13
Mar
2011

Il sisma e l’impatto sull’economia mondiale

Che impatto può avere nell’economia mondiale il terribile colpo abbattutosi sulle coste nordorientali del Giappone? Per una stima seria, occorre conoscere le prime valutazioni giapponesi sullo stock di capitale fisico che è andato distrutto o seriamente danneggiato per l’evento, cioè quante infrastrutture di trasporto e logistiche e impianti produttivi sono fuori uso, e per quanto tempo. In base a una stima geoeconomica che vede tra il 17 e il 22% del potenziale produttivo giapponese nell’area interessata dalla maggior intensità del sisma e a un effetto conseguente di minor crescita quest’anno fino a un punto di Pil,  alcune considerazioni possono essere svolte subito. Stiamo parlando della terza economia mondiale, visto che da metà 2010 la Cina l’ha superata come seconda intorno a quota 5.400 miliardi di dollari di Pil annuo. Per le caratteristiche dell’interscambio giapponese col resto del mondo, si possono distinguere tre diversi ambiti in cui lo sconvolgimento naturale estenderà le sue conseguenze: quello commerciale, energetico, e monetario.

L’export giapponese è tornato a superare di slancio quota 650 miliardi di dollari nel 2010, dopo il fortissimo rallentamento da 780 a 580 subito nel 2009. Ma andrà probabilmente incontro a un nuovo marcato rallentamento. Nel 2010, per Tokyo il primo Paese sbocco delle sue merci è diventata la Cina, non più gli Stati Uniti come dall’intero secondo dopoguerra. Per quanto il Giappone per il boom cinese abbia quasi dimezzato la sua quota di manufatti sul totale planetario, dal 15,5% del 2001 a poco più dell8%, il Giappone odierno è ancora guida in 70 diversi settori con oltre 250 imprese leader con fatturati superiori al miliardo di dollari, e una settantina superiori ai 10 miliardi, dall’auto ai semiconduttori alla componentistica meccanica. Toyota, Honda e Mitsubishi restano fortissimi. Ma a beneficiare del freno all’export giapponese verso Cina e Usa saranno innanzitutto gli altri Paesi asiatici, a cominciare dalla Corea del Sud. Insieme alla Cina in America, si avvanteggeranno del colpo subito dal Giappone.

Stante la fortissima crescita in corso sull’intera sponda pacifica, l’effetto sul commercio mondiale potrebbe essere di pura traslazione a vantaggio di quei Paesi, e compensato dal fatto che la necessaria ricostruzione giapponese che si metterà subito in moto abbisognerà di più import. Se andrà così la crescita mondiale sarebbe solo scalfita, dal dramma abbattutosi sul Giappone: un meno 0,1 o 0,2%, secondo le prime analisi ufficiose in sede WTO e World Bank, rispetto al 4,7% attualmente atteso.

Poiché ad esser colpiti sono circa il 13% della capacità di generazione elettrica giapponese ma a quanto pare oltre il 20% della capacità di raffinazione petrolifera, gli effetti sull’energia mondiale potrebbero essere più apprezzabili. Stiamo parlando del terzo importatore petrolifero mondiale, e di conseguenza uno stallo di una quota significativa della sua capacità di raffinazione comporta nel breve un raffreddamento sul prezzo del barile. E’ stata la tendenza subito verificatasi sia sulle quotazioni del petrolio WTI americano, sia sul Brent britannico, venerdì. Vedremo domani sui mercati se verrà confermata, ma sulla carta – cioè speculazione a parte – il sisma dovrebbe sia pur solo in parte equilibrare l’ascesa del petrolio connessa alle vicende libiche e arabe. Questo nel brevissimo periodo, perché per la ricostruzione e lo stop di sicurezza alle centrali in ogni caso iol Giappone avrà bisogno di più combustibili fossili e dunque contribuire al rialzo del barile. Nerl breve l’effetto immediato sul gas dovrebbe essere di  innalzarne da subito il costo, perché il Giappone ne ha più bisogno.

