Il redditometro ancora non arriva e il redditest ancora non convince – di Enrico Zanetti
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Enrico Zanetti.
La presentazione da parte dell’Agenzia delle entrate del “redditest” precede di qualche settimana la sorprendentemente non ancora avvenuta approvazione definitiva del nuovo redditometro (si parla ora di gennaio 2013).
Un po’ come quando, tardando oltre modo l’arrivo della star da tutti amata o temuta, ma comunque attesa, si prova a intrattenere il pubblico con la presentazione della sua controfigura di cui nessuno sentiva particolare bisogno.
Qual è la differenza tra redditometro e redditest e qual è’ la relazione che intercorre tra i due? Il redditometro e’ uno strumento di accertamento sintetico previsto dalla legge che consente all’Agenzia delle entrate di calcolare il reddito che il singolo contribuente dovrebbe dichiarare alla luce della sua capacità di spesa e di risparmio, invertendo sul contribuente l’onere di provare che l’eventuale capacità di spesa e risparmio eccedente il reddito da questi effettivamente dichiarato non è stata finanziata con redditi di cui di è omessa la dichiarazione (l’accertamento scatta quando lo scostamento supera il 20%).
Il redditest e’ un software elaborato di propria iniziativa dall’Agenzia delle entrate che consente ai contribuenti di verificare, su base volontaria e anonima, la congruità del reddito dichiarato complessivamente dagli appartenenti al proprio nucleo familiare con la capacità di consumo e risparmio del nucleo medesimo.
La finalità e gli effetti del redditometro sono chiari; quelli del redditest, francamente un po’ meno.
L’Agenzia delle entrate punta molto su questo redditest come strumento di compliance, ossia come facilitatore dell’adempimento spontaneo del contribuente: chi vede accendersi il semaforo rosso dell’incongruita’, invece che quello verde della congruità, valuta di alzare il livello dei redditi dichiarati da se stesso ed eventualmente da altri componenti del suo nucleo familiare.
Le intenzioni sono sicuramente lodevoli, ma le perplessità rimangono.
Non fosse altro perché pare evidente che nessun contribuente che sa di non evadere sarà interessato a fare il redditest (e, d’altro canto, se pur non evadendo gli si accendesse la luce rossa cosa mai dovrebbe fare? Dichiarare redditi ulteriori che non ha?), mentre quelli che lo faranno saranno alla fine quelli che evadono, interessati a verificare fino a che soglia possono spingere la loro evasione senza correre grossi rischi dal punto di vista redditimetrico.
A queste perplessità si aggiungono quelle che da tempo andiamo sottolineando con riguardo al nuovo redditometro, per come e’ stato concepito.
Ad essere in discussione non è lo strumento, che anzi sottoscriviamo, ma il suo parziale snaturamento in uno studio di settore per famiglie.
Nulla quaestio sulla traduzione in presunzione di reddito delle spese effettivamente sostenute dal contribuente e pure delle spese di gestione stimate su base ISTAT dei beni effettivamente posseduti dal contribuente.
La pretesa però di valorizzare ulteriormente, sempre su base ISTAT, ai fini della presunzione reddituale, anche spese “quotidiane” del cui effettivo sostenimento non si ha un riscontro analitico, calcolandone l’incidenza sulla base del territorio in cui il contribuente vive e della composizione del suo nucleo familiare, crea oggettivamente i presupposti di quello snaturamento cui facevamo riferimento.
Uno snaturamento pericoloso e non solo per i contribuenti presunti evasori, chiamati loro a fornire prove contrarie in contraddittorio con gli uffici prima ed eventualmente davanti al giudice tributario poi.
Pericoloso anche per l’accettazione sociale e l’efficacia prospettica dello strumento, perché, depotenziandone l’oggettivita’ che si fonda sull’aderenza alla capacità di spesa e risparmio analiticamente riscontrata in capo al contribuente, getta le fondamenta per il più classico dei “chi troppo vuole, nulla stringe”.
