21
Giu
2011

Grecia e soluzione alla russa

Panorama Economy e Tempi mi hanno chiesto per i loro numeri in uscita domani e giovedì un’opinione su Grecia ed eurodebito. Eccola con qualche variante: una bocciatura secca per la classe politica europea.

La crisi greca esplose nell’autunno del 2009, quando i socialisti vinsero le elezioni e nel giro di pochi giorni si scoprì ciò che in realtà molti sospettavano. E cioè che i falsi nella contabilità pubblica greca superavano di gran lunga la media consentita per reciproca convenienza a molti membri dell’euroarea – compresi i grandi, Germania e Francia, non dimenticatevi che entrambe evitarono con cosmesi di bilancio le procedure d’infrazione,anche se molti sembrano averlo dimenticato.

Di fronte a falsi nell’ordine di 15 punti di Pil di deficit pubblico annuale occultato, la bomba esplose. L’incapacità in 18 mesi di trovare una buona soluzione comune alla crisi dell’eurodebito è un’evidente prova dell’inadeguatezza della classe politica europea.

C’erano quattro grandi problemi. Il primo è che grandi banche tedesche e francesi erano piene di carta pubblica greca ad alto rendimento, e dunque Berlino e Parigi escludevano che esse dovessero rimetterci, dopo i salvataggi pubblici avvenuti nei loro Paesi. Secondo, il governo Merkel era e resta in difficoltà a dire la verità ai propri elettori, e cioè che occorre procedere a evitare il peggio per gli eurodeboli, perché è interesse comune anche degli euroforti come la Germania. Terzo, le regole dell’euro non prevedevano e non prevedono uscite momentanee o definitive di Paesi in difficoltà, che non potendo contare su tassi d’interesse propri, e avendo limiti fisici al rigore pubblico deliberato da un momento all’altro senza cadere nella recessione profonda che rende comunque il debito insostenibile, possano almeno svalutare nella misura ritenuta giusta dai mercati, e ripartire incorporando un alleggerimento reale del debito rimasto nominalmente eguale. Quarto, le regole del’euro non prevedono neanche meccanismi di default parziale che non passino per la svalutazione monetaria, ma che avvengano invece attraverso modifiche alla duration  dei titoli, o del loro valore nominale, o  col minor rimborso  di quote d’interessi dovuti (in gergo haircut, taglio di capelli).  Né tanto meno prevedendo la distinzione dei diversi soggetti prenditori che devono in maniera diversa sobbarcarsi ad una o a tutte queste condizioni: distinguendo cioè tra banche e intermediari finanziari privati, la BCE che accetta titoli pubblici come collaterale, e il risparmio retail di massa che bisogna invece tentare di preservare.

Natura e proporzioni della crisi greca – che dietro di sé porta il rischio portoghese, irlandese e spagnolo – dovevano indurre la politica europea a capire in poche settimane che la soluzione numero tre o comunque numero quattro era preferibile a prestiti il cui tasso era impossibile, per una Grecia costretta a un rigore giusto ma tanto subitaneo da sprofondarla nella crisi. Quei prestiti a quelle condizioni avrebbero solo dilazionato e no evitato il botto, rendendolo però più caro per tutti.

E’ puntualmente quanto avvenuto. Il nuovo veicolo comunitario di salvataggio, previsto per il 2013, è come il via libera al mercato a scommettere che prima del 2013 la Grecia e magari anche qualcun altro saltino in aria. Nel frattempo è vero che le banche franco-tedesche hanno alleggerito la propria esposizione, ma tutti gli spread sono saliti addossando oneri ai contribuenti di mezza Europa. La divergenza della crescita rispetto alla Germania è peggiorata quasi per tutti. L’avversione degli elettorati per l’euro, l’Europa e l’incolpevole BCE è salita dovunque.

