Il Fmi ha parlato, lo Stato non faccia l’indiano a spese nostre: venda!
Da Tempi
Oggi dal Fmi è venuta una frasetta che spiega perché contuinuo a tenere da settimane come primo post quello del suo arrivo in Italia. Da Washington hanno poi corretto, ma come certo sapete il direttore degli Affari Fiscali del Fondo, Carlo Cottarelli, aveva testualmente detto una grande verità: “l’Italia non può farcela da sola”. Partiamo da qui. Per spiegare che un modo ci sarebbe. Se qualcuno desse retta. Diversi lettori reagiscono alla proposta qui avanzata – bisogna abbattere il debito pubblico lavorando sugli stock e non sui flussi, perché gli avanzi primari a spesa pubblica pressoché intatta nella sua crescita inerziale non fanno altro che ammazzare il paese con pressione fiscale sempre più record – chiedendomi di documentare meglio le basi documentali sulle quali insisterebbe la proposta. Giusta osservazione. A maggior ragione visto che lunedì il Corriere della sera ci ha rivelato che sarebbe allo studio una proposta che dell’attivo pubblico farebbe tutt’altro utilizzo. Oggi per fortuna liquidata dal ministro Corrado Passera.
Partiamo dai numeri, dunque.
Segnatevi per cominciare questo indirizzo, dal portale del Tesoro, dove troverete gli estremi normativi e i criteri in base ai quali dal 2009 il ministero dell’Economia ha attivato una procedura di consultazione estesa ad oltre 9 mila soggetti diversi della Pubblica amministrazione centrale e periferica – novemila! – per compiere ogni anno una rilevazione sempre più accurata delle diverse componenti dell’attivo: crediti, immobili e terreni, concessioni, partecipazioni. E’ una ricognizione che affonda le sue radici e metodologie in proposte e criteri avanzate molti anni orsono da economisti come Gianfranco Imperatori e giuristi come Stefano Rodotà e Franco Bassanini, (gli interessati possono utilmente trovare i ragguagli più esaustivi a mia conoscenza nella corposa opera La finanza locale nello scenario globale, ed Gianfranco Imperatori onlus, 2010).
A questo indirizzo invece troverete l’ultimo rendiconto dei beni immobili censiti al 31 marzo 2011, poiché questa è la data in cui ogni anno gli oltre 9mila diversi soggetti pubblici dovrebbero inoltrare al Tesoro la ricognizione completa dei loro asset. Domanda: avviene? ma certo che no! Naturalmente, non avviene. Lo Stato è inflessibile quando siamo noi cittadini-contribuenti a non ottemperare alla legge. Ma ovviamente chiude gli occhi quando sono pezzi di Stato, a sottrarsi al rispetto della legge. Troverete dunque che a marzo 2011 era solo il 53% delle amministrazioni pubbliche ad aver risposto. Il che comunque ha consentito di censire oltre 530mila unità immobiliari, per una superficie complessiva di oltre 222 milioni di metri quadrati, e quasi 760mila terreni, pari a oltre 13 miliardi di metri quadrati. Nel documento si indica la metodologia attraverso la quale seguendo i criteri dell’OMI, l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia del Territorio, e dell’AGEA, Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, si giunga a una stima approssimativa tra i 239 e i 319 miliardi di euro per gli immobili, e fino a 49 miliardi per i terreni. Ripeto. Si tratta di una primissima valutazione relativa a poco più del 50% dell’intera PA.
Per una altrettanto primissima valutazione complessiva invece del totale dell’attivo, andate a quest’altro indirizzo e troverete un pdf denominato patrimonio pubblico, le 19 pagine di slides presentate da Edoardo Reviglio al seminario sullo stesso tema tenutosi al tesoro, il 30 settembre scorso. La stima è ancora del tutto conservativa e per difetto, come spiega correttamente l’autore, che su questo lavora indefessamenteda anni, ora presso la CdP. Il totale dell’attivo è stimato in 1815miliardi, dunque poco meno del debito pubblico italiano che ha superato la quota che trovate in costante aumento a destra in altro sotto la nostra testata.. Di quei 1815 miliardi, i cui valori oggi sono sicuramente diversi, 276 erano cassa disponibile, 240 crediti e anticipazioni attive, 78 intangibles in buona sostanza le concessioni, 132 partecipazioni, 420 immobili (la stima resta molto modesta, se arrivavamo a 320 per metà della PA sei mesi prima), 386 infrastrutture, 176 risorse naturali, 37 beni culturali, 70 beni mobili.
