2
Dic
2009

Gli yak in Italia c’erano anche prima di Zaia. Della Vedova testimone

In pompa magna, il ministro delle Politiche Agricole ha liberato 25 esemplari di yak – quegli enormi bovini tibetani – a Chies d’Alpago, nelle Dolomiti bellunesi, dove si crede che possano contribuire alla pulizie del sottobosco, mangiando piante ed arbusti che le mucche e le capre nostrane non gradiscono. Il Ministro si è forse reso conto che anche nel regno animale vi sono lavori che gli italiani rifiutano e che solo gli immigrati sono disposti a svolgere?

 

Ciò detto, c’è da sottolineare che gli yak di Zaia non saranno certo i primi della loro specie a calpestare il suolo italico e tantomeno quello padano. Nel 2005, fu il predecessore di Zaia al Ministero, Gianni Alemanno, a stanziare un milione di euro perché una ventina di pelosi bovini tibetani s’insediasse in Abruzzo. Gli yak, peraltro, sono arrivati in Italia da ben prima, senza bisogno che a comprarli fosse lo Stato. Già da anni si possono trovare piccoli allevamenti di yak in Trentino Alto Adige ed in Valtellina, dove furono importanti per la qualità del loro latte e della loro carne. Benedetto Della Vedova, che è di quelle parti, ne è testimone. Si veda poi quanto scrive la Banca Popolare di Sondrio in questo documento (a pagina 16). Infine, si legga quel che ha fatto quel demonio di Reinhold Messner.

 

Insomma, Zaia, di che stiamo parlando? Perché non ti occupi di cose un po’ più serie, per esempio di emanare il decreto ministeriale che permetterebbe alla ricerca scientifica sugli ogm di ripartire? Gli yak tibetani al pascolo sono benvenuti, ma i ricercatori italiani a spasso sono una pena.

 

(articolo pubblicato anche su Libertiamo.it)

13 Responses

  1. Carlo Lottieri

    Già. E perché Zaia non si occupa, ad esempio, del degrado che l’agricoltura europea nel suo insieme conosce dopo decenni di assistenzialismo e non prende atto che anche qui – come nel caso del Sud italiano – si tratta di polpette velenose, i cui danni sono incommensurabilmente maggiori dei benefici? E perché non riflette sul fatto che è risibile avversare l’immigrazione e al tempo stesso alzare barriere protezionistiche che impediscono alle merci africane di giungere da noi?
    Massì: occuparsi di questioni serie non paga. Meglio, molto meglio, gli yak.

  2. Ma come?! Il trevigiano Zaia che promuove la diffusione di razze barbare sul suolo padano, quando l’altro trevigiano suo compagno di partito (Gentilini) addirittura chiedeva che negli allevamenti si usassero soltanto cani padani?! Se l’ex sceriffo di Treviso lo viene a sapere…

    Comunque non mi stupisco di nulla: Zaia parlava di bandierine e inni quando in Europa cercavano di penalizzare i produttori di vino italiani, ora invece preferisci gli yak ai ricercatori…
    Evidentemente nelle sue priorità bovini e dialetti vengono prima.

  3. Andrea Giuricin

    La politica agricola italiana, come quella Europea (PAC), vive ancora nel medioevo. L’intervento di Carlo Lottieri, pur nella sua brevità, colpisce in pieno quello che è un problema globale.
    PAC è l’acronimo di politica agricola comunitaria ma in realtà sono puri e semplici sussidi per circa 40 miliardi di euro agli agricoltori europei. Questi soldi dei contribuenti europei servono a bloccare il mercato globale agricolo e non permettono ai paesi meno sviluppati di esportare merci agricole in Europa, di fatto “affamandoli”.
    Zaia risponde politicamente al 2 per cento della popolazione che vive di agricoltura, ma che in realtà vive di sussidi pubblici.

