Il proibizionismo salva la vita?
Qualche anno fa, personaggi non marginali della coalizione oggi al governo ripeteva (evidentemente, senza aver ben metabolizzato il concetto) che le tasse per venire pagate debbono essere “pagabili”. Silvio Berlusconi fissò al 33% l’asticella del “massimo tributo esigibile” dal contribuente prima di violare norme di “diritto naturale” (il riferimento, per quanto impreciso e abborracciato, era a una tradizione di pensiero che ben conosciamo: il 33% era e resta misterioso). Una goffa difesa dell’evasione, strizzando l’occhio agli elettori?
Lasciando perdere gli eventuali calcoli elettorali, a me sembrava e sembra semplice buon senso. La variazione sul tema, forse ancora più importante, è che le leggi per essere obbedite debbono essere obbedibili. Quando si legge che secondo le nuove norme sulla sicurezza stradale “chi ha preso la patente da meno di tre anni e chi guida per lavoro non potranno bere neanche un goccio prima di mettersi al volante” viene il dubbio di avere a che fare con norme semplicemente inobbedibili.
La sicurezza stradale è cosa importantissima. Ma il proibizionismo alcolico (sorprendentemente di moda di questi tempi) sortirà risultati? L’alterazione delle percezioni di chi guida è un nemico della sicurezza, non c’è dubbio. Però colpevolizzare la bottiglia piuttosto che il guidatore può paradossalmente indurre un allentamemento della responsabilità personale. E suggerire che basti essere sobrio, per non essere una minaccia per sé e per gli altri.
Concordo pienamente. A me piace bere vino quando ceno, e magari bermi un whisky o due durante una serata. Ho 51 anni e non ho mai investito neppure un gatto. Dimenticavo, ma non ditelo agli inglesi: sono pure un accanito fumatore.
Ma evidentemente, dagli anglosassoni l’unica cosa che abbiamo importato è il loro insopportabile e stupidissimo puritanesimo. Di italianissimo, invece, manteniamo l’insopprimibile voglia di essere sudditi da tenere per l’orecchio 24 ore su 24..
PS: Invece di rompere gli zebedei all’universo mondo, non sarebbe più logico introdurre aggravanti varie in caso di incidenti gravi, i cui responsabili risultassero ubriachi piuttosto che fatti di sostanze varie? La pena preventiva mi pare un’idiozia colossale..
@bill: Capisco poco cosa c’entrano gli inglesi. Sia negli USA che in UK il limite legale di alcool nel sangue per guidare è SUPERIORE a quello italiano (http://en.wikipedia.org/wiki/Blood_alcohol_content). Dei paesi che prevedono limite zero (per tutti, non solo per i neopatentati), nessuno è un paese dell’anglosfera, ma ci sono ad esempio il Brasile e la Repubblica Ceca. La normativa sui neopatentati proposta imita quella tedesca, non quella inglese.
Sul tema specifico invece, se posso dare un contributo, il limite zero mi sembra garantire una tutela maggiore, paradossalmente, all’automobilista. Si sa infatti che il contenuto di alcol nel sangue dipende da una miriare di fattori (età, peso, metabolismo, etc.), uno solo dei quali è l’alcol effettivamente ingerito. La normativa attuale può mettere nei guai una persona che in perfetta buona fede ha bevuto solo una birretta fidandosi delle deliranti “tabelle” redatte dal ministero, perché può indurre la (falsa) aspettativa che al di sotto di un certo quantitativo ingerito si sia comunque “al sicuro”. Con il limite zero, invece, si ha sempre la certezza di non poter incorrere in guai legali.
L’intemerata sull’alcol agli undicenni, la norma cui lei si riferisce sono gli ultimi esempi della ridda di divieti ed ordinanza che hanno affollato le cronache e le raccolte di lebbi, norme e regole. Al di là del concetto di inobbedibilità ci sarebbe da lavorare sulla responsabilità individuale, sull’educazione e sulla formazione. Nessuna legge pur se obbedibile è sufficiente a garantire un livello equo ed accettabile di legalità e tranquillità sociale se non accompagnata da un livello sufficiente di resposnabilità individuale.
luigi zoppoli
Citavo gli inglesi perchè in quel paese ci fu la proposta di legge, non so se poi divenuta legge effettivamente, di sanzionare chi fuma una sigaretta mentre guida un’auto. Era quindi una battuta sul mio essere fumatore.
Aggiungo però che il cosiddetto “politically correct”, che assieme a tante idiozie propone anche il salutismo proibizionista che impera in questo periodo, è nato proprio nei paesi anglosassoni. E che è ad esempio negli USA che una bottiglia di un qualsiasi alcolico si deve tenere incartata; e sempre là, nella tanto liberal New York, non si può comprare un appartamento (a cifre stellari) in determinati prestigiosi palazzi se si è fumatori.
Il problema è che di alcool se ne può assumere in molti modi, alcuni dei quali insospettabili:
sciroppi per la tosse
merendine / panettoni / dolci vari (serve per tenerli morbidi dopo il confezionamento)
colluttori.
Con un tasso zero, che è assurdo, significa che tutti questi alimenti dovrebbero essere, come minimo, segnalati. Il tasso non dovrebbe essere “zero”, ma abbastanza alto da evitare falsi positivi di questo genere. In generale, con una normativa come questa, se uno beve, non ha problemi a bere come una spugna. Tanto la patente gli viene tolta comunque. In generale, gli incidenti stradali eclatanti di cui sentiamo sono causati da gente che ha bevuto l’inverosimile. Alcuni, dai valori dichiarati, dovrebbero essere in coma.
Ci dovrebbe essere una modulazione nelle sanzioni, per cui sopra una soglia minima si riceve una sanzione pecuniaria, e solo se si superano delle soglie “serie” viene ritirata la patente o si perdono punti.
In compenso, un omicidio colposo commesso sotto l’effetto di alcool o droghe a livelli “seri” dovrebbe essere sanzionato più severamente. Dovrebbe essere considerato una aggravante seria quella di aver causato un incidente sotto l’effetto “serio” di sostanze stupefacenti o dell’alcool. Se uno causa un incidente e nel sangue ha alcool sufficiente ad ammazzare una persona normale (indicazione che è abituato a bere come una spugna) dovrebbe ricevere una pena 2-3 volte superiore. Quindi 9-12 anni.