Il terzo aspetto di rilievo mondiale è quello monetario. Il Giappone – a parte il rimbalzo del 2010 – era il caso di scuola di un Paese in stagnazione malgrado tassi d’interesse bassissimi e deficit pubblici elevatissimi, tanto che il debito pubblico sul Pil ha superato quello dell’Italia. La risposta keynesiana alla crisi non ha funzionato, la stagnazione derivava da una enorme bolla immobiliare nei libri delle banche alla quale per anni si è preferito non dare risposta ristrutturandole, e da una situazione demografica in cui gli anziani in sempre maggior numero fanno esplodere i costi del welfare. Il cataclisma spingerà ulteriormente i tassi d’interesse in terreno negativo, e la politica di bilancio inevitabilmente a ulteriore deficit. La lezione di Kobe e del terremoto del 1995, da molti richiamata subito dopo il sisma, è di puntare a un effetto rimbalzo proprio atraverso la leva della spesa pubblica infratrutturale.  Al di là del dramma del Giappone, però, tassi negativi e debito pubblico sono due messaggi sbagliati per il resto del mondo: piacciono oggi all’America e alla FED, dispiacciono alla BCE e alla Germania.

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29 Responses

  1. Caro Oscar, la tua valutazione è cristallina e ora non ci resta che attendere quei primi giorni di riapertura della borsa per comprendere meglio quale scenario si realizzerà, resta però un incognita che non intravvedo nella tua riflessione, come si comporterà a tuo vedere la valuta? aumenterà del 20% come nel precedente terremoto per il rimpatrio di capitali volti agli investimenti della ricostruzione?

  2. Nicole Kelly

    Una fetta consistente del debito nipponico è debito interno sul quale si può intervenire in caso di emergenza grave con vari strumenti dalla tassazione al consolidamento.
    Il disastro sicuramente impone spese ma questa è un’opportunità in un paese in stagnazione.
    Fra 5/6 anni, in conomitanza dellaa fine della crisi mondiale, il Giappone potrebbe aver utilizzato questa crisi come un trampolino verso nuovi traguardi, anche perché il Giappone ha un immenso stock di capitale immateriale (ricercatori e strutture per la ricerca) che applicate alla ricostruione e alla prevenzione di futuri disastri porteranno elementi di crescita.

  3. marco ottenga

    Non so cosa avverra come non lo sa nessuno, conosco un po’ di giapponesi, ma chi non li conoscesse prima li ha visti adesso ed ha visto come hanno retto i loro manufatti.

    Seri ed ordinati come noi non immaginiamo neppure usciranno da questa tremenda prova come UNICI sono usciti da una guerra nucleare STUPENDO IL MONDO
    MI STRINGO AL LORO DOLORE E LI ABBRACCIO IN QUESTO MOMENTO DRAMMATICO
    SONO AL VOSTRO FIANCORAGAZZI!!

  4. “La risposta keynesiana alla crisi non ha funzionato, la stagnazione derivava da una enorme bolla immobiliare nei libri delle banche alla quale per anni si è preferito non dare risposta ristrutturandole, e da una situazione demografica in cui gli anziani in sempre maggior numero fanno esplodere i costi del welfare. Il cataclisma spingerà ulteriormente i tassi d’interesse in terreno negativo, e la politica di bilancio inevitabilmente a ulteriore deficit.”
    Si tratta esattamente del contrario. Quello Giapponese è l’esempio classico di “Liquidity Trap” Keynesiana. Si esce da una situazione del genere solo attraverso una manovra fiscale aggressiva. Speriamo che questa volta possano mettere in pratica sensata:
    -politica fiscale aggressiva per riparare i danni del terremeto
    -politica monetaria espansiva, con la BOJ che sostituisce il target inflazionistico con un target di livello generale dei prezzi annunciando l’obiettivo di un periodo ad elevata inflazione
    -accordo tra la BOJ ed il governo Giapponese, magari attraverso un acquisto di titoli di stato per ripagare il debito per la ricostruzione

