Il successo dello scudo fiscale e la trappola dell’odio
Lo scudo fiscale si avvia a essere un pieno successo. Ci sono almeno due modi di considerare questo indubbio successo. Il primo è di alimentare ulteriormente la divisione tra contribuenti. Il secondo, di interrogarsi su ragioni ed effetti di chi ha aderito.Oltre cinque punti di Pil di ricchezza saranno alla fine regolarizzati e rimpatriati, ha annunciato Tremonti. E si tratta della sola stima attuale, una stima cioè a partire da ritmo e ammontare delle regolarizzazioni avvenute fino a un mese prima della scadenza, inizialmente prevista al 15 dicembre. Con la sua protrazione a due nuove finestre, entro fine febbraio con l’aliquota che passa dal 5% al 6%, ed entro fine aprile con aliquota maggiorata al 7%, non è azzardato immaginare che alla fine il bilancio dell’operazione potrebbe concludersi sui 100 miliardi di euro, o addirittura più ancora.
Che cosa pensarne? La prima strada – mettere i contribuenti l’un contro l’altro fomentandone l’avversione reciproca – è una vecchia e ben rodata tecnica di comunicazione, puntualmente seguita dallo Stato e dai governi di qualunque colore politico in carica, per massimizzare il risultato di gettito e contemporaneamente non perdere il consenso tra chi percepisce solo e prioritariamente un reddito da lavoro dipendente, soggetto cioè a ritenuta d’imposta alla fonte. Ma non è solo lo Stato esattore, a ricorrervi. E neppure solo i sindacati, i quali tradizionalmente, visto il profilo dei propri iscritti tra lavoratori in attività e pensionati, tengono sempre le armi puntate contro lavoratori autonomi, professionisti e imprese. Ultimamente, vi hanno fatto ricorso anche nuove figure, abbastanza insospettabili. Per esempio i banchieri, che pure dalle operazioni di regolarizzazione dei capitali costituiti all’estero lucrano bei soldini cioè non meno di 200 mio di euro, come intermediari presso i quali avviene la pratica di emersione. Recentemente Alessandro Profumo ha per esempio criticato gli imprenditori, che tanto si lamentano della stretta del credito, ma poi tengono i propri capitali all’estero e ne tengono tanti, visto il successo dello scudo. Capisco la necessità di argomenti per chiedere al governo che nuovi sgravi fiscali vadano magari non alle imprese ma alle banche, per le perdite sui crediti. Ma è una polemica infondata, anche autolesionista. I contribuenti tentano di difendersi dalle eccessive pretese dell’ordinamento fiscale italiano costituendo capitali in Paesi a più basso prelievo e maggior tutela della riservatezza bancaria e del risparmio, esattamente come le banche per pagare meno tasse insediano molte attività in Paesi come Lussemburgo e Irlanda. Fanno bene entrambi. Ed è grazie alla concorrenza fiscale dei Paesi a minor prelievo che nell’Ocse negli ultimi 18 anni l’aliquota media sull’impresa è scesa di quasi 10 punti (naturalmente, non in Italia), senza che ciò determinasse affatto una caduta del gettito relativo, bensì il suo accrescimento.
C’è da sperare dunque che siano in pochi, a puntare il dito contro i regolarizzati come se fossero evasori fiscali pentiti e impauriti, da additare al pubblico ludibrio. Al contrario, se migliaia e migliaia di imprenditori e risparmiatori hanno deciso di approfittare dell’ottima offerta – per questo è stato saggio tenere un’aliquota bassa, senza dar retta a chi la invocava quattro o cinque volte più alta, e senza dar troppo retta neanche a Tremonti che continua a negare che il suo scudo sia assai più conveniente di quello di altri Paesi – ciò significa che scommettono con fiducia sulle possibilità aperte davanti all’Italia. Non è poco, perché quei 100 miliardi d’ora in poi garantiranno nuove risorse allo Stato entrando definitivamente a far parte della base imponibile da cui prima mancavano. Ma, soprattutto, genereranno nuovi investimenti, impresa e occupazione, tutte cose che servono assai più, prima e dopo di uno Stato famelico.
