“Esosati” e Stato fiscale: eccovi la questione morale
Eccovi servita la “questione morale”. Non c’entra la filippica scagliata contro i tangentisti da parte di chi le tangenti le pigliava dall’Unione Sovietica. Non c’entra neppure la gestione allegra dei soldi pubblici ad opera di quei comitati d’affari che ancor oggi si fregiano, impropriamente, del nome di “partiti”. Da Tangentopoli a Partitopoli sono trascorsi vent’anni ma ben poco è cambiato. I soldi sono troppi, la trasparenza troppo poca.
Non è questa però la “questione morale” di cui voglio parlarvi. Berlinguer la sventolava come pedigree di una presunta superiorità morale, i fatti lo smentirono. Oggi la questione morale riguarda il rapporto tra le casse dello Stato e le tasche dei contribuenti. Se abbandoniamo infatti la mistica dello Stato al pari della sua ipostatizzazione, se in altre parole vediamo nello Stato nient’altro che persone che gestiscono la cosa pubblica con il potere (e che potere!) di decidere quanto prelevare dalle tasche altrui, allora alcune domande s’impongono con urgenza. E’ forse moralmente giustificabile uno Stato che ti toglie quasi la metà di quello che guadagni col tuo lavoro? E’ forse moralmente giustificabile uno Stato che alle imprese – quelle che producono la ricchezza di un Paese – sottrae oltre i due terzi dei profitti? Si attaglia a una democrazia liberale considerare il cittadino presunto evasore ribaltando su di lui l’onere della prova e ponendo in atto controlli sempre più intrusivi nella sua vita privata, come denunciato apertamente dal Garante della privacy? Si attaglia a una democrazia liberale la decisione di premiare la delazione fiscale purchè “a volto scoperto”, come prevede il decreto di semplificazione fiscale varato dal Parlamento? E poi ancora, in tempi di crisi, come si può pretendere la crescita da un’economia dove lo Stato confisca oltre la metà della ricchezza nazionale per tenere in piedi un mastodontico apparato inevitabilmente caratterizzato da spreco e corruzione? Se il burocrate pesa più dell’imprenditore o del risparmiatore, non c’è verso di crescere.
Ai livelli attuali di tassazione le imprese è già tanto se non chiudono i battenti. Si pagano i salari sempre più risicati, per investimenti e innovazione neppure le briciole. Se ai tempi di Marx lo Stato deteneva il monopolio della violenza organizzata, oggi esso detiene il monopolio dell’esproprio legalizzato. Ma allora su un piano morale possiamo giustificare il latrocinio di Stato? Sia chiaro: qui non s’intende filosofeggiare. Chi vuole cimentarsi, faccia pure. Qui la questione che preme è concreta assai. Il bilancio lo danno le imprese che falliscono e gli imprenditori che si tolgono la vita (già 23 dall’inizio dell’anno secondo la Cgia di Mestre). Vi parrà forse un’esagerazione, un atto estremo come il suicidio ha le sue imperscrutabili ragioni. Eppure ci sono coincidenze che ritornano, lettere inequivocabili di congedo dalla vita. La depressione di chi non riesce più a far quadrare i conti, di chi non sa come arrabattarsi quando lo Stato gli succhia pure il sangue, con l’amara consapevolezza che insieme alla sua ci saranno decine, centinaia di famiglie sul lastrico da un giorno all’altro.
E’ l’esercito degli “esosati”, dei cittadini contribuenti che chiedono allo Stato di aver pietà di loro. Basterebbe qualche taglio vero – non mero maquillage – per stare tutti meglio. Dagli enti inutili, province incluse, alle innumerevoli agenzie statali di cui neppure gli onniscienti tecnici ricordano il nome. Basterebbe dismettere una parte dell’immenso patrimonio immobiliare pubblico e introdurre finalmente un principio di sana concorrenza nell’agone politico: i partiti si autofinanziano e lo Stato interviene esclusivamente per agevolare le attività di propaganda (spese postali, sedi e simili).
“Pagare tutti per pagare meno” è una menzogna. E’ vero invece che una tassazione più sostenibile incentiva l’obbedienza fiscale. Per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chi non paga le tasse è indegno della cittadinanza. A pensarci bene ha ragione lui. Nella Repubblica fondata sulle tasse non pagarle significa collocarsi al di fuori del consorzio civile. E’ una scelta di campo. Prima però, Presidente, cambiamo la Costituzione. Mettiamolo nero su bianco. Siamo l’ultimo baluardo di socialismo reale in Occidente. “L’Italia è una Repubblica fondata sulle tasse, dove di tasse si muore”.