Ora i problemi, poi le soluzioni.
Il primo problema abbastanza scandaloso è l’arretratezza – a distanza di anni dalla legge – con cui lo Stato risponde all’obbligo di sapere che cosa ha in pancia. Per uno Stato oltretutto il cui rischio d’insolvenza è salito drasticamente negli ultimi 7 mesi, avere una cognizione tanto modesta di ciò che garantisce il proprio debito è assolutamente intollerabile. Per non parlare della cura inesistente, visto che tale patrimonio costa più di quanto rende ( è così per l’intero patrimonio immobiliare, a cominciare dal milione e mezzo di unità immobilliari in carico agli ex Iacp locali che non – ripeto: NON !- sono compresi in questa prima stima ma vanno oviamente aggiunti).
Il secondo problema è il valore “vero”, cioè di mercato. Ma la soluzione a questo c’è: lo deve calcolare chi è del mestiere, non lo Stato.
Che cosa farne? Diceva lunedì il Corriere che nel governo sarebbe matura l’idea di proporre uno scambio, trasferire dal Tesoro alla Cdp quote di controllo per una cinquantina di miliardi di euro, abbassare così di 3 punti di Pil il debito pubblico poiché gli esborsi di CdP non configurano in Eurostat debito pubblico, e col ricavato il Tesoro pagherebbe buona parte dei 70 miliardi di euro che lo Stato deve a imprese fornitrici, che stanno morendo strangolate visto che lo Stato non ti paga a discrezione sua, ma le tasse e i contributi li pretende con puntualità assoluta.
Sono contrarissimo. Primo perché a Eurostat ci sparerebbero addosso. La Cdp grazie all’apertura del suo capitale al 30% in mano alle fondazioni bancarie e con peso rilevante nella sua governance, figura per questo come soggetto di mercato nel quadro contabile europeo. Ma se si usa raccolta postale – una passività, cioè debito pubblico – per una partita di giro al Tesoro, allora l’operazione non è affatto di mercato. E’ oltretutto un regalo improprio alle fondazioni bancarie: penso all’ipotesi che il Tesoro giri a CdP non solo quote di partecipate, ma anche concessioni, magari a cominciare da quelle televisive. Infine, è un modo travestito – ma neanche troppo – per dire che del recinto pubblico in realtà non si cede un bel nulla. Né ora né mai. Sai che affare.
La proposta che ci convince è molto diversa. L’intero mattone di Stato, per cominciare cioè almeno 400 miliardi che sono circa 27 punti di Pil, va girato in dotazione patrimoniale a un fondo immobiliare chiuso costituito come veicolo di mercato, gestito tramite gara da privati, che lo valuteranno e lo cederanno nei tempi più adeguato al miglior realizzo. Che il più del patrimonio sia in capo alle Autonomie, e che in una certa percentuasle sia utilizzato dalle stesse amministrazuioni pubbliche, non – ripeto: NON – rappresenta probklema ostativo alla sua cesisone, quando è il rischio default che bisogna affarontare. Un simile fondo, anche se usa una leva finanziaria bassa cioè non superiore a 3, con tutti gli abbattimenti e le cautele del potrebbe emettere obbligazioni pari a una volta e mezzo almeno la stima iniziale del patrimonio, e concedere ai detentori di titoli pubblici italiani uno swap volontario col quale si inizierebbe da subito ad abbattere debito, con abbattimento progressivo per la quota totale di patrimonio negli anni necessari alla sua alienazione totale.
Ecco in che cosa consiste, la strada alternativa per la quale con le cessioni pubbliche abbattiamo il debito, e nel frattempo tagliamo però anche la spesa pubblica per un equilibrio di entrate a ben più basso livello di quello immaginato con la manovra triennale del governo Monti. Di mezzo, tra le due ipotesi, c’è la sopravvivenza economica dell’impresa e del lavoro italiani. Oltre a uno Stato molto più magro, e per questo – proprio per questo – costretto a diventare più efficiente.
