Il mattone di Stato porta a fondo
Il mercato americano si attendeva oggi una vendita mensile di nuove abitazioni pari a 4,6 milioni, e invece quelle davvero avvenute sono state inferiori del 20%, fermandosi a 3,8 milioni. E’ il dato più basso da maggio 1995, una nuova doccia gelata che sposta gli indicatori della crisi immobiliare americana a 12 anni prima dell’inizio della crisi. La notizia ha portato al ribasso i listini europei, oltre a quelli statunitensi, ma mai come questa volta è l’America, il problema. Un’America che sta vedendo il mito di Obama, almeno in economia, squagliarsi come neve al sole.
Eppure la crisi era nata proprio dal sogno americano – sbagliato – di sostenere oltremisura gli acquisti di case da parte di chi aveva pochi dollari ed era già molto indebitato, oltre il proprio reddito disponibile. Tassi d’interesse troppo bassi e disinvolte tecniche finanziarie di ripiazzamento dei mutui a bassa sostenibilità hanno regalato al mondo intero la più grave crisi del dopoguerra. Senonché, a distanza di tre anni, l’America non ha ancora imparato la lezione.
A differenza che da noi, i massicci acquisti di case avvenivano con la garanzia di giganti parapubblici, Freddie Mac e Fannie Mae. A differenza che da noi, l’errore della loro maxi esposizione è stato curato con un nuovo salvataggio ancora pubblico, garantendo l’equivalente di 6 trilioni di dollari, l’equivalente del 50% dell’intero Pil nordamericano . Si è detto per tre anni che la mano pubblica era necessaria per garantire che il prezzo delle case americane non cadesse troppo, e che dunque milioni di altri mutui ancora non rescissi dai contraenti continuassero ad essere garantiti da un valore adeguato dell’immobile sui quali erano stati contratti. Ma il mercato non ha creduto alla prima garanzia pubblica, e non crede nemmeno a quest’ultima. La presenza dilagante della mano pubblica fa solo pensare a tutti che le cose andranno di male in peggio, e dunque tra i privati nessuno se la sente ancora di rischiare, facendo ripartire il mattone.
Aggiungete a questo che l’economia privata americana non crede più alla crescita per effetto del debito aggiuntivo per un altro trilione di dollari votato dall’amministrazione Obama a sostegno dell’economia. Esauriti gli effetti delle assunzioni pubbliche aggiuntive, che avevano spinto la ripresa USA oltre il 3% annuo, i profitti delle società quotate americane nel secondo trimestre sono andati meglio delle aspettative, ma si devono ancor a tagli dei costi e a licenziamenti, non alla ripresa di ordini. Per questo il ritmo della crescita americana è in caduta, verso il 2% annuo, probabilmente anzi già al di sotto, se anche il terzo trimestre si chiuderà com’è cominciato..
La lezione è che a crescere di più nel mondo avanzato – la Cina e l’India e il Brasile sono un mondo a parte – sono i Paesi in cui si è tagliato di più il deficit pubblico, come Germania e Regno Unito, non quelli come l’America che continuano a seguire la ricetta deficista keynesiana, si tratti del debito pubblico o dell’invadente e distorcente presenza dello Stato nell’immobiliare. Nei mercati globali, alla vecchia ricetta di ispessire il ruolo e l’intervento pubblico nelle crisi, gli attori privati dell’economia reagiscono dopo un po’ iniziando a far di conto su quante tasse aggiuntive costerà la nuova massa di debito pubblico aggiunta dalla politica a quella precedente.
Il paradosso è che tutto ciò avvenga in America, cioè in un Paese che siamo da sempre abituati a considerare come a bassa presenza pubblica nel mercato. E che la lezione non venga capita malgrado che la crisi sia nata lì, e di lì si sia diffusa in altri parti del mondo, che per carità avevano anch’esse le loro colpe e i loro squilibri.
All’immobiliare di Stato e all’eccesso di deficit pubblico si somma infine un ruolo della FED e della politica monetaria anch’esso al traino della prevalenza pubblica, e anch’esso attualmente sempre più alle corde. La FED aveva iniziato a limitare i suoi acquisti di titoli pubblici e privati sui mercati, la modalità d’intervento a cui era ricorsa per sostenere il debito federale e per tirare su le Borse. Ma Obama e le sue politiche in sempre maggiori difficoltà hanno costretto la FED a tornare indietro, e a riprendere gli acquisti. Il mercato però, a differenza di prima, interpreta questa marcia indietro come un segno di debolezza della FED verso la politica e come un segno di disperazione della politica stessa. I mercati dunque vanno giù. E i rendimenti dei titoli pubblici USA vanno ancora più giù, mostrando che il mercato ricrede alla minaccia della deflazione.
