Hazlitt. Capitolo 24 – La lezione riesposta
Hazlitt conclude il suo libro con una riflessione sulla ricerca della verità in economia. La sua tesi è che all’interno di questa scienza sociale è fondamentale il metodo deduttivo: partendo da assiomi certi e sviluppandoli con il rigore proprio della logica, l’economia può servire a “irradiare la verità”.
D’altra parte, quanti promuovono tesi che sono in contrasto con i principi basilari dell’economia sono sufficientemente avveduti da non sviluppare fino in fondo il loro ragionamento, portandolo a conclusioni manifestamente assurde. Il buon economista deve allora usare il rigore concettuale per mostrare ciò che discende da talune (sbagliate) premesse, aiutando a smascherare i sofismi dei cattivi economisti.
Nel suo opporsi al dirigismo statale, Hazlitt sottolinea che è giusto provare simpatia per quanti – esclusi dal mercato – si trovano in situazioni disagiate e vanno certamente aiutati. Tuttavia la regolazione pubblica volta a correggere i meccanismi produttivi ha finito per proteggere taluni gruppi a scapito di altri, causando più problemi di quelli che intende risolvere. In varie circostante, per giunta, l’intervento pubblico finisce per togliere opportunità proprio a quanti intenderebbe favorire. Quando poi proviamo a considerare la prospettiva complessiva, tenendo in considerazione produttori e consumatori, ci rendiamo facilmente conto di quanto le logiche della pianificazione e della programmazione siano indifendibili.
Lo scopo dell’economia, ricorda ancora una volta Hazlitt, consiste d’altra parte nel considerare i problemi nel loro complesso – considerando i gruppi particolari e la società nel suo insieme, il breve periodo e il lungo periodo – ed evitando in tal modo le trappole di una cattiva scienza economica, spesso al servizio della demagogia.
Come al solito asserzioni prive di ogni e qualsiasi riscontro fattuale o statistico. Questa non è economia. E nemmeno filosofia. E’ quella cosa priva di basie di concretezza, quella cosa di cui a Napoli dicono “Chist’è filosofia” proprio per indicarne le basi vacue e inoncludenti. Ovvero chiacchiere e solo chiacchiere senza fatti.
@lionello ruggieri
In realtà queste esposte da Hazlitt qui sono tesi tipicamente misesiane, provenienti da “Human Action” e fondate su un ripensamento epistemologico delle scienze sociali. Parlare di mancanza di riscontri statistici significa non aver compreso l’argomento. Meglio leggersi il libro, direi, prima di sparare giudizi a vanvera