Proprio come accaduto con riferimento ad alcune norme in materia di riscossione che, dopo traversie evitabili con maggiore buon senso e lungimiranza, sono state rese meno feroci senza per questo divenire meno efficienti nell’azione di contrasto all’evasione fiscale.
Chi vivrà, vedrà.
Twitter@enrico_zanetti
per curiosità la mia famiglia (il sottoscritto, lavoratore autonomo 60.000 euro di reddito dichiarato, moglie dipendente 30.000 euro annui di reddito e due figli minori) e quelle dei miei tre cognati, abbiamo provato a scaricare il test.
Risultato: nessuna delle nostre famiglie è risultata “congrua”!
Il problema è, poi, capire il perchè e in base a quali parametri….
Serve poca fantasia per immaginare che il “redditest”, almeno se resta così, sarà ricordato come la più colossale “sòla fiscale” (o anti evasione), mai partorita da un governo italiano.
Già le vedo, le code di migliaia e migliaia di contribuenti convocati “per comunicazioni urgenti”, da giugno in avanti, sotto il sol leone, nelle varie sedi del “Befera Team”.
Ma, soprattutto, temo che serva ancor meno fantasia per capire che questo sarà l’ennesimo colpo ai consumi, con la gente terrorizzata anche solo a mangiare una pizza (peggio ancora se pagata con carta di credito, nonostante la lotta al contante…) o a prenotare una vacanza o ad acquistare una lavatrice.
Auguri…..
Il redditest è la versione 2012 dei gabellieri dello sceriffo di Nottingham che appendevano i servi della gleba per i piedi per fargli uscire dalle tasche fino all’ultimo centesimo. E’ uno strumento impotente contro la grande evasione a partire da quella della criminalità organizzata.
Dimostra che lo Stato affetto da bulimia fiscale è allo stremo. Per soddisfare le sue esigenze di spreco corrente e di elefantiasi politico/burocratica non esita a ricorrere al terrorismo fiscale come alla delazione (vedere 117). Gli effetti non possono essere che quelli di un ulteriore contrazione dei consumi e degli investimenti, ovvero un aumento della velocità con cui procede la recessione.
Intanto suggerisco di leggere anche questo articolo de Il Sole 24 Ore dal titolo “Italia peggior Paese europeo per carico fiscale sulle aziende. Pesa la tassazione sul lavoro” http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-11-20/italia-peggior-paese-europeo-205152.shtml?uuid=AbcbYu4G . Ogni nuovo studio conferma la nostra assurda situazione in cui facciamo di tutto per non far venire imprenditori esteri e far scappare quelli italiani.
Geniale: un utile strumento per chi paga le tasse per capire quanto può evadere senza rischio.
Concordo con chi ha scritto che il “redditest” è utile ai veri evasori che, con poca spesa, possono adeguare il loro imponibile fino alla spunta della “lucetta verde” e vivere tranquilli…in evasione!
Per quanto mi riguarda non ho alcuna curiosità di vedere e/o sapere come funziona. Da questo stato patrigno non posso che aspettarmi nequizie e prevaricazioni. La gente onesta non ha armi concrete per difendersi dal fisco vorace e infame; se per un qualche motivo incappa da “innocente”nelle maglie del funzionario solerte e interessato a farsi bello con la gerarchia fiscale, ebbene, non ha speranze deve solo soccombere o, per ben che le vada, veder riconosciuta la propria ragione a costi e spese di propria tasca. Questa è la situazione mortifera da soviet riesumato( con sobrietà…) alla quale questo triste paese è giunto. Attendo smentite!
E’ solo la continuazione di uno stato di polizia ed oppressione fiscale , che vuole rapinare i cittadini …
A quando una vera ribellione contro i parassiti (amministrazione statale , politici e loro clientes…)????
