Il conflitto di interessi, le leggi ad personam e il lodo Al…
Trovo del tutto inaccettabile che un importante uomo politico utilizzi il suo potere per promuovere leggi da cui lui stesso, innanzitutto, potrà trarre vantaggio. Credo sia un segno di profonda inciviltà il fatto che quest’uomo, approfittando della sua influenza sui media, riesca a sollevare una cortina fumogena che impedisce di distinguerne le reali intenzioni, riuscendo così a trasformarsi – agli occhi del popolo bue – nella vittima di un complotto ordito ai suoi danni dai poteri forti. Per tutte queste ragioni, penso che sia assolutamente inderogabile un colpo di reni da parte della società civile, da parte di tutti i cittadini liberi, per dire “basta” a questa inammissibile confusione tra politica e affari.
Naturalmente, mi riferisco ad Al Gore, già vicepresidente degli Stati Uniti, oggi influente membro del Senato e premio Nobel per la Pace. Con un po’ di perfidia, Randal O’Toole attribuisce a Gore la responsabilità della scelta della Apple (di cui è membro del board) di abbandonare la Camera di commercio americana. Oggetto del contendere è una distanza incolmabile nelle rispettive visioni sulle politiche ambientali (qui quella di Apple, qui la Camera di commercio) che non investe, però, come hanno erroneamente sostenuto gli osservatori più ingenui, la necessità o meno di adottare politiche di riduzione delle emissioni. Su questo sono tutti d’accordo (se siano sinceri, non lo so e poco mi interessa). La questione è diversa e assai più tecnica. Come dice Randal, la pietra dello scandalo – agli occhi del gruppo di Steve Jobs – è che
The Chamber supports legislation that cost-effectively reduces greenhouse gas emissions, but opposes the cap-and-trade bill because it would cost Americans a lot of money without significantly reducing emissions.
La questione, insomma, non è se, ma come ridurre le emissioni. E qui torniamo ad Al Gore. E’ quanto meno sospetto che l’autore di Una scomoda verità sia religiosamente convinto dell’urgenza di “fare qualcosa”, ma ancora più fideisticamente attaccato alla proposta di un mercato delle quote di emissione, nonostante i suoi innumerevoli difetti che pure noi dell’IBL abbiamo evidenziato. Ora, sarà un caso – lo dico senza malizia – che Gore abbia enormi interessi nel settore, e che la sua Generation Investment valga una vagonata di quattrini se il cap & trade passerà, zero in caso contrario?
Naturalmente, si potrebbe obiettare che Gore non sta promuovendo il mercato delle emissioni in vista di un profitto concreto, semmai il contrario: sta mettendo i soldi dove ha la bocca. Molto onestamente, non mi convince: se così fosse, investirebbe nelle fonti rinnovabili e nelle tecnologie carbon free a prescindere dagli incentivi, mentre fa esattamente il contrario. Anzi, come è stato dimostrato, lo stile di vita di Gore è tutt’altro che carbon-free. Non è mia intenzione questionare questa scelta, che oltre tutto condivido, né ironizzare sulla sua ipocrisia. Intendo solo dire che, evidentemente, Gore non è insensibile alle motivazioni che muovono pure noi acidi, noi egoisti, noi umani.
Torno, però, alla questione iniziale. E’ accettabile che un uomo, il quale ha evidenti interessi materiali (legittimi, ma materiali) sia il volto pubblico di una campagna a favore di una politica costosa? Ed è tollerabile che egli non perda occasione di accusare gli altri di essere strumenti della bieca reazione in agguato, quando lui stesso si colloca sullo stesso piano? Perché gli interessi di Gore devono essere ignorati, o comunque tollerati, mentre quelli di altri stakeholder non possono esserlo? E, soprattutto, perché quasi nessuno nel nostro paese si accorge che il piano climatico di Obama, se mai passerà, è una legge ad personam (o, meglio, ad personas: a strizzare la mammella pubblica non c’è mica solo l’ex vicepresidente) come tante altre?
Insomma: perché nessuno si scandalizza per il lodo Algore?
beh , evidentemente gore e’ convinto che cio che ve bene per lui va bene anche per l’america …. poi secondo me non e’ che gore sia tutto questo paladino dell’ambiente senza macchia e senza paura … da ecologista , inisto che abbiamo bisogno di fatti e non di eroi ; nel momento in cui gore diventa un impiccio per la tutela ambientale , se ne fara ‘ a meno .
pensiero laterale:
ma lo sai che qui da noi i Lodi non son 2 (Alfano+Mondadori) ma 3 ?
c’è pure il Lodo Bernardo inserito nel decreto anti crisi.. annullerà un bel pò di annullamenti di processi della Corte dei Conti x furti vari nella P.A. soprattutto locale (fonte Italia Oggi !!!)
Bell’articolo, ma al mitico Carlo Stagnaro risponde indirirettamente il granitico Federico Rampini:
http://rampini.blogautore.repubblica.it/2009/10/08/quando-la-corte-suprema-non-ci-piace/
Chapeau!