27
Feb
2014

Grecia: la “strage” che si poteva evitare

Segnalavamo tre giorni fa un articolo uscito sul quotidiano La Repubblica che illustrava la “strage degli innocenti” in atto in Grecia a causa dei tagli alla sanità imposti dalla Troika. Nell’edizione di ieri del quotidiano diretto da Ezio Mauro, Barbara Spinelli ha ripreso acriticamente il pezzo di Andrea Tarquini (“Lancet non è un giornale di parte: è tra le prime cinque riviste mediche mondiali. Il suo giudizio sulla situazione ellenica è funesto… le morti bianche dei lattanti sono aumentate fra il 2008 e il 2010 del 43%”). Il fatto che la mortalità infantile in Grecia nel triennio 2010-2012 sia risultata pressoché identica a quella della Germania pare essere un dettaglio trascurabile.

È indubbio peraltro che, nel medio termine, una riduzione consistente della spesa sanitaria avrà ricadute negative la cui reale entità dovrebbe però anch’essa essere descritta evitando toni sensazionalistici.

Nel 2012 il PIL procapite in Grecia è risultato pari a 25.331 dollari internazionali (PPP) a fronte dei 29.600 dollari registrati nel 2008. Ipotizzando che nei prossimi cinque anni la ricchezza procapite si riduca di un ulteriore 15%, scendendo a 21.500 dollari, la Grecia si verrebbe a trovare in una condizione economica paragonabile a quella attuale di tre Paesi dell’Europa orientale: Polonia (22.162 $), Lettonia (21.905 $) e Croazia (20.964 $).

Nel 2011 in questi Paesi la spesa sanitaria è risultata compresa in un intervallo che va dal 6 all’8% del PIL contro il 9% della Grecia.

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Fonte: elaborazione su dati WHO (http://www.euro.who.int/en/data-and-evidence/databases)

Il tasso di mortalità infantile (il parametro che “ha fatto il titolo” di Repubblica) nel 2010 era pari a circa cinque decessi per mille bambini nati vivi ossia il valore registrato in Grecia nel 2002. Senza dubbio si tratterebbe di un passo indietro ma, forse, non precisamente di una “strage”.

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Fonte: elaborazione su dati WHO (http://www.euro.who.int/en/data-and-evidence/databases)

È peraltro assai curioso che la responsabilità di questo ritorno al passato (recente) venga fatta ricadere su chi “ha la pretesa” che un debito sia onorato e non su chi quel debito ha creato.

Al riguardo, è interessante porre a confronto la situazione della Grecia con quella della Nuova Zelanda. Nel 1980 la ricchezza procapite dei due Paesi era  sostanzialmente allineata: 8.224 $ nel primo e 8.559 $ nel secondo.

Il rapporto debito / PIL in Grecia era di poco superiore al 20% mentre in Nuova Zelanda si attestava intorno al 70%. Nei trent’anni successivi le parti si sono invertite. Al momento dell’esplosione della crisi del 2007 il debito greco era salito al 113% del PIL, quello neozelandese era inferiore al 20%.

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Fonte: elaborazione su dati Trading Economics (http://www.tradingeconomics.com/)

La crescita del reddito è andata quasi di pari passo fino al 2007 ma, nell’ultimo lustro, i percorsi si sono divaricati e nel 2012 il reddito della Nuova Zelanda è risultato superiore del 27% a quello greco.

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Fonte: elaborazione su dati World Bank (http://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.PCAP.PP.CD)

Responsabilità della Troika o di chi negli scorsi decenni ha speso allegramente, elargendo, ad esempio, uno stipendio (netto)  di 47.000 euro a ciascun dipendente delle ferrovie (che via via accumulavano un debito di 10 miliardi) oppure organizzando nel 2004 i giochi olimpici più costosi della storia con un spesa più che doppia rispetto alle previsioni iniziali e facendo salire la spesa farmaceutica del 9,9% all’anno tra il 2000 ed il 2009 e portandola al 2,6% del PIL (media OECD: 1,5%)?

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4 Responses

  1. Nikytower

    Il problema è sempre lo stesso: democratici parassiti che essendo più uguali degli altri si moltiplicano fino alla morte dell’ospite.. 🙁

  2. roberto

    Egregio, fidandosi dei dati ( scusi il dubbio ma quando ci sono troppi dati il problema è sempre da dove si prendono e chi li ha divulgati, l’ultima crisi economica insegna), devo dire che Repubblica ormai è un giornale di ” Tifosi” che potrebbe confrontarsi con gli house magazine delle società di calcio !.

    Saluti
    RG

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