Io sono tra quelli, fossi tedesco, che ragionerei per primo che non tocca alle formiche aiutare perennemente le cicale, e urlerei se non mi si abbassano le tasse per gli aiuti agli spreconi d’altri euromembri. Ma comportandosi come si è comportata la Merkel, e con la gara dei politici tedeschi a parlare sempre più esplicitamente di default greco senza mai presentare unna proposta concreta che lo renda praticabile senza troppi traumi, l’effetto ottenuto è stato opposto. Anche olandesi, slovacchi, sloveni e finlandesi ragionano come i tedeschi, nessuno si fida più di nessuno, e la Merkel comunque ha perso ogni tornata elettorale locale.

Nel 1997 e 1998 la Russia si trovava in condizioni del tutto analoghe alla crisi dell’eurodebito. Stati Uniti, Giappone, Germania, Fondo Monetario e Banca Mondiale le prestarono  pacchi di miliardi dell’epoca con l’idea che fosse troppo grande e “sistemica” per farla fallire, e chiedendo a Mosca in cambio rigore pubblico e balzo in avanti di produttività, cioè svalutazione reale dei salari che per i Paesi in difficoltà è l’unica maniera per realizzarlo senza svalutazione monetaria. La Russia disse sì, ma il 178 agosto del 1998 prese improvvisamente un’altra strada. Lasciò vertiginosamente cadere il rublo e andò in default per l’equivalente di un centinaio di miliardi di dollari di oggi. Per qualche mese si temette la fine del mondo. Non avvenne. Dopo sei mesi, cominciò una crescita vorticosa del Pil russo – 10 volte maggiore dopo un decennio – e della Borsa – – accresciutasi di 20 volte.

L’esempio russo è la exit strategy da seguire. Se la politica europea non vuole concordare norme per l’uscita dall’euro, allora deve definire norme per il default controllato degli iperindeibitati, non a spese del mercato retail. E sottoponendo quei Paesi a quel punto a una disciplina crescente per conti pubblici e produttività, ma senza per questo farli scendere all’inferno di una disoccupazione al 30% con le piazze in fiamme.

E’ quando sembra di dover fronteggiare l’impensabile , cioè contingenze sino a quel momento impreviste, che si vede se una classe dirigente vale oppure no. Se vale, deve saper trovare soluzioni nuove, fino al giorno prima scartate come per articolo di fede. Se non vale, continua a ripetere i dogmi del passato. Dimenticando però che la vera fede – in Dio ma anche, per chi non ci crede, nell’uomo – consiste nella difesa della vita. Non in precetti che rendono più probabile la morte.

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22 Responses

  1. Piero Cappello

    Caro Giannino, sono d’accordo con lei. La verità è che lei è una persona onesta ed indipendente oltre che competente. E non so quanti giornalisti economici possono dire altrettanto. Piero Cappello.

  2. ivano

    Europa fatta da banchieri speculatori, vogliono rientrare solo dei titoli greci guadagnando il 30% a spese dei contribuenti, pregiudicando il futuro dei nostri figli e nipoti
    Europa che non mette neppure i dazi a chi li meriterebbe d’ufficio: Cina, India, Indonesia, Vietnam ecc che schiavizzano i lavoratori e massacrano le ns industrie, e inondano i ns mercati di schifezze, tossiche e pessime.Basta con questi burocrati alligatori e lobbisti ,noi piccoli imprenditori non abbiamo nessuno che ci tutela.
    desideriamo che i nostri soldi siano spesi chiedendo il nostro parere,nessuno si chiede cosa sarà di un futuro senza lavoro e con i debiti da pagare. Trovo giusto il fallimento,vedi
    La Russia, è comunque uscita da una situazione difficile.

