Hazlitt. Capitolo 18 – La legge sul salario minimo
Salari e prezzi sono governati dagli stessi principi, ma il fatto che vengano chiamati con due nomi diversi li associa a suggestioni sentimentali e politiche che impediscono di coglierne l’interdipendenza.
Anche per quanto riguarda la legge sul salario minimo i danni superano i vantaggi. Si ignora, infatti, che i salari pagati nell’industria X, che si ritengono troppo bassi, potrebbero però essere anche i migliori possibili, dato che diversamente i lavoratori si sarebbero già spostati verso un’altra occupazione.
Se dunque una decisione politica impone salari minimi, può succedere che l’industria X non riesca a sopravvivere e che i suoi operai siano costretti a lavorare in posti che prima giudicavano peggio retribuiti. Per giunta, la concorrenza tra lavoratori per assicurarsi tali posti fa poi ulteriormente diminuire il salario offerto.
A giudizio di Hazlitt, la legge sul salario minimo non fa che aumentare la disoccupazione, aggiungendo un nuovo problema a quello che si cerca di risolvere. Il principio fondamentale che viene dimenticato è che è impossibile distribuire più ricchezza di quanta se ne produca, così come non si può continuare a pagare il lavoro più di quanto non consenta la sua produttività. L’autore spiega pure come gli stessi sussidi di disoccupazione impoveriscano tanto il lavoratore quanto la società nel suo insieme.
Le leggi emanate da governi e parlamenti sono dunque il peggior strumento per aumentare i salari, mentre il modo migliore consiste nell’accrescere la produttività.
Devo dire che le sue intuizioni sono talmente basilari e ben esposte che non si può che essere d’accordo. Purtroppo spesso proprio questa semplicità sembra difficile da spiegare alla maggioranza delle persone che tutti i giorni chiedono più intervento pubblico nell’economia.
si ok aumentare la produttività.ma come?
a scapito delle conquiste ottenute nell ultimo secolo dai lavoratori?
lei dice:”non si puo distribuire piu ricchezza di quanta se ne produce” ok…ma come è possibile che da una parte si taglino i salari e dall’altra i profitti invece rimangano sempre belli grassi fra bonus stipendi inumani cedole ecc
saggio di profitto?
saluti
L’effetto non sarà solamente quello di aumentare la disoccupazione, ma anche sugli occupati ci saranno conseguenze, ossia se dovranno essere aumentati i salari minimi (che secondo i soliti buonisti è cosa buona e giusta, tanto pagano gli altri), dovendo le aziente farlo a saldi invariati (come dice il buon Monti per i suoi conti), evidentemente dove andranno a recuperare questo disavanzo? Non tra i quadri o i dirigenti, categorie che normalmente sono in grado di farsi sentire essendo direttamente a contatto con la proprietà, ma tra gli impiegati medi, che si troveranno costretti a vedere ridotti i propri salari, essendo questi normalmente sopra i livelli minimi. L’effetto sarà né più né meno quello di un appiattimento dei salari verso il basso. Con buona pace dei buonisti.