Ecco spiegata la giornata di ieri. Che colpisce anche i mercati europei perché il dollaro è la moneta mondiale. Ma noi per fortuna non abbiamo lo Stato nel mattone, abbiamo fatto meno deficit pubblico di tanti altri, e mi auguro che presto avremo una BCE che con tassi adeguati spinga la politica a essere ancora più virtuosa.
Lei cerca sempre di dimostrare che sono i tassi bassi il problema, e si augura quello che nemmeno più Alex Weber si augura visto che lui “sa” che ci sono diversi zombies bancari dalle loro parti.
Le case in USA non si vendono – e non si venderanno per anni anche con i tassi bassissimi – perché non ci sono i compratori, visto che i compratori di prima erano persone non “affidabili” in termini bancari.
Inoltre, tramite i licenziamenti e le ristrutturazioni, molte persone della classe media hanno perso e perderanno lavori che non ci saranno mai più perché sovrastrutture del tempo delle “vacche grasse”.
Quindi è un problema nuovo: sono spariti i consumatori, la classe media che comprava case fatte di ticky-tacky e che si è illusa, grazie all’uno-due di Clinton e Bush, di avere un futuro.
Alzare i tassi, in USA o in EU, non farà tornare i consumatori e Lei mi sembra uno di quelli della BCE che,rima della cridi, attaccarono con veemenza una loro collega che dimostro’ che non c’è più una relazione tassi e inflazione.
E siccome l’ha capito pure Alex Weber, Lei è the last of Mohawaks
@Nicole Kelly: mi spiace ma il problema è l’esatto contrario di quello che lei sostiene. Innanzitutto il problema dei tassi non è che sono bassi adesso, ma che lo sono stati nel passato. A sostenerlo non sono io , ma per esempio Roubini, economista keynesiano che aveva previsto la crisi. Inoltre proprio perchè nel passato i tassi sono stati bassi, hanno favorito il sovrainvestimento in case, con persone che compravano case dopo aver sottoscritto mutui solo perchè il tasso di interesse era all’1%, quando l’inflazione era al 2,5%. Un sovrainvestimento immobiliare indotto dalla manipolazione dei tassi , è semplicemente un malainvestimento e l’unica soluzione è la liquidazione. Aumentando i consumi, non aumenterà il numero di case vendute, per il semplice fatto che il boom precedente aveva fatto aumentare il loro prezzo oltre i valori fondamentali. I consumatori attuali, hanno capito l’errore e anche se avessero i soldi, ora non comprerebbero case nuove, ma aspetterebbero che i prezzi arrivino al valore giusto. Obama aveva cercato di fare quello che lei propone, ma proprio questo dato delle case invendute, falsifica sia Obama, sia la teoria dell’aumento dei consumi, sia quanto da lei scritto.
@ Nicole Kelly
Lei invece è una keynesiana che la butta solo sul consumerismo (neppure sul consumismo) dato che ritiene logico e dovuto che la domanda debba prevalere sull’offerta per mandare avanti la baracca (o bolla finanziaria) esattamente come Clinton-Bush jr e Obama.
Perchè non parla di tagli delle tasse, non mi pare che Obama e la sua amministrazione vogliano introdurli per favorire la classe media, anzi….
Accusare Giannino di essere come la BCE è francamente ridicolo dato che qui diamo la colpa proprio al ruolo delle banche centrali per la creazione della bolla finanziaria (e dei mutui subprime) divenuta in seguito crisi ristagnante.
Non mi pare che le banche centrali ragionino come questo blog, ma forse lei è troppo impegnata a ballare coi lupi per accorgersi di questo.
Saluti da LucaF.
Mi sembra un dato di fatto che l’abbassamento degli interessi e delle modalità di pagamento dei mutui (rata con durata in anni allungabile e finanziamento al 100%) ha fatto aumentare i prezzi delle abitazioni, da ndo l’illusione di poter fare un acquisto al di sopra delle proprie possibilità.
Anche adesso il costo è sempre sproporzionato allo stipendio medio di un Italiano, quelli che comprano e che vi vivono di stipendio lo fanno solamente con l’anticipo pagato da babbo e acquistando cmq case fuori dai confini delle aree metropolitane senza mezzi di trasporto adeguati.
Perchè i prezzi non scendono come dovrebbero?
L’unica soluzione che vedo è il ritorno alla moneta merce (oro, argento) e l’abolizione di quel sistema sovietico chiamato banca centrale che fissa in base non si sa che cosa il prezzo del denaro distorcendo a cascata tutto il sistema dal mercato delle valute e azionario al mercato delle patate.
