Il liberista Pisapia alla prova dell’Ecopass
Non so se lo prenderebbe per un complimento, ma, se è vero quello che si legge, Giuliano Pisapia sta finalmente spingendo la politica del traffico in senso liberista. Ci voleva un comunista per fare la rivoluzione?
Il cardine della gestione del traffico a Milano è l’Ecopass, ossia il contributo che tutti coloro che entrano in auto nella cerchia dei Bastioni sono chiamati a pagare in funzione della classe di inquinamento del loro veicolo. Il progetto era nato sotto la giunta di Gabriele Albertini come “congestion charge”, in base al principio che le strade sono un bene scarso e dunque devono avere un prezzo. Il prezzo deve essere funzione dell’offerta (che è fissa, almeno nel breve termine) e della domanda (che invece varia, tra l’altro, secondo le ore del giorno, i giorni della settimana, e le settimane dell’anno). Una congestion charge ha lo scopo primario di internalizzare la maggiore delle esternalità che ogni nuovo veicolo produce, e cioè l’esternalità da traffico; avendo l’effetto di fluidificare la circolazione (naturalmente se ben disegnata) essa ha pure la conseguenza secondaria di mitigare altre esternalità (per esempio l’inquinamento e gli incidenti).
Non appena insediata, la nuova giunta guidata da Letizia Moratti, grazie soprattutto all’impegno dell’assessore Edoardo Croci, ha completamente rivisto i criteri del contributo, spostandone la finalità dalla lotta al traffico alla lotta all’inquinamento e dunque tarando il livello della tariffa non sulle condizioni reali della congestione, ma sulla classe di inquinamento. Sicché un’auto a benzina Euro 4 può entrare gratis a Milano in qualunque momento, una Euro 0 deve pagare 10 euro al giorno. Al momento dell’introduzione di questo meccanismo, Ibl ha tentato prima di sollecitare un ritorno all’ispirazione originale, e poi, attraverso un libro e diverse pubblicazioni (per esempio qui e qui, oltre che su Chicago-blog), ha espresso dure critiche. Nei prossimi giorni pubblicheremo un nuovo paper di Francesco Ramella, che si è occupato per noi della questione, che fa il punto sui risultati raggiunti e analizza le diverse opzioni di riforma suggerite dalla Commissione tecnica incaricata dal Comune di “fare il tagliando” all’Ecopass.
Una riforma è infatti necessaria per varie ragioni, tra cui l’oggettivo fallimento di Ecopass (di cui daremo conto nel paper di Francesco) e i risultati del referendum comunale di giugno che, se letti in controluce, non sono stati esaltanti, specie rispetto agli altri quesiti comunali e nazionali. In più, nella sua versione attuale Ecopass è una tassa fortemente regressiva: colpisce infatti chi non può permettersi l’auto nuova. La filosofia della precedente giunta, insomma, sembra essere stata che, per ridurre l’inquinamento a Milano, bisognava tenere i poveri fuori dal centro, e se proprio dovevano entrare che almeno prendessero i mezzi pubblici e non stessero tra i coglioni.
In sostanza, Ecopass è una politica fallimentare dal punto di vista ambientale, dannosa da quello economico, e classista sotto il profilo redistributivo. A dispetto della retorica verde di cui non è avaro, era abbastanza ovvio che Giuliano il rosso dovesse metterci le mani. La cosa davvero interessante è che, secondo quanto riferisce il Corriere della sera, la soluzione che il sindaco avrebbe in mente è un ritorno all’origine (tecnicamente: una rivoluzione), ossia al progetto di Albertini che noi dell’Ibl sostenevamo e sosteniamo. In altri termini, sembra che Pisapia voglia ri-trasformare la “pollution” in “congestion” charge, in modo da “dare un prezzo” a quello che è il bene realmente scarso. In questa logica non conta l’età del veicolo (e dunque il reddito dell’automobilista) ma il suo ingombro; in questa ottica non sono giustificate esenzioni per veicoli “ecologici” (tipo metano o Gpl, che pure sembra resteranno esclusi) perché ogni auto o mezzo commerciale ha grossomodo lo stesso effetto sul traffico reale. Al contrario, è invece logico lasciare libero l’ingresso nelle ore in cui le strade sono vuote (quando c’è eccesso di offerta) e alzare il prezzo fino a un livello di equilibrio man mano che si riempiono. Dunque, il prezzo sarà diverso a seconda dell’ora e del giorno. Un altro aspetto rilevante, che però temo andrà disatteso (ma non si può pretendere tutto) è l’utilizzo del gettito di Ecopass: poiché si tratta di un contributo pagato dagli automobilisti, è giusto che venga impiegato a loro favore, per esempio nella manutenzione stradale o per gli investimenti per migliorare la viabilità, e non, come accade adesso, per finanziare la spesa corrente del comune o a favore del trasporto pubblico (che già gode di altri e ampi sussidi).
