfettare ben bene le coscienze dei suoi lettori.

  113. m.m.

    Grazie, Grazie e ancora Grazie
    Articoli come questo mi fanno sentire meno solo. La sensazione personale prevalente in questo periodo è proprio di essere parte de “Il ritorno dei morti viventi” di Romero (citato nel testo) ma dove di umani ne sono rimasti davvero pochi.

  114. Lina

    ” il patto non é basato sul rispetto reciproco fra individuo e istituzioni, ma su INTERESSE e PAURA” , mi piace riprendere quest’ultima espressione per rinfrescarla come si fa con il lievito naturale, farla agire, donarla a chi mi sta accanto, creando l’azione virtuosa del dono. Grazie prof Manzotti

  115. Silvia Lelli

    Sproloquio di un filosofo che non ha mai provato a gestire politicamente, cioè concretamente, una situazione sociale. Il governo ha sperimentato la libertà del “non assembratevi e uscite tranquilli”, ricorda? Ha presente com’è andata? Inoltre, probabilmente a sua insaputa, è intriso di un’ideologia cattolico-buonista che notoriamente ottiene il peggio dagli umani. Non credo si sia mai interessato di calare il sapere filosofico nella pratica socio educativa, o della divulgazione scientifica, o della politica territoriale. Ma aveva un sacco di voglia di esprimersi personalmente…

  116. Giampaolo

    L’autore ignora un aspetto. Se tutti siamo liberi di correre, di andare a passeggiare, di assembrarci nei giardinetti, nei centri commerciali eccetera.. se tutti cioè vogliono continuare a vivere come se nulla fosse, il distanziamento sociale diventa impossibile. In posizioni come questa personalmente leggo l’insofferenza per le regole che caratterizza gli italiani. Tutti liberi di fare quel ci pare, senza pensare che magari io sono un asintomatico che può mandare al creatore un settantenne con patologie pregresse. Siamo diventati veramente una società di atomizzati. Glielo vada a spiegare a quelli che hanno morti in casa, che dobbiamo fregarcene.
    Ma allora lo deve portare alle estreme conseguenze il suo ragionamento sulla “libertà insindacabile del singolo”: voglio essere libero anche di uccidere il prossimo. Mi spiace, non è questa la mia idea di libertà.

  117. savesav

    Articolo interessante. Ancor più interessante è vedere la quantità di analfabeti funzionali che commentano senza aver capito cosa l’articolo dica o facendo paragoni che non hanno alcun senso.

    continuate pure a sostenere questa quarantena, nella vostra cieca ignoranza. Paladini di dati come il numero dei morti, ignoranti su quanti siano poi i nuovi morti causati dalla quarantena e da sue conseguenze (interruzione di qualsiasi trapianto se non vita/morte, i medici cercano solo se hai sto virus o no ma se hai altro puoi morire tranquillamente, paura talmente alta che c’è gente che ‘crede’ di aver il virus e si suicida).
    Parlate dei contagi e di questo stato che prende misure severe per il benessere dei cittadini, ma non sapete rispondere a chi chiede perché allora non fare test a chiunque? Mentre invece persino chi presenta sintomi non viene testato. E allora si scopre che gli stessi dati dicono che ci sono 5-6 milioni di contagiati e che quindi la mortalità, seppur non trascurabile, è ben più bassa di quella raccontata. Si scopre che se si guarda con onestà intellettuale i dati, non puoi pensare di fermare senza vaccino o immunità di gregge, un virus che ha contagiato milioni di persone.
    Bello o brutto che sia come dicono di recente in USA: Facts don’t care about your feelings (ai fatti non interessa dei tuoi sentimenti). Invece è tutto un inseguirsi di sensazioni, emozioni e paure con l’assurdo che si guardano solo i dati che fanno comodo e si ignorano le valanghe di dati che sono contro la vostra idea.

    A chi dice ‘salvaguardiamo la salute e non l’economia’, dimostrate solo la vostra totale ignoranza. L’economia è l’insieme delle nostre vite. Senza economia non ci sono ospedali, non ci sono scuole, non c’è cibo. Se il pil crolla del 9% (stime fmi) vuol dire che domani ci saranno meno medici, meno insegnanti e così via. Oggi pensate di salvarne 100 in realtà ne state solo condannando a morte 1000 domani.

    Non serve discutere di filosofia, servirebbe solo guardare a tutti i dati disponibili e interrogarci sulle conseguenze di ogni azione. Invece in questo paese il solo dire ‘guardiamo a TUTTI i dati e non solo a una parte di essi’ è già un’eresia.