  5. S-concerto

    caro Oscar, valutiamo anche, purtroppo, l’impatto negativo sui listini azionari che riguarderanno i titoli delle realtà giapponesi. Cosa si potrà fare per contrastare questa problematica? credo che le grandi organizzazioni che regolano la moneta mondiale dovranno esaminare la possibilità di intervenire. Un sostegno non già agli stati ma direttamente alle quote di proprietà in mano a famiglie, fondi pensioni, stati. grazie

  6. Abbiamo lo yen giapponese ai massimi storici su euro e dollaro. Se nel breve termine lo yen potrebbe continuare a valutarsi come avvenuto subito dopo il dramma, mi chiedevo se nel lungo termine visti i tassi a zero, il debito pubblico alto e cmq le intenzioni più volte manifestate da parte della BOJ di volere un deprezzamento dello yen per non penalizzare troppo le esportazioni, potrebbero concretizzarsi in una svalutazione graduale ma continua della valuta nipponica e contestualmente a tassi in europa e usa attesi in salita far ripartire il carry trade.
    Grazie

  7. Massimo Peruzzo

    Caro Giannino, penso che alla tua analisi manchi un dato: il nucleare. Se le cose si mettono al peggio e ci sarà fusione del nucleo di due reattori, questo fatto scompaginerà i conti finora fatti (costi di bonifica e messa in sicurezza). Io non sono anti-nuclerista, anzi, ma bisogna tenere conto di questa possibilità.

  8. L’impatto sul prezzo del petrolio potrebbe durare a sufficienza da mandare in crisi le finanze dei paesi produttori (Iran, Venezuela, Arabia Saudita, etc.)?
    Questi apesi hanno bisogno delle entrate del petrolio per mantenere al potere la loro attuale classe dirigente. Senza il crollo dei governi attuali sarebbe inevitabile.

    Il rientro dei capitali in Giappone, per pagare la ricostruzione, potrebbe interferire con le quotazioni dello Yen abbastanza da stallare l’economia giapponese?

    La necessità delle grosse aziende assicuratrici di liquidare asset per pagare i risarcimenti agli assicurati potrebbe causare una caduta delle Borse, dei titoli di stato, etc. in modo repentino?

    La struttura just-in-time dell’economia giappinese (e di tanta economia mondiale dipendente dal Giappone potrebbe provocare problemi alla produzione globale?

  9. Alberto P

    Massimo rispetto per il Giappone ed i Giapponesi ma mai commettere l’errore di voler paragonare il Giappone all’Italia. Gli edifici giapponesi sono tutti in legno o acciaio ed è per questa ragione che hanno retto alla tremenda forza della magnit. 9. Non esistono centri storici come nelle nostre città e paesi. Cosa si sarebbe scritto sui nostri giornali se l’Italia fosse stata colpita da un simile maremoto e la possibilità che un simile evento si potesse abbattere sulle ns. coste fosse nota da secoli ? Ve lo dico io: si sarebbe scritto che è uno scandalo che tante città e paesi sorgano sul mare e che urge la ricerca e l’identificazione dei responsabili !
    E’ poi almeno curioso che, per un paese in stagnazione da 10 anni, con una popolazione ad alto tasso di senescenza ed un debito pubblico da capogiro, si vadano a proporre ricette keynesiane e ulteriore stretta fiscale o, ancor peggio, consolidamento del debito interno che, parlando come si mangia, significherebbe semplicemente appropriazione da parte dello stato dei risparmi della gente. La storia ci insegna che, da tragedie come questa (ed anche peggiori, come la guerra), si esce liberando il processo di accumulazione. Molti di voi sono giovani e non hanno avuto la fortuna di vivere i nostri anni cinquanta, fino all’avvento del centrosinistra. E’ questa la vera jattura di questo ns. paese e dei suoi giovani migliori: avete conosciuto solo il peggio. Un po’ come i giapponesi (in questo si’, simili a noi). Un caro saluto a tutti ed in particolare a quel bricconcello di Oscar Giannino (ancora mi brucia quella sua puntate di “9 in punto” sulle quote rosa).

  10. MitMar

    Caro Alberto P, assolutamente d’accordo. La jattura di questo paese è stato l’inculcamento nelle generazioni, a partire dalla mia, della mentalità di centrosinistra per cui stato=dipendente=bello contrapposto a privato=imprenditore=male.
    Altro che consolidamento.