Gentilissiumo Oscar Giannino,
entro nel vivo senza i necessari rudimenti, perchè non ho avuto il tempo per informarmi bene, e quindi le chiedo senza tanti fronzoli: allora perchè mai sento dire da tante parti che quei 100 milairdi di euro andranno ad arricchire la mafia? Immagino che siano il frutto di letture di Repubblica e similari, e lo dico senza sarcasmo: io spero che quelli si sbaglino, e che queste valutazioni siano frutto della solita faziosità, però una spiegazione mi servirebbe, così quando risento questa accusa, so cosa rispondere!
Non sono d’accordo per niente sull’ipotesi del successo dello scudo fiscale: innanzitutto lo scudo fiscale, unito alla “sospensione” di reati gravi come falso in bliancio, fa fuggire gli investitori dall’Italia, facendo fuggire molti piu’ capitali di quanti ne entreranno con la manovra; in secondo luogo i soldi che sono stati reimpatriati non hanno di certo l’obbligo di rimanere all’interno del “sistema Italia” ma possono essere tranquillamente reinvestiti (legalmente) all’estero, in Svizzera, in Lichtenstein o a Singapore.
In terzo luogo, la cosa piu’ importante: l’ennesimo scudo fiscale del centrodestra al Governo, dichiarato “ultimo”, proprio come era “ultimo” quello del 2001, unito agli infiniti provvedimenti di condono varati dai quattro Governi Berlusconi invita la gente a pensare che, se si commette un reato di questo tipo, “prima o poi la si fara’ franca”.
Le persone che in questo periodo erano indecise se portare i propri capitali all’estero, hanno avuto una spintarella in piu’: con questo ennesimo condono fiscale, costoro penseranno “Se la situazione dovesse mettersi male, approfittero’ della prossima volta”.
Avanti cosi’, all’infinito, tanto poi “arriva il condono”.
No, caro Oscar Giannino, lo scudo fiscale e’ un fiasco colossale, nonostante i dati e le dichiarazioni di Tremonti, il quale puo’ contare solo i soldi che sono rientrani, e non quelli che sono rimasti all’estero, ne’ quelli che appena tornati ripartiranno, ne’ quelli che sarebbero potuti entrare come investimenti ed invece non entreranno mai.
Non ritengo lo scudo fiscale una vittoria ma solo una manovra economica di “sopravvivenza” a brevissimo dato che poi ai GRANDI “furbrastri” sarà consentito di tornare a fare tranquillamente i loro intrallazzi!!
Se lo stato volesse realmente cambiare “musica” in questo settore allora avrebbe approvato anche nuove norme /leggi più severe e soprattutto la relativa volontà di applicarle ma queste azioni mi sembra che non siano state fatte.
Gentile Direttore
I moralisti non possono certo approvare il principio di questo condono, ma quel denaro che rientra sarebbe mai stato individuato? A mio parere non è con i sacri pricipi che si governa il mondo. Occorre flessibilità e pragmatismo. il colore del gatto non è importante.
Tuttavia va fatta attenzione che una prassi spregiudicata non diventi regola. Spero che questa massa di risorse effettivamente entri nel sistema bancario italiano e che le banche la usino come base di leva monetaria non per speculare ma per finanziare imprenditori capaci di produrre ricchezza e posti di lavoro. Quanto alla asservazione sui capitali mafiosi si è un rischio; ma i rischi si corrono se si vuole andare avanti. Che poi questo condono possa incentivare ulteriori future uscite illegali, dipende. Dipende dalla effettiva volontà dei governanti del mondo a chiudere o almeno contenere grandemente i paradisi fiscali. Se in Italia rientrano 100 miliardi di €, non sarà che gli evasori si sono convinti che l’aria è cambiata e che il rischio di essere individuati è cresciuto davvero?