Come non essere d’accordo dalla prima all’ultima parola? Sono uno studente di economia e più avanzo nel mio percorso accademico più mi rendo conto dell’inadeguatezza delle risposte date da tutti i nostri governanti, preoccupati solo non del breve ma del brevissimo periodo. Giannino quando faremo di più? quando faremo sentire la nostra voce, quando imporremo nuovi e diversi argomenti nel dibattito nazionale(che oramai è un’unica cantilena statalista), quando faremo sentire le persone rappresentate e orgogliose delle idee liberali? spero presto, ma c’è bisogno che persone come lei, preparatissime e in grado di richiamare attenzione mediatica, provino quantomeno ad organizzare un partito perchè non si può mica pensare di votare il pdl alle prossime elezioni(partito assolutamente conservatore e purtroppo ormai mi verrebbe da dire con le mani in pasta nelle attività statali). confido in lei,
andrea wollisch
Il discorso, tutto, fila talmente liscio da costernare:solo chi fosse in malafede (o con spessissime fette di salame ideologoco sugli occhi, cioè la stessa cosa) si potrebbe rifiutare di implementare una strategia di questo tipo. Perchè così tanta, troppa gente, si trincera in uno statalismo così miope? E poi molti hanno pure la faccia tosta di partecipare ai vaffa day e fesserie assortite alla grillo.
Non ci sono oramai alternative al massacro e alla svendita a prezzi di saldo del nostro paese e degli asset importanti… Per prima cosa riportare i concessionari al controllo pubblico… Le autorstrade sono state pafìgate da anni e l’incasso non deve andare a Benetton ma ai cittadini.
SOVRANITA’ MONETARIA:::::::::::::: ecco il grande peccato dell’Europa.. La distruzione della sovranità monetaria deve essere ristabilita oppure la BCE deve STAMPARE soldi…….
Parto dall’ultima frase..lo stato sempre più magro e proprio per questo costretto a diventare più efficente! Di oggi è l’affermazione che il Governo sta predisponendo misure per l’efficenza della P.A. che consistono in tempi di risposta determinati, nella possibilità del cittadino di ricorrere in caso di ritardi, ecc. Anni fa nel 1997 credo Bassanini ministro avviò una “riforma” della P.A. al grido il pubblico deve essere come il privato, ovvero responsabilità del singolo, controllo, efficienza e valutazione del merito: risultato? tanto per gradire vennero subilo istituiti i responsabili di funzioni e di servizio che si beccarono laute indennità oltre lo stipendio di cui ovviamente godono ancora e in maggior numero. Erano legate ai risultati? ma sarebbe da ridere con quel che si è visto e con la spesa aumentata a dismisura..non erano legate a nulla, aumenti come variabili indipendenti questo è il concetto. E’ fin troppo evidente che la P.A. come ogni burocrazia non si autoriforma ma si autotutela, che ogni privilegio, alte retribuzioni, carriere assicurate, crescono di numero nel tempo. Un esempio : l’Italia si sta fermando per la protesta degli autotrasportatori per il caro benzina, lo Stato non può rinunciare in questo momento (massimo inganno questo!) alle accise sui carburanti. Neanche si prende in considerazione la facile riduzione di spesa ottenibile riorganizzando ruoli e prebende di tutto il settore pubblico? La benzina costerebbe di meno e questo sarebbe un non piccolo contributo alla ripresa e.. alla pace sociale!
non posso che unirmi alla speranza e al
contempo all’incitazione di Andrea.
E nel dubbio mi sto rileggendo The road to Serfdom…
Anche un governo tecnico, dovrebbe avere una moderna umilta’ nel raccogliere suggerimenti e analisi di questo tipo. Il recupero dell’efficienza, nel caso di specie, relativo al censimento patrimoniale dello Stato, potrebbe essere preteso dai propri apparati, con la stessa moralistica boria con la quale si pretendono le gabelle. Questo a mio avviso porterebbe rusultati di sostanza oltre a quelli di facciata, come le liberalizzazioni di bottega. Ma sono anni che assistiamo ad uno strano fenomeno metafisico, chiunque varchi la soglia di Montecitorio, dimentica cio’che era e diventa cio’che non si vuole.
Sempre più convinto dalle argomentazioni esposte. Però come facciamo a passare dalla fase teorico/informativa all’azione ? Attendo segnali concreti.
