22
Set
2009

Il “garantismo” dell’Antitrust e’ come quello della Regina di Alice. “Tagliategli la testa!”

Immaginate un tribunale che vi condanna a maggio, spiegandovi perche’ a settembre. Non e’ l’ennesima storia di malagiustizia: e’ l’Antitrust europeo. Quando si parla di presunte violazioni degli articoli 81 e 82, la Commissione e’ pubblico ministero, giudice e giuria. Il primo grado di giudizio indipendente che le imprese possano incontrare e’ il Tribunale di prima istanza della UE: cioe’, uno viene giudicato da altri che i suoi accusatori soltanto in appello.
Che ci sia qualcosa che non va nel sistema, e’ noto non da oggi, e in una certa misura chiaro anche a Bruxelles. Negli anni si e’ tentato di aumentare la trasparenza, di rendere meglio conoscibili agli “indagati” i capi di accusa, di stimolare un confronto con le imprese anche prima di raggiungere un verdetto.
Il caso di Intel dimostra che ci sono ancora molti passi in avanti da fare. Ieri la Commissione ha prodotto il dettaglio della decisione: 518 pagine fitte, che ci perdonerete se non abbiamo ancora letto cover-to-cover. Qui la sintesi del Wall Street Journal, che fornisce una qualche idea del genere letterario.
Intel e’ accusata di accordi impropri con venditori di computer che “montano” i suoi microprocessori – e, soprattutto, di “vendette” illegittime, nel caso questi decidessero di differenziare “eccessivamente” i fornitori, ricorrendo in ampia misura anche al concorrente AMD.
Lasciamo perdere per una volta il tema piu’ ampio: se sia possibile avere o meno concorrenza in un mercato con due soli attori, se i prezzi dei microprocessori fossero cresciuti o diminuiti negli ultimi anni (sono diminuiti), se vi e’ stata o meno una grande innovazione tecnologica. Nella contestazione di Intel alla Commissione, c’e’ molto su cui riflettere. L’impresa americana accusa senza mezzi termini la Commissione di avere cominciato l’indagine avendo gia’ in tasca il verdetto, dice che le informazioni ficcanasate nel cestino dell’immondizia (e-mail che “proverebbero” un comportamento illegale) sono state messe fuori contesto e distorte, sostiene che la DG Comp avrebbe ignorato un’intervista da essa stessa condotta con un executive di Dell che avrebbe portato tutt’altra evidenza. E’ normale che l’accusato si difenda, e non potendolo fare in un’aula lo fa sui giornali.
Ma, su un piano piu’ generale, una cosa possiamo dirla: questo modo di esercitarsi nella “polizia della concorrenza”, fatto di un mix fra grandi proclami e azioni di intelligence, lede la reputazione e la credibilita’ della Commissione. Ben venga un pubblico ministero energetico e determinato: se poi si trova davanti una giuria e un giudice indipendenti. Se e’ lui stesso a dover certificare la bonta’ delle proprie tesi, la situazione e’ un po’ diversa. Piu’ sono le energie investite, piu’ continuera’ a darsi ragione. Bisognerebbe cambiare i processi. Solo che l’intenzione sicuramente non sfiora ne’ l’attuale Commissario Neelie Kroes, ne’ temo il suo probabile successore Christine Lagarde. Come dar loro torto, se sono convinte che un esercizio muscolare dell’Antitrust sia politicamente e mediaticamente premiante?

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3 Responses

  1. Luciano Pontiroli

    Sono gli stessi problemi che abbiamo in Italia, la nostra disciplina della concorrenza è ricalcata su quella dell’UE.
    Ma è il modello delle Autorità cosiddette indipendenti che deve essere ripensato: sono enti amministrativi ma possono imporre sanzioni rilevanti, controllabili solo ex post da un giudice – almeno in teoria, dato che si tratterà quasi sempre di un controllo formale.

  2. Luigi

    “Bisognerebbe cambiare i processi. Solo che l’intenzione sicuramente non sfiora ne’ l’attuale Commissario Neelie Kroes, ne’ temo il suo probabile successore Christine Lagarde”.

    spero l’ultima parte del post non sia vera. L’Antitrust e’ una delle due cariche europee (l’altra e’ il commissario al commercio estero) in cui i francesi non dovrebbero mai mettere piede, pena lo scadimento delle istituzioni europee al livello infimo della politica di grandeur dei transalpini. Della Kroes meglio tacere

  3. Piero

    in Italia con quello che stà succenendo nel passaggio del mercato televisivo al digitale in barba sfrontata ad ogni minima regola (chi conosce i dettagli sa di cosa parlo.. chi non li conosce pazienza) si può tranquillamente dire che le Autority Concorrenza e Comunicazione DI FATTO non esitono quasi più (solo quella dell’Energia mi sembra che litighi un pò sul Gas.. ma forse mi sbaglio)…
    i muscoli semiveri semiapparenti della Ue sono “meno peggio” del grasso floscio dell’Italia.. secondo me…

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