Pienamente d’accordo con Oscar|
La cosa assurda è che nessuno, e dico nessuno, degli editorialisti ed opinionisti Italiani, che sia a favore o contro il provvedimento, si chieda perchè il nostro paese ha bisogno ciclicamente di misure una-tantum per regolarizzare i capitali.
No, tutti a dare contro ai furbastri o a lodare il pragmatismo della manovra, nessuno invece pensa alla tassazione criminale a cui siamo soggetti.
Nelle condizioni date, lo scudo è servito ed è servita anche l’allettante aliquota. Anche se lo scudo non piace in sé o non piace per come è congegnato, è così lo stesso.
Va osservato però che i titolari dei capitali scudati e materialmente rientrati trovino convenienza investire ed investire in Italia il che ci riporta anche per questa via a ricordare quanto interventi di riforma siano necessari. Lo scudo non deve far dimenticare la finanza pubblica. Se è stato bene stringere i cordoni della borsa, purtuttavia la spesa corrente è cresciuta al di là di costi di interventi anti-crisi. Rimane quindi intatta la necessità urgente di fermare l’emorragica spesa.
Fa piacere sapere il Governo Italiano potrebbe arrivare a circa €100mld, grazie allo scudo.
Sarebbe anche interessante sapere in quali categorie appartengono questi miliardi scudati. Ad imprese industriali e/o di altro genere o al retail. Giusto per capire chi ha aperti i canali bancari per i trasferimenti verso l’estero e chi deve rispettare tetti e modalità di trasferimento.
Comunque sia, se il denaro prende le vie dei cosiddetti paradisi fiscali significa che la convenienza fiscale del paese d’origine latita.
Mi auguro che il Dott. Tremonti, persona che stimo fortemente, possa e voglia cambiare qualcosa su questa piovra fiscale che grava sulla nazione. Altro che mafia, quando la vera mafia veste colletti bianchi.
Questo post proprio non mi convince, a differenza di quasi tutti gli altri che Lei ha scritto!
1-A dimostrazione di quanto sia anomalo lo scudo italiano basta confrontarlo con quelli varati in USA e UK: tanto per cominciare si sa chi ha scudato, si pagano tutte le imposte pregresse (e non il 5%, che dopo anni in valore attuale può risultare ancora più basso) e vi è anche una penale! Poi Tremonti puo dire tutte le sciocchezze che vuole, questi sono fatti! Sarebbe però utile che qualche giornalista o economista glie lo facesse notare….
2-Va poi aggiunto che questo scudo sicuramente accrescerà in coloro che intendono evadere la già consistente impressione che lo stato non è concretamente in grado di far pagare le imposte, e ciò causerà una futura diminuzione del gettito, potenzialmente molto maggiore del maggior gettito incassato oggi!
3-La cosa che mi convince in assoluto di meno del post è l’idea che i soldi in entrata si tradurranno in nuovi investimenti, occupazione etc! Credo sia molto più verosimile che questi soldi, una volta regolarizzati, vengano investiti sui mercati finanziari cavalcando l’attuale bolla! Se davvero avessero potuto essere investiti proficuamente in Italia non sarebbero usciti! Con quale razionalità, in un momento di grave crisi, stretta creditizia, tasse elevate…..un imprenditore dovrebbe attingere ai propi risparmi e investirli proprio in Italia, da cui aveva deciso di portarli via??? Non è infatti migliorato, ma semmai peggiorato, il nostro livello competitivo, pertanto investire in Italia ora non sarebbe economicamente razionale, eccetto per i monopoli e gli oligopoli di cui abbondiamo! Se si vogliono attrarre gli investimenti occorre ridurre la pressione fiscale, tagliare la spesa, e fare grosse riforme..quelle che il governo non si sogna neanche lontanamente di fare. E’ in questo modo che i paesi emergenti e altri più avanzati come ad esempio l’Irlanda, hanno attratto investimenti non facendo condoni sistematici.