Per i parlamentari il benefit è sempre esentasse. Grazie ad una interpretazione estensiva della norma da parte dei due rami del Parlamento ogni anno deputati e senatori incassano circa 110.000 euro senza pagarci l’Irpef, con un risparmio d’imposta di circa 50.000 euro. Il deputato tipo riceve in un anno complessivamente 246.295 euro (indennità lorda annua di 135.400 euro e altri benefits pari a 110.895 euro) e subisce una tassazione ai fini Irpef pari a 44.628 euro. Se le stesse somme, a titolo di stipendio e di benefit dello stesso tipo, fossero corrisposte ad una qualsiasi altro cittadino italiano, ad esempio ad un manager o ad un alto dirigente, la base imponibile tassabile ai fini Irpef ammonterebbe a 236.886 euro e l’imposta Irpef dovuta ammonterebbe a 95.031 euro. Poi, a fine carriera, il trattamento di fine rapporto maturato (Tfr) sulla base degli accantonamenti previdenziali mensili, a differenza dell’assegno di fine mandato del deputato, sarebbe soggetto a tassazione separata al momento della percezione. In definitiva il nostro onorevole beneficia ogni anno di un risparmio d’imposta di 50.403 euro. E paga il 47% circa di quello che avrebbe pagato un altro contribuente.
La polemica sul costo della politica finora ha riguardato prevalentemente i vitalizi facili e esentasse , la possibilità di cumulare vitalizi e pensioni versando contributi cirrisori. Poca attenzione invece è stata riservata al trattamento fiscale delle somme a vario titolo percepite dai parlamentari. In attesa della revisione del trattamento economico di deputati e senatori, promessa dai presidenti di Camera e Senato per fine gennaio vediamo nel dettaglio l’Irpef che paga un deputato sul totale delle somme, indennità e accessori, che a diverso titolo gli vengono riconosciute. Per comodità analizziamo la situazione di un onorevole eletto alla Camera che frequenta in modo assiduo le sedute e si reca al paese d’origine ogni fine settimana. Il discorso è sostanzialmente identico per un senatore.
La prima e più consistente voce dello stipendio di un parlamentare è rappresentata dall’indennità mensile di 11.283,3 euro, pari a 135.400 euro annui. L’importo viene decurtato da ritenute previdenziali di 784,14 euro mensili pari a 9.409 euro annui, quale quota di accantonamento per l’assegno di fine mandato esentasse[1]. L’Onorevole subisce poi una ritenuta di 1.006,51 mensili pari a 12.078 euro l’anno, somma accantonata per l’assegno vitalizio, che sarà poi esente da imposta per la quota parte riferibili a tali trattenute [2]. Infine dall’indennità viene detratta una ritenuta mensile di 526,66 pari a 6.320 euro per beneficiare dell’assistenza sanitaria integrativa e dei relativi rimborsi. Sull’indennità parlamentare viene applicata ogni mese una ritenuta Irpef di 3.719 euro pari a 44.628 euro ogni anno [3].
Il trattamento economico del parlamentare viene poi implementato da altre cinque voci, tutti benefit esenti da tassazione.
La prima, la diaria, viene riconosciuta a titolo di rimborso spese per il soggiorno a Roma e ammonta a 3.503,11 al mese pari a 42.037 euro annui[4]. La seconda è il rimborso forfetario per spese di segreteria e di rappresentanza di 3.690 euro mensili pari a 44.280 euro l’anno.
La terza voce è costituita da due tipi di benefits per spese di trasporto e spese di viaggio.
I deputati godono di tessere di libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima e aerea su tutto il territorio nazionale. Ai fini della nostra simulazione, ipotizziamo che il nostro Onorevole, utilizzando la tessera di libera circolazione, abbia risparmiato in un anno 5.000 euro per spese di viaggio aereo, ferroviarie, navali e altri trasporti Al Deputato compete, inoltre, come rimborso forfetario delle spese di trasporto, una somma trimestrale di 3.995,10 pari a 15.980 euro l’anno.
La quarta e la quinta voce sono rappresentate rispettivamente da una somma mensile di euro 258,2, pari a 3.098 l’anno per spese telefoniche e di euro 41,7 euro mensili pari a 500 euro l’anno a titolo rimborso di spese per dotazione informatica.
Le ragioni giuridiche di così ampi benefici fiscali trovano fondamento in una disposizione interpretata in modo molto, troppo elastico dai due rami del Parlamento. In base all’art. 52, comma 1, lett. b), del tuir non concorrono a formare il reddito le somme erogate a titolo di rimborso spese ai titolari di cariche elettive pubbliche ( Parlamentari, consiglieri regionali, provinciali e comunali) e ai giudici costituzionali, “purché l’erogazione di tali somme e i relativi criteri siano disposti dagli organi competenti a determinare i trattamenti dei soggetti stessi”.
Dall’ interpretazione logico sistematica della disposizione, nel rispetto dei principi di capacità contributiva e di divieto di disparità di trattamento rispetto agli altri cittadini contribuenti, sarebbe naturale pensare che l’esenzione fiscale debba riguardare solo i veri rimborsi spese, cioè quelli strettamente inerenti alle loro funzioni pubbliche, documentati analiticamente e da custodire, ai fini dei controlli fiscali, presso l’organo erogante. Non così hanno deciso, però, i due rami del Parlamento che hanno preferito attrarre al regime di esenzione quali ” rimborsi spese”, tutti i benefit sopra elencati, a prescindere da qualsivoglia documentazione e dall’effettivo sostenimento delle relative spese.
