6
Giu
2011
Il buco nell’acqua / 21
Splendida pagina sul sito di Legambiente, che pone tutti i problemi nel modo corretto e addirittura enfatizza quello che pochi hanno il coraggio di dire, ossia che “l’acqua costa mediamente poco”. Mi permetto però di segnalare un refuso – escludo, naturalmente, si tratti di paraculismo politico – perché, poste tutte le premesse giuste, Legambiente invita a “votare due sì”. La versione corretta : “NON votare due sì”.
Volevo segnalare quest’altra perla del grande scienziato Mario Tozzi, il quale arriva alla stessa conclusione (votare si), partendo dallo stesso presupposto (l’acqua costa poco) ma facendo il ragionamento opposto.
In pratica dice che l’acqua al l’utente costa già pochissimo, come potrebbe costare di meno?
Perdiamo un terzo dell’acqua nel trasporto? Cosa importa tanto in gran parte ritorna in falda (e dunque agli acquedotti).
Ma quanto cretino è Tozzi?
Legambiente è solo in malafede.
credo che di privatizzazioni “all’italiana” ne abbiamo viste anche troppe,altro non sono state che passaggi da monopoli pubblici a monopoli privati e l’unico soggetto che se ne è avvantaggiato è stato solo il monopolista privato che ha acquisito una bellissima rendita di posizione…le autostrade sono state acquistate dai benetton a debito e il debito è stato scaricato interamente sulle autostrade;stesso discorso per la telecom alla quale paghiamo un canone anche se non la utilizziamo;nelle realtà italiane (aprilia,arezzo…) dove le multinazionali hanno assunto il controllo della gestione delle acque le bollette sono aumentate mediamente del 1300%…nessuna azienda privata incentiverà mai un minore consumo di acqua in quanto significherebbe un minor fatturato…e tutte,essendo in monopolio,aumenteranno i prezzi..
@carlo
Concordo in pieno con la sua osservazione. Molti parlano a sproposito, dimenticando quello che è avvenuto in passato quando hanno privatizzato altri servizi. Il privato investe solo dove vede un suo interesse personale. In un sitstema di monolpolio privato il consumatore se vuole continuare a bere, lo deve fare al costo imposto dal monopolista. L’esperienza delle privatizzazioni italiane non insegna niente a nessuno soprattutto in un paese dove la mancanza di memoria è cronica.
Una domanda: c’è qualcuno in grrado di spieare questa storia del 7% di profitto garantito?
Ho cercato per un po su questo sito ma non ho trovato nulla di chiaro in merito.
Grazie
Il 7 per cento non è il profitto, ma il saggio di remunerazione sui capitali investiti. Personalmente credo che sia assurdo remunerare tutti gli investimenti allo stesso tasso: in alcuni casi sarà troppo alto, in altri troppo bassi. La determinazione del 7 per cento risale al 1996, quando l’allora ministro dei lavori pubblici, Antonio Di Pietro, volle e difese il “metodo normalizzato” (http://www.ato5acqua.toscana.it/public/DM01.08.96.pdf) per la determinazione delle tariffe. Il secondo quesito NON ELIMINA la remunerazione del capitale – che, a me pare, resta in vigore – ma semplicemente (se passasse) eliminerebbe l’obbligo di ribaltarlo in tariffa (lasciando dunque la scelta se reperire le risorse attraverso la finanza pubblica locale). A questo proposito, la Conviri ci ricorda che il tasso di realizzazione degli investimenti è circa doppio, quando interamente coperti dal cash flow tariffario, rispetto al caso in cui il finanziamento sia garantito da contributi pubblici.
http://biotecnologiebastabugie.blogspot.com/2011/06/referendum-acqua-pubblica-nucleare-ogm.html
Quel che pensiamo noi. Quel che faremo noi.
@carlo
vorrei sapere dove hai preso il dato del 1300% e a quali anni fai riferimento, cioè quale anno hai preso come 100 e in quale si è arrivati a 1400.