4-Trovo curioso che offrire un salvacondotto a chi non ha rispettato la legge e ha evaso le tasse, usufruendo però nel contempo dei servizi pubblici, venga considerato un successo. Questo blog si è sempre espresso a favore della concorrenza, tuttavia come può esservi vera e leale concorrenza tra imprese che pagano tutte le tasse e imprese che non le pagano? Non si può inoltre valutare il successo di una operazione soltanto dal gettito che essa genera nell’immediato, prescindendo poi da quello che toglierà in futuro! Offrire ai mafiosi in galera la liberta in cambio dell’ x% dei loro patrimoni porterebbe un gettito altissimo ma nessuna persona razionale lo considererebbe un successo, pensando che magari una volta regolarizzati quei patrimoni i mafiosi liberati potrebbero fare investimenti e risollevare l’economia del sud (estremizzo solo per essere chiaro, non considero chi ha scudato alla stregua di mafiosi, ci mancherebbe, ma il concetto economico non cambia!).
Da ultimo credo sia ancora più grave tale provvedimento se si considera quali sono le sue finalita: reperire risorse per far fronte alle uscite correnti! In questo caso si potevano tagliare le spese e liberalizzare, facendo emergere il sommerso, ma dimenticavo: fa perdere voti! e a chi ha l’80% del consenso, a suo dire, non gioverebbe!
5-Il fatto che in Italia le imposte siano straordinariamente elevate, soprattutto in rapporto ai servizi resi, non deve farci guardare con simpatia a chi evade! Cosi come il fatto che la legge sia volutamente molto complessa e di difficile applicazione non deve farci guardare con simpatia a chi non la rispetta! Ricordiamoci infine che non tutti evadono perchè altrimenti dovrebbero chiudere l’azienda e licenziare i dipendenti, molti sono evasori totali, che risultando di conseguenza più poveri accedono a servizi pubblici al posto di chi davvero lo merita e ne ha bisogno e li paga: questa differenza non va dimenticata!
6-Non riesco a capire perchè, da un po di tempo, Lei sia cosi accondiscendente verso la politica economica di questo governo e in particolare con quella di Tremonti! Tale consenso non mi sembra meritato!
Luca Salvarani Mantova.
Luca Salvarani Mantova.
Dimenticavo: Se è stato un grande e, uso parole sue “indubbio successo”, per quale motivo è necessario che venga prorogato nel tempo?
Luca Salvarani Mantova.
Io credo ci sia bisogno di un’analisi controfatuale: cosa sarebbe successo senza lo scudo? Tutti gli evasori sarebbero stati scoperti e condannati a pagare l’intero ammontare delle imposte evase, più more e ammende? Oppure non sarebbe successo nulla, lasciando la gran parte dei capitali indisturbati dove sono stati finora?
“I contribuenti tentano di difendersi dalle eccessive pretese dell’ordinamento fiscale italiano costituendo capitali in Paesi a più basso prelievo e maggior tutela della riservatezza bancaria e del risparmio, esattamente come le banche per pagare meno tasse insediano molte attività in Paesi come Lussemburgo e Irlanda. Fanno bene entrambi.”
Insomma sono io che faccio male a pagare le tasse. Secondo me dovrebbe formularl un po’ piu’ chiaramente:
“Tu che hai una partita IVA e paghi le tasse invece di portare i soldi alle Cayman fai male, sei un nemico dell’Italia; se invece evadi tu stai agendo per il bene del tuo paese perche’ favorisci la discesa nel lungo termine della pressione fiscale. E finche’ ci sara’ un paese al mondo in cui le tasse sono piu’ basse e’ tuo dovere portarci ogni centesimo che guadagni. Poi in caso li riporti in Italia col prossimo scudo, cosi’ rientrano nel circuito degli investimenti produttivi e non dei rami secchi quali scuole, ospedali e poliziotti. Per pagare quelli bastano e avanzano le tasse degli operai.
Sono abbastanza d’accordo con l’articolo, al quale vorrei aggiungere una mia personale riserva mentale.
I soldi, più o meno come le merci, vanno dove il mercato è più favorevole, come dovrebbe essere loro diritto in una economia di mercato.