Caro Dr. Giannino,
la sua esposizione, pur se un pò oscura nei dettagli tecnici per me che non sono un economista, riflette una concezione talmente liberale e talmente giusta ed opportuna che non sarà apprezzata da questo governo. La sua proposta così chiara e accettabile da noi cittadini non verrà presa in considerazione proprio per questo. Come scrive un altro suo lettore anche questi varcata la soglia diventano statalisti. Non si spiega altrimenti la ossessiva campagna mediatico-culturale contro l’evasione (giusta di per sé, ma dimenticando di denunciare l’eccessivo peso fiscale quale maggiore causa della stessa) di fronte al silenzio quasi totale sullo stato sprecone, inefficiente e spesso protervo che è la causa del debito e dei nostri guai e che ci mette le mani in tasca più di tutto il resto!. Tanto per fare un esempio le cito dei dati relativi non al tanto vituperato Sud, ma alla Toscana. La ASL 7 di Siena conta più impiegati amministrativi che medici, infermieri e tecnici messi insiem; coll’aggiunta che gli orari per il pubblico si limitano a una piccola finestra la mattina e non tutti i giorni; coll’altra aggiunta che si sprecano i dirigenti con lauti stipendi mensili per produrre il niente. Così anche l’Università della stessa città: più impiegati amministrativi che professori e ricercatori. Solo un piccolo accenno all’altro dei grandi problemi, quello della giustizia. E’ stato bloccato da un magistrato il concorso per il servizio civile, perché un pakistano non cittadino italiano era stato escluso dallo stesso, il cui bando per legge prescrive la cittadinanza italiana. La mi’ figliola nel fare la domanda ha dovuto rispettare le norme dello stesso, altrimente sarebbe stata giustamente esclusa. Mi chiedo come sia possibile che si impugni così ad libitum una legge dello stato. Quale garanzia ad un investitore straniero si può dare con una giustizia a “geometria variabile”?
Questo governo manifesta un silenzio quasi assordante su tutto questo. Per tassare è velocissimo e spende un sacco di parole; rendere più magro lo stato (quello “Stato canaglia” di Ostellino) non è nelle sue corde.
La sua proposta non verrà presa in considerazione. Dio voglia che mi sbagli
Condivido al 100% !
Mi unisco alla richiesta di altri lettori di passare dalla teoria all’azione: non è vero che i liberali in italia sono “4 gatti”, il problema è che manca una reale rappresentanza politica; siamo una grande moltitudine di delusi della proposta politica Forza Italia e PDL, partiti che hanno deviato dal percorso originale perdendo per strada personalità del calibro di Urbani e Martino per finire nelle mani di un manipolo di ex socialisti ed ex missini…. Dott Giannino, cosi’ come ha assunto un ruolo attivo nei recenti referendum, perchè non si fa promotere di una formazione politica autenticamente liberale alle prossime elezioni ? io credo che un risultato dell’8-10% potrebbe essere realisticamente raggiungibile, e sarebbe sufficiente per condizionare ed indirizzare una alleanza di governo sui temi economico-finanziari….
giusto caro Giannino, ma prima tagliare spesa. Diversamente è tutta aria fritta.
programma molto interessante ma:
creiamo un altro ente per la dismissione di questi beni immobili?ok,avanti con altri personaggi,stipendi,organigrammi etcetc.e vediamo chi andrebbe ad acquistare questi immobili,forse i soliti noti?
Chi avrà la forza di TAGLIARE cioè CHIUDERE enti inutili o fare sì che non ricevano più soldi/contributi dallo Stato (o dalle regioni o dalle province o dai comuni)?
A proposito,e dell’abolizione delle Regioni e delle Province non si parla più?
Chi avrà la forza di TAGLIARE cioè LASCIARE A CASA e NON METTERE IN PENSIONE una parte non indifferente del personale della PP.AA (e penso ad esempio alla folta schiera di sottufficiali,ufficiali colonnelli e e generali delle nostre FF.AA.ma anche all’esempio portato da MBB sull ASL 7 di Siena)?E non sto parlando di blocco del turn-over,che almeno è un passo avanti ma proprio di un insieme di provvedimenti mirati a tagliare personale che non è necessario.
