10
Dic
2011

In ricordo dell’Euro

L’Euro Vertice ha partorito un accordo. Debole, come giustamente ritiene anche Oscar Giannino su queste colonne. La domanda da porsi è: perché i mercati dovrebbero credere questa volta a quegli stessi leader che da due anni fanno promesse e non le rispettano?

Se l’Unione Europea saprà rispondere con convinzione a questa domanda, l’Euro potrebbe salvarsi, altrimenti la moneta unica rischia di diventare un ricordo lungo solo dieci anni.

I vincoli di bilancio introdotti nelle differenti Costituzioni dei 26 Paesi, tutti ad eccezione della Gran Bretagna, dato che anche l’Ungheria sembra aver fatto un passo indietro rispetto alle iniziali reticenze, dovrebbero entrare in vigore a breve.

Riusciranno Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e gli altri capi di Governo Europeo a rispettare questa data? I mercati non perdonano le incertezze, come ha dimostrato l’andamento dello spread da fine luglio in poi. Proprio in quel mese estivo l’ultimo Euro Vertice, preceduto come al solito dal direttorio franco-tedesco, aveva fatto delle promesse che poi non vennero rispettate.

In primo luogo l’ampliamento del Fondo di Salvataggio, che non è stato ratificato da tutti i Parlamenti nazionali.

La seconda promessa non rispettata era legata all’incapacità di controllare il risanamento della Grecia e il rispetto delle condizioni del paese ellenico di fronte ai prestiti internazionali dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale.

Questo clima d’incertezza continuo ed irrisolto ha portato sull’orlo del fallimento l’Euro stesso, con i tassi d’interesse d’Italia e Spagna, rispettivamente la terza e la quarta economia dell’Eurozona e con un debito di oltre 2500 miliardi di euro, che avevano sforato l’otto per cento.

L’inversione della curva dei tassi indicava una sfiducia totale nella capacità dell’Euro di risollevarsi, ma nell’ultimo periodo parte delle tensioni si sono allentate. Per quanto? Certo la Manovra Monti e l’arrivo di Mariano Rajoy al Governo in Spagna hanno dato una temporanea fiducia. Certo è anche che la Manovra di Monti è fortemente recessiva e se non si attuerà in fretta in direzione delle privatizzazioni e delle riforme, i mercati ricominceranno a riprendere di mira l’Italia.

La Spagna ha un problema differente, anche se ugualmente grave e si chiama “cajas”, in profonda crisi. Queste istituzioni finanziarie sono piene di attivi da svalutare ed hanno cominciato a “saltare in aria”. La CAM è stata appena venduta al Banco Sabadell, che si farà carico di almeno 300 milioni di euro di perdite, mentre i restanti 5,2  miliardi di euro di perdite della cassa alicantina verranno “presi” dal Fondo di Garanzia dei Depositi.

Caixa Catalunya è già stata nazionalizzata, mentre altre entità dovranno accedere ai fondi pubblici per salvarsi. Una situazione delicatissima che Mariano Rajoy dovrà risolvere in fretta.

L’Europa si fronteggia dunque a casi particolari, come quelli di Grecia, Italia e Spagna, ma anche se si risolvessero i problemi nazionali, rimarrebbe il problema generale legato all’Euro.

La differenza di produttività è uno dei punti irrisolti del trattato. Si parla di deficit, ma non di riforme che alcuni paesi dovrebbero attuare necessariamente.

Se il costo del lavoro per unità produttiva è così differente tra i paesi dell’Euro, come farà a sopravvivere l’Euro? Non a caso, molti analisti scommettono sul fallimento dell’Euro, perché la svalutazione è l’arma ultima per la “sopravvivenza” di certe economie.

I leader che hanno trovato un accordo a 26 riusciranno a mantenere le promesse e rendere più unita in termini economici l’Unione Europea? Se non sarà così, l’Euro resterà solo un ricordo da raccontare ai nostri figli.

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5 Responses

  1. Francesco P

    Non c’é ombra di dubbio che l’euro sia un mostro a diciassette teste. A differenza dell’Idra a cui se tagliavi una testa ne ricrescevano due, se si taglia una testa al nostro euro-mostro cadono tutte le altre sedici, come ci insegna la Grecia.

    L’Italia, come la Spagna e il Portogallo sono malati con 41 di febbre in mezzo a malati con febbre a 40. Si sta tentando di risolvere il problema finanziario dell’euro imponendo misure drastiche di pareggio di bilancio prevalentemente attraverso inasprimenti fiscali (la cosiddetta “armonizzazione”), ma non si curano i mali che hanno condotto alla situazione attuale: la burocratizzazione del continente e la spesa pubblica incontrollata.