Se davvero le cose andranno in questo modo, finalmente avremo un sindaco che non dichiara guerra gli automobilisti ma coglie la natura del problema – il traffico – e cerca, pragmaticamente, di risolverlo. Una politica dei trasporti liberista è possibile.
Pisapia liberista?
Sì. Quanto Stalin.
Si possono credere alle favole ma arrivare a conclusioni tanto azzardate da abbinare a quelli come pisapia il termine liberista sa molto d’ironia.
Ma non fa ridere.
ecopas.. un lontano cugino del project financing.. chi usa paga..
non si può fare con i beni di prima necessità, i diritti civili (salute, scuola, sicurezza)
ma l’automobile non è un diritto di civiltà.. quindi si può fare..
cmq.. tu sai che il mio pallino è finanziario..
così come la privatizzazione della gestione dell’acqua serviva sotto sotto semplicemente x far cassa (e fra un pò x evidenti ragioni d’indebitamento privatizzeranno cmq fregandosene dei referendum)..
anche l’ecopas è stato inventato x aiutare a coprire il debito “occultato” dalla Mortatti di 50 milioni.. mica x il bene dei polmoni dei viandanti..
sorry.. but cash is king..
ciao
Piero
Tanto liberista che al secondo giorno da Sindaco aveva già introdotto l’addizionale comunale e al terzo aumentato del 50% i biglietti dell’Atm….
mah….
esatto. poi le classificazioni e gli incasellamenti dei personaggi politici in categorie omogenee lasciamole stare.
Se uno risolve il problema, quale è il problema? (lo scrivo apposta e non per ridere).
Si vuole liberare una città dal traffico? Si liberalizzino i taxi e gli altri mezzi di trasporto pubblico, che se convenienti economicamente e temporalmente la gente li preferirà sempre all’auto! Altro che ecopass
Il problema è che non c’è proprio niente da ridere!
In Italia uno di sinistra corre il rischio di essere più liberista dei sedicenti liberali.
@giancarlo
quoto.
Al limite se dovessi avere un rifondarolo che governa bene candidato contro un sedicente liberale che ha già dato prova di incapacità, non avrei tanti dubbi.
Viste gli ultimi accadimenti poi, faccio fatica a distinguere dx da sx.
Va tutto bene quel che scrive Stagnaro, purchè si ricordi che il vero sindaco di Milano non è il rosso Pisapia, bensì il democristiano Tabacci, il quale guarda prima di tutto al quattrino: dunque, passeranno dalla pollution alla congestion charge solo per fare più cassa.
Caro Stagnaro, faccio un po’ fatica a seguire l’affermazione: le strade sono un bene scarso e dunque devono avere un prezzo. In base a questo principio le obietto che le strade sono un bene scarso anche fuori dalla cerchia dei bastioni, ma lì non si paga ecopass. Le faccio presente che a Milano, dove vivo, le piste ciclabili e i parchi pubblici sono un bene ancor più scarso delle strade. Che faremo in futuro: pagheremo quando andremo a correre a parco sempione!?! Oltretutto, con l’ammontare di tasse che si pagano, lo stato dovrebbe avere tutti i mezzi per tenere la situazione sotto controllo in termini di estrnalità generate dal traffico: decentrare gli uffici del comune, il tribunale e tutti gli altri uffici non sarebbe male, no? Non costringerebbe tutti ad andare in centro per usufruire dei servizi. Io credo che questa tassa venga utilizzata per raggranellare soldi, non per riequilibrare esternalità. Vogliamo essere liberisti? allora liberalizziamo i taxi. Detto tra di noi, è la più vecchia forma di car sharing – roba che adesso sembra una novità modernissima – tra l’altro con autista; purtroppo in Italia il taxi se lo possono permetter in pochi: bisogna pagare la licenza allo stato!!! Per favore non dia la patente di liberale agli statalisti più incalliti come sono la destra e la sinistra italiane!!!