Fisco: Befera,su baratro,colpa evasione
Direttore Entrate, per anni controlli non al centro attenzione
(ANSA) – ROMA, 25 GEN – ”Se l’Italia era sull’orlo del baratro dipende anche dai 120 miliardi di evasione annua. La lotta all’evasione e’ stata rafforzata recentemente ma per tanti anni non e’ stata al centro dell’attenzione”. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, aggiungendo che l’evasione e’ ”una piaga che condiziona la vita, economica e non solo, del nostro Paese”. Ma ”il consenso si sta modificando: anziche’ verso il furbo che evade ora e’ verso chi fa pagare i furbi”.
Caro Giannino, non crede che tutta questa enfasi sull’evasione serva per no agire sul versante della spesa?
E perchè mai dovremmo vendere l’immenso patrimonio pubblico quando possiamo salassare ulteriormente i cittadini attraverso una bella infornata di nuove gabelle?I nostri amati politicanti la pensano esattamente in questo modo e infatti guardate a cosa stanno pensando:
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=76659812
Altro che forconi,qui bisogna occupare direttamente il parlamento e fermare questi pazzi criminali….
@Massimo74
No, va be’, questi sono matti davvero. Ma davvero!! Completamente fuori di testa.
Io a questo punto lancio un pubblico appello alla rivoluzione, non mi interessano più nemmeno i metodi, bisogna toglierli tutti da lì prima che mettano in pratica questo folle piano di impoverimento collettivo.
Esiste un caso storico in cui i cittadini hanno pagato il debito pubblico di un paese, per di più in un periodo di recessione?
Resto sconvolto dalla lettura del documento e soprattutto dalle conclusioni:
“Lo stock del debito scenderebbe a 1.530 miliardi, il 97% del pil; gli interessi sul debito scenderebbero da 105 miliardi a 70 miliardi e si libererebbero tra i 40 e i 60 miliardi da destinare allo sviluppo.”
Come fanno a sapere quali possono essere gli interessi sul debito? L’Euro è una moneta costruita in modo che gli Stati si rivolgano al mercato per finanziarsi, non esiste alcuna certezza che il mercato conceda il finanziamento e a quale prezzo.
Una legnata del genere, ultima di una lunga serie che hanno preso ormai la forma di un prelievo forzoso di ricchezza privata per pagare il debito altrui, non può che essere profondamente recessiva. E’ la goccia che farà traboccare il vaso, perché sia ai cittadini che alle imprese NON CONVIENE PIU’ LAVORARE.
A fronte di ciò i mercati non concederanno più credito. Quindi gli interessi aumenteranno: in pratica i nostri denari verrano POLVERIZZATI.
“All`incontro era presente anche Edward Luttwak, esponente del centro per gli studi strategici internazionali dì Washington.
Secondo Luttwak, l`Italia non può far altro che affrontare di petto la questione del debito. Se non risolve il problema, il Paese si troverà davanti a due sole strade. La prima sarà ripudiare il suo debito e dunque diventare un Paese da terzo mondo, La seconda strada sarà continuare ad aumentare le tasse gettando l`economia in una lunga recessione.”
Consiglio al sig. Luttwak di occuparsi del debito e del deficit del SUO PAESE, CHE PESA BEN DI PIU’ SULL’ECONOMIA MONDIALE RISPETTO AL NOSTRO.
Sarei curioso di sapere chi ha pagato il Sig. Luttwak per essere lì a recitare la parte di un bue transgenico con mille corna che da del cornuto all’asino.
Perfetto, Giannino, perfetto.
Sanno i nostri con-sudditi che esistono Societa’ controllate dal Tesoro incaricate della vendita di una piccola parte del patrimonio immobiliare dello Stato o di Enti collegati, dotate di sontuosi uffici in quartieri prestigiosi di Roma ed analoghe succursali nelle maggiori citta’ italiane ove impiegati, segretarie, dirigenti e direttori NON si affannano per niente in tal compito anche perche’ una volta venduto lo stock di immobili in loro dotazione la loro Societa’ non avrebbe piu’ ragione di esistere e tantomeno i loro stipendi ?
Per quanto riguarda il 47% di Enti della PA che non dichiara i propri asset temo, come ho gia’ avuto modo di signiicarLe, che la ragione sia che se li sono gia’ impeganati (venduti ?) a fronte di finanziamenti da privati (Banche) per tirare avanti.