Anche sull’acqua come sugli altri servizi pubblici si continua a un grosso imbroglio : l’acqua costa poco perchè cambiare ? Ma possibile che nessuno si rende conto che quello che i consumatori vedono non è il ” Costo ” ma il ” Prezzo ” addebitato in bolletta. Ci dovremmo chiedere quale sarebbe il prezzo vero se l’azienda venisse amministrata correttamente facendo i necessari interventi di manutenzione e i necessari investimenti per migliorare il servizio.Sappiamo che una percentuale notevole dell’acqua fuoriesce dalle tubazioni e va dispersa . E bisognerebbe sapere quanto parte dei mancati ricavi e quindi dei passivi di bilancio viene pagata dalla fiscalità generale e cioè da noi contribuenti aumentando il carico fiscale generale e aumentando il debito pubblico. La verità è che siamo alle solite : gli italiani preferiscono i carrozzoni pubblici sognando di entrarci come dipendenti per guadagnare bene, lavorare il meno possibile e restarci tutta la vita senza problemi preparando il ” posto ” per i figli e i nipoti.
@Bestia Bugblatta
http://www.youtube.com/watch?v=0KJixvK0CDE&feature=player_embedded#at=512
è stato ripreso da questa puntata di report,ma la memoria mi ha ingannato,la gabanelli cita un 1200%…comunque all’interno del servizio si parla di aumenti fino al 3300%…
da due risposte in altro blog
la prima era per chi trovava normale che un liberale votasse due no per i quesiti sull’acqua.
autocit:
l’importante è che voti ma per chi si dice liberale o liberista fa specie che si vogliano diffondere monopoli, se l’acqua rimarrà pubblica il suo trasporto diventerebbe monopolio, non si tratta a esempio di trasporti pubblici dove si potrebbero mettere in concorrenza anche privati, ribadisco, MONOPOLIO, la preda più ambita dai sedicenti liberisti che non vogliono avere concorrenti.
——–
la seconda.
autocit:
su La7 Margherita Hack parla bene di futuro e nucleare e di ogm pure, non deve aver fatto studi di genetica altrimenti saprebbe che le radiazioni entrano in gioco per la stessa evoluzione e alterandole si affiderebbe a pazzoidi la vita sul pianeta e se le scorie hanno bisogno di migliaia di anni per non danneggiare più alcuno, le mutazioni genetiche si trasmettono alle generazioni future per sempre!
e guardando le stelle non deve essersi accorta della forza giapponese e di quanto diventi risibile il vetero nucleare.
e a proposito di ogm e dell’industria che riesce a vendere a contadini diventati industriali piante uguali che non sanno riprodursi!!
alcune piante hanno il genere maschile e femminile, quando una pianta di genere femminile non è fecondata produce un unico seme, perché?
perché in Natura l’evoluzione e la salute delle specie si fondano sulla diversità e quella pianta da sola non è in grado di produrre piante figlie differenti ma tutte uguali a sé stessa, se piante figlie uguali si diffondessero toglierebbero spazio alla diversità con grave danno per l’intera specie.
Conoscenza è Liberazione
universale
CèL
http://issuu.com/radioluogocomune/docs/lgm_numero_4?mode=a_p
Dott. Stagnaro, le segnalo questo articolo, in cui si fa riferimento alla situazione della Bolivia che lei enunciava nel suo articolo apparso qualche giorno fa sul Foglio, e che mi ha spinto ad informarmi in maniera più approfondita sui quesiti referendari (e a rendermi conto che molte persone non sanno neanche che i quesiti siano 4!!). Bene, come stanno veramente le cose? e sulla questione di AcquaLatina?
Grazie
@carlo
Se dici che le bollette sono aumentate mediamente del 1300% è molto diverso dal dire che una bolletta è aumentata del 3300%. Nel primo caso si deduce che il costo medio dell’acqua è aumentato del 1300%, mentre nel secondo caso potrebbe essere che parte dell’aumento sia dovuto a un maggior consumo e non solo all’aumento della tariffa. Mi dispiace, ma se non vedo i dati reali non credo che le tariffe possano essere aumentate di un fattore 14 i poco tempo, mentre posso credere che una famiglia abbia pagato in epoche differenti due bollette, una 34 volte più cara dell’atra (magari in un trimestre sono stati due mesi in vacanza).
Report non è sempre affidabile, vedere i servizi su OGM, additivi alimentari, nucleare ad altri.