12
Feb
2014

Il grande gombloddo fossile: 1.402 miliardi di sussidi!

Un recente studio di Legambiente ha meritoriamente svelato che i combustibili fossili percepiscono sussidi per 12 miliardi di euro l’anno. LeoniBlog.it è in grado di rivelare che la situazione è molto più drammatica. Infatti quasi l’intero Pil italiano è manovrato per l’esclusivo interesse delle multinazinali del petrolio.

Tutte le attività economiche nazionali generavano, nel 2012, un valore aggiunto pari a circa 1.403 miliardi di euro.

Di questi, il 2% – pari a circa 28 miliardi – sono riconducibili ad agricoltura, silvicoltura e pesca. Bene, direte voi. Male, dico io! Credete forse che tutte queste attività non siano finalizzate al consumo di gasolio agricolo? Ecco, quindi, già al primo passo nella composizione dell’economia italiana, ben 28 miliardi di euro di sussidi.

Altri 34 miliardi (il 24%) sono legati a “attività estrattiva; attività manifatturiere; fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata; fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento; costruzioni”. C’è qualcosa di meno intrinsecamente fossile di tutto questo? Ogni euro riversato in queste attività – che lo sia per scelta solo apparentemente libera dei consumatori, che lo sia per determinazione del fisco, o altro – è assimilabile a un sussidio alle fonti fossili. Via!

Arriviamo così al gigantesco settore dei servizi – che complessivamente rappresenta il 73% dell’economia! Un settore, penserete, finalmente decarbonizzato, defossilizzato, libero dallo sporco influsso del petrolio? Macché: manco per niente.

Quasi un terzo del settore dei servizi (289 miliardi di euro nel 2012) consiste di “commercio all’ingrosso e al dettaglio, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e ristorazione”. Ma cosa viene commerciato, se non i prodotti della grande industria inquinante di cui sopra? E come viene trasportato se non su gomma, cioè col petrolio, o su rotaia, cioè su treni sospinti da quell’elettricità che solo in porzione minoritaria deriva da fonti rinnovabili? Tutto il commercio è, ancora, parte dell’immensa mobilitazione di capitali voluta a uso e consumo dei combustibili fossili.

Servizi di informazione e comunicazione valgono 59 miliardi, il 4% del valore aggiunto nazionale. Altro che soft economy: la carta stampata viene dalle cartiere, tra le industrie più energy-intensive e inquinanti che ci siano! E l’informazione digitale? Come credete che viaggino, gli elettroni? Viaggiano su cavi o attraversano l’etere partendo da antenne mantenute in tensione dalle fonti fossili!

76 miliardi – il 5,4% del valore aggiunto – stanno nella cassaforte delle attività finanziarie e assicurative. Finalmente produzioni immateriali? Certo, a prima vista. Ma a ben guardare: a che servono le assicurazioni? A rendere possibile e diffusa la proprietà dell’automobile! E a che servono le banche? A sottrarre risorse ai poveri lavoratori per finanziare gli avidi capitalisti del petrolio!

Le attività immobiliari pesano per addirittura 197 miliardi – il 14%! – sull’impronta carbonica del paese. Quale settore, quale industria è più invasiva di quella del cemento? Quale categoria di imprenditori ha più selvaggiamente stuprato il territorio, il paesaggio, la biodiversità dei costruttori senza scrupoli che hanno riversato le loro mefitiche sostanze in ogni angolo della nostra graziosa penisola? E’ ben noto che da decenni sono stati sviluppati materiali a impatto zero, grazie ai quali è possibile scaldare e condizonare l’abitazione senza alcun consumo di energia. Purtroppo, le stesse lobby che hanno fatto sparire l’auto ad acqua hanno anche fatto sparire queste straordinarie innovazioni. Le lobby del petrolio, come sempre.

” Attività professionali, scientifiche e tecniche; anmministrazione e servizi di supporto” contribuiscono al valore aggiunto per l’8,8%, ossia 124 miliardi. Professionisti al servizio del capitale, scienziati sempre e solo pronti a sviluppare ciò che la grande industria vuole e non ciò che ci serve: parolai al servizio del potere! La loro stessa esistenza è, se non un affronto alla Madre Terra, quanto meno un sussidio all’energia fossile.