E concordo perfettamente con la tesi che, proprio per effetto della concorrenza possibile tra sistemi differenti vi sia stata, tranne che in Italia, una riduzione anche consistente nella tassazione delle attività produttive.
Questo temo sia il problema dello scudo fiscale, che non per caso è un provvedimento varato da tutte le economie avanzate.
Voglio dire che i capitali che stanno rientrando nei vari paesi non lo stanno facendo perchè attratti da un migliore sistema impositivo o da migliori condizioni per la produzione, ma solo per effetto di una guerra legislativa, quindi del venir meno della per me invece auspicabile concorrenza di cui ho detto.
E allora, se è pur vero che il 5% del PIL si avvia a rientrare in Italia per essere soggetto a imposizione fiscale (non vale la pena, a ben vedere proprio per quanto detto, di ribattere in merito alla loro presunta mafiosità), temo che questi capitali finiranno per essere semplicemente divorati dallo stato, senza costruire niente.
Questo, perlomeno, accadrà inevitabilmente se contrariamente a quanto propagandato in campagna elettorale il governo dovesse mantenere il sistema fiscale, di organizzazione dello stato e di controllo politico delle attività produttive esistente, per non dire del venir meno di quella concorrenza che finora ha reso necessarie nel mondo le riduzioni di imposizione fiscale sulla produzione. Se così fosse, e temo che così sarà, temo ci sia da preoccuparsi e non poco.
Alcune domande a Giannino:
Dato che in molti casi la regolarizzazione non comporta l’obbligo di riportare i capitali in Italia, si sa quanti sono in realtà i capitali che rientreranno in Italia?
Parlando di pressione fiscale sulle imprese e fuga di capitali, l’abolizione della DIT da parte del governo Berlusconi2 che aveva eliminato la tassazione ridotta sugli utili reinvestiti, aumentado coì in pratica la tassazione sulle imprese, non è andato proprio in direzione opposta a cio che era auspicabile?
Ma sopratutto considerare lo scudo fiscale come una specie di male minore, non è rischioso, dato che se la malattia è un altro coprirne i sintomi mentre si aggrava possa essere una strategia miope e suicida?
Gentile Massimo,
Senza lo scudo il governo avrebbe dovuto reperire risorse finanziarie in alro modo per finanziare le spese correnti. Oltre ad attingere al tfr, avrebbe dovuto aumentare le tasse o il debito. Poichè aumentare il debito sarebbe stato problematico avrebbe dovuto ridurre le spese, ossia quello che questo blog chiede da molto tempo se non sbaglio….il problema è che per non perdere voti i politici tendenzialmente non lo fanno! E poi passano pure per “geni” come Tremonti..allucinante!
Il prolema non è se gli evasori sarebbero stati scoperti o no! Se un governo fa di tutto per smantellare la giustizia per risolvere i problemi di alcuni suoi membri, tali provvedimenti poi giovano anche agli altri che non rispettano la legge! Ergo si tende a delinquere di più, ad evadere di più, e lo stato incassa meno e poi deve fare una sanatoria…Forse anche questo è il motivo per cui siamo spesso costretti a ricorrere a condoni di “indubbio successo”….
Ultimo appunto: io concordo sull’utilità della concorrenza fiscale tra diverse nazioni ma a determinate condizioni! Se i sono in Italia uso le strade italiane, mi avvalgo dei servizi pubblici italiani….se tutti quelli che hanno un’attività in Italia avessero la loro sede alle Cayman come verrebbero finanziati questi servizi? E’ facile per una isoletta che non deve offrire nessun servizio pubblico offrire tasse a zero….
Luca Salvarani Mantova.
l’operazione fatta dal ministro è , da vero fiscalista di mestiere, una grande operazione tecnica. Ma la cosa finisce qui . Il volume di capitale rientrato indica , ancora una volta , che il peso fiscale di questa nazione è interamente sulle spalle di una parte della società. Ad altri , come a quelli che operano abusi immobiliari, è consentito salvarsi sempre e con ampio margine .