@Fabrizio Manso
Ma i Taxi fanno diminuire il traffico? Al massimo hanno un effetto sui parcheggi. Sul traffico no di sicuro.
pisapia non e’ liberista o rosso, e’ uno che ha buon senso!
Pagare per usufruire di un bene pubblico che più pubblico non si può (come le strade), per la cui realizzazione sono stati impiegati i soldi di tutti (e spesso a piene mani) è di per sé antipatico e sbagliato. Però spero che almeno la riscossione venga semplificata, perché il sistema dell’ecopass è assurdo e ridicolo, fatto apposta per far cadere in castagna chi magari non è tanto informato. In Germania si paga (5 Euro) per un adesivo che certifica la classe di inquinamento del veicolo e che è valido in tutte le città tedesche. In Italia invece Bologna fa diverso da Milano, che fa diverso da Torino… A proposito, a Milano ci sono pure un paio di ospedali in zona Ecopass, come ad esempio il Gaetano Pini, che mi è costato almeno un paio di centoni….
@Fabrizio
E cosa c’entra questo col liberismo?
Con la mia seicento Fiat di otto anni giravo gratis, altro che favori a chi poteva comprarsi la macchinona nuova. Egregio stagnaro la sua mi pare proprio una manipolazione della verità.
Che pisapia faccia pagare tutti mi sta anche bene, quando lo fece Albertini i sinistri andarono in piazza a flagellarsi le palle per protesta. Adesso tutto va bene!
Ma mi faccia il piacere….
@TT69 Bah, credo che molti non usino i mezzi perchè inefficienti e non prendano il taxi perché caro e utilizzino la macchina per andare in giro. Io, ad esmpio, a milano uso la macchina per andare in centr, per andare al ristorante la sera, per andare a teatro… in altre città europee che raggiungo in macchina, utilizzo il taxi perché non mi sento rapinato contrariamente a quanto succede a milano.
@Frank77
cosa? i taxi o il fatto che lo stato possa tassare tutte le risorse che ritiene scarse? per i taxi mi pare autoevidente che tutto quanto sia legato a iperregolamentazione. In merito alle tassazione beni collettivi ma che vengono ritenuti scarsi, mi sembra che essendo beni di tutti la tassazione tenda comunque ad escludere qualcuno dal suo usufrutto o comunque a ridurre a qualcuno la possibilità di utilizzo. Inoltre proprio non capisco anche l’affermazione:bisognava tenere i poveri fuori dal centro, e se proprio dovevano entrare che almeno prendessero i mezzi pubblici e non stessero tra i coglioni; in base al rpincipio che solo i ricchi con l’auto nuova potevano permettersi di andare in centro. Se invece si cambiasse il princpio applicativo con l’applicazione di un prezzo variabile a secondo del grado di utilizzo delle strade in centro, cosa succederebbe a un impiegato che deve andare in centro a lavorare alle nove? beh, in base alle belle regole cd liberiste che paghi di più anche se deve farlo per guadagnarsi la michetta. bah, sono un po’ perplesso!
Infatti è così che si dovrebbe ragionare!
Comunismo, liberismo sono termini astratti se non si riempiono di contenuti.
Molto francamente “pollution control” o “congestion charge” mi sembrano niente altro che due sistemi quasi equivalenti per portare via (ho deciso di essere elegante) i soldi agli automobilisti. Eviterei gli anglicismi ogni volta che esistessero termini equivalenti e altrettanto sintetici italiani. Per esempio, in questo caso basterebbe “gabella automobilistica”
Per me oggi Ecopass e domani la Congestion Charge sono tasse classiste, e andrebbero depurate di tutti i loro finti significati ecologisti. La scusa ecologista sta creando un megaproblema e fuorviando i cittadini.
Attendo con curiosita’ il paper di Francesco Ramella, intanto io ho fatto delle mie considerazioni spannometriche e sicuramente correggibili, qui:
http://www.milanoestblog.it/ancora-su-ecopass/
Io non credo che Pisapia sia liberista, ma che sia intelligente. Se un amministratore è intelligente e competente, egli non ha alcun bisogno di credere nel liberismo per regolare certi mercati in senso economicamente efficiente. Il liberismo è un’ideologia, l’efficienza economica è una tecnica.
Un vero oltraggio al principio di non contraddizione contestare l’ecopass e poi votare sì al referendum per la demenziale riapertura dei navigli buttando all’aria la città, sbandierata con gli slogan della città più vivibile senza auto