    Vorrei solo aggiungere una piccola considerazione finale. Ai paladini della giustizia, ma perché non siete così contro tabacco, alcolici, auto?
    Perché chi fuma sceglie di fumare mentre non si sceglie di prendere il virus? E a quello che si ammala e muore per fumo passivo che dite? E al povero cristo che, ammalatosi di covid, non trova posto in ospedale perché preso da paziente fumatore che dite? E al pedone che viene investito e muore che dite?
    Perché allora non dire ‘auto solo per necessità come acquisto di cibo e medicinali’ ?

    Alla fine però non possono che andare così le cose. Se un parlamento, sindaci, governatori di regioni, e popolazione sono in maggioranza stupidi, non è che siccome arriva un nuovo virus allora diventi intelligente all’improvviso, acquisisce spirito critico e onestà intellettuale. Stupidi si è e stupidi si resta.

  118. g

    92 minuti di applausi.
    Ai desiderosi di soluzioni “pratiche”, che interpretano tutto come filosofia inapplicabile chiedo: avete provato a cercare i dati (ufficiali) ISS relativi a COVID19? Chi l’avesse fatto, invece di fermarsi ai dogmi recitati a reti unificate dei giornalisti ormai ridotti a portavoce del governo, avrà notato i seguenti numeri al 16 Aprile: 19996 morti, di cui 19012 over60 e 49 under40 (2, DUE, under20); in generale, il 96.5% dei deceduti erano affetti da altre patologie pregresse, in media 3 ( https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_16_aprile.pdf ). Faccio notare che il numero di terapie intensive occupate è circa 5 per ogni deceduto. Di fronte a cifre del genere, da cui si evince chiaramente che per under40/50 sani il virus non è più pericoloso che mettersi alla guida, nemmeno proiettando le cifre sul totale della popolazione e considerando le terapie intensive necessarie invece dei decessi, è sensato imporre un lockdown di durata indefinita e senza alcuna distinzione per fascia d’età e condizioni cliniche pregresse, che avrà come conseguenza l’affondamento dell’economia e quindi del sistema sanitario nei prossimi anni? Seconda domanda: con questa stretegia illuminata, che a oggi non ha avuto eguali al mondo e non ha assolutamente contenuto i decessi più di altre (siamo fra i primi nel numero di morti per milione di abitanti, quando altri paesi hanno chiuso meno attività, per lassi di tempo meno lunghi), da qui al 2030, quanti saranno i morti aggiuntivi che causeremo, di tutte le età e per le malattie più disparate, a causa del sovra citato tracollo del sistema sanitario pubblico, che non potremo più permetterci? Nel caso, superstiziosamente, il pensiero fosse il classico “se gli esperti non ci hanno pensato vuol dire che sarà sbagliato”, propongo una lettura interessante: “Targeted adaptive isolation strategy for Covid-19 pandemic” ( https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.03.23.20041897v2 ).

  119. Dimitri

    “IO RESTO A CASA” è stata una imposizione verso chi non ha capito o non ha voluto capire il problema, verso chi lo ha abilmente strumentalizzato per un suo tornaconto e soprattutto verso chi non lo avrebbe capito in ogni caso.
    Con tutte le problematiche di tipo economico e psicologico, verso chi ha avvertito subito il problema ed il pericolo, restare a casa è stata un libera scelta.
    La realtà è diversa dalle immaginazioni e se pur raccontato nei libri e nei film, è stata la prima volta ed eravamo tutti impreparati, a capire, gestire ed accettare la realtà.
    Sono sicuro che la lezione era necessaria e servirà in futuro a potere gestire eventuali altre criticità con più moderazione.

  120. Roberto

    Giusto dal punto di vista democratico ma sbagliato il ragionamento dal punto di vista matematico e morale. Senza distanziamento sociale per essere ottimisti su 60 milioni di abitanti si potrebbero infettare 40 milioni? Da quello che sappiamo il 10% potrebbe dover essere ricoverato in ospedale: 4 milioni in 2 mesi. Di questi sempre il 10% morirebbe: 400.000. Quale sistema sanitario può accogliere 2 milioni al mese di malati in più? Si dovrebbe decidere chi aiutare e chi no. Lei se la sentirebbe di sopportare che lei e i suoi non siano curati ma lasciati morire? Non so.

