Il paradosso libico, la cambiale finanziaria, la Cina e noi
In Libia sta avvenendo un paradosso. Purtroppo, non mi riferisco al fatto che i gheddafiani stano riprendendo il controllo dell’intero paese, visto che è caduita anche Ajedabija e nel pieno controllo degli insorti resta a quanto pare solo lo sperone settentrionale della Cirenaica. Di fatto, mi sembra una conseguenza anche dello sconclusionato modo di procedere di molte grandi capitali occidentali. Il paradosso è che l’Italia prima è stata trattata come una serva paurosa del regime. Ma in effetti chi ha flesso i muscoli invano l’ha rafforzato. E ora il conto potrebbe essere presentato proprio a noi. Nei primi giorni e settimane della protesta anti Gheddafi, la stampa internazionale ha dedicato molte ironie e anche seri e autorevoli pesanti commenti, sulla posizione caudataria ed esitante dell’Italia nei confronti del regime. Dopodiché, hanno iniziato a fioccare le dichiarazioni che facevano prevedere un sostegno diretto anche militare all’insurrezione. A dire il vero, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite vide sì una fortissima condanna del regime per la durezza della sua repressione, e pose le basi internazionali per il congelamento dei beni all’estero controllati dal clan Gheddafi. Ma negò ogni legittimità ad ogni eventuale azione militare, quand’anche limitata alla no fly zone, perché Cina e Russia si opposero.
Dopodiché il presidente Obama ha iniziato a ripetere che Gheddafi doveva abbandonare la partita, facendo intendere che altrimenti le conseguenze sarebbero state anche militari. Mentre il Dipartimento di Stato e le fonti militari americane non l’hanno mai seguito, su questa via. Il premier britannico Cameron anch’egli fece intendere che Londra pensava ad azioni militari multilaterali. L’ultimo che si è aggiunto, la settimana scorsa, è stato il presidente francese Sarkozy. Che, forte dei debolissimi legami storici del suo Paese con la Libia, e debole per i sondaggi interni in cui madame Le Pen ormai lo sopravanza, anch’egli si è lasciato andare a minacciare addirittura bombardamenti.
Nel frattempo né l’Unione europea né la NATO hanno mai posto all’ordine del giorno l’esame di simili interventi. Perché manca la necessaria cornice Onu. E perché nella NATO la Turchia si è sempre opposta, ufficiosamente e anche ufficialmente ad ogni intervento militare. Forte di tutto questo can can mediatico occidentale al quale non ha corrisposto alcuna iniziativa concreta, le forze filogheddafiane si sono rincuorate, e hanno preso a riconquistare centro dopo centro quelli controllati dagli insorti, puntando ormai al cuore della Cirenaica e iniziando concretamente a far pensare a tutti che, ancora una volta, col sangue questa volta del suo popolo Gheddafi ne verrà fuori.
Temo in tutta questa partita occidentale di approssimazione e indecisione, mista a muscoli flessi solo per le opinioni pubbliche domestiche, non siano stati estranee le forti presenze di capitale libico in primarie aziende e banche occidentali. Perché tutti hanno sempre riso di noi, per la quota controllata dai libici in Unicredit come primo socio o per la quota in Finmeccanica, ma solo per il fatto che negli altri Paesi le quote libiche non sono mai state dichiarate. Ma ci sono eccome, per oltre 100 miliardi di dollari. L’informazione la dobbiamo a Tarek Ben Ammar. In Gran Bretagna Tripoli ha partecipazioni in GlaxoSmithKline, Royal Dutch Shell, nella banca Standard Chartered, in Vodafone, in Pearson che edita il Financial Times (gli unici ad averlo ammesso) e in British Petroleum, che non a caso svolse un ruolo di primo piano nell’uscita della Libia dalla lista dei Paesi con armi di distruzione di massa. Negli Stati Uniti, le partecipazioni libiche si estendono a Exxon, Chevron, Pfizer, Xerox e due gruppi che lavorano con il Pentagono come Halliburton (la società di infrastrutture petrolifere guidata negli Anni 90 dall’ex vicepresidente Dick Cheney) e Honeywell (aerospazio). In Francia Gheddafi ha investito in Alcatel Lucent (comunicazioni e difesa), Lagardère (giornali, tv e il 7,5%del gruppo di difesa aerospazio Eads), EdF, Vinci e nella banca Bnp Paribas. Si aggiungono le quote nel gigante tedesco Siemens, nella spagnola Repsol, nella svizzera Nestlé. Le presenze libiche nel capitale di tutti questi grandi gruppi sono sempre state fidate, garantendo appoggio ai manager e senza colpi di testa né corrusche richieste di sostituzionidi vertici, fusioni o acquisizioni .
