Il governo di internet
Che differenza c’è tra government e governance? Potremmo riscoprirlo nel prossimo dicembre, quando i rappresentanti dei paesi membri dell’International Telecommunication Union – l’agenzia ONU responsabile delle politiche ICT – si riuniranno a Dubai per rinegoziare, a un quarto di secolo dall’adozione, il trattato noto come International Telecommunication Regulations.
Se nel 1988 l’accordo pose le basi per una più completa integrazione dei servizi di telecomunicazioni nei diversi paesi e contribuì alla sorgente vena di liberalizzazioni nel settore, la sua ridiscussione porta oggi con sé il rischio di tradire quell’eredità preziosa. Allora la voce era l’unico servizio pensabile; oggi la commutazione di pacchetto rende le telecomunicazioni ubique e trasversali. Allora si trattava di sovrintendere l’operato dei monopolisti pubblici; oggi di disciplinare la concorrenza tra operatori diversi, innovativi e non riconducibili ad un profilo unico.
In questo clima, prosperano le prospettive neo-interventiste che mirano a sostituire, alla governance spontanea e diffusa che ha permesso la rigogliosa fioritura di internet, il controllo dall’alto dei governi. Non possono dunque sorprendere le proposte svelate con la diffusione (legittima, ma inattesa) dei documenti preparatori dell’incontro: si paventano – tra gli altri – interventi sulla terminazione del traffico internet, forme di regolamentazione dei contenuti, standard di comportamento in rete che – qualora trovassero effettivo accoglimento – inciderebbero profondamente sulla libertà d’espressione e sulla privacy degli utenti, ma soprattutto sul funzionamento e sull’equilibrio economico di internet.
Tali preoccupazioni sono al centro di un’utile riflessione dell’Associazione Ego, che suggerisce di ancorare il dibattito a quattro principi fondamentali: la necessità di privilegiare in sede di WCIT gli aspetti strategici rispetto questioni tecniche e normative; il dovere di non alterare il quadro competitivo e tutelare la certezza del diritto; la garanzia del modello multi-stakeholder; la preferibilità di un approccio moderato alla regolamentazione. Il rispetto di queste avvertenze potrà garantire che lo sviluppo di internet prosegua ordinatamente sui binari dell’organizzazione spontanea, invece di deragliare sotto la pressione del controllo politico.
Il pericolo tangibile – è appena il caso di precisarlo – non risiede tanto nel ruolo che le Nazioni Unite e le sue agenzie, organizzazioni sostanzialmente acefale, assumerebbero secondo lo schema in discussione; quanto piuttosto nell’eventualità che i paesi membri utilizzino il processo per giustificare giri di vite in ambito domestico. In questo senso, assumono una luce sinistra le manovre di nazioni come Cina e Russia, che nella trattativa per i nuovi ITRs non stanno lesinando gli sforzi.
Come hanno ricordato Adam Thierer e Jerry Brito, peraltro, appare miope ritenere che solo paesi con tendenze autoritarie possano farsi ingolosire dalla prospettiva di una rete domata: e le cronache europee e statunitensi degli ultimi mesi sono costellate di schegge della nascente democrazia cablata. WCIT rappresenta una seria minaccia alla libertà e all’indipendenza della rete: ma proposte altrettanto e più preoccupanti vengono alla luce quotidianamente nei nostri parlamenti. Pertanto sarà salutare tenere d’occhio Dubai tra qualche mese; ma solo a patto che non si perda di vista Montecitorio.
Una nota di geopolitica o equilibrio macroeconomico:Dubai sta diventando la nuova frontiera tra Occidente e Oriente.Per quanto riguarda internet si sa che le frontiere non esistono.
LE AZIENDE CHIUDONO, LA DISOCCUPAZIONE AUMENTA, LE MISURE PER LA RIPRESA VENGONO IGNORATE, GLI INTERESSI IMPOSTI DALLA BCE AUMENTANO A DISMISURA. I POLITICI INVECE DI DIFENDERCI FANNO SPUDORATAMENTE GLI INTERESSI DELLE BANCHE PRIVATE
2 luglio 2012
Egregio prof. Mario Monti,
dovrebbe sentirsi offeso per il bailamme adulatorio e scomposto dei soliti ipertrofici “pennidondolo” della carta stampata che La esaltano per una semplice proposta da Lei formulata in Europa che oltretutto ha portato a un nulla di fatto. Perché Lei è perfettamente a conoscenza del baratro verso cui stiamo precipitando per la perversa determinazione di impedire l’ utilizzo degli euro-bond e dei project-bond da parte di noti centri finanziari che temono la ripresa avendo da tempo programmato di distruggere l’ economia europea bloccando il credito alle aziende, creando disoccupazione, gettando le popolazioni nell’ incertezza del domani e nella miseria per poi comperare a prezzi di liquidazione le aziende attive e mettere le mani sui depositi aurei dei vari stati artatamente indebitati con la collaborazione degli assoldati delle varie nazioni, autentici traditori dei loro popoli.
