Gli effetti collaterali della mobilità sostenibile
Il Corriere riprende oggi i risultati di un’inchiesta pubblicata su il «Centauro» di maggio, organo ufficiale dell’Asaps, l’associazione amici sostenitori della Polizia Stradale, che confermano quanto già si sapeva da tempo. Ossia che, moto a parte, il mezzo di trasporto più pericoloso è la bicicletta. Tale stato di cose sarebbe, a detta di alcuni, da ricondursi al fatto che in Italia non vi sono abbastanza piste ciclabili e mancano politiche volte alla protezione di questi “utenti deboli” della strada. Le statistiche relative al Regno Unito, Paese leader in Europa per quanto concerne la sicurezza stradale, sembrano però smentire tale interpretazione. Anche oltre Manica, gli spostamenti su due ruote sono dodici volte più rischiosi di quelli in auto. Un trasferimento del 5% della mobilità dalle quattro alle due ruote causerebbe dunque, in quel Paese, un incremento del numero di morti in incidenti stradali superiore a cinquecento unità per anno. Un bell’esempio di mobilità sostenibile.
La Gran Bretagna non è paese leader nella sicurezza stradale. Se lo fosse non girerebbero a sinistra, sistema abbandonato dai paesi nordici perchè causa di maggiori incidenti.
Gli incidenti in bicicletta di solito avvengono nella maggior parte dei casi a basse velocità, come del resto la maggior parte degli incidenti. Non essendo il ciclista provvisto di un involucro è più vulnerabile.
Si registrano pochi casi di incidenti mortali tra biciclette.
Comprerei una macchina se i costi di esercizio fossero più bassi e il traffico più fluido.
Grazie per il commento. La Gran Bretagna è, insieme alla Svezia, il Paese europeo con il più basso tasso di mortalità stradale (all’incirca la metà di quello italiano).
Uno studio relativo alla città di Stoccolma – The impact of road safety interventions in Stockholm: linking road demand, accidents, severity and speed in a model – mostra come un incremento degli spostamenti in bicicletta del 10% comporti un aumento del numero complessivo di incidenti stradali pari al 2,4% (+3% di persone gravemente ferite e +1,7% di decessi).
Se posso aggiungere… senza considerare che per costruire piste ciclabili si restringono le carreggiate delle strade, il che, a parte la sicurezza stradale ha un effetto immediato: i camion rigano le macchine!!! costo riparazione fiancata auto nuova Euro 1.200 (senza fattura).
@Rino P.
Il fatto che ci sia correlazione positiva non vuole dire che i ciclisti siano la causa. E’ un po’ come l’attività umana e l’aumento delle temperature. Inoltre i ciclisti pagano le tasse come gli altri per un servizio pubblico (le strade) che usano meno.
Non vi sono nel post attribuzioni di responsabilità. Concordo con il fatto che i ciclisti sono (quasi sempre) vittime e non colpevoli. Il punto che si voleva evidenziare era un altro:le conseguenze negative di una politica che trova larghi consensi tra gli amministratori.
OK. Su questo nessun dubbio. Meglio nessuna pista che quelle che finiscono contro un muro o su un marciapiede. Non credo che, a parte le eccezioni, le città italiane possano ospitare una rete di piste ciclabili efficiente. L’incentivo all’acquisto mi sembra scandaloso. I soldi per la bici ce li hanno tutti. Il bike sharing a spese comunali lo trovo effettivamente uno spreco di denaro. Se si va in un’altra città che non si conosce difficilmente essa rappresenta il mezzo migliore per muoversi. Purtroppo anche tra gli amministratori PDL circolano cattivi consiglieri (vedi Roma).
Ci sono numerosi studi che mostrano che, se si va in bicicletta, i benefici sulla salute, in termini di giorni medi di vita guadagnati, sono nettamente superiori agli aspetti negativi dovuti agli incidenti (giorni di vita medi persi)
Per questo comunque conviene incentivare l’uso della bicicletta.
Se ne parla anche qui http://www.fiab.info/incidenti/incidenti_ciclisti_Com_stampa.pdf.
Cercare di approfondire le questioni non guasterebbe.
@Stefano
Francesco ha colto il senso del mio intervento. E in proposito ti porterei a visitare alcune piste ciclabili realizzate di recente qui a Palermo. Risultato: BICICLETTE ZERO. Traffico intasato. Nuovi divieti di sosta perchè le carreggiate sono piu’ strette. E… aggiungo sempre quei famosi 1.200 euro.
Ammettiamo sia così (non sempre gli studi epidemiologici sono così solidi come li si fanno apparire): in media i ciclisti vivono più a lungo di coloro che usano l’auto (peraltro l’incremento straordinario della speranza di vita avvenuto nello scorso secolo e che è previsto continuare nel futuro ha poco a che spartire con il mezzo di trasporto prediletto). Il prezzo da pagare è una, piccola, possibilità di perdere la vita in un incidente stradale ad un’età molto inferiore alla speranza media di vita. Siamo sicuri che ne valga la pena ? Se l’obiettivo è quello di mantenersi in buona forma, non si potrebbe scegliere un’altra attività fisica senza gli effetti collaterali della bici?