  3. Stefano67

    L’ansia di dominio tedesco sull’europa (ieri militare, oggi economico) imposto con l’euro (leggi marco) per tutti è come un boomerang, prima o poi ti torna indietro e, come nel passato, lascerà macerie e distruzioni lungo il suo cammino.
    Oggi queste macerie sono di natura economica.
    L’imposizione dall’alto di una moneta unica non ha salvato i bilanci pubblici inefficienti e sta invece distruggendo gli operatori economici privati efficienti, come gran parte delle piccole e medie imprese italiane che erano l’asse portante del nostro paese.
    Lo stato inefficiente non si riforma e per far finta di rispettare i parametri UE scarica i costi sui soggetti economici privati (che sono la vera ricchezza del paese) attraverso una politica fiscale “criminale”, con livelli di tassazione da confisca che impediscono alle imprese di creare ricchezza da distribuire e da reinvestire per rimanere al passo con i mercati.
    Le imprese tedesche godono di questa situazione e ovviamente la Germania cresce a % di PIL notevoli. Certo, adesso stanno raccogliendo i dividendi di questa politica di “dominio” dopo aver sterminato la concorrenza grazie ai nostri politici (e anche degli altri paesi) criminalmente stupidi.
    La Germania sta vincendo la guerra economica grazie al migliore stato e settore pubblico in generale, ne beneficiano così le sue imprese private a danno delle concorrenti europee che, al netto del settore pubblico, non sono meno efficienti di quelle tedesche (soprattutto quelle italiane).
    Il disegno “strategico” dell’intero progetto europeo (tedesco) è chiaro, il lupo perde il pelo ma non il vizio!
    Ma queste sono solo straordinarie vittorie da “guerra lampo” della primavera del 1940, la guerra è lunga e ricordiamo tutti poi come è andata a finire l’altra volta.
    Adesso tocca di morire alla Grecia (leggi Polonia di allora), domani al Portogallo, poi all’Irlanda, Spagna, Italia e così via, via fino a che non rimarrà solo un paese: la Germania.
    Rimasta da sola farà la fine del pesce siluro nel Po che, dopo aver mangiato tutti gli altri pesci, finirà per morire di fame travolgendo definitivamente l’intera europa e il suo progetto unitario.
    Mi sa che anche questa volta gli inglesi (e gli americani) hanno visto lungo e giusto, finiranno per vincere anche questa 3° guerra (economica) mondiale!!!
    P.S.: Sono italiano di padre ma di madre tedesca, conosco bene i miei polli!!!

  4. LucaS

    Tutto giusto quello che scrivi però
    1-è irrealistico che l’economia greca si riprenda dopo il default..non hanno petrolio, gas, materie prime agricole e non, o la base industriale e tecnologica della Russia. Non possono vivere solo di turismo e produzione di E-Cat…
    2-Se la Grecia fallisce gli stati sarebbero purtroppo costretti a ricapitalizzare le “loro” banche e perderebbero i soldi che hanno incautamente prestato alla Grecia per i salvataggi, inoltre il mercato richiederebbe un ulteriore premio al rischio sul loro debito… in questo caso è probabile che altri paesi debbano seguire la strada della Grecia e l’euro si dissolva (finalmente): la Russia non era in un’unione monetaria, aveva la sua moneta e ha avuto la possibilità di svalutare… se la Grecia fallisse senza svalutare non recupererebbe il gap di competitività che la affligge…
    3-Che senso ha per la Grecia privatizzare per poi comunque fallire? Tanto vale fallire e tenersi gli assetts in modo da poterli spendere successivamente! Non crede?
    4-Non sono d’accordo sul fatto che se la Grecia fallisse non potrebbe più chiedere soldi al mercato come spesso si dice.. anzi è vero il contrario! E’ oggi che non può chiedere soldi al mercato mentre potrebbe più facilmente accedervi dopo un default perchè avrebbe debiti zero mentre oggi è indebitata fino al collo, avrebbe una moneta molto debole che faciliterebbe la ripresa economica (maggiori entrate) e che potrebbe probabilmente rivalutarsi in futuro (altro incentivo a comprare debito greco), non avrebbe spese per pagare gli interessi sul debito come oggi e disporrebbe ancora degli assetts che si vuole costringerla a privatizzare…cosa diavolo aspettano a fallire e uscire dalla gabbia di matti dell’Euro???