Il redditometro che sta per arrivare non si discosta molto da quello passato se non per l’aumento del numero delle tipologie di spesa considerate. Tali spese non vengono mai considerate al loro valore nominale, ma vengono sempre moltiplicate per un moltiplicatore che va da 4 a 10 conseguentemente il valore reddituale complessivo che se ne ricava è inevitabilmente sempre maggiore del reddito effettivamente prodotto dal contribuente. Il redditometro in origine era nato per evidenziare delle situazioni potenzialmente evasive a cui poi doveva seguire l’accertamento vero e proprio basato sull’esame dei conti correnti bancari e su altre fonti informative di natura contabile. Questo procedimento però richiedeva un impegno dei funzionari alquanto gravoso dal punto di vista dell’esame dei dati contabili e reddituali, esame che alla fine portava quasi sempre ad un reddito accertato che a volte si discostava da quello dichiarato ma non quanto previsto dal redditometro. L’Agenzia delle Entrate allora ha trasformato il redditometro da indice di possibili evasioni a prova legale semplice che evidenzia un’evasione di fatto contro cui è opponibile solo la prova di avere avuto altri redditi tassati alla fonte oppure che di fatto il maggior reddito non c’è stato, solo che dimostrare l’assenza del reddito attribuito dal redditometro è impossibile in quanto si presuppone che sia reddito in nero guadagnato chissà come, praticamente la classica prova diabolica.
Il redditometro non serve per accertare il reddito reale dei contribuenti, ma a creare reddito virtuale da tassare, il tutto con uno strumento semplice e veloce nella sua applicazione.
In parole povere il fisco si sta preparando agli anni duri, ovvero ai prossimi anni quando la recessione farà crollare il gettito fiscale e il reddito prodotto non sarà più sufficiente per alimentare le pretese dello Stato, quindi serve un reddito “virtuale” da tassare per raccogliere risorse sufficienti al mantenimento della macchina statale. I parassiti statali non vogliono morire e quindi faranno di tutto per uccidere i virtuosi imprenditori e lo faranno aizzando gli sgherri del fisco con i loro strumenti coercitivi e vessatori.
Purtroppo e ancora una volta lo stato chiede giustificazione dei guadagni e della spesai cittadini guardandosi bene da dichiarare o cercare di verificare i propri.
Sicuramente questo favorirà ancora di più il sommerso facendo aumentare le minor entrare che invece si cerca di aumentare.
Oltre al colpo di stato che abbiamo vissuto con il riordino delle provincie stiamo passando da uno stato democratico ad un dittatura.
Ho appena ascoltato in differita l’intervista ad Attilio Befera a “nove in punto”, che ha riferito che sono state inviate 299000 “letterine” a contribuenti che avevano significative discrepanze fra i reddititi 2009 e 2010 dichiarati e le spese effettuate. Il direttore dell’agenzia delle entrate ha dichiarato che a seguito di questa iniziativa sono stati recuperati 200 milioni di euro (di imponibile o di imposta?). Farebbero circa 600 euro a testa; tutto qui? Se sono questi gli evasori allora la tesi che si possa risanare il bilancio dello Stato dandogli la caccia e’ pura illusione; oppure mi sono perso un dettaglio importante?
è incredibile che nessuno degli onorati politici dica niente! è incredibile! tutti d’accordo! nemmeno il regime fascista, nemmeno Stalin potevano ideare una cosa del genere…il redditometro! se io ricevo un’eredità, se vinco al casinò, se i miei genitori mi danno un tot. di soldi e spendo, questi mi vengono a controllare cosa spendo!
A quando la legge sulla delazione fiscale?
Invece le Province non si possono abolire. Invece gli stipendi dei politici non si possono ridurre. Invece il Presidente della Provincia di Bolzano…gli addetti stampa della Regione Sicilia…gli Ospedali ogni 10 km per favorire questo e quel politico…
Questo governo è il più illiberale che sia mai nato in Italia!