E’ significativo sul punto che la Commissione sulle “tax expeditures, costituita da Tremonti e presieduta da Vieri Ceriani, attuale sottosegretario all’economia, non avendo altri criteri di rilevo costituzionale per giustificare le ragioni di tali benefici fiscali, li ha classificati tra le misure a rilevanza sociale (cod. 8), cioè come le misure a favore delle Onlus e del terzo settore oppure come quelle che aiutano l’occupazione (cuneo fiscale e tassazione sostitutiva dei premi di produttività) o le aliquote Iva ridotte sui consumi ritenuti più necessari.
A prescindere dall’intervento sul costo della politica, urge una modifica normativa che limiti l’esenzione dalla tassazione a favore dei nostri rappresentati in Parlamento solo ai rimborsi delle spese effettivamente sostenute e strettamente inerenti alla loro funzione, come accade ad esempio per gli imprenditori e i professionisti. Diversamente il regime agevolativo del loro trattamento economico non può che apparire come un atto di arroganza della politica, come un insopportabile favore che i potenti fanno a se stessi, simile alle guarentigie fiscali che nei secoli passati il sovrano riconosceva ai nobili e ai feudatari.
[1] Nota a), tavola 6, pag. 18 della relazione al 31 dicembre 2001 della Commissione Giovannini sulla “Attività e risultati della Commissione sul livellamento retributivo Italia – Europa).
[2] La somma accantonata per l’assegno vitalizio partecipa a determinare la base imponibile da sottoporre a tassazione, visto che il futuro assegno vitalizio, a differenza di quello che accade per la pensione dei lavoratori dipendenti, ai sensi dell’art. 52, comma 1, lett. b) del tuir, è esente da imposta per la quota parte che deriva da fonti riferibili a trattenute già assoggettate a ritenuta fiscale.
[3] L’ammontare delle ritenute fiscali mensili viene indicato nel sito www. Camera.it
[4] Viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato.
>”Per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chi non paga le tasse è indegno della cittadinanza.”
Grande! Santo subito! Dove c’e’ da firmare per avere un passaporto da apolide con l’esenzione fiscale totale?
In Italia un terzo dei contribuenti non paga le tasse. Punto. La stima di un mancato introito annuo di 130 miliardi deve solo fare indignare. Inammissibile è utilizzare ancora le stesse argomentazioni con le quali Berlusconi incitava ad evadere, mentre il “bravo” Befera tutto faceva, tranne che stanare gli evasori.
Ridurre la spesa pubblica si può e si deve, ma in Italia c’è un clamoroso problema di carenza di entrate. Tagliare per ridurre al minimo i servizi al cittadino, quelli resi anche dalle province, per consentire agli evasori, alle mafie e ai troppi imprenditori in nero di prosperare non è moralmente accettabile.
io non ho mai riconosciuto napolitano, il napoletano, presidente..uno che ha visto morire gli ungheresi e ha girato latesta.
per me unica soluzione: uccidere napolitano e i burocrati così risparmiano una manovra a settembre.
Gianni Z
Certi messaggi dovrebbero essere cancellati d’ufficio; su altri blogs è accaduto proprio oggi.
quando non ti rimane altro uccidere è giusto e doveroso.
Gianni z.
Ricordo che i contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti sono il 33% e mentre li pagavamo ci dicevano che, però avremmo avuto la “pensione di anzianità” – A me non me ne fregava niente a 35/40 anni, avrei preferito avere più soldi subito per casa, figlio etc… Ma ora che la pensione di anzianità servirebbe, Ah! i soldi non ci sono più l’italia altrimenti sarebbe fallita ! Ma se un negoziante prende i soldi e non da la merce come si chiama?
Lo Stato in crisi non abbatte i costi, non taglia il personale ma aumenta imposte e tasse, in più non paga le imprese e i creditori.
Le aziende (soprattutto le pmi, cuore dell’economia) sempre più boccheggianti sono costrette a indebitarsi, tagliare il costo più oneroso, il personale, e poi …. Muoiono.
Governo e partiti discutono di cosa? Art. 18 e riforma del lavoro …. Ma quale lavoro? L’imprenditore è il primo precario d’Italia!
Alla ‘gente’ abbiamo sempre spiegato che il piccolo imprenditore è ladro e più soldi ha più ladro è.
Siamo un paese culturalmente morto, la gente è accecata dall’odio per i più abbienti.
Dobbiamo spiegare a tutti che la pmi è fatta da brava gente che tutte le mattine si alza dal letto e lavora senza orari per far girare l’economia e, naturalmente per arricchirsi un po’.
Dobbiamo insegnare a tutti ad amare il ricco, perché è il ricco (e l’imprenditore più ricco è, meglio è per tutti) che fa girare l’economia, non il povero.
Se non facciamo questo, il cittadino medio(cre) rimane nello stato di convinzione che sia giusto massacrare di imposte, tasse e balzelli ‘quei ladroni di imprenditori, artigiani, commercianti e professionisti.