  5. pietro

    Se la Grecia dovesse fallre COMUNQUE per trovare qualcuno che gli presta ancora i soldi dovrebbe avere un bilancio con un avanzo primario, altrimenti nessuno sarebbe così idiota da finanziargli un deficit irrimediabile della partite correnti, e poi sulle miracolose capacità della svalutazione di facilitare la ripreesa economica ho qualche dubbio, è una droga di breve durata, se non c’è un sistema produttivo con industrie ad alto valore aggiunto il beneficio della svalutazione viene completamente distrutto dall’esplosione del prezo delle materie prime, dell’energia dei combustibili e quindi dei trasporti. Io ho visto una strage di imprese quando in Italia era il tempo della svalutazione allegra, facevano soldi sopratutto gli speculatori, perchè credere che ci possa essere una svalutazione senza inflazione mi sebra ridicolo.
    Ma forse sono un ignorante che parla solo per esperienza personale, e non conosce i segreti della scienza economica…..

  6. LucaS

    X Pietro, forse non hai letto il mio punto 4.
    1-Se uno stato fallisce i suoi vecchi debiti vanno a zero e di conseguenza non di deve più pagare gli interessi… in questo caso non c’è nessuna differenza tra avanzo primario e avanzo di bilancio proprio perchè gli interessi passivi sono 0.
    2-Tu sostieni che la Grecia solo se fosse un avanzo potrebbe rivolgersi al mercato… ma è un controsenso: se sono in avanzo ho già i soldi che mi servono per coprire le passività e allora non ho alcun bisogno che qualcuno me li presti! Mi devoi rivolgere al mercato invece se sono nella situazione opposta: se sono in DISAVANZO: non dispongo di sufficienti fondi per coprire le spese… altrimenti non ha senso.
    3-Secondo me un investitore sarebbe molto più contento di prestare soldi ad una Grecia che ha appena fatto default e perciò senza debiti, senza enormi spese per interessi ogni anno, senza spese per ue, con una moneta che finalmente rispecchia i suoi fondamentali ed un’economia in ripresa (maggiori introiti fiscali), che ha fatto importanti riforme strutturali e che è probabile possa farne altre se l’economia si riprende un attimo (consenso dell’opinione pubblica), con assetts di valore ancora a disposizione per essere “spesi” e infine con una moneta suscettibile di rivalutazione essendosi iper-svalutata (overshooting… cmq anche questa è una componente del rendimento dei bondholders..)…..rispetto alla Grecia di oggi.
    4-Hai ragione quando dici che non è con i default e le svalutazioni che si crea il sviluppo, cosi come non è coi chapter 11 che un’impresa si afferma… Però questi passaggi sono indispensabili per creare le condizioni tali che possano rinascere in futuro, mentre senza queste manovre qualsiasi cosa facciano sarebbe inutile! E’ una legge del mercato! Vale per le aziende private e valeva, prima che i soloni della UE e gli stampatori delle banche centrali cominciassero i loro trucchetti, anche per gli stati.. (guarda quante volte è fallita la Grecia negli ultimi 200 anni). Anche tagliare una gamba non è, in generale, un buon sistema per far star bene una persona, ma se hai la cancrena e non vuoi morire….
    5-Il paragone con l’Italia non regge: non avevamo un debito gigantesco come quello e non eravamo cosi poco competitivi come la Grecia di oggi, inoltre noi le riforme non le abbiamo mai fatte davvero mentre la Grecia si! Per assurdo se fallisse potrebbe nei prossimi anni crescere molto più di noi…
    6-Domanda per Giannino: sarebbe possibile per la Grecia un default selettivo? Cioè non rimborsare soltanto i creditori stranieri? Penso di no ma chiedo a chi ne sa molto più di me…

