Germania: due riflessioni su proporzionale e FDP
Prima osservazione sulle elezioni tedesche, se permettete dichiaratamente un po’ provinciale, visto che antepone un classico punto visuale italiano invece che internazionale: hanno di che riflettere, i sostenitori nel nostro Paese del sistema tedesco. Capisco bene che ai più convinti tra loro non farà né caldo né freddo ciò che dico, anzi con ogni probabilità è esattamente ciò che a loro mirano. Ma se il sistema elettorale tedesco di anno in anno caduto il muro sta mostrando qualcosa, è che la presa dei maggiori partiti fatalmente è destinata a cadere insieme alla loro funzione centrale di stabilità di governo. E ciò si deve al proporzionale. La somma di Cdu-Csu e Spd è in caduta libera: da più dell’80% ai tempi d’oro della Germania postbellica, è scesa ormai a poco più del 56%. Per la Spd i voti conseguiti sono il punto più basso della sua storia, ma anche per Cdu-Csu si tratta del secondo peggior risultato. Capisco che i teorici dell’interposizione centrista e sinistrista anche da noi mirino a effetti del tutto analoghi. Io penso invece che più un Paese diventa complesso e poliarchico, meglio sia avere un sistema elettorale solidamente maggioritario che assicuri una buona governabilità. Anche perché il naso mi dice che in Italia non avremmo l’equivalente di un FDP al 14-15% ma una riedizione minore postdemocristiana che guarderebbe a una sinistra che tornerebbe a frazionamenti dei tempi prodiani, più un solido innesto populista-manettaro. Roba un po’ da brividi, se mi passate la sincerità. Veniamo invece al significato del voto tedesco considerando l’economia, e il ruolo leader che la Germania esercita per la sua forza sull’economia dell’euroarea.
Su questo, è più evidente ciò che pensiamo noi, ma avete ragione voi che frequentate e scrivete su questo blog ad avermi fatto notare che è inutile farsi illusioni. Concedo: il vincitore numero uno del voto tedesco è il leader liberale della FDP Guido Westerwelle, più della Merkel. E poiché su tasse e welfare la piattaforma dei liberali è quella più di svolta rispetto al recente passato, personalmente continuo a tifare perché nella Koalitionsvertrag – il patto di governo che dovrà essere sottoscritto tra Fdp e Cdu-Csu – vengano assunti il maggior numero di impegni espressi dai liberali. Non solo la Germania ma l’intera Europa e soprattutto l’Italia, avrebbero di che guadagnarne. Invece di continuare a cullarci sul mito della presunta superiorità del nostro modello “sociale” rispetto al turpe darwinismo anglosassone che ci ha pure rifilato la crisi del sistema finanziario ad alta leva, l’adozione della ricetta Fdp libererebbe parecchi punti di crescita del Pil potenziale, in una fase nella quale l’Europa resta di rischiare col culo per terra, non solo rispetto al Far East e alla Cina ma agli stessi deprecati Stati Uniti. Ricordo a tutti che la Fdp in campagna elettorale ha chiesto di abbassare la progressività del sistema fiscale dimezzando il numero di aliquote rispetto all’attuale forbice 14-45% con tre soli scaglioni al 15,25 e 30%, mentre la Merkel è solo disposta ad abbassare di un punto l’aliquota attuale più bassa, e ad alzare la soglia della più alta, al 45%, dai 60 mila euro di reddito annuo invece che dagli attuali 52 mila e 500. La Fdp vuole anche riformare la Kündigungsschutz, l’equivalente – grosso modo – del nostro articolo 18 sui licenziamenti dei lavoratori a tempo indeterminato, abbassare i sussidi di disoccupazione per invogliare la gente a cercarsi un lavoro, scuole più dure e meritocratiche in cambio di un fortissimo aumento degli investimenti pubblici in ricerca e formazione.