Ma dove sono quelle schiere di giornalisti che dicevano che quando c’era Berlusconi c’era il regime? dove sono? anche loro d’accordo.
Ma perchè gli Italiani non si ribellano?
Tutti parlate di redditometro o altre diavolerie,io,micro artigiano non proprio per scelta,sono sotto accertamento da circa un anno proprio grazie al redditometro applicato al 2007-2008,sto vivendo Una vera inquisizione da stato medioevale con un atteggiamento nei miei confronti che mi fa ,oggi posso dirlo,
Vergognare di essere italiano.Ma mi chiedo ,ma non sta succedendo questo a nessuno di tutte quelli che scrivono sui giornali o blog?se vi interessa la mia storia sono disponibile!!
da un anno ormai non riesco a riaffittare un locale. Sulla base di quel reddito però è stato calcolato il principesco mantenimento che devo versare all’ex coniuge. Di conseguenza da un anno sono in passivo ogni mese tra quello che introito e quello di minimo indispensabile che spendo (auto e bollette, altro che cene fuori e vacanze !).
Quindi sicuramente non sarò congruo. Che significa ?
Gli accertamenti presuntivi e le tasse patrimoniali sono solo soprusi e furti ! Cose che meriterebbero una denuncia alla corte di giustizia internazionale !
“Chi vede accendersi il semaforo rosso dell’incongruita’, invece che quello verde della congruità, valuta di alzare il livello dei redditi dichiarati da se stesso ed eventualmente da altri componenti del suo nucleo familiare”….
… cioè dovrei fare una falso e pagare tasse su redditi inesistenti se per caso decido di
fare un investimento importante utilizzando i risparmi del passato.
Lo stato di diritto è morto in Italia. Tutta la legislazione fiscale parte, di fatto, dal presupposto che siamo tutti evasori. L’onere della prova è sistematicamente ribaltato, gli indizi sono promossi a prove e lo stato ci incoraggia esplicitamente a dichiare il falso in suo favore. Il tutto emesso da una casta gente che non brilla certo per i suoi successi nella gestione economica dello stato, per l’austerità nei comportamenti e nella parsimonia nell’attribuirsi stipendi.
Fermate il mondo voglio scendere…
Qualcuno ha qualcosa da dire sul fatto che, secondo Befera, un milione di famiglie spende pur dichiarando reddito 0? Sono libero professionista e pago fior di euro di tasse e sono pronto a subire qualsiasi controllo, per cui gli evasori mi fanno andare in bestia, un po’ come i ciclisti dopati che vincono senza neppure sudare staccando chi annaspa in salita ed è pulito.
@Lorenzo
Ma lo stato patrimoniale dei risparmi a cui attingere è visibilissimo.
Io ho un conto in banca dove detengo liquidità e titoli, è aperto da 20 anni e senza difficoltà si può vedere come il risparmio mese dopo mese si è accumulato.
Se domani faccio un acquisto o un investimento prelevando da quel conto non c’è nessun problema a dimostrare da dove vengono i soldi.
Mia figlia va in una scuola privata e quando la accompagno a scuola al mattino è un gran spolvero di berline e SUV germanici, molti dei genitori dei compagni di mia figlia sono professionisti o piccoli imprenditori. Ho campionato una dozzina di persone controllando i redditi del 2005 (quelli che finirono in rete per qualche giorno e che ancora si possono recuperare nelle reti P2P) e secondo me senza redditometro, NESSUNO di questi potrebbe permettersi il tenore di vita che dimostra con i redditi dichiarati.
Ora facciamo un esempio:
nella azienda per cui lavoro c’è un bravo ragazzo che fa l’elettricista, ha una squadra di tre ragazzi e si occupa della manutenzione dell’impianto elettrico del sito produttivo, è uno che lavora parecchio. Porta a casa netti circa 2000 euro al mese, ha 39 anni e due figli, la moglie lavora part-time in un centro commerciale. Fanno una vita abbastanza tranquilla ma decisamente misurata.