  121. Mauro

    Articolo davvero interessante fitto di contenuti e spunti di riflessioni.
    L’hashtag “iorestoacasa” non solo esprime, come ben spiegato, il fallimento della libertà e della democrazia, ma rende manifesta l’assoluta incapacità delle Istituzioni di far fronte ad una situazione grave e poco intellegibile. Lo Stato, in altri termini, preso atto della sua incapacità di regolare con competenza e raziocinio una emergenza sanitaria, ha preferito imporre l’isolamento a tutta una intera comunità. E’ molto più semplice obbligare la stessa all’osservanza di regole ferree che conducano all’isolamento più totale, piuttosto che adottare delle linee più morbide che avrebbero avuto su tutti noi un effetto meno dirompente.
    Da qui l’inevitabile fallimento di quel patto di mutua ragione tra cittadino e istituzioni.
    Forse, la campagna del governo per fronteggiare questa situazione non doveva essere #iorestoacasa ma piuttosto #iostatosonoincapace, che di certo sarebbe stato più rispondente all’effettivo stato delle cose.

  122. Carissimo Riccardo,
    leggo con molto entusiasmo il tuo post, e con molto terrore per quanto sia vero.
    Non è il momento dei complimenti, qui c’è in gioco molto più che la simpatia.
    Sto anch’io affrontando i fantasmi di un preconizzato “distanziamento sociale”. Non ne abbiamo già avuto abbastanza?
    Tutta la questione sollevata dallee autorità è sostanzialmente sbagliata. Antropologicamente sbagliata, perchè in qualche senso questa situazione ci ha esposto allo spettro di una verità molto scomoda sull’Homo sapiens: esso non vuole morire. Esso vuole restare eterno, e per questo è disposto a pagare ogni briciola della propria libertà e individualità per far si che questo suo antico desiderio si realizzi.
    La vita dell’uomo, nella sua piccola esistenza, è davvero sopravvalutata. E lo è, soprattutto, quando la si baratta con briciole di vita vera.
    Sono molto arrabbiato. Io non mi sento parte di tutto ciò.
    Ad ogni angolo di strada sento essenzialmente egoismo e sospetto: le roccaforti del pensiero morale, a cui tutti tendono, come se il fatto di pensare “bene” li possa salvare dalla fine.
    In questi mesi di ingiustificata quarantena, l’Africa è scomparsa: i nostri figli sono più importanti dei bambini che muoiono senza neppure sapere perché. C’è una sorta di implicito pensiero eugenetico dietro questo immaginare che soltanto noi si abbia il diritto di sopravvivere.
    Questo Homo sapiens è sbagliato, e la sua estinzione è ormai prossima.
    Non c’è catastrofismo perché le evoluzioni si compiono nel ciclo dei milioni di anni, e noi non siamo immortali.
    Di questo è bene esserne consapevoli.

    Joe

  123. Riccardo

    Per una volta é stato chiesto a tutti gli italiani di pensare al prossimo e al bene comune. Filosofia o meno, non tutti lo hanno compreso. La gran parte delle persone ha saputo rinunciare a due mesi di “libertá” per aiutare tutti gli altri a tornare all’aria aperta il prima possibile. Non c’é poi molto da ragionare su questo.
    Se avete dubbi, parlate con qualunque infermiere o medico e vi dirá che ne pensa.
    I contagi sono scesi solo grazie al lockdown e a chi lo ha rispettato

  124. Lucas Batteglise

    Buona testimonianza da condividere, voglio raccontare al mondo il grande e potente incantatore chiamato Dr Muhammad Center, mia moglie mi tradiva e non si è più impegnata con me e con i nostri figli quando le ho chiesto quale fosse il problema mi ha detto che lei si è innamorata di me e voleva il divorzio ero così affranto che ho pianto tutto il giorno e la notte ma se n’è andata di casa stavo cercando qualcosa online quando ho visto un articolo su come il grande e potente Dr Muhammad Center ha aiutato così tanti situazione simile alla mia aveva l’indirizzo e-mail, quindi gli ho mandato un’e-mail dicendogli del mio problema mi ha detto che sarebbe tornato da me entro 24 ore ho fatto tutto quello che mi aveva chiesto di fare il giorno successivo con mia grande sorpresa mia moglie è tornata a casa e piangeva e mi supplicava di perdonarla e di accettarla, può anche aiutarti a uscire da qualsiasi situazione in cui ti trovi contattare email: drmuhammadcenter@outlook.com

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