@luciano pontiroli
diciamo che usare il verbo uccidere é eccessivo, ma aiuterebbe se Napolitano la piantasse di dire banalità e di tenere bordone ai paladini delle tasse e della spesa pubblica
ringrazio inanzitutto giannino per aver lasciato il post inciminato dai benpensanti…. esplicito che la parola uccidere va intesa come paradosso in quanto è sinonimo di eliminazione..è chiaramente evidente che ormai solo l’eliminazione può effettuare il cambiamento della cosiddetta classe dirigente,(come altresì fatto notare da l Prof. Boldrin in vari post)…vuol dire non andare a votare così si elimina e si costringe a presentare altrepersone…votando si può cambiare partito ma come si sa rimamgono sempre gli stessi attori…quindi uccidere ha il significato di rinascita…
NB….su un sito di finanza si trova una lettera di un imprenditore il quale fallirà perche a corto di liquidità, avanza però solo 5 o6 milioni di
euri dallo stato…..non parlo degli altri casi….qui si può parlare di uccisione da parte dello stato ? o forse come sempre inviano ufficio entrate a fare un bel verbalino inventato per avere la giustificazione per bloccare tutto ? un giorno di elusione delle grandi aziende , con bellissime operazioni e parcelle ai preparati studi, è equivalente ad un anno di un commerciante ?….o una è un operazione intellettuale e l’ altra semplice evasione cialtrona ? in italia lo sppaimo la scelta delle operazioni fiscali è non sul risparmio ma su dove si paga di più, altirmenti si è evasori…non esiste il concetto di risparmio, ma solo quello di depredare ai sudditi…. Gianni Z.
come si può non essere daccordo con lei, il problema adesso è che questo Governicchio è ostaggio dei soliti noti e non si può predendere che cambi le cose saremmo degli sciocchi predenderlo ! Hanno preso i soldi dove si prendono sempre gli imprenditori e i lavoradori dipendenti privati, guai a toccare gli statali !
Siamo diventati ostaggio di noi stessi ho come l’ impressione che dobbiamo toccare il fondo quello vero non quello metaforico che urlano tutti. Penso che presto andremo alle elezioni e prenderanno piede i partiti più estremi quelli che vorrebbero un cambiamento radicale…. La mia domanda, essendo padre di tre bambini è quele futuro lacieremo ai nostri figli ? saremo pronti noi tutti ad affrontare nel bene e nel mele questo cambiamento che gia stà facendo morti e feriti ? Mi raccomando dott. Giannino, lei continui a dirci la sua visione delle cose continui a urlarla da radio 24 non si fermi !! lei e quelli come lei ci danno la forza di reaggire e di non lasciarci andare, è come un faro nella nebbia, GRAZIE. p.s. un dipendente privato monoreddito che stà per essere esternalizzato
E’un bel pasticcio.Anche i tagli alle spese dello Stato (ammesso che si facciano) avranno in primis una diretta influenza negativa sul Pil,visto che la P.A.è una componente positiva (?!) del Pil.Probabilmente ridurre lo stock del debito comporterà la necessità di entrate straordinarie da dismissioni o anche da patrimoniali una-tantum o chissacosa,e la crescita chissà come si potrà stimolarla.Fra l’altro anche la Germania comincerà a soffrire del calo delle esportazioni:Europa male,Cina non bene,Stati Uniti chi lo sa.
temo che i nostri RESPONSABILI politici,che RESPONSABILMENTE hanno fatto un passo indietro (dopo aver portato la baracca sull’orlo del baratro…)mettendola in mano ai grandi PROFESSORI (certo per che fare il casino che hanno fatto sugli esodati ci potevo riuscire tranquillamente anche io senza essere un Professore..)dicevo i nostri politici hanno un piano da grandi giocatori di poker.
Intanto spremere sempre di più i cittadini,i pensionati,le imprese con tasse balzelli tributi e aumenti generali del costo della vita così in questo modo intanto NOI politici (incluso il sottobosco di parassiti che viene da loro alimentato) andiamo avanti ancora in attesa che il mitico stellone portafortuna d’Italia ricominci a far brillare la sua luce su di noi e ci trascini fuori da queste sabbie mobili.Nel frattempo ogni settimana facciamo dichiarazioni che grondano buoni propositi relative a tagliare i nostri stipendi,i nostri benefit,chiudere le provincie e abolire qualche regione,abolire o ridurre i rimborsi elettorali ai partiti etcetc tanto dopo una settimana ci si è già dimenticati di quello che abbiamo detto.Nel frattempo tante persone hanno una paura folle di quello che riserverà loro il futuro e vedono svanire ogni speranza di un futuro migliore,nel frattempo c’è chi si ammazza perchè non riesce più a portare avanti l’azienda oberato da debiti e credit non riscossi o la sua famiglia o la sua vita o tutte e tre queste cose insieme.Capisco gianni z. e il suo post anche brutale,vorrei ricordare che per molto meno ci siamo ritrovati con BR e altri terroristi più o meno di sinistra (con tutti i misteri e connivenze con lo Stato ancora da scoprire) che hanno iniziato ad uccidere.
Sentire un vecchio comunista da oltre sessantanni in politica che si è fatto mantenere dai contribuenti tutta la vita e ha piazzato figli e nipoti nella PA a vario titolo parlare di evasione fiscale è indecente. Lui ha spremuto i contribuenti tutta la vita e vive nel lusso del Quirinale che costa molte volte di più di qualunque Regno o Presidenza della Repubblica che si conosca. Io credo che dovrebbero non essere considerati italiani i comunisti come lui che hanno preso le mazzette dall’URSS per decenni e hanno tramato per far si che l’Italia diventasse parte del dominio sovietico e che andava in TV esaltando i paesi fratelli , cioè i satelliti comunisti dell’URSS.