Il papaà di una compagna di scuola di mio figlio fa l’elettricista, ha una sua azienda con un paio di ragazzi, lavora nei cantieri edili e fa lavori di impiantistica e manutenzione presso abitazioni private. La moglie non lavora.
Ha una bella villetta, due Audi ed un furgone, due figli alla scuola privata, un grosso cane, settimana bianca, annessi e connessi, non certo un miliardario, è uno che se la passa abbastanza bene … se lo devo “pesare ad occhio” dovrebbe avere un entrata netta non inferiore a 80.000 euro annui. Non so cosa abbia dichiarato recentemente ma nel 2005 aveva dichiarato un reddito lordo di circa 25.000 euro. (anno sfigato probabilmente)
Molto meno del suo “collega” lavoratore dipendente.
Certo, magari lui sta lavorando per hobby ed i soldi arrivano da una qualche fantomatica rendita della moglie …
Fate voi …
Salve dott. Giannibo
Quest’anno la mia azienda che si occupa della produzione e
istallazione di parete ventilate per la coibentazione degli immobili, non è riuscita
a chiudere nessun contratto di ristrutturazione e riqualificazione.
Colpa della crisi e principalmente dalle tasse che oltre ad essere esose, ad oggi non si sa neanche quanto esose v. IMU.
Ieri sera ho partecipato ad una riunione di condominio per decidere l’azienda a cui affidare i lavori già deliberati in una precedente assemblea, tutto è stato accantonato, poiche ai condomini già contrari si sono aggiunti condomini con pensione sotto 1000,00 €. mese si sono opposti per la paura di giustificare una spesa per manutenzione dell’immobile che si aggira intorno a 10.000,00.
Ho la sensazione che il terrorismo delle Brigate rosse-nere e della mafia, insieme, a confronto al terrorismo di questo presidente della Repubblica sia un frazione millesimale in quanto a pericolosità.
Cosa ne pensa?
Cordialmente La saluto
Salvatore
@salvatore
Io credo che la gente rimandi i lavori perchè non ha soldi non perchè non sa come giustificarne la provenienza.
Per un pensionato con 1000 euro al mese una spesa da 10.000 euro è una spesa forte e oggi è probabile che non sia in grado di farvi fronte.
mamma mia..!!!!anche il cane grosso!!!! non capisco se rosichi o se sei proprio defi ….
Volendo dare un giudizio su questo marchingegno direi che servirà soprattutto a frenare i consumi intrni ed a incentivare le spese oltre confine. Infatti i ‘non conformi”, non volendo dichiarare di più, toveranno facile spendere meno e poi recarsi in Costa Azzurra a spendere il contatne on dichiarato e tenuto nel materasso. A 10 000 euri a persona per passaggio di frotiera una famigliola puo’ agevolmente farsi delle belle settimane, se non proprio nel lusso sfrenato, comunque in hotels confortevoli!!
Caro Lorenzo,non alimentiamo la lotta dei poveri tra dipendenti e piccoli lavoratori autonomi,è quello che vogliono i nostri governanti,se ci preoccupiamo dell’auto Germanica del nostro vicino,non notiamo i miliardi che il nostro apparato statal-politico ci deruba!!Io non mi sono mai chiesto perché gli altri hanno belle cose,al limite provo a raggiungere anch’io,se no si chiama invidia.Se poi facendo il piccolo imprenditore vuol dire solo vantaggi,aprire la partita IVA costa poco e tutti possono l’indomani mettersi sul mercato con le proprie capacità e misurarsi con la concorrenza….il mondo è grande e dicono che c’è spazio per tutti.Tante belle cose a tutti
Purtroppo il marchingegno è diabolico.
Non possiamo farci niente. Possiamo solo non votare Monti e chi lo sostiene.