  7. Claudia

    “E’ quando sembra di dover fronteggiare l’impensabile , cioè contingenze sino a quel momento impreviste, che si vede se una classe dirigente vale oppure no. Se vale, deve saper trovare soluzioni nuove, fino al giorno prima scartate come per articolo di fede…”

    Ottimo! Ottimo!
    E’ da sempre che sostengo anch’io che le situazioni straordinarie non vadano affrontate con metodi ordinari, ma con IDEE NUOVE.
    L’idea, per esempio, di mantenere caparbiamente l’inflazione intorno al 2% così da non permettere ai debiti di annacquarsi nemmeno un po’ fa parte, a mio parere, di un’altra di quelle IDEE VECCHIE che sarebbero da rottamare. E invece vanno avanti col paraocchi anche in questo…

  8. Sergio

    Ottimo come sempre Giannino.
    Forse piu’ che una mancanza della politica si tratta pero’ semplicemente che la politica la fanno le banche e la finanza!
    Questi soloni impomatati che da anni vendono spazzatura finanziaria ,comprano spazzatura immobiliare facendo esplodere i prezzi del settore,
    comprano con denaro a basso costo titoli sovrani ma non vogliono pagarne il rischion se va male!Vedremo l’anno prossimo quando verranno a scadenza contemporaneamente prestiti obbligazionari,titoli sovrani ,yunk bonds e operazioni di private equity!
    E su queste ultime ,la loro utilita’ ,i prezzi realmente pagati ,lla loro efficienza sarebbe bello chr Giannino ci facesse una analisi.
    Saluti sergio

  9. pietro27

    un popolo che non ha la proprietà della moneta diventa uno schiavo!!! noi compresa l’italia stiamo lavorando per le banche. Tutto il giochetto della grecia è perchè le banche che hanno prestato i soldi non li vogliono perdere. Il grande ragionamento economico è quello di non perdere soldi! Ci vuole rigore? benissimo.. dite che si deve fare.. bisogna mangiare una volta al giorno? bere un bicchiere d’acqua al giorno? per vivere cosa dobbiamo fare? Rispondete vi prego! Mio nonno da contadino ha vissuto con dignità 4 figli! Qualcuno ha parlato della suo lavoro? della sua dignità? non mi risulta. parliamo di mercato, parliamo di spread, inventiamo teorie per coprire la nostra inettitudine alle risposte della gente, al vivere della gente… poi però accogliamo con favore quello che fa la Russia che un minuto primo condannavamo.. non vedo nessuno che risponde alla semplice domanda : come deve vivere la gente e con cosa… Questo mercato ci sta portando nel baratro… parliamo di pil senza affrontare le regole di come si forma; il pil dei famosi paesi emergenti sta distruggendo l’ambiente… qualcuno mi dirà che il pil farà mangiare le persone ma anche prima le persone mangiavano e nessuno ne parlava… erano i cafoni che dovevano lavorare per i ricchi latifondisti; al latifondismo si è sostituita la multinazionale, e poi dal piccolo paese siamo passati al grande regno europeo dove forse un giorno si insedierà il solito imperatore di turno. non siamo più padroni di niente, neanche di programmare le nostre scelte che fra un po le faranno altri per noi. oggi si parla di pil perchè si dive consumare…tutto è assoggettato al mercato diventato onnivoro. che ogni stato si riappropri della sua moneta e segua da solo le sue disgrazie…!! E’ stato creato un impero di carta ! questa è la triste realtà e l’idea geniale è stata quella di sostenerlo ad ogni costo con una ipoteca enorme sul nostro futuro e sulla nostra vita di cittadini e di uomini… questa è la triste realtà.

  10. Francesco

    Caro Dott. Giannino,

    Mi chiedevo una cosa. Dato il periodo di crisi dove tutti (in primis Tremonti) parlano di tagli e manovre varie, i politici dovrebbero spiegarci come mai il 22 giugno si sono aumentati lo stipendio di 1000 e passa euro?? E come mai in Tv non ne ha parlato nessuno??
    Qui siamo alla follia. Si spende e si spande. roba da matti!