Sono d’accordo con il post di Luca Salvarani. Ho dei seri dubbi sull’effetto dei soldi rientrati con lo scudo (eccezion fatta per i 4-5 miliardi che pagano metà finanziaria). Temo invece che, appunto come diceva Luca, la maggior parte vada a finire poi in investimenti finanziari, magari all’estero, e che quindi il moltiplicatore sull’economia reale rimanga comunque basso. Credo sia difficile vedere anche un quarto di quei soldi in investimenti diretti, mi auguro naturalmente di sbagliarmi.
Mi sarebbe piuttosto piaciuto uno scudo meno permissivo, con un’aliquota più alta e con qualche reato in meno fra quelli coperti: certo sarebbero entrati molti meno soldi però il governo poteva dire “signori, il segreto bancario sta crollando, ultima chiamata, uomo avvisato mezzo salvato”.
Che sia una scusa per il non riformare mi pare purtroppo vero: questo paese come ormai tutti dicono deve riorganizzare spesa e sistema fiscale. Finora tutto tace sul fronte occidentale e il federalismo fiscale che dovrebbe ridisegnare proprio spesa pubblica e sistema fiscale é rimandato a gennaio. Mi chiedo come non si possa già discutere su una riforma tanto importante: abbiamo ottimi economisti i quali non vengono interpellati. La lega lotta da 15 anni per ottenere questa riforma e non ha mai presentato numeri concreti. Il dibattito su questi temi piange e con lui tanti italiani.
Io penso invece che lo Scudo sia stata una manovra che se non altro ha portato alla luce capitali che, francamente, sarebbe stato molto difficile intercettare. Verranno investiti in attività finanziarie? Magari sì, ma regolarmente e pagando le tasse sulle plusvalenze.
Siccome poi sono un consulente finanziario, e ho curato le pratiche relative per alcuni clienti, vorrei rassicurare gli interlocutori che coloro che hanno ricorso allo scudo non sono tutti mafiosi, grandi investitori (De Benedetti si è fatto cittadino svizzero, dopo aver portato là qulche piccolo diamantuzzo..), o evasori di enorme entità. Fatevi una bella gita a San Marino per rendervene conto.
Il problema vero, a fronte del quale manettari vari e anime pure fanno orecchie da mercante, è che la maggior parte delle attività di piccola e media grandezza avrebbero già dovuto chiudere da tempo a fronte di una tassazione assassina come quella italiana. Io sfido chiunque ad aprire una latteria, e a rimanere col negozio aperto per più di due anni.
Ergo, a fronte pure del fatto che tanta evasione riguarda lavoratori dipendenti costretti ad un doppio lavoro (in nero), bisognerebbe smetterla di fare gli ipocriti su chi paga le tasse e chi no: per la mia attività sono costretto a pagarle fino all’ultimo cent, e oltre al danno ho subito pure la beffa di sentirmi dire dall’Agenzia delle Entrate che avrei dovuto dichiarare di più. Nel frattempo, ho calcolato che lavoro cinque mesi all’anno per pagare tasse: è una perfetta idiozia.
Per cui, o davvero si abbassa, e di un bel tot, la pressione fiscale, oppure continuiamo a dire scemenze sui “buoni” che pagano le tasse (sono solo costretti) e sui “cattivi” che non le pagano.
Sull’uso dei servizi: non li paghiamo, ma li strapaghiamo. Sulla progressività delle aliquote: è una scemenza socialistoide. Sulle tasse sulla proprietà: idem con patate. Finchè non usciamo dal luogocomunismo, andrà sempre peggio.
Sarà anche vero quello che dice Bill, ma rimane il fatto che chi portava i soldi all’estero non aveva nessuna intenzione di rischiarli in attività produttive in Italia, e il fatto che sino stati regolarizzati non penso abbia fatto cambiare idea su questo punto ( anche perchè non c’è nessun legame tra le due cose).
Ergo dire che i capitali regolarizzati possano avere un effetto propulsivo sull’economia è poco credibile.