Questo Governo e’, da una parte, veramente “tecnico” in quanto usa le astuzie piu’ perfide del marketing e della pubblicita’ per tastare il terreno (lancia nello stagno molti sassolini per vedere le reazioni che suscitano) e poi applica in misura minima quello che pochi dei sassolini prevedono, in settori marginali, ma e’ dall’altra parte molto piu’ politico dei governi di estrazione politica in quanto non si limita all’azione nell’ambito definito e circoscritto connaturato con la sua ragione d’essere bensi’ persegue ed attua una particolare visione e progetto politico che ho cercato di illustrare sotto forma di fiaba nel post ‘2012: forse i Maia avevano previsto la fine dell’Italia, non del Mondo” che contiene la fiaba su RE’ GIORGIO e che vi invito a leggere e commentare nel blog ” Se Gesu’ fosse Tremonti…” disponibile, senza fini di lucro, nel web.
Dott. Giannino i segnali cominciano ad essere continui e consistenti. Rispolveri quello che del “politico” è rimasto in Lei e lo affianchi a quanto sino qui esposto, rediga un bel programma economico in contrapposizione a quello ragionieristico dei tecnici e cominciamo a far girare il documento per creare adesioni. All’economia farà seguire tutto il resto i.e. riforma fiscale. riforma istituzionale, riforma della giustizia and so on. Con tutti i Suoi conattti di routine non credo Le sarà difficile organizzare un gruppo di lavoro di competenza adeguata che oltre alla capacità tecnica unisca il necessario entusiasmo che una simile iniziativa richiede. Utilizzeremo internet e non solo, iniziamo a promuovere incontri a livello provinciale nelle varie regioni ed organizziamoci per la primavera/estate del 2013 ! Strumento e comunicazione la decideremo in un secondo tempo. Saremo molti di più di quanto Lei possa immaginare tra i liberali/liberisti convinti ed i delusi del PDL. Muoviamoci perchè la situazione è matura. Attendiamo fiduciosi un segnale. A presto (spero!)
Finalmente una proposta chiara , percorribile e credibile,per molti aspetti analoga a quella di MilanoFinanza.Le soluzioni tecniche ,se si vuole, ci sono e si possono trovare.Purtroppo l’impressione,come già evidenziato anche da altri commenti,è che si continui sui vecchi percorsi che portano verso il nulla.
Si effettivamente al convegno di domani 26/1 Milano Finanza presenterà la propria proposta di Fondo taglia debito, che a prima vista sembra molto vicina a questa del Dott Giannino…
A proposito della necessità di spostare il focus dalle entrate (tasse ai cittadini) alle uscite (sprechi del pubblico) segnalo questo interessante contributo di Enrico Zanetti :
http://www.italiafutura.it/dettaglio/112718/unagenzia_delle_uscite_contro_sprechi_e_corruzione
x italiafutura : contestare un danno erariale e rendere l’azione parzialmente esecutiva in pendenza di giudizio provocherebbe solo ed unicamente la paralisi di fatto del sistema poichè nella norma tutti gli operatori pubblici manterebbero un atteggiamento particolarmente conservativo nell’espletamento della propria attività e quindi, come detto, la paralisi del sistema. Prima di fare questo bisognerebbe riformare il quadro normativo con una semplificazione e riduzione delle regole/disposizioni. Praticamente impossibile ! Non si può e non si deve avallare la regola secondo la quale lo stato chiede un “acconto” della presunta violazione anche se non dovuta. La questione credo vada risolta riducendo drasticamente i tempi del giudizio e chiedere il dovuto a fronte di colpa certa ed accertata.
Usciamo dall’equivoco che lo statalismo sia necessariamente di sinistra. Se uno si prendesse la briga di leggere il saggio Storia economica e sociale del mondo ellenistico di Michael Rostovtzeff apprenderebbe che il regno tolemaico in Egitto era una perfetta macchina statalista e burocratica, ma non credo che questo possa essere imputato a Marx. Una sinistra che volesse tasferire risorse allo sviluppo (quindi al lavoro) e ai presidi dello stato sociale dovrebbe essere interessato ad alleggerire la burocrazia inutile (che si alimenta di eccesso di regolazioni). Vendere le proprietà dello stato inutilizzate non basta, è una misura spot. Bisogna smettere di fare bandi di 200.000 euro che impegnano quattro persone per tre mesi per seguire rendiconti perfettamente corretti ma economicamente irrilevanti. Tanto in Calabria delle regole se ne fottono lo stesso.