Il contenzioso avrà un aumento esponenziale, e tanti cittadini avranno seri problemi legali con lo Stato. Bisognerebbe riproporre con forza non un condono, ma la possibilità di correggere gli errori formali e di modesta rilevanza economica ben oltre i tempi concessi in Italia. In Francia non c’è limite di tempo. I Caf (ma anche i commercialisti) commettono una marea di errori ed il fisco è ben lieto di approfittarne.
@erasmo67 :
ma lo sa che non ci avevo pensato, ora ho capito come fare a far soldi, mi basta aprire una partita IVA !!!
che ci vuole ? un furgoncino, un paio di forbici, due cacciaviti ed un po’ di nastro isolante e come d’incanto si materializzeranno due potenti auto tedesche nel mio garage e la casa da normale bilocale si tramuterà in una villetta in periferia;
come mai lei ancora lavora PER un’azienda ?
Caro Erasmo67
L’invidia sociale è la migliore alleata di chi continua a depredarci in nome di non si sa quali supremi pincipi ed obbiettiv, se non quello di mantenere una casta che ci sta portando al fallimento.
Conosco anch’io i tipi che dice lei. Pago anch’io fior di F24 ed il mio semaforo è verdissimo. Non per questo accetto anche solo l’ipotesi di essere trattato da suddito. Le “presunzioni” del fisco hanno valore di prova e non ci si può opporre niente. Mio padre ebbe un infarto e un anno il reddito risultò scarso: niente da fare, pagare tasse su redditi inesistenti.
Tutte queste ulteriori complicazioni rompono le scatole solo a chi sta in chiaro e sono anche piuttosto ipocrite: paga un po’ di più ed avrai la vita salva…
Ne riparliamo dopo che sarà finito nel tritacarne delle verifiche fiscali, cosa che a questo punto le posso augurare visto che è così convinto di uscirne indenne. Auguri.
Suggerisco al prof. Zanetti, che forse è più ascoltato di un contoterzista metalmeccanico come me, di proporre al Ministero lo “Spenditest”, strumento per verificare la congruità dei livelli di spesa delle amministrazioni pubbliche.
@Paul Revere
E’ evidentemente una barriera culturale, ho fatto l’esempio di due persone che hanno la stessa età, la stessa scolarità abitano nella stessa zona e fanno sostanzialmente lo stesso lavoro.
Uno da lavoratore dipendente ha un reddito netto di circa 28.000 euro all’anno a fronte di un costo per l’azienda di circa 60.000 euro.
Il secondo ha un entrata lorda al netto delle spese di 90-100.000 euro ma riesce a far in modo di pagare molto meno tasse ed alla fine il suo reddito netto effettivo è molto più alto.
Sicuramente il lavoratore dipendente vive molto più tranquillo, lavorano molto entrambi ma finito il lavoro l’elettricista imprenditore deve vedersela con i suoi diendenti il consulente del lavoro, il commercialista, Attilio Befera, se si ammala sono cavoli suoi e le ferie le fa quando il lavoro glie lo permette, il suo reddito non è mai garantito e non ci sono casse integrazioni che vengano in aiuto nei periodi di crisi.
Tutto vero e questo deve pagare premio rispetto allo stipendio del lavoratore dipendente. E lo fa, almeno in questo caso, lo fa anche pagando tutte le tasse ma qui scatta la discrezionalità l’autovalutazione del “giusto prelievo”.
Credo che questa discussione sia ormai diventata noiosa.
Voglio fare un esempio terra-terra, a costo di sembrare banale.
Non so se qualcuno ha visto la puntata di “Report” di qualche giorno fa.
In Olanda gli agenti del fisco si aggirano in borghese tra i banchi del mercato e scattano fotografie ai clienti che acquistano. Sulla foto c’è naturalmente giorno ed ora. Poi tornano e confrontano gli orari con i documenti cartacei in possesso dell’esercente. Se questi ultimi non esistono, l’illecito è provato.