  11. Andrea

    Caro Oscar,
    credo che alla luce di quanto avvenuto nelle ultime ore sia necessario rivedere al rialzo, molto al rialzo i danni stimai per l’economia nipponica. Sono veramente dispiaciuto per loro (mio fratello è da poche ore rientrato da Tokyo)ma provo a fare alcuni esempi: andreste per turismo in Giappone??? andreste per lavoro in Giappone??? andreste per studio, training, manifestazioni sportive, fiere o quant’altro in Giappone??? e per quanto tempo… più o meno di un anno?
    Sareste disposti ad investire in Giappone?
    Ancora, comprereste cibo giapponese??? e prodotti giapponesi???
    Mio fratello ha buttato tutti i suoi indumenti temendo che fossero in qualche modo radioattivi (i militari della portaerei Regan, ho letto in un articolo giornalistico, hanno distrutto le loro divise). Acquistereste un televisore, un’auto od ogni altro prodotto sapendo che potrebbe essere radioattivo (forse quest’ultimo potrebbe essere un timore non reale ma temuto quanto il vero dal normale consumatore… come quello che compra biologico, ad esempio!).

  12. davide

    Caro Giannino, mi chiedevo se il suo editoriale “Giappone: nucleare, test superato” non fosse stato un po’ intempestivo. Ora, ci si è messa anche la cancelliera a peggiorare la sua situazione, con l’annuncio del blackout nucleare entro 3 anni…..

  13. Mario

    Caro ALberto P.

    Assolutamente d’accordo. Solo, la ns generazione ha grandi responsabilità: abbiamo accettato tutto, dai punti pesanti di contingenza alla riforma fiscale che ha introdotto il sostituto d’imposta e così di seguito, senza mai ribellarci, con la logica dell’io speriamo che me la cavo. Siamo stati almeno inadeguati.
    Mario

  14. Egr. dott. Giannino,
    premetto che lei mi è simpatico (anche se non troppo, in seguito spiegherò il perché) e che seguo, quasi sempre, la sua trasmissione su Radio 24.

    Ciò premesso mi permetto di dirle (sono più vecchio di lei – lei è nato mentre io ero studente al Politecnico di Corso Vinzaglio – e quindi credo di conoscere il genere umano un po’ più di lei) che lei appartiene alla categoria degli intelligenti presuntuosi e un po’ dogmatici, che si permettono di parlare di tutto, anche di ciò con non conoscono, senza la necessaria prudenza e il ragionevole dubbio.
    Le prime volte che l’ho vista in tv mi è parso il Roberto Gervaso reincarnato.
    Inoltre, sempre secondo me, appartiene alla famiglia dei presuntuosi alla Ferrara e Sgarbi, senza però le loro deprecabili cattiveria e cinismo.
    L’accusa maggiore, se così si può chiamare, che le faccio è quella che lei dà troppo importanza al danaro. Nella vita dell’uomo ci sono delle cose più importanti, prima fra tutte la FEDE.

    Sappia che l’apprezzo per la sua opera di volontariato, della quale ho letto, a favore degli ammalati di cancro. E tutto ciò SUPERA quanto di spiacevole per lei ho sopra scritto.
    Cordiali saluti
    Biagio

  15. Caro Giannino , dopo la trasmissione radio di questa mattina , sono anch’io un po’ preoccupato per il futuro del nucleare. All’epoca fui uno dell’esigua minoranza che votò a favore. Mi chiedo però come mai a chi pone sempre la clausa “rischio zero” perchè non vietare le auto, che causano diverse migliaia di morti . Purtroppo i rischi ci sono, occorre studiare continuamente come ridurli ma sarà impossibile eliminarli.
    Intanto spendiamo risorse pubbliche per tappezzare terreni agricoli con pannelli fotovoltaici, che mi vanno bene sui tetti o nelle facciate dei fabbricati , mi sembrano un’assurdità invece messi al posto del grano o delle patate.
    Mario R.