VERGOGNA
Noi oltre che sollecitarli .Vi chiediamo di diffonderlo e farlo vostro questo documento
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COMUNICATO PER I COMPONENTI LA COMMISSIONE FINANZE e BILANCIO della SENATO.
Esimii PRESIDENTI , Onorevoli Senatori COMPONENTI
FERMATE I SUICIDI, SALVATE LE PICCOLE IMPRESE, RICOMPONETE LA SERENITA’ nelle FAMIGLIE ITALIANE.
con la convinzione nella conoscenza circa le cause che stanno determinano le difficoltà che stanno aggravando queste negatività all’interno di una società Civile ed Avanzata come la nostra , che ci permettiamo di esortarVi a valutare le RAGIONI VERE, che non sono i TRIBUTI EVASI e non DICHIARATI, che condanniamo ed insieme a Voi perseguiamo, quanto invece quelli DICHIARATI ed oggi impossibilitati ad essere ONORATI per le ragioni, che in parte ci permettiamo di porre alla Vostra capace attenzione. Esse formano il bagaglio dell’Indebitamento dal quale è difficile uscirne. Ancora più grave ed anche perché se ne fa fatica d’informazione nell’affettuoso ambiente familiare, da come è anche emerso durante commenti di cronaca , perché sono diventati elementi di vergogna tanto da non farlo diventare l’Oggetto del Dibattito di Causa .
Questa Proposta che inciderebbe positivamente sui rapporti Cittadino Istituzioni, darebbe l’opportunità di far riprendere un dialogo produttivo nell’essenza dei ruoli per un PERCORSO di RISANAMENTO il quale produrrebbe nuova fiducia nelle Istituzioni positivizzando le ATTIVITA’ per far riprendere la PRODUZIONE del REDDITO.
Non sottovalutate questo Documento, racchiude in se la chiave di volta a quanto sta avvenendo.
Intervenire sui DEBITI vuol dire INPS, INAIL, ENTI ASSISTENZIALI E BILATERALI, EQUITALIA.
Questo produrrebbe anche il ripristino ed il CONCEPIMENTO di un nuovo PATTO SOCIALE STATO-ISTITUZIONI CITTADINO-CONTRIBUENTE.
Vi ringraziamo per averci voluto leggere augurandoVi buon lavoro.
PdL n° 3804 On. Polledri, Stucchi, Reguzzoni Pionati
MANIFESTO “ LIBERA l’IMPRESA ”
MANOVRA PER LO SVILUPPO A COSTO ZERO
Premessa
La Crescita è il sinonimo della Produzione, la Produzione è il sinonimo di Creazione di Reddito, Creazione di Reddito è il sinonimo di PIL, PIL è il sinonimo di abbassamento del DEBITO PUBBLICO, ABBASSAMENTO del DEBITO è il sinonimo di PAGARE MENO INTERESSI, pagare meno interessi è il sinonimo di mettere a disposizione CIFRE IMPORTANTI derivanti dagli interessi risparmiati per CREARE INVESTIMENTI nel tessuto SOCIALE, il tessuto sociale è il sinonimo dell’ECONOMIA DIFFUSA, quindi che investe tutti i CETI SOCIALI. Ma tutti questi SINONIMI resteranno tali se non si passerà agli investimenti nel RISANAMENTO DEL TESSUTO PRODUTTIVO
CARTA D’IDENTITA’ DEL DEBITO. (CASISTICHE )
· L’assenza di norme STRUTTURALI, le quali obbligano e regolamentano il rapporto dare -avere o come committente – esecutore, diventano elementi penalizzanti delle REDDITUALITA’ e degli ADEMPIMENTI.
· L’inefficienza del sistema GIUSTIZIA CIVILE non consente di poter RECUPERARE i CREDITI da PRODUZIONE . Un Credito non riscosso comporta una pianificazione da tre a cinque anni per gli adempimenti omessi dovendo produrre nuovo reddito con il quale poter pagare.
· Le Pubbliche Amministrazioni non PAGANO i Fornitori e gli Operatori nei tempi derivanti dai CONTRATTI tra le parti .
· Il PATTO DI STABILITA’ lo hanno dovuto sopportare i BILANCI delle AZIENDE.
· Ed ancora , come se non bastasse , l’impossibilita di essere regolari per ottenere il DURC (documento unico di regolarità contributiva) vietando così la possibilità di LAVORARE.
· AMMINISTRAZIONI PRIVATE senza stato di RESPONSABILITA’ con gli OPERATORI alla MERCE’ di RICATTATORII sistemi COMPORTAMENTALI . Il sistema della Riqualificazione e Ristrutturazione del Patrimonio Abitativo Privato genera il 65% del PIL dell’intero settore Edile,
· Come se non bastasse, EQUITALIA con un sistema Sanzionatorio, frutto di Norme di derivazione Parlamentare, la quale crea pregiudizio per ottenere linee di CREDITO e difficoltà di RIENTRARE DALLO STATO DEBITORIO DICHIARATO E’ NON EVASO.