X Nicole Kelly: guardi che Giannino non ha detto che ADESSO alzerebbe i tassi a stecca. Ha detto che non andavano tenuti cosi bassi PRIMA e per cosi lungo tempo, e che quella è una delle cause principali della crisi. Dopo di che bisogna sfatare un altro mito che sta alla base del pensiero keynesiano: quando ci sono queste crisi per tornare ad una situaione di normalità o di crescita sostenibile occorre fare sacrifici, tanto maggiori quanto più le cose erano squilibrate prima. Perciò nessuno può garantire l’uscita dalla crisi gratis come ha fatto Obama e quei creduloni che ci sono cascati spero abbiano imparato la lezione..anche se ne dubito!
Detto ciò secondo me, ma è solo una mia opinione, occorre mettere in campo tutta una serie di politiche tra cui forti tagli di spesa pubblica e di tasse ma prima ancora si deve RIDURRE IL DEBITO, questa fase è necessaria e precede qualsiasi altra strategia anticongiunturale. Non so quale sia il modo migliore e meno distorcente di farlo ma va fatto perchè come ha giustamente intuito lei se tutti sono superindebitati sarà comunque difficile che l’economia si possa riprendere.
Ripeto la mia domanda stupida del perchè i prezzi non scendono, il mattone di stato porta a fondo, va bene, ma l’intreccio tra politici, costruttori in Italia dove porta , o anch’essa dipende principalmente dalla BCE?
Prima di tutto, non confondere la situazione immobiliare/mutui italiana con quella americana.
Per fortuna le leggi, e sopratutto la strizza che bankitalia mette ancora ai funzionari delle banche, hanno impedito che si mettessero in piedi delle truffe dove si fanno mutui a persone non solvibili.
E non dimentichiamo che un importante politicante italiano aveva proposto di mettere in piedi quell’oscenità finanziaria USA che consiste nel farsi prestare soldi (per consumi) utolizzando la casa come garanzia.
Per quanto riguarda le tasse, negli USA il discorso attuale è proprio il contrario: Bush ha tagliato le tasse ai ricchi anche con una guerra in corso, che costa e crea deficit.
Quindi almeno per i redditi oltre i 200k$ bisognerà aumentare le tasse.
I prezzi delle case non si muovono perché i proprietari (che le hanno pagate care) vorrebbero recuperare l’investimento e i compratori (rari nantes in iurgite vasto) aspettano che i prezzi crollino, e questa situazione può durare per anni dopratutto in Italia dove molti, dopo l’euro, hanno spostato i soldi sul mattone per cui, o abitazioni o uffici, ci sono milioni di metri cubi vuoti di proprietà di gente che non ha urgenza di vendere, e se ha urgenza, come capita a certi grandi palazzinari, intervengono le banche a dargli un po’ di ossigeno sperando che il mercato si riprenda.
Io sono keynesiana?
Certo! Perché l’economia mondiale è basata sui consumi e se la gente non ha soldi per consumare, la giostra si ferma, tutto il lunapark mondiale si ferma!
Pero’ se qualcuno vuole rimettere il mezzo la pianificazione socialista…
Nicole Kelly :
“Prima di tutto, non confondere la situazione immobiliare/mutui italiana con quella americana.”
Infatti non la sto confondendo, la mia è stata una domanda provocatoria che voleva evidenziare che la casa sta svuotando le tasche degli italiani, vedi Nicole come tutti noi sappiamo l’Italia ha grandi problemi culturali e di privilegi che ingessano l’economia, ma si possono liberare enormi quantità di risorse economiche in attesa di riforme liberali e culturali eliminando alcuni meccanismi che danno ricchezze a pochi a scapito di molti (sono tutt’altro che comunista).
Uno di questi è la casa che fa un doppio danno economico, costo della stessa abitazionie sommato generalmente al costo chilometrico dell’auto spesso necessaria per raggiungere il posto di lavoro.
Mi sono fatto due calcoli e sono centinaia di euro al mese che si possono risparmiare e che si possono dirottare in altri consumi/servizi/cultura/istruzione e chi più ne ha e più ne metta.
“Per fortuna le leggi, e sopratutto la strizza che bankitalia mette ancora ai funzionari delle banche, hanno impedito che si mettessero in piedi delle truffe dove si fanno mutui a persone non solvibili.”