In che consiste il paradosso? In Occidente in molti ci hanno riso dietro ma eravamo gli unici a giocare a carte scoperte. Hanno minacciato bombe finendo solo per rendere più motivata l’opposizione di chi non vuole regalare a tutte le opinioni pubbliche musulmane una nuova pericolosa ventata di estremismo, finendo cioè per rendere Gheddafi simpatico anche all’Islam che non lo ha mai sopportato. E con un raiss che alla fine magari resta in sella dopo aver versato fiumi del proprio sangue, ma presentando il conto proprio all’Italia invece che agli altri, come ha minacciato suo figlio.La Cina è evidentemente il grande alleato al quale Gheddafi guarderà, se resterà in sella, riorientando verso quel paese i suoi investimenti e aprendogli l’accesso a forniture petrolifere. E se l’Italia tenerà di mettere all’incasso la sua prudenza rispetto a chi levava i pugni, saranno le setsse capitali occidentali che hanno flesso i musconi ad attaccarci come caudatari. dfei libici, con tutto il rispetto, in questa vicenda mi sembra che sia importato poco a nessuno, ma in primis a chi ha parlato invano di bombardamenti facendo non paura ma un favore a Gheddafi.
Soffriamo di protagonismo ma visto che non possiamo alzare troppo la voce, allora ci circondiamo di nemici. Durante il fascismo si diceva “molti nemici molto onore”. Lui, con queste ca…ate, c’è campato vent’anni. Questo, con i suoi quindici, non demorde e pure il suo Amico libico non si scolla dagli scranni…
Si dice che ” il cane che abbaia non morde” se è vero anche questo, siamo fuori pericolo.
ps
La cosa peggiore è fidarsi.
Io sono perfettamente d’accordo con quanto lei ha appena scritto. Fin dall’inizio della crisi Libica, ho sperato che l’Italia tergiversasse a prendere una posizione diretta, questo perchè come tutti sanno (alcuni fanno finta di non sapere) noi siamo il primo partner della Libia, e quindi era indispensabile muoversi con cautela, dato che quelli a rischiare eravamo noi. Tutti i Grandi si sono sciacquati la bocca di belle parole, dato che non rischiavano nulla, con il SOLO scopo di prendere il nostro posto, infatti mi risulta che a Bengasi gli Inglesi i Francesi e gli Americani sono presenti da settimane. Certo qualcuno pensava che si potesse dare la spallata, IO NO, e i fatti al momento mi stanno dando ragione. Quindi chi ci ha guadagnato in questa storia? La Cina in primis, con la sua politica imperialistica, dopo aver ottenuto il monopolio sulle materie prime, in virtù di tutti i terreni che ha affittato/comprato in sud America e non solo, ha il monopolio esclusivo persino in Sudan, dove regna un capo di stato “democratico” (hahaha). Chi ci ha perso? al momento sicuramente il popolo Libico, e molto probabilmente l’Italia, che doveva essere cauta, nel seguire quelli che volevono rimpiazzarla. Tutti gli altri non hanno perso nulla, hanno solo fatto propaganda sulla pelle degli altri.