  16. tiziano

    Gentile Dott. Giannino

    ho ascoltato a radio24 la puntatta di oggi sul nucleare e sono
    assolutamente d’accordo con lei.
    E’ un grande!!!!
    Giannino for president !!!!!!

    Tiziano Cappellini

  17. ssgg

    Caro Giannino, la prova del nove è fatta, ed ora il Giappone non sarà mai più lo stesso e chissà quanta di questa gente pagherà per generazioni colpe di una classe dirigente di inetti animati solo dal vil denaro. Complimenti…..

  18. Caro mauro,

    qualsiasi attività umana ha i suoi effetti negativi. Le auto causano morti, l’inquinamento causa morti, l’uso di combustibili fossili produce l’effetto serra. Ma sono cause a cui si può e si cerca di porre rimedio.
    Ma su una fuga radioattiva non è possibile. La vita che ne viene contaminata, con i suoi discendenti (uomini, animali, piante) ne porta con se il marchio di fuoco per centinaia e centinaia di anni. Ciascuno faccia le propri valutazioni liberamente, ma io non trovo giusto far ricadere sulle generazioni future, pur per quanto siano minimi non sono mai zero e lo abbiamo visto in Giappone, il prezzo della nostra imperfezione.

  19. Piero

    non preoccuparti caro Oscar…. l’economia e le borse rimbalzeranno (a maggio ci son i dividendi)… ma poi a partire dall’autunno e poi via via sempre più giù nel 2012/2013 le economie occidentali ridiscenderanno… ed era tutto già scritto nella prox bocciatura del qe3 in Usa e nelle restrizioni fiscali in Europa e nella jobless recovery in occidente… guardati il bdi che commentavi tempo fa x esempio = è un bel leading indicator… la catastrofe giapponese è solo un acceleratore temporale che genererà un V crollo+rimbalzo tutto sommato di breve durata rispetto al macrociclo dell’occidente..

    PS: freddura… ma non sarà il Silvio che porta sfortuna al Mondo intero ? rilancia a parole (mancano soldi) il Nucleare e succede quel che succede con resurrezione del Referendum poco dopo che lo aveva affossato spostandolo a giugno (100 milioni extra-spreco intanto siamo ricchi).. apre in Tunisia una tv con gli amici Quasi Italiani e Ben ALì e salta.. bacia anelli con Gheddafi x farci pagar nuove tasse nascoste nella benzina e pure lui salta oppure resiste ma fa stragi e vende il petrolio ai Cinesi.. lo zio Mubarak idem senza patate.. bah… meditate gente meditate 🙂

  20. valter

    Gentilissimo Giannino
    Sono andato sul sito di Beppe Grillo a vedermi il filmato di Travaglio di commento alla situazione nucleare giappose.
    Sono rimasto basito del modo in cui ha trattato lei come persona.
    Si può non essere d’accordo con le idee altrui ma un persona educata ed intelligente non si può permettere di dire quello che Travaglio ha detto!
    .. non può essere che una persona si permetta di deridere o denigrare con il solo fine di delegittimare le opinioni degli altri.
    Purtroppo sempre più in Italia questo è il modo di porsi.
    Meglio deridere, offendere, urlare, prendere in giro.. piuttosto che argomentare.
    Lei può aver sbagliato a valutare che le centrali nucleari giapponesi avevano resistito, ma lo ha fatto in un momento in cui le informazioni andavano in questa direzione.
    Troppo facile con il senno del poi prendere in giro chi ha avuto fra l’altro il coraggio di esporsi in queste valutazioni.
    Non so che dire.. ho fatto faticare a finire la visualizzazione del filmato di Travaglio, non mi permetto altri commenti se non dire che mi ha nauseato!!!!

  21. ataru

    Disinformazia Nucleare

    Erano passate solo poche ore dal terremoto giapponese e lo sguardo di tutti

    era rivolto con paura verso quel paese, nel tentativo di capire cosa stesse accadendo.

    Che la portata del fenomeno fosse devastante e’ apparso chiaro a tutti fin da subito,

    e molti degli osservatori esterni e lontani hanno risposto con una reazione infantile,
    forse irrazionale, ma umanissima, di rifiuto verso il nucleare.