Sono solo stati trovati quattro soldi per rinviare qualche dolorosa decisione che prima o poi diventerà ineludibile.
Chiariamo un punto, io capitali all’estero non ne ho. Neanche in Italia se vogliamo completare il quadro. Trovo tuttavia che uno con i suoi soldi possa fare quello che gli pare, anche portarli all’estero. O possono solo i grandi industriali? Ora, se lo Stato italiano ha aliquote da rapina, mi sembra giusto sottrarre il più possibile alla sua ingordigia. Esempio: lavoro, guadagno, su quanto percepito pago le tasse (mostruosamente alte); di quello che mi resta posso fare quello che voglio o devo chiedere il permesso all’Agenzia delle Entrate? O magari devo mettere il tutto in banca dove ci pensa quest’ultima a levarmi la pelle? Insomma, come posso difendere il frutto del mio lavoro, con le armi? Non tutti sono imprenditori, non tutti vogliono rischiare in attività produttive: nemmeno le banche, che pure dovrebbero per mestiere, rischiano capitali – tyra l’altro non propri- in attività produttive -molto meglio le speculazioni finanziarie-, e devo farlo io? Magari potrei lasciare tutto sul conto in banca e farmi erodere i risparmi dall’inflazione (che poi è una tassa sotto diversa forma) e dalle commissioni bancarie (qualcuno deve pur pagare i superbonus). State tranquilli che chi ne ha tanti, ma tanti, non ha bisogno di paradisi fiscali o di scudi. Mafia compresa.
Buonasera Direttore e buonasera a tutti.
Molti di questi interventi in merito all’articolo del direttore mi trovano concorde su molti aspetti, sugli eventuali pro ed i relativi contro della manovra del governo in merito al condono in questione. Questo cercando di fare ragionamenti nel limite delle mie possibilità di vedute da normale cittadino e non da economista di alto livello.
Ma a me sembra di interpretare l’articolo del direttore, diversamente da alcune persone che sono intervenute nei commenti.
Non mi sembra l’analisi di Giannino propriamente una lode da applausi a detta manovra governativa. A me sembra solo una pura e semplice disamina sull’effetto di questa manovra governativa.
“”Lo scudo fiscale si avvia a essere un pieno successo…””
La domanda che ne deriva è la seguente: si. Ma per chi?
Ma per il governo sicuramente e per due principali motivi.
In primis perchè le classi dei lavoratori si metteranno uno contro l’altro facendo come al solito il gioco del governo. Poi sicuramente per denari che comunque sia, giustamente o meno, si spera e sembra rientrarenno in Italia allontanando lo spettro dell’innalzamento del debito pubblico e non aggravando ulteriormente i cittadini di nuove pressioni fiscali nell’imminente.
E in secondo luogo perchè si incomincia a discutere come stiamo facendo adesso, mentre fino a qualche mese fa non ne parlava nessuno, del fatto che esiste anche il fenomeno dell’espatrio di denari verso paradisi fiscali lontano (ma neanche tanto) dall’Italia.
Bravo direttore. Ottimo articolo e Buon Natale.
Penso che il successo dello scudo fiscale, sia legato, non tanto alla bassa aliquota del 5%, ma al clima che si è creato, a livello internazionale, di lotta ai cosiddetti paradisi fiscali. Un attacco così deciso, da parte di tutti i Governi delle più grandi Nazioni occidentali, in primis gli Stati Uniti, non si era mai verificato.
Chi aveva grossi capitali “nascosti” all’estero, penso abbia avuto la sensazione di poter..perdere tutto. A chi sporgi denuncia se una Banca qualsiasi, ti “frega” tutto, e sei in condizioni di illegalità?
Si tratta di una considerazione, forse banale, ma molto..pratica. 🙂
Buon Anno a tutti ed un augurio particolare al “grande” Oscar Giannino.
gli evasori ringraziano e i contribuenti onesti vengono di nuovo presi in giro
Lo scudo fiscale: il peggior condono di Tremonti