Vabbuò questo è lo standard italiano che da i soldi ai grandi/amici/potenti senza adeguate garanzie, vedi il rovescio della medaglia che non danno soldi in base al valore della progettualità e della capacità imprenditoriale, non mi sembra comunque una grande merito del sistema bancario e di chi lo controlla.
“E non dimentichiamo che un importante politicante italiano aveva proposto di mettere in piedi quell’oscenità finanziaria USA che consiste nel farsi prestare soldi (per consumi) utolizzando la casa come garanzia.”
E’ forse lo stesso che diceva di essere ottimisti e di cambiare l’automobile, io la mia macchina giapponese non la cambio manco morto prima che faccia 300.000 km, eventualmente me li spendo in viaggi!
“Per quanto riguarda le tasse, negli USA il discorso attuale è proprio il contrario: Bush ha tagliato le tasse ai ricchi anche con una guerra in corso, che costa e crea deficit.
Quindi almeno per i redditi oltre i 200k$ bisognerà aumentare le tasse.”
Si possono anche regolamentare, controllare e sanzionare delle attività truffaldine, limitare i monopoli e intrecci perversi con la politica e magari scoprirai che potrai ottenere una tassazione più equa commisurata con i servizi erogati
“I prezzi delle case non si muovono perché i proprietari (che le hanno pagate care) vorrebbero recuperare l’investimento e i compratori (rari nantes in iurgite vasto) aspettano che i prezzi crollino, e questa situazione può durare per anni dopratutto in Italia dove molti, dopo l’euro, hanno spostato i soldi sul mattone per cui, o abitazioni o uffici, ci sono milioni di metri cubi vuoti di proprietà di gente che non ha urgenza di vendere, e se ha urgenza, come capita a certi grandi palazzinari, intervengono le banche a dargli un po’ di ossigeno sperando che il mercato si riprenda.”
e soprattutto grazie ai legami con la politica che non tassa abbastanza chi tiene le case bloccate, tra l’altro come dici correttamente molti costruttori sempre grazie agli intrecci politici e con il mondo finanziario hanno guadagnato talmente tanto che si possono permettere di tenere le case ferme non solo per abitazione ma anche per il commercio.
Ci sono tanti commercianti che chiudono perchè il costo dell’affitto del negozio è TROPPO elevato, NON CI SONO PIù I MARGINI DI PRIMA.
“Io sono keynesiana?
Certo! Perché l’economia mondiale è basata sui consumi e se la gente non ha soldi per consumare, la giostra si ferma, tutto il lunapark mondiale si ferma!
Pero’ se qualcuno vuole rimettere il mezzo la pianificazione socialista…”
Io non sono keynesiano, in ogni caso cerco di vedere sempre il tutto in rapporto costo/beneficio, faccio un esempio se la tanto criminilazzata provincia riesce a portare della ricchezza, maggiore aggregazione o maggiori controlli (vedi ambiente e inquinamento) che l’ente locale maggiore (regione o stato) non riesce a fare uniformemente nel suo territorio, allora ben venga la provincia.
Io vedo principalmente un costo medio molto elevato per ogni livello di ente locale irispetto ai servizi che deve erogare e una scarsa preparazione non solo dei politici ma anche dei dirigenti e dipendenti.
@Pastore Sardo
Sul tema della P.A. locale puntualizzo che il numero e la varietà delle strutture non ha molta importanza, mentre ne ha la capacità di una struttura amministrativa, “voluta liberamente dai cittadini di quel territorio”, di pagarsi i costi della struttura stessa.
Quindi un comune, un* regione, una provincia, una comunità montana o marina, un consorzio, non dovrebbero essere creati dall’alto, ma dai residenti che liberamente scelgono sia come configurare la gestione di un territorio sia come pagare CON LA LORO TASCA le spese per quel terriitorio.
Il federalismo che pure la Lega vuole creare è sempre sabaudo-clericale, cioè imposto dall’alto.
In questo mdo si ottengono solo 2 cose negativissime:
1) Si può sempre accusare Roma (o Milano o Firenze) per non occuparsi di Pantelleria, Sondrio o Pienza;
2) I politici locali sono autorizzari a fare quello che vogliono
3) Le spese cescono sempre faendo aumenare il debito locale e nazionale.
Io sdono per il localismo fiscale purché ognuno si paghi le Olimpiadi di Torino con i solDi dei torinesi, la festa del palio di Roccasecca con i soldi dei paesani e le case popolari con i soldi di quelli che hanno interesse a far arrivare in un territprio lavoratori che, dati i salari, non possono comprare/fittare una casa a prezzi di mercato.
In Amerca si duce che “non ci sono pasti” gratis, in Italia invece si crede che ci sia qualche genio che fabbrica denari.