    Molti, ma non tutti!

    All’indomani della tragedia (12/03/2011), era infatti possibile leggere,

    un magistrale articolo di orwelliano bispensiero di

    Oscar Giannino, la cui posizione era intuibile fin dal titolo

    “NUCLEARE SICURO, E’ LA PROVA DEL NOVE”.

    Mi domando cosa possa spingere un intellettuale in buona fede degno di questo appellativo

    a schierarsi a priori, immediatamente e in maniera miope,

    senza neanche attendere lo scorrere tragico degli eventi

    a favore di una tesi del genere, se non l’essere al soldo di qualcuno.

    Ad Oscar Giannino chiedo, visto che si atteggia ad economista:

    In un sistema di libero mercato, quale convenienza economica esiste

    in un investimento di orizzonte temporale quasi infinito (come il tempo

    di smaltimento delle scorie) e dai risultati cosi incerti (ricavi determinati,

    costi imprevedibili)?

    Se gli Stati Uniti, con i loro deserti, o la Russia con le sue steppe,

    dispongono di canyon o di faglie nelle quali stoccare “in sicurezza”

    i prodotti di scarto delle centrali, come provvederemo noi italiani?
    Nascondendo le scorie radioattive sotto la spazzatura di Napoli,
    gettandole nel Mediterraneo, o individuando i siti
    facendo leva sul ricatto occupazionale?

    Se il tessuto imprenditoriale e politico del paese Italia e’

    permeato da infiltrazioni mafiose e dalla corruzione,

    cosa induce a pensare che nella costruzione delle centrali nucleari

    avverra’ la svolta verso la legalita’ e che non verra’ impiegato

    cemento impoverito misto a sabbia o che il personale della centrale

    sara’ selezionato per merito e non per clientelismo?

    Una semplice argomentazione filosofica,

    un principio di prudenza, in un essere razionale

    anche non avverso al rischio, dovrebbe indurre poi a fare questo ragionamento.

    Il danno atteso da un incidente e’ pari alla probabilita’

    che si verifichi l’evento-incidente moltiplicata per le conseguenze subite

    nel caso l’evento-incidente si verifichi.

    E’ forse retorico considerare ciascuna vita umana come il mondo intero?

    E forse sbagliato affermare che in caso di incidente le conseguenze

    in termini di perdita di vite umane, o in termini di

    qualita’ della vita dei sopravvissuti o dei nascituri malformati sarebbero

    devastanti e incommensurabili in termini di dolore?

    Allora e’ evidente che, se anche la probabilita’ di un incidente fosse prossima allo zero,

    il danno atteso sarebbe sempre infinito e cio’ dovrebbe bastare a indurci,

    basandoci sulla logica, a schierarci contro il nucleare.

    Non e’ sufficiente, infine, il fatto che la sicurezza delle centrali sia stata

    incrementata in maniera notevole negli ultimi decenni,

    e che si sia reso necessario un evento “imprevedibile” di immensa magnitudine

    per mettere in crisi il sistema.

    Il pericolo e’ troppo grande e la nostra capacita’ di fare previsioni

    sulle azioni della natura o dell’uomo stesso, troppo limitata.

    Alle domande, non si risponde con altre domande.

    A.A.

    L’articolo del Giannino puo’ essere letto qui:

    http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/Y5E/Y5E1M.pdf

  22. Piero

    Caro Giannino, l’apprezzo molto comunque, anche quando non condivido le sue opinioni, la Sua posizione sul nucleare mi infastidisce molto, certo, anche sull’onda dell’emotività del momento, ma non ritiene che all’evidenza dei fatti ci si debba inporre una profonda riflessione sull’argomento ???? Quale confine umanamente/scientificamente possiamo porre tra ponderabile e imponderabile ???
    Imponderabile non appartiene alla categoria dell’assoluto (esiste una tale categoria???) ma quando questa imponderabilità si coniuga con un rimpianto nucleare non crede che il prezzo per l’umanità sarebbe troppo alto.