  11. Francesco

    Francesco :
    Caro Dott. Giannino,
    Mi chiedevo una cosa. Dato il periodo di crisi dove tutti (in primis Tremonti) parlano di tagli e manovre varie, i politici dovrebbero spiegarci come mai il 22 giugno si sono aumentati lo stipendio di 1000 e passa euro?? E come mai in Tv non ne ha parlato nessuno??
    Qui siamo alla follia. Si spende e si spande. roba da matti!

    Errata corrige: il 21 giugno.
    Chissà dove finiremo… Mah… Poi no ci sono i soldi per i giovani, e vorrei vedere! se li mangiano tutti loro!

  12. Fabio Cenci

    Concordo con LucaS. Il caso dell’Argentina dimostra che si puo’ uscire da un default, con fatica certo, ma si puo’, e riacquistando il potere della moneta, e svincolandosi dall’abbraccio soffocante dei nuovi poteri centralisti. In fin dei conti l’annullamento delle identita’ nazionali porta a nuovi centri di potere.

    E chissa’ che queste guerrette in Libia e dintorni non abbiano anche l’obiettivo di distrarre i popoli da quanto sta avvenendo sul fronte economico. Non mi piace la dietrologia ma…

  13. STEFANO MELLONI

    @Fabio Cenci
    concordo pienamente , stanno cercando di sviare l’attenzione dai problemi economici in tuti i modi .
    gironali e televisioni stanno facendo sistematicamente DISINFORMAZIONE cercando dim portare il popolo ad occuparsi del niente ( RUBY , P4 etc ) mentre la nostra classe politica si aumenta ingiustificatamente gli stipendi SENZA RENDERE PUBBLICA LA COSA !!
    SCANDALO NELLO SCANDALO .

  14. davide beccani

    Il fatto che la Grecia non sia andata, in un modo o nell’altro, in default tecnico risiede anche nel tentativo di evitare l’inevitabile conseguente “default” delle banche (tedesche) che le hanno finanziato il debito. Appena le banche saranno fuori pericolo si troverà il modo di farcela andare. Personalmente non mi interessa più come tecnicamente si salverà o affonderà la Grecia e per quanto attiene all’Italia (sulla stessa barca degli altri PIIGS) sono già rassegnato alla o alle patrimoniali (con un debito pubblico così alto e un debito privato basso dove si vuole che vengano presi i soldi? Affonderanno il braccio nei nostri C/C fino alla spalla). Siamo pieni di analisi tecniche ormai molto precise su quello che è successo e sugli scenari futuri; abbiamo capito grazie a Lei, Oscar Giannino, e agli esperti cui Lei spesso si è rivolto nelle “Nove in punto” (tra gli altri Giacomo Vaciago, Marcello De Cecco, Francesco Forte, etc.) che la Merkel non è stata affatto all’altezza così come tutta la classe politica europea.
    Ma adesso il PUNTO è questo: E’ OPPORTUNO ASPETTARE CHE SIA LA MERKEL (E COMPAGNI DI MERENDE), STRETTA TRA NAZIONALISMO, “CONVENIENZA BANCARIA NAZIONALE” E CODARDIA VERSO GLI ELETTORI A TROVARE IL BANDOLO DELLA MATASSA?
    Il debito dei PIIGS e chi lo pagherà è un argomento del passato e, per quanto triste, ormai solo “tecnico”. Se vogliamo guardare al futuro occorre dibattere OGGI, su come sostituire l’attuale classe politica e soprattutto su come evitare che se ne formi un’altra di analoga scarsa qualità. Sembrerà paradossale ma proprio in Italia (paese eurodebole e periferico) si sta avvicinando la fine (forse sarebbe meglio dire il crollo) della sua attuale classe politica e del suo ciclo. Approfittiamone! Il Caso, non certo il merito, ci metterà nelle condizioni di dovere affrontare, probabilmente per primi, quello che è il tema principale del decennio appena iniziato: a fronte dell’ultimo “continentale” fallimento con quali criteri dovremo scegliere la nuova classe dirigente?

