29
Gen
2012

Hazlitt. Capitolo 16 – La “stabilizzazione dei prezzi”

Nonostante l’esperienza continui a dimostrare quanto sia fallimentare il controllo dei prezzi – e Hazlitt non manca di offrire esempi storici al riguardo – i regolatori statali continuano a ritenere necessario un intervento pubblico volto a stabilizzare l’economia. A loro giudizio, .la libera concorrenza è radicalmente sbagliata, in quanto è guidata dalla “cieca” legge della domanda e dell’offerta. In realtà, tutto viene realizzato in modo assai più efficiente dall’iniziativa privata, con meno danni per tutti.

Per esempio, nel caso del settore agricolo una delle principali giustificazioni dell’intervento statale è che, in sua assenza, gli speculatori approfitterebbero dei prezzi a cui viene messo sul mercato l’intero raccolto per poi trarne un profitto, che spetterebbe invece agli agricoltori. Hazlitt fa notare che i così tanto diffamati speculatori, spesso animati anche da un eccesso di ottimismo, acquistando l’intero raccolto permettono ai contadini di raggiungere la massima produttività e d’ottenere quindi il maggior guadagno dal loro lavoro.

Hazlitt evidenzia che gli speculatori, assumendo il rischio delle perdite al posto degli agricoltori (perdite che sono connesse anche a quelle fluttuazioni di mercato che l’intervento statale mira a correggere), e facendosi anche carico dei costi dell’ammasso e delle assicurazioni, diventano in qualche modo i primi sovvenzionatori degli agricoltori.

Gli aiuti statali elargiti attraverso il controllo dei prezzi, invece, sono pagati dai contribuenti: oltre a impoverire questi ultimi e a ridurre i consumi complessivi, essi fanno danni e provocano risultati assai diversi da quelli che si intendevano conseguire.

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