Sono perfettamente d’accordo soprattutto se nel contempo si taglia la spesa!
@carlo
non crede che sia ingiusto che molte persone [ad esempio i lavoratori dipendenti] vengano strangolati dall’eccessiva pressione fiscale, mentre altri evadono comodamente le tasse andando in vacanza a Cortina?
Essere liberali significa anche far rispettare le regole e chi le vìola, come gli evasori, vanno puniti.
Una volta puniti si dovrebbero usare le risorse ottenute per abbassare le tasse.
Complimenti per il suo intervento nella trasmissione di ieri notte a canale 5.Impeccabile.L’ultimo riferimento ai doveri esclusivi ed insostituibili della politica è stato magistrale.Dell’impiego di intelligenze come la sua ci sarebbe bisogno,non di pallidi fantasmi dalla parola insipida.
Concordo pienamente con la proposta di risanamento dei conti attraverso la vendita di asset immobiliari e non, purché sia una vendita reale e non una svendita in cui le solite cricche di furbi si infiltrano per farci speculazioni; ma la cosa più importante, come ricordato da alcuni interventi, è che tutto si faccia dopo un draconiano taglio della spesa parassitaria che nonostante tutto continua a rubare risorse dalle casse dello stato, a partire dalle corruttele e tangenti che pesano su ogni appalto o fornitura pubblica fino agli stipendi regalati a persone che non fanno nulla in enti inutili e non !!
io sono solo un piccolo imprenditore , e forse nel definirmi piccolo sono gia ottimista, ormai . credo, che ci sia poco da fare , l’ottusita’ della macchina burocratica sfiora l’idiozia , penso che sia tempo di prepararsi alla ricostruzione di uno stato civile , adesso con torto o con ragione, tutti i discorsi vanno a cozzare contro il pachiderma stolto che e’ il nostro stato .
Io non capisco come faccia OG a credere che un governo di burocrati , professori universitari , magistrati contabili ecc.. ecc.. abbia in mente di snellire , ridurre lo STATO , cioè la mucca dalle cui mammelle tutta la classe attualmente al governo trae un latte molto ricco per se e per le proprie famiglie ( l’esempio di Martone è illuninante ). Smettiamola di illudere la gente.
Se qualcuno spera che questo paese si riformi da solo è un illuso.
Qui è in atto un guerra civile mascherata da democrazia.
Da un lato una massa informe di dipendenti pubblici, politici di professione, grandi industriali, appaltatori di partito, raccomandati e posizioni di rendita varie, con tutti i relativi familiari.
Dall’altro, alcune milioni di partite iva da spremere per mantenere il costo dei primi. Questi difenderanno con ogni mezzo le loro posizioni, anche perchè detengono potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Non esiste nessuna possibilità di condizionarli con movimenti d’opinione, manifestazioni, in gioco c’è la loro sopravvivenza.
Due possibilità:
1)Espatriare per rimettersi in gioco in un paese dove la libertà di impresa non sia solo una bella frase.
Tanto ce l’abbiamo fatta senza raccomandazioni, da soli, in Italia. Figuriamoci in un paese civile.
2)Fare la rivoluzione, dando 5-6 anni di giacobinismo a questo paese impossibile da guarire con le mezze misure. A voi la scelta di chi oggi rappresenta i nobili, il clero e il terzo stato.
Sia come sia se volete vivere da uomini liberi e non da schiavi di questa tirannia, non sarà a costo zero.
Per quanto riguardo l’agenzia delle entrate ed equitalia, per me non sono altro che lo sceriffo di Nottingham e quando questi “servitori dello stato”, da vecchi, penseranno a quante vite hanno distrutto nella loro brillante carriera, se riusciranno a narcotizzare la propria coscienza, dovranno comunque risponderne a Dio se hanno agito sapendo quello che stavano facendo.
@ilsensocritico
Ancora con questa cazzata di Cortina?Ma dove stà scritto che quelli di Cortina erano evasori?C’è forse già stata una sentenza di condanna definitiva?E se poi i tribunali stabilissero che invece non c’è stata alcuna evasione?Lo sai o no che le sentenze nel 60% dei casi sono a favore del contribuente e non del fisco? (nonostante i giudici tributari siano tutt’altro che soggetti terzi ma sono di fatto parte concomitante dell’amministrazione tributaria).