    Queste due voci stanno soffocando la capacità dell’Europa di essere competitiva in un mondo in cui il centro dell’innovazione, della produzione industriale e dei commerci si è spostato dall’Atlantico al Pacifico. La Germania ha tratto enorme profitto dall’euro, ma questo ha finito per fare dell’Europa, e in maggior misura dell’area euro, un sistema di scambi chiuso. Molte norme burocratiche di Bruxelles nascondono sotto varie amenità l’ostacolo al commercio fuori dall’euro area, quasi una sostituzione dei vecchi dazi.

    Cameron ha iniziato un lungimirante processo di progressivo sganciamento da un’intera area in crisi. Noi invece ci aumentiamo le tasse, ci diminuiamo le pensioni, ci riduciamo i consumi e fustighiamo la nostra industria per mantenere in vita il “Consorzio Istituto per la storia della Resistenza della provincia di Alessandria”, il “Consorzio per la gestione della biblioteca astense”, il “Consorzio per la pubblica lettura S. Satta di Nuoro” e centinaia di altri enti pubblici dalla denominazione tanto amena quanto perfettamente inutili.

    Quello che è in gioco è il futuro industriale dell’Europa, ovvero il confine fra sviluppo e decadenza fino a livelli di povertà da Paese dell’est europeo. La crisi finanziaria si traduce inevitabilmente in crisi industriale.

  2. claudio

    Condivido al 100% il commento di Francesco P.
    Negli ultimi dieci anni ho viaggiato molto, in oriente ma non solo, e ho maturato l’idea che il pianeta stia per entrare in una nuova epoca gravida di speranze per le nuove generazioni di tutti i paesi emergenti; il tutto mentre la vecchia e stanca Europa si lascia andare rassegnata nelle braccia del tramonto dell’oblio.

  3. Fabio Cenci

    Non crede che sia l’Euro che il Dollaro siano morti?

    Ha mai dato un’occhiata alla crescita iperbolica di M3 (riserva valutaria totale) degli USA? Se continuano a inondare il Pianeta con carta straccia non pensa che anche il $ sia finito?

    Potrei citare dieci libri che parlano di come funziona la FED e della fine del dollaro.

    Il problema dei problemi e’ proprio questo a mio parere.

    Che ne pensa?

  4. PIERO

    condivido al 100 pct, se il mercato valutera’ poco credibile , le azioni poco incisive della
    Merkel il nostro spread rimarra’ invariato o peggiorera’ al primo attacco, per cui la manovra Montiana avra’ l’ effetto di neve al sole.
    Credo che lo strabismo politico col quale la Merkel sta afffrontando la situazione debba
    finalmente sfociare in un sostegno definitivo senza se e senza ma all ‘Euro , o dichiararsi esplicitamente a favore dell ‘ uscita della Germania dall ‘EURO.
    I “compitini a casa di mr.Monti”, devono necessariamente essere contemporanei a
    decisioni che tutti sappiamo che la Merkel non vuole prendere, altrimenti sono solo sacrifici inutili richiesti a popoli gia’ in sofferenza.

    @claudio

  5. Giuseppe Panero

    Non vedo niente di,ne dai partiti ,ne dai professori che anno formato gran parte di questi nuovi politici “vedi sindaco di firenze”.Non vedo niente di nuovo:tipo togliere tutti i privilegi meno quelli della politica.X esempio quelli al giornali,alle coop,al vaticano,alle finte ongetc.etc. xche’ il mercato deve essere(ops libero mercato)morso da serpenti che di finanza anno le relazioni tra di loro? Vedi la finanza mondiale.Che anno manager in tt le banche?
    sono tt cugini,come la mafia.IO non contrario al mercato ,ma che sia libero a tt,i finanziamenti alla telecom x esempio a che servono?a vendere chiavette?i fianaziamenti ai giornali a che servono? a scrivere tt la stessa informazione per non perdere i finanziamenti?i rimborsi elettorali a che cosa servono?a fare tt le stesse cose. W PANNELLA ED IL PARTITO RADICALE UNICO PARTITO MAI PRESO CON LE MANI NELLA MARMELLATA “DEEL’ETICA” POLITICA WWWWWWW NON E’ il wwf. Altro grande problema mmmmmmmmmmm politico forse ne’.

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