237 miliardi di euro se ne vanno ogni anno in “amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria; istruzione; sanità e assistenza sociale”. La chiamano difesa ma è il nome in codice per la guerra! La guerra che viaggia sulle ali degli F35 alimentati a cherosene. La chiamano amministrazione pubblica ma è scendiletto del capitale: è in quegli edifici (peraltro privi di attenzione all’efficienza energetica) che si svolgono le più sordide macchinazioni, che vengono rilasciate le autorizzazioni agli investimenti più inutili e devastanti, che vengono nascoste e candeggiate le evidenze più palmari della morte, la distruzione e la povertà che le fonti fossili, la grande industria, i tedeschi, il Bielderberg e l’euro seminano quotidianamente! La pubblica amministrazione è il comitato d’affari della borghesia fossile.

Infine, 52 miliardi di euro di valore aggiunto sono imputabili a “attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; riparazione di beni per la casa e altri servizi”. Ah! Gli artisti! Gli artisti liberi esistono, ma certo non lavorano per denaro e quindi in queste statistiche non li vedrete mai, perché come una volta disse John Kennedy, o forse era Bob Kennedy, o Bob Hope, comunque uno così, il Pil misura tutto tranne quello per cui vale la pena vivere. No, signori miei: le attività artistiche misurate dal Pil, dal valore aggiunto, dai codici Ateco o da altre diavolerie inventate dagli economisti monetaristi sono solo e comunque un inno al capitale, all’industria e all’energia fossile. Come dire, un sussidio.

Ed è mio dovere esprimere la denuncia più vibrante: dentro questi 52 miliardi di euro sono nascosti anche gli stipendi degli studiosi di Legambiente che hanno redatto lo studio di cui parlavo all’inizio. Uno studio di denuncia? No: uno studio di giustificazione! Minimizzando la stima alle fonti fossili, e conteggiando due o tre volte spese che apparentemente non sono classificabili come sussidi ai fossili, quelli di Legambiente si prestano al facile debunking di chi ha tutto l’interesse al mestare nel torbido!

Cari miei: i sussidi alle fonti fossili non ammontano a 12 miliardi di euro, e neppure a 120, ma coincidono con l’intero valore aggiunto generato a livello nazionale. E non fatevi trarre in inganno da chi vi parla di reverse causality, double counting, endogeneità e altro latinorum statistico. Né fatevi incantare da chi sostiene che, contrariamente a quanto è stato appena dimostrato, è solo la disponibilità di energia affidabile, sicura, economica e versatile come quella fossile che spiega lo straordinario sviluppo economico degli ultimi 150 anni. Né, infine, lasciatevi abbindolare da chi sostiene che sia proprio grazie a tale sviluppo economico se gli esseri umani oggi vivono più a lungo, più sani e meglio.

No. L’intera economia italiana è una gigantesca macchinazione per sussidiare le fonti fossili. Dobbiamo sospendere ogni attività economica inquinante e mantenere solo quelle sostenibili: per esempio gli oltre 12 miliardi di euro che gli italiani sono felici di pagare ogni anno in incentivi alle fonti rinnovabili. (Ammetto che non mi è chiarissimo chi dovrebbe pagarli, questi 12 miliardi di euro, né per fare cosa, visto che sto proponendo di sopprimere ogni attività economica, ma prometto che sul punto ripasso).

In ogni caso, bando alle ciance: se accetteremo la fine dei sussidi fossili, il bando del petrolio e la decrescita felice, finalmente potremo vivere in un paese prospero, con milioni e milioni di green jobs, ambientalmente sostenibile, e un reddito medio pro capite di 200 euro l’anno (c’è sempre però la storia dei 12 miliardi, boh).

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5 Responses

  1. Francesco_P

    Non bisogna preoccuparsi della decrescita felice. Anzi, poiché i processi digestivi generano metano, gas serra 27 volte più efficiente della CO2, è meglio che le persone non mangino per non inquinare l’atmosfera. C’è forse felicità più grande del digiunare per salvare il mondo dall’effetto serra?

  2. Emilio Ode

    Esatta analisi Complimenti!!
    Siamo una “espressione geografica”, sottomessa ai capricci di chi ci ha conquistato, ovvero altro che le multinazionali dell’energia! .
    Dopo la caduta dell’Impero Romano siamo diventati sudditi di chi passava.
    Senza cultura, senza eroi e senza mentalità da combattente. Non siamo diventati un popolo coeso almeno nell’orgoglio.
    I “padroni” sono cambiati nel tempo! Sudditi fummo, siamo e saremo. Abbiamo un solo primato: il più alto tasso di corruzione d’Europa!! Totalizziamo un 4,1 contro la virtuosa Danimarca che ha 9,5. e siamo 83esimi nel mondo, appena 0,1 punto sopra la Somalia.
    Rassegnatevi o emigrate.

  3. Marcello

    Se non ci fosse il rischio che qualcuno lo prenda sul serio, lo consiglierei a tutti per iniziare la giornata con una sana risata …

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