· Non ultimo il binomio DIRITTO – DOVERE che dovrebbe essere determinato dall’efficienza delle LEGGI delle TUTELE ma che non trova nelle stesse il parallelismo necessario per la pariteticità del risultato e del rapporto. Alcune , non TUTTE le CAUSE.
I punti QUALIFICANTI della PdL n° 3804
QUESTO NON E’ UN CONDONO, MA UN PROGETTO PER LO SVILUPPO
Vantaggi per il CONTRIBUENTE
· Pagamento dello stato originario del Debito
· Eliminazione delle Sanzioni , Interessi ed Aggi
· Pagamento del 10% di sopratasse sul Debito Originario
· Ripresa della possibilità di poter accedere alle Linee di Credito (oggi impossibile per il perdurare dello stato delle pregiudiziali inibitorie, è causa di USURA).
· Ripresa della produzione con costituzione di nuova redditualità Riassunzione delle figure qualificanti l’attività (dipendenti)
· Recupero del Contribuente del suo Valore Sociale e Morale
Vantaggi per lo STATO
· Recupero del 90% dello stato di credito vantato in tempi ragionevoli con l’immediatezza di introitare capitali senza che l’Ente preposto alla riscossione e di conseguenza anche lo Stato fossero gravati da spese e procedure ( in 20 anni non più del 50% oggi la media del recupero del pregresso si aggira intorno al 2,5% su base annua )
· Recupero del 10% come stato sanzionatorio
· Risparmio degli importi da sostenere per finanziare gli Ammortizzatori Sociali (CIG e DISOCCUPAZIONE, MOBILITA’ (mediamente lo Stato ne finanzia il triennio di legge)
· Ripresa Economica per la nuova Redditualità del Sistema Produttivo
· Ripresa dei Consumi e Beni Strumentali quindi con ripresa dell’industria manifatturiera pari a quella generata dalla Legge 449 sulle ristrutturazioni
· Introito IVA sui consumi e acquisti
· Ripresa del Mercato Interno dal quale è risultante il 75% del PIL
· Assenza di cancellazioni e fallimenti delle Imprese
· Le imprese che si cancellano dagli elenchi camerali diventano Lavoratori in Nero perché con l’eventuale assunzione rischierebbero il 1/5 dello stipendio
· Le cancellazioni diventano l’iscrizione di nuova azienda con la quale operare per togliere i debiti della precedente attività , conseguenza che dopo tre anni va in crisi la nuova attività
· I punti qualificanti di questa proposta interessano il 75% delle partite IVA , con particolare incidenza in quelle con Storia e con Dipendenti.
REGOLAMENTO di DIFFERENZIALE APPLICATIVO
· IL 10% per importi dichiarati
· IL 20% per importi derivanti DA EVASIONE ACCERTATA ed ACCLARATA.
Documento Elaborato da Giovanni Bevacqua
Presidente Regionale Calabria Confartigianato Edilizia e Coordinatore Nazionale Gruppi di Proposta
Eventuale contatto 366 3017413 337 871541 0961 794426
http://www.clubpanterarosa.com/dblog/articolo.asp?articolo=258
http://www.camera.it/_dati/lavori/stampati/pdf/16PDL0048990.pdf
Non c’è altra soluzione possibile: occorre, in via prioritaria, un massiccio, drastico taglio della spesa pubblica. Un taglio almeno del 10 per cento, quindi non meno di 70 miliardi, finalizzato a un parallelo, corrispondente taglio massiccio della pressione fiscale, in particolare delle imposte sul reddito. Poi ci sono altre manovre, altri incassi, altri risparmi che andrebbero pure messi in campo, anche a livello internazionale. E anche una più efficace contrasto dell’evasione fiscale, sicuramente. Ma solo dopo aver tagliato la mostruosa spesa pubblica che ci sta schiacciando e aver tagliato di almeno 4 punti le aliquote IRPEF. Ma da questo orecchio la partitocrazia al potere sembra non sentirci… Probabilmente perché il partito delle tasse e della spesa pubblica fuori controllo coincide con la partitocrazia.
A proposito di Napolitano, che nel 2004 era deputato all’Europarlamento, un clip video trasmesso nel 2004 dalla TV tedesca sui privilegi (in italiano corrente “magna magna”)) degli Eurodeputati (sottotitolato in italiano):
http://www.youtube.com/watch?v=mAbboOlaqNo
Se lo fa un contribuente italiano è indegno di essere italiano, se lo fa lui è un normale diritto di nascita di chi fa parte dell’aristocrazia statale per nascita e casta.
@Alberto
Le parole sono pietre. Negli anni ’70 si esaltava la P38, si parlava di alzare la mira di una spanna (era l’epoca delle “gambizzazioni”), poi lo si è fatto.
Qualsiasi critica è lecita, ma l’invito alla violenza è disgustoso.