Perfetto Giannnino. Trovi qualche decisore disponibile (non ne vedo molti), o si impegni assieme ai tanti che le daranno supporto (IO CI SONO!!). Ma, al contempo, strangoliamo la parte parassita dello stato (almeno il 30%!!, magistratura e sindacati compresi!!) e steriminiamo le varie camorre, ‘dranghete e mafie. Altrimenti è creare illusione e reiterare opportunità di ricrearsi e proliferarsi
Salve
Sono d’accordo con lei sulla strategia per abbattere il nostro debito pubblico, solo che, non conviene alle banche e non conviene ai costruttori, in quanto ci troviamo difronte ad una offerta nettamente superiore alla domanda, dove i valori di mercato sono artificiosamente alti. Visto che nel decreto delle liberalizzazioni si è messa una leggina a favore dei costruttori (Possibilità dei sindaci di non far pagare Imu o a tassi ridottisimi) prevedo che tutto il suo ragionamento rimanga una bellissima teoria…… a meno che non piazziamo l’immobiliare di stato a vendere tutti questi immobili a quei soggetti che si vogliono disfare dei nostri Bot e Cct, naturalmente al prezzo di Mercato!!! (Sia degli immobili da una parte…. sia dei Titoli dall’altra)…..Un grande riacquisto delle nostre obbligazioni sul mercato pagate esclusivamente con immobili. Non so se giuridicamente sia possibile chiedere di essere pagati esclusivamente con Titoli dello Stato….. però si avrebbe un duplice effetto, per chi non ha Titoli ma contante, sarebbe costretto ad acquistarli sul mercato aiutandone la valutazione (anche se per un breve lasso di tempo), chi invece li ha e se ne vuole disfare (quindi preme sul mercato per la vendita contribuendo alla valutazione in discesa), acquistando gli immobili, contribuisce a toglierli dal mercato (quindi meno spinta alla vendita)…. altri presi dal pensiero di fare un buon affare comprerebbero titoli per poterli spendere rapidamente per l’acquisto (spinta positiva) ….. se si innesca un trend positivo con il gioco delle aspettative molti operatori ne approfitterebbero dal lato esclusivamente finanziario….. una folle teoria?!
Saluti
Mario
Premetto che sono d’accordo sul fatto che per abbattere il debito NON basti agire sui flussi, e concordo pure che la soluzione più facile sia quella di vendere gli stock.
Come però anche lei, Doot. Giannino, spesso dice, non possiamo fare un unico fascio di tante cose diverse; se gli inglese hanno potuto (per esempio) adottare con successo questa strategia, sono molto dubbioso su cosa accadrebbe in Italia percorrendo questa via.
La prima proiezione che mi verrebbe, sarebbe quella in cui tutti i beni dismessi finirebbero, nella migliore delle ipotesi, nelle mani di amici degli amici (ovvero gli unici che possono ricorre al credito), oppure direttamente nelle tasche delle organizzazionui malavitose (gli unici che oggi dispongono di vera liquidità).
Cosa ne pensa ?
Sottoscrivo. Il parlamento fa le leggi e decide se abbattere o meno il debito pubblico attraverso cessioni. Il problema è che non vedo una rappresentanza politica che si sia presa questo impegno. Occorre trovarne/costruirne una.
Caro Giannino, come facciamo?
la cosa importante è vendere. nulla vieta che potresti esser tu il compratore, in barba ai furbetti.
il Beato Giovanni Paolo II si esprimeva così:
“Intervenendo direttamente e deresponsabilizzando la società, lo Stato assistenziale provoca la perdita di energie umane e l’aumento esagerato degli apparati pubblici… con enorme crescita delle spese”.
Oscar, seguo con grande interesse quotidianamente la tua trasmissione “nove in punto”. Stimo in particolar modo la tua professionalità, la tua competenza, la tua lucidità e libertà di pensiero. La tesi da te esposta sulla dismissione dello stock pubblico, abbattimento del debito e riduzione della spesa pubblica è l’ennesima posizione che può solo essere condivisa. Questo paese avrebbe bisogno di molti più Oscar Giannino, soprattutto in posizioni di rilievo in ambito pubblico, governativo e politico (al posto degli attuali vergognosi politici). Grazie e continua sempre cosí. Renato Amato