Temo, purtroppo, che abbiate ragione voi. Non avverrà molto di tutto questo. La Merkel che tutti abbiamo festeggiato è in realtà più debole di quel che sembra per il magro risultato sia della Cdu che della Csu in Baviera, “solo” al 41% cioè ai minimi storici. Dunque la cancelliera dovrà mostrare ai suoi, e a chi si candiderà per sostituirla in futuro, che tiene in pugno e difende energicamente la natura “sociale”, più che di mercato, del compromesso politico-istituzionale tedesco. Io come ho detto avrei preferito Westerwelle non agli Esteri ma alle Finanze, visto che all’Economia avrebbe fatto con lui un’ottima coppia il giovane zu und von Guttemberg, il più liberale tra i democristiani. Invece, mi confermano che pare proprio che al dicastero economico potrebbe o addirittura dovrebbe andare per la Fdp Hermann Otto Solms, da anni portavoce economico del partito ma assai meno effervescente, coi suoi studi – con tutto il rispetto – di economia agraria. In particolare sul nodo assai delicato dei provvedimenti da assumere per accelerare il risanamento del sistema bancario tedesco – il più gravato in Europa da attivi marciscenti, all’ombra della garanzia pubblica nel Laender – noto che i liberali su questo non hanno fatto barricate rigoriste, nell’ultimo anno: ci sono andati molto ma molto prudenti. Ma almeno su un punto non levateci la speranza. Con il governo giallo-nero si dovrebbe spostare davvero in avanti la chiusura dei reattori nucleari tedeschi, ed è un bene per tutti. Basterà alternare i lavori per la rimessa in sicurezza degli impianti per spostare in avanti le prime chiusure che dovrebbero avvenire tra pochissimo. Si eviterebbe di cominciare a importare ancor più massicciamente gas dalla Russia, Putin inevitabilmente dovrebbe starsene un po’ più buono, e noi tutti riprendere con meno polemiche la via del nucleare scioccamente abbandonata 22 anni fa.
il risultato dei liberali tedeschi è un doppio successo sia elettorale, nella vecchia europa occidentale nessuna formazione liberale ha questo risultato , sia programmatico
alcune formazioni storiche liberaldemocratiche hanno abbandonato il programma liberale per sostenere il neocomunismo terzomondista come in UK e altrove seguono nazionalismi populisti.
Si tratta sempre di vecchie demagogie che non trovano patria in un partito che ha solide basi, e che non si è fatto smantellare come quello italiano.
Anche la Germania come l’Europa va verso destra. Ma con delle specificità
In Germania trionfo della CDU . Verso l’alleanza con i liberali. I tedeschi contro lo Stato interventista in economia
Caro Giannino, ammiro profondamente la qualità e la precisione degli articoli di questo blog, che stanno facendo crescere dentro di me una cultura liberale che non possedevo. Non oso mettere bocca su questioni economiche di cui non mi intendo assolutamente, nè discutere di questioni politiche su cui, come è normale che sia, alcune opinioni possono essere divergenti.
Su una cosa però dissento dal primo giorno che frequento questo blog, ne mastico un poco, ne ho già scritto a Stagnaro e sinceramente non capisco perchè continuiate ad insistere sul punto: il nucleare. L’energia nucleare, come la concepisce questo governo, è una tecnologia vecchia come la morte.
Vero è come diceva ieri Berlusconi che Fermi era italiano. Vero è che sul nucleare, 30 anni fa, eravamo all’avanguardia.
Ma è anche vero che Preparata e Rubbia erano e sono italiani, e che l’Italia era solo 6-7 anni fa in ASSOLUTA avanguardia sulle due tecnologie del futuro: fusione (fredda o calda che sia) e solare termodinamico (che ha efficienze spaventosamente più alte dell’inutile solare fotovoltaico).
Discutere e concentrarsi su una tecnologia da soffitta, con il suo portato di scorie e servizi (segreti) di smaltimento non fa che peggiorare la situazione, iniziata con la cacciata di Rubbia dall’ENEA. Se da domani ci concentrassimo seriamente su queste due tecnologie che NOI stessi abbiamo lanciato nel mondo, tra pochi decenni potremmo essere totalmente indipendenti da combustibili fossili, e totalmente rinnovabili e puliti.
Non lasciamo che finisca così: nel 2050, un premier che sentenzia malinconico: “Eppure Rubbia e Preparata erano italiani.”