  23. EROS BOTTAZZI

    caro Giannino,
    ma chi scrive nel mezzo DEL DRAMMA MONDIALE PIU GRANDE DOPO LE GUERRE: “tentare di dimostrare che il nucleare non possiamo permettercelo è dimostrazione di crassa ignoranza tecnologica”, oppure titolare un articolo “Nucleare sicuro, è la prova del nove”………….come vogliamo definirlo????????????

    Se chi si oppone al nucleare in italia (chi costruisce? impregilo? magari con cemento molto magro dello stesso tipo dei ponti in sicilia…oppure costruiscono le cosche?) è un grasso ignorante, come possiamo definirlo..????? attendo sua valutazione ……

  24. Roberto

    Caro Oscar,
    mi permetto di chiamarti x nome poichè le tue riflessioni, che seguo tutti i giorni in radio e ieri su rai 3, sono connotate da grande rigore intellettuale e rispetto degli interlocotori che, a differenza di altri giornalisti ed opinionisti, non usi strumentalmente.
    Grazie x ciò che fai e x essere, sebbene a molti sfugga, un idealista con i piedi ben piantati a terra che si assume la responsabilità di ciò che dice. Lo penso quando ti ascolto, ma con quello che ti dicono in questi giorni, ho voluto pure scrivertelo.
    Con affetto,
    Roberto

    p.s. spesso il 5% che la pensava diversamente lo hanno fatto arrosto. Ma altrettanto spesso le idee che rappresentavano sono state quelle che hanno fatto cambiare il mondo. Non sempre ma…. alle volte 😉

  25. Marina Mascetti

    Caro Giannino
    L’ho vista ieri sera a Rai tre, e mi onoro di appartenere a quella ristretta percentuale che riconosce la verità delle sue parole e le approva in pieno.
    Se può consolarla è in buona compagnia: anche a Oriana Fallaci mandarono gli stessi “auguri” di morte, solo perchè diceva la verità. Non ti curar di lor, ma guarda e passa, diceva Dante.
    A coloro che l’accusano di far parte della “casta” favorevole al nucleare dovrebbe far notare che ad una casta ben peggiore appartengono quelli che oggi danzano sui cadaveri dei giapponesi. E’ la “casta” dei sostenitori dell’eolico e del fotovoltaico, quelli dell’”ecologicamente corretto” che ci vorrebbero far cambiare tutte le lampadine di casa e col ricatto del cancro ci condannano alla dipendenza energetica dal petrolio o in alternativa a una vita medievale al buio.
    Lei che può, dica qualcosa in tv contro questi ipocriti.
    E, già che c’è, dica anche che fanno più vittime gli speculatori al ribasso che come avvoltoi si sono buttati sulla borsa giapponese, nonchè i bonzi di Moody che declassano i debiti senza pensare a quante persone gettano nella miseria.

  26. Biagio

    Indipendentemente dal fatto che IN TEORIA le centrali nucleari di terza generazione possano essere considerate sicure,

    sino a quando al potere ci sarà questa classe politica (di tutti gli schieramenti) le centrali nucleari, a mio parere, in Italia non dovranno essere neanche pensate.

    Ciò perché:
    1) chissà di quanto “sforeranno” i preventivi
    2) chissà quando saranno ultimate
    3) chissà con quali materiali saranno costruite
    4) chissà con quanta professionalità(?) saranno gestite
    5) (e quando terminerà il loro ciclo di vita) chissà come e dove saranno scelti i siti per lo stoccaggio dei materiali radioattivi.

    Compito delle persone pensanti non è solo parlare di idee e principi, ma anche di tener conto della realtà.

  27. Biagio

    So già che alcuni non credono per niente a quanto sostiene e fa Greenpeace.
    Ciò premesso, informo che Greenpeace pubblica un dossier in cui enumera incidenti e tentativi di eludere i controlli che hanno coinvolto la TEPCO, il gigante dell’energia giapponese che gestisce la centrale di Fukushima in Giappone.
    Nel dossier si parla di “Carte truccate e violazioni continue”.

    Se questo è vero (e succede in Giappone), lascio a chi legge la facoltà di pensare a ciò che potrebbe succedere in Italia.

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