Credo che questo sia un modo ineccepibile ed assolutamente legittimo di operare. Stiamo parlando di prove, non di presunzioni. Perché in Italia non lo fanno? Moltissimi i motivi, tra i quali anche la poca voglia di lavorare. E’ molto più comodo stare davanti ad un computer facendo finta di possedere una logica ferrea,cosa che purtroppo non è. Questo per la piccola evasione. Per la grande è diverso. In molti casi si sa dov’è, ma non si vuole colpire.
Nel Terzo Settore, specialmente nello Sport, è un florilegio di false fatturazioni. Questo determina la non credibilità complessiva di questa macchina Kafkiana. Insomma, i metodi sono inaccettabili. E’ non è solo una questione formale. Mai come in questa materia la forma è anche sostanza.
@Gaetano
il nuovo redditometro è basato su una regressione lineare multipla in cui tutte le covariate sono significative, ovvero tutte le spese per tutti i gruppi omogenei intercettano variabilità della Y. Non c’entra nulla con il vecchio, nel quale non c’era nessun modello matematico sottostante, nessun test di adattamento e nessun intervallo di confidenza. Pe riprendere l’articolo le spese ISTAT intercettano il trend spaziale sottostante. Io mi informerei prima di parlare
“il nuovo redditometro è basato su una regressione lineare multipla in cui tutte le covariate sono significative, ovvero tutte le spese per tutti i gruppi omogenei intercettano variabilità della Y. ”
Se è una retta di regressione covariata, la Y non intercetta nulla di variabile ! Cos’è uno di quelli che ha realizzato Gerico ?
@erasmo67
Caro Erasmo 67
se quel signore elettricista facesse lo stesso lavoro in un altro paese tra quelli civili e magari in UK, guadagnerebbe sicuramente di più, ma se arrivasse comunque ai “suoi” 80.000 pagherebbeil 25% di tasse, dormirebbe sereno sarebbe un cittadino onesto, senza dover pensare giorno e notte come difendere il frutto del suo lavoro dall’agenzia delle estorsioni.
SI ricordi sempre che la maggior parte di quelli che in Italia sono considerati evasori nella quasi totalità dei paesi del G20 sarebbero degli onesti contribuenti.
PS
Come fanno gli inglesi con una tassazione la metà, ripeto la metà della nostra, ad avere un debito pubblico più basso e una capitale come Londra, quando noi abbiamo El Cairo?
Ma gli Inglesi sono inglesi e gente come quella che lavora all’agenzia delle entrate, li andrebbero a prendere a casa.
@TERZO STATO
E come faranno gli Americani,con una tassazione che arriva al 20% quando governano i comunisti di Obama (se no è pure più bassa) a mandare avanti un Paese che ha una superficie 30 volte l’Italia (strade, autostrade e ferrovie direttamente proporzionali) e mantenere l’esercito più potente del mondo?
Alla nostra situazione non c’è rimedio o cura che tenga. La battaglia è persa in partenza.
Serve a:
Aumentare il potere di indagine e prevaricazione da parte dell agenzia
Aumentare il numero delle colf assunte a nero
Aumentare il numero di professionisti e artigiani pagati in contanti e a nero
Aumentare il numero di persone che non comprerà una macchina o una barca o una casa o rinnoverà la casa nei prossimi 20 anni.
Ormai è tutto degenerato uno stato elefantiaco che chiede sempre di più per il nulla.
Vorrei sapere che il “nostro caro” Monti ha svolto il suo compito richiesto dal suo capo Befera.
E’ arrivato lo spenditest.. ma anche un nuovo servizio del venditore per il cliente “qui compri senza fattura”. Prima il vantaggio di non rilasciare il documento fiscale era del solo venditore, adesso l’interesse è condiviso dal cliente
Leggi ancora: http://www.montemesolaonline.it/Satira.htm