@luciano pontiroli
Dovrebbero essere cancellati di ufficio gli appelli del vecchio comunista che ha ricoperto tutte le possibili cariche repubblicane tranne il premierato. Abbiamo idea di quanto è costato e continua a costare e costerà finchè vive ai contribuenti questo personaggio ? Mi pare che i membri del suo partito chiamassero gli assassini comunisti delle BR ” compagni che sbagliano ” e non li trovavano affatto disgustosi . Se lo ricorda ?
per avv. pontiroli : lo stato che costringe i cittadini al suicidio è un compagno che sbaglia o uno stato che uccide.?
lo stato che rapina il 55% del reddito prodotto ai citttadini per donarlo ai partiti e compari vari è uno stato sociale o asociale ?
non diremo uccidere ma diserbare, togliere erba infestante…per avere erba nuova.
quest’anno è l’anno del 150° , bene facciamo un bel referendum sull’unità d’ italia…
io non ho invitato alla violenza, e comunque le parole non sono pietre ma forconi .
PS. visto sapelli e de bortoli a colloqui, strano ma anche loro concordano che il ns . beneamato premier dovrebbe andare a studiare un pò di . economia
grande delusione al sol dell’avvenire rosso.
gianni Z.
Ma tutti i buffoni che quando c’era la prospettiva di una possibile vittoria alle elzioni del partito comunista erano comunisti convinti e adesso militano nel PDL e nella Lega se li sono dimenticati tutti?
Mi sembra che ai tempi dei fatti in Ungheria : Frattini, Pecorella, Tremonti, Brandirali, Ferrara, Bondi , Bossi, Maroni e tanti altri erano comunisti di ferro, Cambiare bandiera senza essersi mai minimamente vergognati delle scelte del passato comporta una indulgenza plenaria?
Ricordiamoci queste affermazioni:
CRISI: CROSETTO, UNICA STRADA E’ OBBLIGO ACQUISTO BTP
(ANSA) – ROMA, 28 NOV – ”E’ finito il tempo delle cure
omeopatiche ed anche quello degli antibiotici. Per questo motivo
il Pdl ha accettato di votare la fiducia al ‘chirurgo’ Mario
Monti che da mesi tutti indicavano come unico capace e che da
mesi ci spiegava cosa bisognava fare. Ma il chirurgo dovrebbe
smettere di parlare di medicine, non servono e non bastano anzi
rischiano solo di indebolire il malato prima di un’operazione
ineluttabile”. E’ quanto dichiara il deputato del Pdl, Guido
Crosetto, che propone di rendere obbligatorio l’acquisto dei
titoli di stato per i cittadini.
Signori miei, cominciamo a darci da fare:
NESSUNO versi le imposte a giugno, diamo un segnale.
https://www.facebook.com/RivoltaFiscaleGiugno2012
@Claudio Di Croce
Sig. Di Croce, non ricordo che Napolitano abbia usato quell’espressione, che probabilmente va attribuita – più che a politici del Pci, in genere piuttosto accorti – a fiancheggiatori del partito, magari intellettuali poi passati ad altri lidi.
Segnalo articolo del WSJ “Europe’s Reform Pact Means Little” 15 Aprile 2012, 4:00 p.m.
http://online.wsj.com/article/SB10001424052702303772904577333931311100876.html
“Not surprisingly, the Italian Parliament refused to introduce a constitutional cap to public spending—a small but revealing sign that if “equilibrium” in public finances really needs to be attained, higher taxation rather than lower spending is understood as the proper instrument.”
Traduzione
“Non sorprende che il Parlamento italiano ha rifiutato di introdurre un tetto costituzionale di spesa pubblica, un piccolo segno, ma rivelatore che se “l’equilibrio” delle finanze pubbliche dovesse davvero essere conseguito, lo strumento adeguato è un’imposizione più elevata piuttosto che una riduzione della spesa.”
http://www.youtube.com/watch?v=mAbboOlaqNo
@lodovico
Gentile Lodovico, lei è fuori strada. I parlamentari non pagheranno mai tasse. Non lo fanno neanche adesso. Le trattenute di cui lei parla sono un mero artificio contabile. Sono consumatori di tasse non pagatori. Non producendo ricchezza o scambiando un bene richiesto dal mercato, se oggi decidessimo di abolire la tassazione, il dipendente fiat che a loro sta tanto a cuore prendebbe anche più di 2000 euro mentre i parlamentari non percepirebbero il netto, bensì niente. Vivono sulle tasse dei cittadini produttivi. In questa ottica la presa in giro del vitalizio basato sul sistema contributivo. Una bufala, hanno semplicemente deciso di abbassarsi un emolumento arbitrariamente fissato a una data cifra ed estorto con la violenza al cittadino inerme.
@pietro
Il voltagabbanismo italico è presente da secoli Basta ricordare quanti milioni di fascisti sono diventati comunisti dopo la guerra persa . Per me il buffone più evidente è stato il compagno Valter l’africano che dopo il crollo del comunismo ha sostento che la carica di responsabile della federazione giovanile del PCI era un espediente per conoscere il comunismo dall’interno e che lui non era mai stato comunista.Da anni i membri del PCI che hanno cambiato nome più volte rimanendo sempre lì si offendono ad essere chiamati comunisti.Auguri compagno , o si offende anche lei a essere chiamato compagno ?
per quale motivo si continua a giustificare questo mascheramento della realta’ utilizzando termini assurdi, ci vuole molto a chiamarli prepensionati e non esodati! Come quando le banche vendevano debiti chiamandoli investimenti, a forza di far finta di nulla ecco dove siamo arrivati, i debiti che non erano investimenti hanno portato a una crisi internazionale, ma possibile che nessuno dica nulla riguardo questo uso truffaldino del linguaggio?