  4. andrea lucangeli

    Questo mi sembra proprio un post inutile, una polemica sterile e senza senso (detto con tutto il rispetto per l’autore).- Una cosa (gli yak) non può essere messa in contrapposizione con l’altra (la sacrosanta battaglia di Zaia contro gli OGM, piaccia o non piaccia).- E’ inutile cercare di fomentare la polemica a tutti i costi….sull’aria fritta…..
    E poi (se proprio vogliamo far polemica) parliamo degli augusti ed “illuminati” predecessori di Zaia (tipo De Castro, tanto per fare un nome a caso….): cosa hanno fatto di così memorabile per il bene dell’agricoltura italiana?

  5. Quel furbastro protezionista di Zaia e’ sempre in prima linea contro la globalizazzione ed il libero mercato, sempre pronto a fare leggi protezionistiche ed antiliberali come quella contro i kebab, ed ora s’accorge che in realta’ la liberalizzazioni dei mercati e’ utile…

    Proposta: mettiamo uno yak al posto del ministro Zaia.
    Sicuramente sparerebbe meno minchiate!

  6. Mauro Ongaro

    Gli yak arrivano dall’Abruzzo e quindi o hanno già la cittadinanza già o per lo meno sono di seconda generazione e hanno quindi appreso i nostri usi e costumi. Nessun contrasto con la linea politica della Lega quindi.

  7. Piaccia o non piaccia il ministro sta facendo molto per valorizzare il made in italy e difenderci dalle contraffazioni, per assegnare ai prodotti italiani marchi Dop, Igp…
    evitare che i produttori di vino vengano messi sul banco degli imputati quali responsabili degli incidenti stradali prodotti da abuso di alcool
    In qualche modo ha risolto il problema delle quote latte, che certamente nasce da un’impostazione sbagliata a livello comunitario, per cui almeno gli agricoltori che si sono indebitati per acquistare le quote possono rateizzare i propri debiti, visto anche il momento difficile che vivono i produttori di latte.

  8. aldo

    Zaia sta facendo cose buone tutela dei prodotti italiani, ed altre deprecabili sugli ogm e sulla protezione a tutti i costi dell’agricoltura sussidiata.

  9. Luciano Pontiroli

    Dire che la politica agricola comunitaria vive nel medio evo fa torto ad un periodo storico nel quale vi furono molte innovazioni fondamentali per lo sviluppo della civiltà. Da qualche tempo siamo in retromarcia.

  10. Alex

    Capre,vacche caprioli ecc…non bastate!!! arrivano gli yak statali! sono sotto Brunetta o Zaia? cmq ennesimo spreco statale!! i bovidi saranno affidati ad un’azienda privata(comprarli loro no?) che dovrà garantire il loro benessere,il Veneto in attesa che questi facciano il loro lavoro e che attirino i turisti (?)
    il “made in italy” e Zaia sono su due binari diversi,non bastano misere etichettature su alcuni prodotti (prive di un minimo di controllo) e frasi populistiche per creare un sistema funzionale.

  11. Borso

    1)le quote latte verranno in parte attribuite anche agli allevatori che hanno splafonato negli anni passati.
    2)yak pagate dallo stato è ridicolo e inutile.
    3)perchè a Belluno?
    4)il made in italy non è solo l’olio! e non significa necessariamente qualità (considerate che i controlli sui prodotti sono “scarsi”…olive oppure altro?)

  12. Scarthorse

    Non entro nel merito della faccenda degli yak ma l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un’agricoltura italiana (?) nelle mani di qualche multinazionale globalizzata pari a quelle della finanza che hanno steso economia mondiale e famiglie annesse. Se quelle testine con gli scrupoli e l’etica che abbiamo visto hanno fatto quello che hanno fatto con i pezzi di carta si può immaginare quello che possono fare con i cibi.

  13. @Alessia Monica
    @aldo

    Ma cosa cappero dite?
    Ma avete sbagliato sito web, dovreste andare su quello di Forza Nuova o di quello dei Protezionisti Nazionalisti!

    Zaia e’ un incompetente, le sue politiche si basano tutte sul PROTEZIONISMO, il che portera’ l’Italia verso lo scatafascio piu’ assoluto!

    Questo e’ Chicago-blog, non Roncofritto-blog!

Leave a Reply