Ghedaffi ha fatto l’unica cosa che i soloni occidentali e l’ONU gli hanno permesso di fare e cioè: vendere cara la pelle – un bel salvacondotto avrebbe già risolto la questione ma anche per fare questo ci vuole ‘lungimiranza’ ed è chiedere troppo a chi vuole risolvere le cose con lo spauracchio delle minacce – tutto questo ha rafforzato enormemente anche il dittatore iraniano ed anche questo andava messo in conto!
concordo con il Dott Giannino
è puranche vero che se la libia ha ingenti investimenti in vari paesi europei , questi possano proseguire, anche se venisse eliminato gheddafi- mi sembra che 42 anni siano anche troppi e non mi pare che abbia fatto cosi tante belle cose per il suo popolo……………..
Purtroppo devo ricordare che la cornice ONU mancò anche
per l’intervento in IRAQ ma si fece ugualmente …
Ovviamente mancò anche quando la Russia invase la Cecenia,
per non parlare delle continue violazioni dei Diritti Umani Cinesi …
Se bisognasse sempre aspettare l’ONU si farebbe ben poca cosa,
ad es non si sarebbe fatta la No-Fly Zone contro Milosevic …
La benedizione sulla carta c’era da parte di soggetti con una certa legittimità territoriale come Lega Araba e Unione Africana …
Perchè quindi UE e Nato non hanno proceduto ?
Soprattutto, a che pro additare Gheddafi come Criminale di Guerra e
poi mancare di intervenire ?
Se per caso dovesse riconquistare il potere, con che faccia le Nazioni Occidentali potrebbero trattare con un figura come quella ?
Un conto è essere un Dittatore e un altro è essere un Criminale di Guerra … nessun Paese Civile che si rispetti potrebbe più trattare con lui …
Forse la strategia è sperare che, una volta terminata la riconquista,
egli abdichi in favore di uno dei suoi figli e si ritiri a vita privata
in uno dei suoi lussuosi palazzi ?
Sarebbe più probabile vincere 3 Jackpot di fila al Superenalotto …
Se veramente quest’uomo riconquisterà il potere sarà una grave sconfitta per tutti:
in primis per il Popolo Libico e poi, a ruota, per tutti gli ex partner
specialmente noi …
Trovo che l’Occidente fatichi ad accettare
che il mantenimento forzato dello status quo non possa essere una
soluzione applicabile sempre ad ogni genere di problema …
anche su questo argomento le Sue osservazioni sono condivisibili e puntuali. Quanta ipocrisia dietro le dichiarazioni dei vari governanti, italiani compresi! Probabilmente non sapremo comunque se gli insorti si sarebbero dimostrati “democratici” o – una volta al potere – avrebbero anche loro virato verso una qualche dittatura.
Ecco la notizia riportata dal medico e testimone francese Gérard Buffet.
“il 20 febbraio 2011, il kamikaze di nome Madiziu, 39 anni, ha lanciato la sua autobomba al centro della più grande caserma di Benghasi. Gli insorti lo seguivano e hanno combattuto 3 giorni.
La notizia è andata in onda su Radio France, minuto 15:43
http://sites.radiofrance.fr/franceinter/em/la-marche-de-l-histoire/index.php?id=101932
Sicuro che Gheddafi, come si suol dire, non è uno stinco di santo, ma sappiamo se gli “insorti” sono meglio? E chi sono questi insorti? E chi li alimenta? Certo è che non mi sarei mai aspettato una confusione di strategia del genere da parte dei vari governi occidentali e una così aperta e manifestata prevaricazione dei ns. interessi. Questa Europa esiste solo sulla carta e condivide solo la moneta. Sarà il caso, forse, di adottare delle strategie proprie e fregarsene di quelle che ci vogliono imporre gli altri?
Se Gheddafi riconquisterà il potere sarà una sconfitta per tutti:
soprattutto per il Popolo Libico ma anche per tutti gli ex partner polici.
specialmente l’Italia.