  15. Piero

    @Fabio Cenci

    c’è una grossissima differenza tra i casi citati di Russia/Argentina e la situazione attuale dei Piigs (e dopo di noi gli Usa con debito cammuffato dalla Fed.. ed il Giappone al 300%)…

    la differenza è che oggi sono QUASI TUTTI nel fango… hanno paura che il falimento di 1 faccia partire il Domino (sollevi la Cosmesi come la chiama Oscar).. and sorry è una paura altamente fondata..

    è x questo che si Ostinano e Rinviare l’Amarissimo Calice.. con tutte le conseguenze negative che avete citato voi..

    personalmente credo che non ci siano vie d’uscita al Debito Occidentale..
    forte abbassamento dei livelli di vita…
    o con Violenti Default a Catena…
    o con un Lento Stillicidio come stiamo facendo adesso..

  16. giancarlo

    Che tristezza.
    stà venendo giù lo stato che più di 2000 anni fa era il seme della della ns civiltà e di tutto il mondo moderno.
    E tutto per la smania del PIL, che come molti hanno scritto, non è nemmeno rappresentativo del reale livello di benessere degli stati.
    E’ vero che la CEE (con tutti i suoi principi ispiratori) ha abdicato in favore della finanziacrazia. Sono un ristretto gruppo di imprese a fare il bello e cattivo tempo, soprattutto dopo che i loro manager hanno scoperto (ben prima dei governi e delle autorità sovra nazionali) di essere a capo di gigantesche società too big to fail. Si è dunque certificata la validità di una sorta di patto leonino per cui come è realmente capitato che gli utili sono privati e le perdite sono pubbliche. Ritengo che i politici tedeschi (e un pò francesi) nell’ambito €uro siano stati più accorti, astuti di quelli degli altri governi, in primis fra cui i nostri. In sostanza leggo che le perdite per il fallimento ellenico sarebbero in grande misura in carico a proprie banche. Per tutta risposta, guarda caso, voci insistenti spaventano i paesi Euro, tutti i paesi. ‘Occorre mettere mano al portafoglio per salvare la Grecia, o l’Irlanda, o il Portogallo’ ecc ecc. Tutti fanno la loro parte e così facendo salvano le banche francesi e tedesche. la scusante è che altrimenti c’è il contagio e i primi contagiati sarebbero spagna, italia ecc. ecc. In realtà in italia di titoli ellas ce n’è meno che in germania. O sbaglio? Questa schiera di pseudo economisti + burocrati, + banche tutti catastrofisti costringono gli europei a sacrifici inutili, i greci a cure da cavallo moribondo, per portare a casa (casa loro, beninteso) quanto + moneta possibile prima che il malato crepi. E poi ‘chi ha avuto ha avuto’. proprio così. Vero è anche che i greci hanno falsato i bilanci. Per la smania di rispettare il quoziente col famigerato PIL (sempre lui) al denominatore. Credo che l’intero mondo occidentale sia in lento declino. Abbiamo delegato ai BRICS (+altri neo emergenti) di farci tutto, dai telefoni ai vestiti, fra un pò magari le auto, i beni di largo consumo. Viviamo al disopra delle ns possibilità consumando riserve di ricchezza prodotte dai ns nonni e genitori. Se continuiamo di questo passo lasceremo cenere ai ns figli. Tutto per merito di un liberismo ed in nome del mercato, che in teoria sono giusti argomenti. Ma alla prova dei fatti, i risultati ex post ci dicono che l’attuale livello di benessere non è migliorato dopo tutti questi anni di WTO selvaggio e soprattutto viviamo col dubbio che i ns figli dovranno faticare parecchio per mantenere il ns standing. Se è vero tutto ciò significa che con l’€uro avremo fatto solo un esercizio di laboratorio economico, per fare il piacere a qualche professore. L’esito forse sarà infausto. io spero di no. altrimenti peggio per tutti noi.