@Luigi Cifra
Ormai siamo strangolati dalla tasse , tasse che poi vengono sprecate o intascate dai partiti per fini privati “a loro insaputa” , e sarei anche daccordo con uno “sciopero” fiscale alla prossima scadenza . Sarebbe un segnale forte per SuperMario e Professori tassatori , ma come la mettiamo con le sanzioni ? e poi contro Equitalia chi ci difenderebbe ? Nessuno . E allora le dobbiamo pagare , bloccando – come ormai è di fatto – i consumi .
Sono completamente d’accordo con te.
Il problema è talmente serio che investe il senso stesso della democrazia e delle istituzioni di cui è espressione. E’ corretto che uno stato in difficoltà economiche a causa di scelte politiche dissennate debba chiedere esclusivamente sacrifici ai propri cittadini?
Perché questo stanno facendo. E i famosi tagli alle spese?
Monti deve stare attento perché è ora che si vede di che pasta è fatto il suo governo.
D’altronde il comitato d’affari dei partiti, che spero riceva una legnata storica di astensione alle prossime politiche, non è più giustificabile, ne sostenibile.
Per non arrivare agli estremi della Grecia che è arrivata “umiliare” i propri cittadini, altro che sacrifici!
Se si continua così spunteranno i forconi perché la gente che non ce la fa più arriva a gesti estremi e il suicidio non è l’unico.
“Pagare tutti per pagare meno”. Basta, con questo slogan demagogico. C’è un problema di tasse, ma è che….sono troppe. Il Paese ha bisogno di nuove opportunità, di nuovo lavoro. Un rilancio dell’economia piacerebbe anche agli “esodati” (anche loro pagano le tasse, troppe tasse).
Io non mi offendo non esendo stato MAI comunista, e proprio perchè quei fetenti che ho citato erano comunisti quando io ero anticomunista, negli anni 70 giravo tranquillamente col Giornale di Montanelli in tasca, ho militato nel partito repubblicano e poi nel partito Radicale, penso che gli ex comunisti berlusconiani mai pentiti siano molto più ipocriti e ridicoli degli attuali dirigenti di sinistra e il sig Claudio di Croce è il tipico militante che starnazza “COMUNISTA COMUNISTA ” contro chi non si sottomette alle scemenze propagandistiche dei foglietti come Libro e il Foglio che se dovessero fare affidamento sul libero mercato e non sui soldi RAPINATI al contribuente sarebbero gia falliti.
Purtroppo siamo in un sistema democratico, che di democratico non ha nulla. Un numero ristretto di individui si mantiene e gode di privilegi a spese della grande maggioranza. Nessun vero cambiamento viene attuato perchè a chi ha potere va bene così. Ogni discussione su come cambiare, tanto più se fatta da politici, è fumo negli occhi per mantenere il più a lungo possibile lo status quo. Nemmeno un evento drammatico come la crisi economica attuale è sufficiente perchè la classe dirigente del Paese (politica ed amministrativa) inizi a tagliare sprechi, inefficienze e privilegi. La “caccia” all’evasore dovrebbe essere invocata dai cittadini che le tasse le pagano, non dai politici che di tasse vivono e hanno fatto leggi per condonare e scudare. Se c’è evasione è grazie alla loro inefficienza. Troppo stupidi per capire la situazione e sufficientemente furbi per non attuare i cambiamenti di cui ci sarebbe bisogno. L’orchiestra ha finito di suonare da un pezzo ma loro continuano a ballare. Prima o poi il locale chiuderà… almeno spero.
No, i parassiti di denaro rapinato al contribuente ( indifferentemente se sono dipendenti pubblici in eccesso o scribacchini professionalmente falliti come Ferrara ) non smetteranno mai di succhiare sangue a chi lavora e come la gran parte dei parassiti neanche la morte dell’organismo su cui vivono sarà sufficente a scacciarli, infieriranno anche sul cadavere…….
Scritto ad un giornale.
Benissimo. Gli evasori sono indegni dell’Italia. Giusto. Io non posso evadere data l’età, ma se potessi lo farei subito. Non son degno d’Italia? Di quest’Italia dello spreco pubblico generalizzato? Pace. Sono invece degni d’Italia i partiti che incassano cinque volte quello che spendono? Quelli che vogliono mantenere questo apparato pubblico sprecone e protervo? Degno d’Italia mantenere un palazzo che costa tre volte quello francese, otto volte quello inglese, dieci quello spagnolo?
Visto che dovrebbe essere il presidente di tutti farebbe bene a indignarsi anche per questo.
Comunque rispetto a uno che ha non solo approvato, ma addirittura sollecitato un intervento armato che sapeva benissimo avrebbe fatto decine di migliaia di morti, mi sento incomparabilmente più degno
@Mirco Romanato
Grazie!
@pietro
Guardi che lei sta operando uno “sfasamento temporale”. Tutti quelli che ha citato (meno Brandirali e pecorella che non so che età abbiano) erano bambinelli a quei tempi (Maroni e Frattini forse non erano ancora o appena nati). Il più vecchio credo sia Tremonti e nel 56 a occhio e croce aveva una diecina d’anni.