Ultima cosa poi taccio: il nucleare (fissione) aveva ed ha tutt’ora senso (anche economico) per i paesi che hanno da smaltire/supportare la tecnologia atomica militare (ieri Usa-Urss-Francia, oggi l’Iran).
In termini puramente utilitaristici se Berlusca avesse in mente a breve di produrre l’atomica allora capirei questa fissa per la fissione, altrimenti senso ai giorni d’oggi non ce n’è.
(l’idea che l’Onu si metta a discutere di un atomica berlusconiana è parecchio divertente 🙂
un grazie x la connessione Nucleare in chiave compensativa Gas-Putin… anche se contemporaneamente progettano il NorthStream che si riaggancia a Putin..
come noi col SouthStream Eni/Gazprom.. con la differenza che la Germania rimane attaccata al Nabucco Europeo che diversifica le fonti ed i ricatti mentre noi no.. particolare STRATEGICO non da poco…
sul basso peso di un partito Liberale in Germania e sulle nulle sue possibilità in Italia (il PDL è di fatto una oligarchia di amici addirittura meno liberali di Bersani!!!) concordo..
pur non essendo un Liber-ista ma solo un pò Liber-ale (alla Gobetti.. MOLTO più di un economista) questa mancanza la sento e mi spiace..
a questo punto allargo un pò i confini nell’aperto :
negli Usa su questo sito mi avete spiegato che Obama è statalista.. quando dico che Bush ha fatto il crack finanziario con la Fed espansiva mi dite che pure lui non è in realtà Liberista (così vi sganciate dall’ingombro e salvate la Teoria:).. dell’Europa e della Russia non ne parliamo.. i nuovi Leader Mondiali Cinesi sono un continente postcomunista (mi ricordo la tua citazione di Keynes: nella dittatura la pianificazione
riesce meglio..) …
mi viene in mente un’idea un pò azzardata: nell’Era della Globalizzazione Multipolare la Concorrenza (il Liberismo ?) c’è TRA i diversi Poli ma si riduce DENTRO ciascun polo.. se questa TENDENZA fosse plausibile un perchè Evolutivo dovrà pur esserci o no ?
Io credo che Allargandosi la metratura del campo di gioco… i singoli attori devono INTEGRARSI (un pò come una fusione di multinazionali basati su logiche Gerarchiche) per poter reggere la sfida… bah bah.. forse solo una baggianata.. forse un fondo di verità..
copie&incolla:
“Il potere del governo federale in Germania e’ molto limitato”, per questo le riforme liberali avranno spazi di manovra “molto limitati”.
Lo ha dichiarato Daniel Gros, economista e direttore del centro studi politici europei, ai microfoni di Sky Tg 24 Economia, aggiungendo che “i sindacati conoscono molto bene il sistema vigente” e non godono di molti spazi di manovra.
“Il potere delle lobby e’ indebolito” e di conseguenza “i sindacati sono meno potenti”, ma anche “gli industriali e gli imprenditori non sono dei veri liberali”, ha osservato l’economista.
“Non vogliono rivoluzionare il sistema, come era stato proposto 5 anni fa dal Cdu”, ricorda Gros. “D’ora in poi andranno avanti con i piedi di piombo, sempre nella direzione liberale, ma non ci sara’ nessuna rivoluzione”, ha concluso l’economista.
concludo x ora con un copia&incolla molto meno taroccabile dei soliti sondaggi sulla fiducia, ottimo presagio di future tristi ovvietà :
Lunedì 28 Settembre 2009, 18:33 Germania: a settembre prezzi giu’
(ANSA) – ROMA, 28 SET – Inflazione negativa in Germania a settembre, con i prezzi al consumo scesi dello 0,4% su mese contro il -0,2% previsto dagli economisti. Ad agosto l’andamento dei prezzi su base mensile aveva segnato un modesto rialzo (+0,2%). I prezzi, su base armonizzata, hanno segnato un -0,4% anche su base annua, contro il -0,2% previsto dagli analisti e contro il -0,1% del mese precedente. Le stime odierne sull’inflazione tedesca- precisa al Bloomberg – sono preliminari
@Piero
Il Nabucco cui partecipano i russi? Ma di che parli…
Riflettendo sulla questione del nucleare non posso non notare sia il lato positivo che quello negativo. Da qualche tempo il lato negativo prevale(leggermente).