  17. Orazio

    Perchè è scritto “per una Grecia costretta a un rigore giusto ma tanto subitaneo da sprofondarla nella crisi” ….
    Giusto? Ma da quando un popolo indebitato artificialmente è giusto che paghi?
    Per il resto dell’articolo non ho obbiezioni da fare ma, su questo punto non lo accetto.

  18. giobbe covatta

    @Orazio
    Non e’ affatto giusto !!!
    E’ chi sostiene che la Grecia debba pagare un debito creato artificialmente da altri , principalmente banche tedesche e francesi e’ , o in mala fede o ignorante sul tema che e’ peggio .
    Nessun popolo dovrebbe essere costretto a lottare per la sua sopravvivenza come sta’ facendo . ora , il popolo greco .
    Le colpe dei governanti non possono ricadere sui governati , non ne hanno colpa .
    Sarebbe come come dire che chi ha subito un furto debba essere condannato perche’ non si e’ adoperato abbastanza per impedirlo .
    Bisogne che chi ha responsabilita’ di Governo PAGHI PER GLI ERRORI FATTI , non e’ piu’ possibile mantenere l’impunita’ a chi ti porta in rovina e viene al contempo lautamente pagato .

  19. Rodolfo

    Caro Oscar, ognuno cerca di trovare la soluzione a come un debitore puo’ pagare un debito senza pagare il debito, in Europa circola un altro dogma, si puo non pagare un debito senza conseguenze, default od uscita dall’euro.Ricordiamoci che l’Argentina dopo il suo default visse per un certo periodo come l’India di quei tempi dove piu’ della meta’ della popolazione era sotto la soglia della poverta’.Quando ci sono stati i problemi di debito anche in Inghilterra neglia anni 70, l’Inghilterra aveva il petrolio e le privatizzazioni, la Russia aveva ed ha ancora molte risorse naturali, Brasile ed Argentina hanno vasti territori e risorse, ma per la Grecia meglio dire la verita’, se ci sara’ un default ci sara’ solo la poverta’ per il popolo greco.
    Distinti saluti

  20. Massimo

    Se avessi la soluzione alla crisi sarei un presuntuoso, ma modestamente, se penso che il governo di centrodestra liberale che ho votato, nel momento di difficoltà fa quello che hanno fatto Prodi ed Amato…allora…meglio dimettersi da elettore e, se potessi, da italiano!! Possibile che Reagan non se lo ricordi nessuno??? Bravo attore, per niente economista, nel momento di crisi fece la cosa più facile ed ovvia come l’uovo di colombo: fece il contrario di quel che consigliavano i grandi economisti che quella crisi avevano negli anni generato ed è passato alla storia come un gran Presidente che salvò gli USA dalla catastrofe. Oggi si doveva fare una manovra di un solo articolo, valida per un anno, nel quale si stabiliva che tutte le spese dello stato erano ridotte, p.es., del 5% e tutte le entrate aumentate del 5%: poi, come si dice, a palle ferme, mettere mano ad una grande semplificazione fiscale, una totale semplificazione amministrativa abolendo le provincie e dando parte delle loro funzioni ai comuni ed alle regioni, dimezzare i parlamentari andando a votare subito dopo, dimezzare l’appannaggio del Quirinale, ritirare tutte le missioni militari e/o di pace all’estero, incentivare la ripresa della agricoltura e dell’artigianato e della p.m.i., ITALIANE, obbligare tutti i cassaintegrati ad accettare il primo lavoro proposto dagli uffici collocamento pena decadenza dalla cassa integrazione, e via così: fare cioè semplicemente tutto quello che un buon padre di famiglia farebbe in caso di bisogno. Era così difficile? Oscar, Lei che può farsi sentire, dica loro che hanno perso l’occasione di meritarsi gli stipendi che prendono!. Grazie

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