Il punto sulla Spagna – Instabilità e manovra finanziaria 2011
La Spagna è in ebollizione dopo che il partito di Governo di Jose Luis Zapatero ha raggiunto un accordo con due dei partiti nazionalisti per “far passare” la manovra finanziaria 2011. Qualche insegnamento per l’Italia?
È di ieri la conferenza stampa del leader di Coalizione Canaria, Paulino Rivero, nella quale ha annunciato il sostegno al Governo in cambio di maggiore indipendenza economica e di “modifiche di facciata”; infatti, uno dei punti chiave voluti e ottenuti dal leader della CC è il cambio di denominazione delle acque internazionali di fronte alle Isole Canarie, pur essendo queste sottoposte a legislazione internazionale. Vi sono altre contropartite ottenute dalla CC in cambio dell’appoggio alla manovra finanziaria, quale ad esempio un maggiore investimento nel sistema aeroportuale canario.
Questo accordo è necessario al Governo di Zapatero per cercare di avere i voti necessari in Parlamento e chiudere un anno particolarmente difficile. Tuttavia, se si crea una certa stabilità nel Governo centrale, si apre una crisi di governo alle Canarie, poiché la Coalizione Canaria era alla guida dell’arcipelago con il Partito Popolare.
Il patto è stato duramente criticato dal PP perché arriva a distanza di pochi giorni da quello concluso tra il Governo e il Partito Nazionale Basco. I Paesi Baschi sono sempre stati fonte di attrito tra PP e PSOE e la maggiore indipendenza economica ottenuta con l’accordo di pochi giorni fa, ha alzato i toni della polemica. In particolare è stato dato potere al Governo Regionale di gestire le risorse per la formazione dei lavoratori disoccupati. Queste risorse non sono di poco conto, poiché la disoccupazione è superiore al 20 per cento e lo Stato Spagnolo investe grandi somme di denaro (inefficientemente) nella formazione dei disoccupati.
Il patto siglato tra PSOE, PNV e CC permette a Zapatero di passare un altro scoglio importante della legislatura.
Arrivare alle elezioni del 2012 sembra ormai abbastanza naturale, anche se non sono da escludere colpi di scena.
Questo accordo registra e consolida un cambiamento nella politica di Zapatero. Il leader ha dimostrato di voler abbandonare gli accordi con la sinistra, siglando alleanze con i partiti nazionalisti. Solo in questo modo può sperare di fare alcune delle riforme necessarie.
Il prossimo obiettivo del Governo è di alzare l’età pensionabile da 65 a 67 anni, ma la riforma rischia di essere “monca” senza una modifica dei parametri che definiscono il valore della pensione.
Molte delle riforme attuate dal PSOE con i partiti nazionalisti non hanno avuto la forza necessaria per attuare quei cambiamenti obbligatori per un Paese con un deficit nel 2009 superiore all’11 per cento del PIL.
Tutto questo mentre il consenso di Zapatero cade ai minimi e i sondaggi danno un distacco del PSOE di oltre 10 punti percentuali rispetto al Partito Popolare guidato da Mariano Rajoy.
Perché Zapatero continua a perdere consenso? I dati macroeconomici sono la fonte di tutti i problemi del Governo Spagnolo. La disoccupazione è salita oltre il 20 per cento e difficilmente prima delle elezioni potrá scendere sotto il 15 per cento. La Spagna è inoltre l’unico dei grandi Paesi dell’Unione Europea che chiuderà il 2010 con una contrazione del prodotto interno lordo.
Le riforme fatte dal Governo sono sembrate troppo timide e ormai la gente ha perso la fiducia nei confronti delle promesse di Zapatero. Un dato interessante è quello che il leader dell’opposizione, sconfitto dal leader del PSOE nel 2004, ha un indice di gradimento inferiore a quello del capo del Governo. Questo dato indica che Mariano Rajoy non è visto come la soluzione, ma che gli spagnoli hanno voglia di cambiare di Governo.
In Spagna non è la prima volta che i partiti di maggioranza quali il PSOE e il PP devono trovare alleati per restare al Governo, dato che la legge elettorale del 1985 rende difficile avere maggioranze assolute.
Questa volta, tuttavia, gli accordi che Zapatero trova di volta in volta, sono visti come una sorta di galleggiamento. E i galleggiamenti non piacciono ai votanti. Qualche insegnamento per il caso italiano?