Hazlitt. Capitolo 12 – L’ossessione delle esportazioni
In questo capitolo Hazlitt evidenzia la tendenza irrazionale a trattare in modo asimmetrico il mercato interno e quello internazionale. Sembra inspiegabile come le stesse persone che applicano determinati principi nell’esame degli scambi interni, li mettano poi da parte quando considerano il commercio con l’estero.
L’ossessiva attenzione riservata alle esportazioni porta a mal calibrare le conseguenze dei prestiti accordati ai paesi stranieri per stimolare le esportazioni. Infatti, il rischio che si è disposti a correre con i prestiti ai paesi stranieri è sproporzionato rispetto a quello che è ritenuto ragionevole assumere nel caso dei prestiti interni.
In questo caso l’errore consiste nel dimenticare che una perdita è sempre una perdita: sia nel mercato nazionale, sia in quello internazionale, e che qualcuno prima o poi dovrà sopportarne le conseguenze. A sostenere gli oneri dell’errore saranno naturalmente i contribuenti, con un aumento della spesa pubblica pari a quella sprecata nell’imprudente politica commerciale.
Ancora una volta, lo sbaglio fondamentale consiste nel riservare un’esclusiva attenzione ai benefici immediati riguardanti un gruppo particolare (qualche esportatore) a scapito dell’interesse generale (tutti i contribuenti, comprese le imprese esportatrici).
questo non lo capisco.
Perché associare direttamente l’esportazione con i prestiti ai paesi esteri ?
Stiamo dicendo che si concedono prestiti a paesi esteri, per stimolarli a comprare i propri prodotti ? Se così, è chiaro che non si và lontano. Non posso negare che in alcuni contesti succeda proprio questo, ma non è certo quello che una spinta per l’esportazione vuole.
L’idea -magari ingenua, l’ammetto- è che si creino beni e servizi appetibili per l’esportazione e non che questa venga “finanziata” dallo stesso paese produttore.
A parte questo e premettendo che non mi sono mai interessato professionalmente di economia, non conoscevo Hazlitt. Sto leggendo questi piccoli abstract e devo dire che mi ci ritrovo abbastanza.
Il problema è che, se mi metto a leggere note su Keynes e (forse anche) su Friedman, trovo cose che mi sembrano valide anche lì … sono proprio un dilettante.
Comunque grazie per il lavoro di informazione svolto; sempre molto professionale e -almeno ai miei occhi- equilibrato.
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