Vorrei informarvi (si sa che proverbialmente la lingua batte dove il dente duole e io spesso, mi soffermo sulla questione cinese) che Applied Materials pensa di aprire il più grande centro di ricerca a Xian (China) entro poco (non mi dilungo coi particolari, ma sono sbalorditivi).
Probabilmente si deve pensare di più alle strategie di lungo termine, non alle tattiche di breve(è un opinione personale e in continuo mutamento).
@Giovanni Boggero
il Nabucco DIVERSIFICA le fonti.. cioè SALTA la Russia.. leggi con più attenzione 🙂
@manT
sicuramente il Nucleare si ripaga economicamente nel lungo termine.. il mio dubbio in continuo mutamento son le scorie.. e gli Italiani e le varie mafie..
@manT
Esatto manT, strategie di lungo. Con cui potremmo liberarci di schiavitù fossili e bagatelle sulla fissione.
Applied materials è una ditta molto interessante per una gestione migliore dei consumi privati e della qualità della vita stessa, ma per il pubblico e per le esigenze di interi stati occorre concentrarsi sul solare termodinamico. Le celle solari, per quanto le puoi perfezionare, sono inefficienti, al più utili per il bisogno domestico.
Con il solare termodinamico puoi pensare e progettare centrali a grande scala ed efficienze spaventose (in particolare qui in Italia, pensa alle zone interne della sicilia).
Facciamo un esempio: Andasol 1, spagnola, costruita dopo la dipartita di Rubbia in spagna. E’ una centrale totalmente PULITA da 50 MW. Si obietterà che le nucleari moderne arrivano al GW. Ri-obietteremo che le prime centrali a fissione, negli anni ’50, partirono proprio da 50 MW.
http://it.wikipedia.org/wiki/Andasol_1
per chi non avesse voglia o tempo di fare particolare ricerche cito da wiki:
“un ipotetico quadrato di specchi di 40mila km² (200km per ogni lato) basterebbe per sostituire in toto tutta l’energia derivata dal petrolio prodotta oggi nel mondo, mentre per alimentare un terzo dell’Italia basterebbe un’area equivalente a 15 centrali nucleari: vasta, in pratica, quanto il Grande Raccordo Anulare.
Il vantaggio riscontrabile nell’immediato rispetto ad un tradizionale impianto fotovoltaico consiste in una produzione di energia ininterrotta, causa lo sfruttamento indiretto dell’energia solare anche di notte o in caso di cattivo tempo fino ad alcuni giorni grazie al sistema di accumulo del fluido termovettore e all’alta temperatura raggiungibile dai sali fusi(circa 550 °C). Il problema della disponibilità dello spazio potrà essere superato costruendo gli impianti solari nel Sud Italia, che dispone di molte zone utilizzabili, come testimoniano i progetti già avviati.
Seguendo questa linea si è pensato anche alla costruzioni di mega centrali solari-termodinamiche nel Nord Africa, in seguito ad accordi internazionali con Libia e Marocco, làddove la disponibilità di spazio (deserto) e condizioni climatiche relative all’insolazione media annua del tutto ottimali creerebbero situazioni particolarmente favorevoli alla produzione su vasta scala di energia elettrica: sembra che tale soluzione, unita alla realizzazione di reti di distribuzione elettrica a ‘corrente continua’ ovvero a bassa perdita, possa arrivare a soddisfare anche l’intero fabbisogno energetico europeo.
Per il momento il ‘costo per kilowattora’ dell’energia prodotta con tale tecnologia non sembra inferiore a quello di altre fonti energetiche classiche come i combustibili fossili (anzi in talune analisi sembra addirittura superiore), tuttavia si ritiene che i costi scenderebbbero sensibilmente una volta avviata una produzione di massa di questi sistemi ovvero con quella che si chiama economia di scala.”