Alcuni editorialisti, affetti da servilismo sublimato, in quanto la loro testata annovera fra i maggiori azionisti banche ed assicurazioni, si sono spinti al punto di definire l’ euro moneta democratica benché gravata d’ interessi imposti da privati, notoriamente costruita fuori degli stati da gruppi di potere finanziari che nessuno conosce e nessuno ha votato ed attualmente affidata alla gestione di fidelizzati alle strutture della grande finanza, imposti senza alcuna consultazione democratica a gestire questa moneta straniera a debito che ha devastato la vita e l’ economia del popolo greco, erode pesantemente le conquiste sociali della società spagnola ed incombe sulla testa di noi Italiani destinati alla stessa fine se non reagiamo con misure urgenti che ostacolino l’ avvitamento recessivo.
La invitiamo a dare prova di volere aiutare concretamente la ripresa italiana prendendo urgentemente provvedimenti fattibili ed a costo zero:
– arginare da subito la moria e il fallimento di piccole e medie aziende, che continua senza sosta privando il paese della ricchezza prodotta da questi virtuosi microcosmi, con il ricorso immediato alla liquidità inutilizzata e giacente presso la Cassa Deposito e Prestiti, per pagare quanto dovuto alle aziende creditrici dello stato. L’ immissione di liquidità farebbe riprendere e rilanciare le produzioni, assumere manodopera, attivare la domanda di beni innestando la ripresa;
– riformare a costo zero la funzione delle banche, imponendo loro di collocarsi in ruoli speculativi o in ruoli ordinari finalizzati a finanziare le piccole e medie aziende, tessuto portante del nostro paese. Le banche ordinarie debbono svolgere la funzione sociale di fornire crediti per lo sviluppo alle imprese e finanziare le famiglie;
– interrompere il predominio della Germania e della Francia che non hanno più diritti degli altri paesi europei ed affermare la democrazia convocando le nazioni aderenti a votare per approvare con le maggioranze legali decisioni ed interventi;
– denunciare i veri motivi per cui il presidente Angela Merkel prima ha lasciato affondare le Grecia ritardando i soccorsi finanziari, danneggiandoci direttamente per decine di miliardi ed oggi impone austerità. Non vi sono motivi nobili ma quelli disumani di calpestare la vita dei Greci per favorire spudoratamente gli interessi delle banche tedesche piene di titoli assicurativi che incassano i premi solo se alla Grecia si farà fare una brutta fine. La denuncia di questa aberrazione è avvenuta per bocca del coraggioso prof. Paolo Savona, che con giovanile vitalismo si batte per indicare soluzioni alternative per evitarci di entrare nel tunnel della recessione e del fallimento;
– far valere la Sua esperienza affinché la BCE non stampi moneta per prestarla all’ 1% alle banche che a loro volta la prestano agli Stati al 4 o 6 % ed alle aziende ed alle famiglie al 10-12% , ma diventi banca degli stati europei prestatore di ultima istanza per bloccare la recessione che sarà fatale sia per gli incolpevoli popoli europei che per l’ Italia già esposta alla rapacità di coloro che mirano, tramite questi vessatori ed impuniti giochi finanziari, a ridurci in miseria per acquistare a prezzi fallimentari le nostre aziende di cui Lei pare abbia già approntato un elenco apprezzato dai Tedeschi;
-approvare la legge che preveda la responsabilità diretta e personale dei pubblici amministratori per i danni procurati a chi vuole iniziare un’ attività che produca ricchezza ed occupazione, perseguitati da eccessive richieste certificatorie spesso pretestuose ed offensive perché inutili e demenziali, e per le ingiustificate lungaggini nelle risposte che al coperto dell’ impunità spesso sono frutto di indolenza e protervia. Tali comportamenti scoraggiano soprattutto gli investimenti di imprenditori stranieri che fuggono inorriditi dall’ Italia sapendo che i loro stati invece incoraggiano, agevolano e finanziano le imprese.
La responsabilità diretta dei pubblici amministratori non è problema secondario ma nodale che solo il governo tecnico può affrontare poiché la classe politica, essendo incapace di formulare regolamenti ed articolati, lascia alla libera fantasia dei Direttori dei vari distretti l’ emanazione di testi applicativi astrusi ed oppressivi.
Egregio prof. Mario Monti, oggi il confronto fra continenti rende sempre più necessaria la costruzione dell’ Unione Politica dell’ Europa affinchè si possano far valere i postulati della sua profonda civiltà dei diritti che pone l’ uomo al centro della storia e dell’ evoluzione. Questo postulato urge che sia applicato anche alla moneta, strumento per promuovere il progresso e la pacifica convivenza delle comunità e non arma per miserabili e subdole azioni espropriative contro altri popoli.
Nel Suo attuale percorso di condurre fuori dalla crisi l’ Italia distrutta da una classe politica incolta, corrotta ed inconcludente, Le auguriamo di immergersi nello spirito dei Padri Costituenti che hanno vergato la nostra Carta fondamentale e rivivere la determinazione di coloro che hanno riscattato il nostro paese dall’ abiezione fascista mettendosi in gioco e sacrificando la propria vita.
Metta a frutto per il bene comune del Suo paese, alla cui Costituzione è vincolato da un giuramento di fedeltà, la Sua esperienza acquisita presso la Trilaterale, il gruppo Bilderberg e la Goldman Sachs ed imponga scelte congrue per la salvifica ripresa che difenda non solo l’ Italia ma l’ Europa da scorribande predatorie di gruppi di potere finanziario di cui nessuno meglio di Lei conosce i volti e le intenzioni.
Distinti saluti
Francesco Miglino
segretario del partito internettiano